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martes, 20 de diciembre de 2011

Roma bene - Carlo Lizzani (1971)


TITULO ORIGINAL Roma Bene
AÑO 1971
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 113 min.
DIRECCION Carlo Lizzani
ARGUMENTO drama "Mani aperte sull'acqua" de Luigi Bruno Di Belmonte (para el epílogo del film)
GUION Luciano Vincenzoni, Nicola Badalucco, Carlo Lizzani
FOTOGRAFIA Giuseppe Ruzzolini
MONTAJE Franco Fraticelli
MUSICA Luis Bacalov
PRODUCCION NINO CRISMAN PER CASTORO FILM (ROMA), MARIANNE PRODUCTIONS (PARIGI), OCEANIC FILMPRODUKTION(MONACO)
GENERO Comedia
REPARTO Nino Manfredi, Senta Berger, Vittorio Caprioli, Virna Lisi, Philippe Leroy, Irene Papas, Michèle Mercier, Umberto Orsini, Gastone Moschin, Franco Fabrizi, Mario Feliciani, Gigi Ballista, Nora Ricci, Minnie Minoprio, Peter Baldwin, Annabella Incontrera, Evi Maltagliati, Vittorio Sanipoli, Gigi Rizzi, Pia Giancaro

SINOPSIS Sfilata di personaggi corrotti e squallidi nell'alta società romana che fanno capo al salotto della contessa Silvia Santi. Durante una crociera su uno yacht muoiono tutti in mare. Dalla pièce Mani aperte sull'acqua di Luigi Bruno Di Belmonte, adattata da Luciano Vincenzoni e Nicola Badalucco, una tardiva e maldestra variazione sui temi di La dolce vita in un goffo tentativo di mescolare commedia, dramma, satira, cinema di denuncia sociale.(Il Morandini)



Trama del film Roma bene:
Intorno al salotto della duchessa Silvia Santi, moglie dell'industriale Giorgio, ruotano alcuni dei personaggi più in vista dell'aristocrazia, della finanza, della politica e del clero della capitale : un ambiente apparentemente rispettabile, ma in realtà squallido e corrotto. Lo spiantato barone De Vittis, dopo aver rubato e ingoiato un prezioso orecchino, viene individuato e costretto a restituire il gioiello con l'aiuto di un purgante. Mino Rappi, un arrampicatore sociale, per ingraziarsi l'industriale Santi, lo accompagna in una casa di appuntamenti dove incontra però la moglie; divertito dall'incidente, l'industriale si decide a concedere un finanziamento al Rappi, ma questi muore d'infarto. La duchessa Santi, per estorcere al marito trecento milioni, organizza un finto rapimento dei figli. La principessa Dedè Marescalchi, guidata abilmente dal marito, si prostituisce a importanti e facoltosi personaggi, ma fallisce con uomo politico che, al contrario, dimostra un anormale interesse per il principe. Elena Teopulos, moglie di un armatore greco, riesce, con l'aiuto della propria madre, a uccidere il marito e a evitare, grazie alle sue importanti amicizie, l'incriminazione. Quasi tutti questi personaggi periranno in mare nel corso di una tragica crociera a bordo di uno yacht, mentre un commissario di polizia dimostratosi troppo zelante nello svolgere le sue indagini sull'ambiente in questione, sarà definitivamente messo a tacere con una promozione e col relativo trasferimento.

CRITICA:
"Un tentativo di satira di costume semplicistico nell'impostazione, dispersivo nella struttura narrativa e completamente fuori registro nei toni che passano bruscamente dal grottesco al drammatico." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 72, 1972)
fonte "RdC - Cinematografo.it"
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=9031&film=Roma-bene


Esta increíble película muy poco conocida de Carlo Lizzani, basada en la novela “Mani aperte sull’acqua” de Luigi Bruno de Belmonte y que se llegó a estrenar en España con muchos tijerazos de la censura, batiendo el record de cortes de las películas que se rodaron en ese año (1971) en Europa, llegó a igualar en trozos nunca vistos a “Las meláncolicas” (Rafael Moreno Alba), retirada de circulación en los cines, porque en un pueblo de Galicia se equivocaron de copia y pasaron la versión italiana (“Aberraciones sexuales en un penitenciario de mujeres”, viendo a Francisco Rabal sodomizar salvajemente a Analia Gadé, y se armó una cola del copón en varios pueblos para verla, hasta que el régimen franquista se enteró y se acabó lo que se daba (si alguien dispusiera de una copia, servidor agradecería…, ya sábeis, lo de siempre).
“Roma bene” se llamó en España “La gran bacanal” y no se estrenó lógicamente en 1971, sino en la transición, pero con igual dureza en los cortes, tanto en el diálogo que no tiene desperdicio debido al genio del guión Luciano Vincenzoni, como a las escenas “fuertes” que en este caso rozan lo mágico, ya que podemos contemplar los que admiramos la anatomía femenina a Virna Lisi, Michele Mercier, Senta Berger (a Irene Papas, no hacía mucha falta digo yo, aunque también la podemos ver con dos maromos pasándoselo bien) y a Annabella Incontrera en sus mejores tiempos y en sus mejores carnes. Además contamos con el gran Nino Manfredi en un personaje catalizador y moralista de toda la mentira y desfachatez de esa burguesía que carece por completo de escrúpulos y vive a lo grande pasándoselo bien a costa de los demás. El relato de la película, aunque lineal, viene a ser como una especie de sketchs episódicos, donde cada personaje es un trocito de su historieta particular, casposa, hilarante, estafadora y criminal que va agrupando a todos ellos (al fin y al cabo son conocidos y amigos en su círculo de “intocables por la justicia”), hasta desembocar esta historia en un sorprendente final en el mar con un yate, y que el cine alemán de terror copió tal cual la idea en “A la deriva” (“Open Water” Hans Horn, 2006), haciendo de esta angustiosa escena final un hilo narrativo de suspense y de terror, pero que aquí suena como una especie de castigo divino en el mejor homenaje a películas surrealistas de Buñuel como su “ángel exterminador”, y siempre en clave de comedia.
Mencionar por último la extraordinaria música debida al gran Luis Enriquez Bacalov.
http://www.cine-clasico.com/foros/viewtopic.php?t=30570&p=302391&sid=76523ab65efe63dd831fd9f3974dc252

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Roma Decadence
Capolavoro assoluto del maestro Lizzani. Opera che merita, senza dubbio alcuno, tutti i riconoscimenti possibili legati all’eccellenza della settima arte: cast, soggetto, sceneggiatura, regia, scenografia, fotografia e musica in totale simbiosi artistica. Roma Bene confluisce come un fiume in piena verso una critica sociale quasi chirurgica, tinta di cinismo sferzante eppure lucida come in nessun altro titolo del regista.
Tratto dalla pièce Mani aperte sull’acqua di Luigi Bruno Di Belmonte, il film mette in scena il classico salotto alto borghese: una duchessa, il marito industriale e tanti personaggi apparentemente rispettabili. In realtà è una sfilata di tipi squallidi: il barone ladro di gioielli, un arrampicatore sociale senza scrupoli, nobili che inscenano finti rapimenti e tentativi di estorsione, e persino una moglie che arriva a commissionare l’uccisione del marito armatore. Il destino di queste persone sarà la morte, i loro misfatti invece rimarranno senza colpevoli, un commissario di polizia troppo zelante verrà promosso e trasferito.
Facile e scontato comprendere perché, ad oggi, questo lavoro del regista romano abbia conosciuto scarsi passaggi televisivi (l’ultimo risalente a più di dieci anni fa) ed un’unica tremenda edizione in DVD, distribuita nelle edicole all’interno di una collana dedicata all’attrice Michéle Mercier: il film indaga senza pietà (un po’ come il protagonista, il commissario Tartamella) gli ambienti esclusivi della Capitale dove notoriamente, dietro la patina pulita del perbenismo più lambiccato, si celano spesso i peggiori vizi e le più infime derive umane.
Tutto inizia come una commedia brillante, che intreccia sapientemente le esistenze dolci e noiose del parterre incantato. Pian piano le pubbliche virtù cominciano a sgretolarsi, le battute colte del commissario da sarcastiche si fanno più amare e un’aria di morte comincia ad avvolgere tutti i protagonisti più illustri. Il nucleo attoriale del film diverrà esso stesso una vera e propria competizione di bravura tra protagonisti e caratteristi, tutti incredibilmente in parte: Nino Manfredi, Enzo Cannavale (doppiato in veneto), Franco Fabrizi, Mario Feliciani (imprenditore greco, troppo simile ad Onassis) ed Irene Papas (la moglie dell’imprenditore, troppo simile alla Callas), Virna Lisi, Philippe Leroy, Vittorio Caprioli e non ultimo per grandezza Gastone Moschin nei panni del "monsignore". Incredibile constatare come ogni scena di Roma Bene valga da sola cento volte più di un qualsiasi film Italiano contemporaneo di tematica sociale/politica. E inquieta non meno riconoscerne il coraggio e la profonda modernità, che con molta probabilità trovava la sua possibilità d’esistere solo e soltanto in un mercato cinematografico tanto ricco e diversificato, com’era appunto quello dei primi anni ‘70.
Epilogo crudele ma liberatorio per le scellerate vicende dei tanti personaggi in ballo, tanto geniale da essere copiato pedissequamente anni dopo da filmetti di discreto successo come Dead Calm (1989) di Phillip Noyce e Open Water (2003) di Chris Kentis. (Jacopo Coccia)

Da notare- Tratto dalla pièce di Luigi Bruno Di Belmonte, il film riprende in sostanza diversi temi che hanno reso celebre La dolce vita di Federico Fellini.

Perché su Bizzarro- Lizzani è forse l'unico autore italiano ad aver utilizzato il cinema di genere come cassa di risonanza per criticare problematiche, situazioni ed eventi di natura sociale.

Film (più o meno) Simili: San Babila ore 20, un delitto inutile (1976) di Carlo Lizzani

3 comentarios:

  1. Grazie mille amico por esta joyita de Lizzani,
    quedo a la espera de los sub en castellano.

    Un cordial saludo.

    Eddelon

    ResponderEliminar
  2. Mil gracias amigo por este tesorito de Lizzani, ruego por los sub en castellano.

    Un saludo cordial.

    Peddilon

    ResponderEliminar