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lunes, 19 de septiembre de 2011

Cronaca familiare - Valerio Zurlini (1962)


TÍTULO Cronaca familiare
AÑO 1962
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACIÓN 109 min.
DIRECTOR Valerio Zurlini
GUIÓN Valerio Zurlini & Mario Missirolli (Novela: Vasco Pratolini)
MÚSICA Gofredo Petrasi
FOTOGRAFÍA Giuseppe Rotunno
REPARTO Marcello Mastroianni, Jacques Perrin, Valeria Ciangottini, Salvo Randone, Sylvie, Serena Vergano, Marco Guglielmi
PRODUCTORA Titanus Film
PREMIOS 1962: Venecia: León de Oro
GÉNERO Drama

SINOPSIS Drama familiar basado en una novela más o menos autobiográfica de Vasco Pratolini. Sigue a dos hermanos, Enrico y Lorenzo, que vieron separadas sus vidas cuando nació el segundo, pues la madre murió. Herido de guerra el padre, es la abuela la que debe encargarse de ellos, y como dos niños son demasiado, el pequeño queda al cuidado de una baronesa. De modo que Lorenzo se acostumbra a la buena vida, y Enrico se curte en la pobreza. Llegará el momento en que Lorenzo deberá valerse por sí solo, y no está preparado para ello. El reencuentro con el hermano mayor puede que le ayude a superar sus limitaciones. (FILMAFFINITY)


Non ho inventato niente, ho semplicemente messo la cinepresa per strada, facendo solo attenzione che non ci fosse il sole per evitare le ombre, perché mi piaceva che tutto fosse appiattito. Il segreto del film sta solo qui, nella ricerca dei posti e nell'attesa che non ci fosse il sole per cominciare a girare. Non credo che si possa accusare il film di essere troppo colto per il fatto che i colori fanno pensare a Rosai. Io ho conosciuto Pratolini e Rosai nello stesso momento. La Firenze di Pratolini, quella di Santa Croce, dei viottoli, io l'ho subito rifiutata, perché non mi piaceva visivamente, mentre invece ho subito adorato la Firenze di Rosai, quella di piazza del Carmine, d'Oltrarno, una Firenze come si può immaginare che fosse nel Cinque-Seicento, staccata dalla modernità. Era logico quindi che io andassi verso il riferimento visivo che mi era più congeniale. La Firenze di Cronaca è completamente deserta, le strade sono vuote, non c'è mai una comparsa che passa. Come sono vuoti i paesaggi di Rosai. Ma non è che io ci abbia pensato. Infatti nel film di paesaggi rosaiani non ce n'è nemmeno uno. Però mi aveva sempre talmente colpito in Rosai il modo così commovente di vedere il paesaggio che io l'ho cercato d'istinto. E curiosamente quel paesaggio prescelto diventava un Rosai.
Valerio Zurlini



"[…] Già il fatto stesso che un regista si fissi su un tema come questo, anzi ci pensi per anni, lavorandoselo dentro in attesa di un produttore così estroso da lasciarglielo fare, è qualcosa che esce dall'ordinario. È un soggetto in cui non si tratta di raccontare dei fatti ma di raccontare dei rapporti; non le azioni esterne e concrete dei personaggi, che sono d'altronde in questo caso privi assolutamente per sé di evidenza motoria e di imprevisto, ma le modificazioni profonde che lentamente si producono in loro (la bellissima scena in cui Enrico, steso accanto al fratello che dorme, reprime rabbiosamente per non destarlo il suo convulso accesso di tosse, che è il primo gesto di protezione, il primo aprirsi alla coscienza delle sue responsabilità di fratello maggiore). Ora, il rapporto psicologico è, nella sua sfumata sottigliezza, l'oggetto più difficile da fotografare, non soltanto per quella parte di vacillante e di imponderabile che è sempre implicita nel flusso de sentimenti, ma perché attraverso questi rapporti si toccano stratificazioni di motivi più generali e più lontani: in questo caso, per esempio la relatività delle strutture familiari, il problema dell'adattamento sociale, la funzione degli affetti come unica realtà morale dell'uomo.
Ebbene, l'essere riuscito a tradurre questa materia in narrazione visiva, con tanta forza ed evidenza poetica, è una prova di maturità artistici che (mi sembra) pone già Zurlini tra i probabili maestri di domani. È un film potente e delicato, in cui attraverso il compatto, scolpito vigore del l'immagine vibra sempre un soffio di spirituale, aleggiante intimità, un film in cui c'è fusione perfetta tra colore e parola, tra sfondi e personaggi e dei primi basterebbe ritenere l'estrema intelligenza con la quale, nell'episodio della scampagnata pasquale della nonna coi due nipoti, sono introdotti quei tocchi sobri ed essenziali di paesaggio primaverile toscano, quasi a fare risonanza ai ricordi; e dei secondi (contro il parere corrente) proprio il personaggio di Lorenzo, il fratello minore, personaggio difficile e originalissimo che Zurlini ha dipinto, è la parola, in tutta la sua inerme, elusiva, incolpevole fragilità.
Filippo Sacchi
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   "[…] Dal punto di vista figurativo, il film appare impeccabile, perfetto: dai tempi di Senso, forse, non era uscito in Italia un film a colori così suggestivo ed esatto, così audace e, insieme, così concluso.Ma proprio nel suo solido risalto figurativo consiste, a nostro avviso, quel che diremmo un eccesso di "esteriorizzazione" nel racconto cinematografico. Che Zurlini sia caduto nel tranello sentimentale non può dirsi; anzi egli mantiene rigorosamente una posizione sobria, severa, davvero nobilissima. Eppure è chiaro, come egli stesso riconosce, che al lirismo struggente della confessione letteraria, il cineasta sostituisce "una sorta di maestà delle immagini, la quale perviene secondo noi a una sorta di "saturazione" naturalmente emotiva per lo spettatore.
Questo limite è avvertibile in maniera radicale soprattutto nella parte conclusiva, dove assistiamo alla lunghissima agonia e ai rinnovati incontri, riportandone un'impressione di stati (come se un unico dolore fosse stemperato all'infinito) e senza che l'interminabile, monocorde sequenza di addii e di lacrime possa risolversi, sul piano psicologico, nella dimensione voluta dall'autore: ossia nella tragedia del "ritardo", nel cocente rimorso di un impegno e di un amore donati "fuori tempo", nella coscienza razionale di non poter più ritrovare, perché irrimediabilmente perduta, la "pienezza" del sentimento e della vita, e quindi la felicità. Cronaca familiare è però l'esatto contrario di un film melodrammatico. Come tale, non sfiora mai la falsità e non è soltanto di un gusto sicuro e penetrante, ma anche di un pudore esemplare, di una sincera forza di commozione […].
Ugo Casiraghi
http://www.municipio.re.it/manifestazioni/ufficio_cinema/archivio_schede/schede_tutte/Zurlini/CronacaFamiliare.htm         

5 comentarios:

  1. Great blog!
    Do you have "Senilita" by Bolognini or maybe you know where can I find it?

    Thanks!

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  2. Hola hola !!! por aquí de nuevo para molestar, es que la 5ta parte de la película sale como eliminada. Un abrazo gigante y sólo decirte que es mi página favorita, por las increíbles películas que aquí posteas. Una maravilla!!!!
    Claudio.

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  3. Este blog es un maravilloso repositorio de cultura !! Encontre que la ultima parte -la numero 12- del film Kaos 1984 esta borrada del servidor. Hay alguna posibilidad de que puedas resubirla ?? Agradecere muchisimo,
    Mirtha

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  4. MIL GRACIAS!!!! AMARCORD POR ESTA MARAVILLA,
    LA VERDAD QUE ESTE BLOG ESTA CADA DIA MEJOR.
    FELICITACIONES.

    UN CORDIAL SALUDO.

    Eddelon

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  5. El enlace 005 está fuera de línea.
    MEGAUPLOAP desconectado.
    Por si puediera corregirlo.
    Le felicito y le agradezco su enorme trabajo.

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