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sábado, 21 de enero de 2012

La Spiaggia - Alberto Lattuada (1954)


TITULO ORIGINAL La spiaggia
AÑO 1954
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Si (Incorporados)
DURACION 100 min.
DIRECCION Alberto Lattuada
GUION Alberto Lattuada, Rodolfo Sonego, Luigi Malerba
REPARTO Anna Bassi, Mara Berni, Bruno Bettiol, Mario Bettiol, Carlo Bianco, Georges Bréhat, Martine Carol, Mario Carotenuto, Patrizia Deaton, Edouard Delmont, Marco Ferreri, Nada Fiorelli, Enio Girolami, Enrico Glori, Elio Lo Cascio, Luciana Momigliano, Clelia Matania, Rosy Mazzacurati, Valeria Moriconi, Elly Norden
FOTOGRAFIA Mario Craveri
MONTAJE Mario Serandrei
MUSICA Piero Piccioni
PRODUCCION Titanus Gamma/Film Francaise C.C.C. (PARIS)
GENERO Comedia

SINOPSIS Una prostituta va in vacanza al mare con la figlioletta. Creduta una vedova perbene, è accettata dalla buona società, ma quando si scopre il suo mestiere le si fa il vuoto intorno. Solo il sindaco le resta amico. 11° film lungo (il 2°, dopo Il bandito, di soggetto originale e il 1° a colori) di Lattuada che l'ha scritto con R. Sonego, L. Malerba, Ch. Spaak, è una commedia balneare di costume (a tutti i livelli) e di realismo borghese che diede scandalo per molti motivi. Lo diede anche la censura (democristiana) che impose un V.M. 16 e alcuni ridicoli tagli di cui fu vittima specialmente la bella 21enne Moriconi, ma anche la fugace visione del quotidiano L'Unità. Ferraniacolor: Mario Craveri. Musica: Piero Morgan (Piccioni). Qua e là sfasature ed eccessi macchiettistici. Carol e Vallone funzionali, ma non molto espressivi. (Il Morandini)


TRAMA:
Anna Maria, una giovane donna che vive in una "casa chiusa", si prende una vacanza per condurre al mare la propria bimba, Caterina. Le circostanze la obbligano a prendere alloggio in un albergo di lusso, frequentato dalla ricca borghesia: ella si spaccia per vedova e il suo contegno serio e dignitoso le concilia le generali simpatie. Tutto va bene fino al giorno in cui nell'albergo prende alloggio un tale che conosce Anna Maria e sa quale sia la sua vera condizione. Egli tenta di abbordarla con galanti proposte: respinto, si vendica rivelando ad un amico il doloroso segreto che la donna ha finora potuto custodire. Un incidente fa si che la verità venga ben presto conosciuta da tutte le ospiti dell'albergo, le quali, benchè il loro contegno sia tutt'altro che irreprensibile, si mostrano indignate e reclamano l'espulsione della pecora nera. La sera stessa però si produce un colpo di scena: un maturo miliardario, che è il più ricco proprietario del luogo e nutre per la donna un onesto interesse, le offre il suo braccio e le fa percorrere tutta la passeggiata tra i reverenti saluti dei villeggianti. Anna Maria può ritornare a fronte alta al suo albergo.

NOTE:
- COLL. ALLA SCENEGGIATURA: CHARLES SPAAK.- PIERO PICCIONI HA FIRMATO LE MUSICHE COME PIERO MORGAN.- LO SCENOGRAFO E COSTUMISTA MAURIZIO CHIARI E' ACCREDITATO COME MAURIZIO SERRA CHIARI.- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1995.
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=17362&film=LA-SPIAGGIA
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... "La spiaggia", una bella e amara commedia di Alberto Lattuada, anno 1953. È la storia di Anna Maria, una prostituta che si reca al mare per una vacanza con la propria figlioletta Caterina. Nell’Hotel Palace dove alloggia viene creduta una vedova, e subito accettata dalla “buona società”, ma quando il suo vero mestiere è scoperto, intorno a lei si fa il vuoto. Solo il sindaco della cittadina e un miliardario del luogo, le rimarranno amici… Girato sulla costa della Liguria tra Spotorno, Finale Ligure e Varigotti, La spiaggia è una satira aspra della piccola-borghesia ipocrita e avida, che anticipa il filone (con gli anni degenerato) delle commedie balneari. Il discorso finale del personaggio di Chiastrino, il miliardario, ancora oggi conserva una grande forza polemica: «Impari a giudicarli – dice ad Anna Maria – per quello che sono: questi uomini avrebbero voluto diventare dei “grandi ladri”, ma in genere non ci sono riusciti. Le loro donne sono delle povere creature che si sono “vendute” ai mariti. E l’unica forma di ribellione si riduce a qualche tradimento». Il film fu pesantemente tagliato dalla censura democristiana, soprattutto per una scena con Valeria Moriconi in bikini sotto la doccia, ed ebbe anche un’interrogazione parlamentare. Il perché lo spiegò con poche e chiare parole Alberto Lattuada in un’intervento su Filmcritica (n. 158, 1965): “Perché io rovesciavo i valori tradizionali, attaccavo la borghesia, perché le puttane erano perbene e le signore perbene erano puttane”. Gran cast con Martine Carole, Raf Vallone, Mario Carotenuto e Valeria Moriconi. Sceneggiatura d’autore firmata da Lattuada insieme a Rodolfo Sonego, Charles Spaak (il papà di Catherine) e Luigi Malerba. Peccato che il dvd non  bbia extra, ma se qualcuno vuole saperne di più, può rileggersi un bel libro curato da Tatti Sanguineti, La  piaggia, ed. Le Mani, 20
http://schermiblog.blogspot.com/2011_09_01_archive.html



Di solito noi registi siamo pressati dalla storia, siamo in­calzati dalla necessità di por­re le premesse del delitto, e non ci rimane lo spazio per l’aria, il contorno, l’ambien­te. La storia di Annamaria è invece cosí semplice e lineare (l’ho scelta apposta cosí) che mi ha permesso di soffermar­mi da un lato sull’ ambiente naturale e dall’altro sui per­sonaggi; oltre ai principali, ne porto avanti, nel corso del racconto, circa una decina, dipinti con una tecnica divi­sionista, a rapide pennellate, che colgono ora un atteggia­mento ora un discorso, in mo­do che alla fine i singoli ca­ratteri risultino delineati e precisi. Per esempio, durante la colazione un colpo di ven­to disperde il mucchio di biglietti da mille che Annamaria tiene in mano. I biglietti si spargono fra i tavoli. Gli ospiti li raccolgono e li ricon­segnano alla proprietaria. Io la colgo, in questo momento, in un atteggiamento di goffaggine mentre tende la mano e ringrazia. E così via. Il film va avanti in questo modo, per successive stratificazioni”.
Uno dei personaggi più riu­sciti, secondo Lattuada, è quello del commerciante di frigoriferi (Albertocchi), un tipo entusiasta della tecnica e del progresso, per il quale il mondo va bene perché a lui vanno bene gli affari.
Inventato è il personaggio del miliardario, deus ex machina della situazione, consapevole di esserlo; data la sua potenza illimitata egli può permettersi di dire la verità all’osso e di provocare la meschineria dei suoi simili.
Il sindaco, la produzione lo avrebbe voluto nelle vesti di eroe, cioè di vincitore, invece resta perdente; così è la vita.
Poi ci sono altri personaggi, la ragazza che si annoia, i giornalisti che bevono latte per disintossicarsi, ecc. Il re­gista li scopre un po’ alla volta, precisandone il carattere con successive parziali notazioni. “I personaggi” dice Lattuada “dovrebbero progredire facendo il bagno. È que­sta la tendenza più ambiziosa del nostro cinema: creare dei personaggi a tutto tondo sen­za che accada loro nulla di tragico. L’idea sarebbe questa. Se io, per esempio, ho un amico, con il quale sto bene in compagnia, bisognerebbe riuscire a dare nel cinema l’equivalente di questo sentirsi bene in compagnia di quel ta­le, perché è lui, amico mio, e cosí fatto. E ancora: bisognerebbe narrare la storia di una persona a fare in modo che i personaggi si attacchi­no a lei, spontaneamente come degli uncini. E non che gli uncini, cioè i personaggi, siano attaccati per forza, cioè appiccicati, dal regista”.
ANNA MARIA MONTINAR
http://www.ricerchesceneggiatura.it/2010/03/25/anna-maria-montinari-la-spiaggia-1954-di-alberto-lattuada/

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