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viernes, 15 de febrero de 2013

Fiorile - Paolo e Vittorio Taviani (1993)


TÍTULO ORIGINAL Fiorile
AÑO 1993
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español e Inglés (Separados)
DURACIÓN 112 min. 
DIRECTOR Paolo Taviani, Vittorio Taviani
GUIÓN Sandro Petraglia & Vittorio Taviani
MÚSICA Nicola Piovani
FOTOGRAFÍA Giuseppe Lanci
REPARTO Claudio Bigagli, Galatea Ranzi, Michael Vartan, Lino Capolicchio, Constanza Engelbrecht, Athina Cenci, Giovanni Guidelli, Norma Martelli, Pier Paolo Capponi, Chiara Caselli, Renato Carpentieri, Carlo Luca De Ruggieri, Laura Scarimbolo
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia-Alemania; Filmtre / Gierre Film / Florida Movies / La Sept Cinéma / Roxy Films / K.S. Film / Penta Film / Canal+ / Eurimages
PREMIOS
1993: Festival de Cannes: Nominada a la Palma de Oro (mejor película)
1992: Premios David di Donatello: Mejor diseño de producción. 5 nominaciones
GÉNERO Drama 

SINOPSIS Una maldición pesa desde hace 200 años sobre la familia Benedetti. Todo empieza cuando la joven Fiorile descubre que su hermano Corrado es el responsable de la ejecución de su amante. Rota por el dolor, maldice a todos sus descendientes, condenándolos a no alcanzar jamás la felicidad. Y la maldición se cumple: mientras que su fortuna crece, ellos pierden el amor y el respeto de sus vecinos. Dos siglos después, dos niños van a Florencia con sus padres para conocer a su abuelo, un descendiente de Corrado, que les relata la historia de la familia. (FILMAFFINITY)





La maldición de los Benedetti
“Fiorile” es una saga familiar con ciertos ecos del realismo mágico de “Cien años de soledad” y tono de cuento de hadas romántico, empaquetada con una prodigiosa fotografía y una convincente banda sonora. La historia de la familia Benedetti es contada por un padre a sus hijos, cuando estos viajan de París a la Toscana para ver a su abuelo, en tres episodios sucesivos: la invasión napoleónica de Italia (finales del siglo XVIII), la elección como diputado de un antepasado a comienzos del siglo XX y los años de la resistencia frente al fascismo y la ocupación alemana (1943-1945). El automóvil en el que la familia atraviesa la campiña toscana funciona como una especie de máquina del tiempo: mirando a través de la ventanilla del coche, los niños ven, en el mismo paisaje que atraviesan, escenas del pasado familiar ocurridas muchos años atrás.
El título, "Fiorile", es la traducción al italiano del nombre del octavo mes del calendario revolucionario francés, "Floreal" (20 abril-20 mayo aprox.), y es también el sobrenombre que un joven soldado y convencido revolucionario francés, Jean, da a su joven amante campesina, Elisabetta Benedetti. Los sucesos que ambos protagonizan están en el origen de la maldición familiar, que hace que sus sucesores sean llamados "maledetti" ("malditos") en lugar de "Benedetti" ("benditos"). En este episodio y en el siguiente se confrontarán la codicia de los hermanos varones de la familia con el ideal del amor romántico, encarnado en las mujeres de la familia, y en sus respectivos amantes. Los papeles de los hombres (Corrado y Alessandro Benedetti) son interpretados por un mismo actor, Claudio Bigagli, al igual que los de las mujeres (Galatea Ranzi) y los de los amores imposibles de estas (Michael Vartan). En el episodio final, de algún modo el personaje de Massimo Benedetti (interpretado, de nuevo, por Vartan) representa el final de esta serie de enfrentamientos y de la propia supuesta maldición.
En esta película, los Taviani regresan a algunos de sus temas favoritos: la Revolución francesa (antes tratada en "Allonsanfan", 1973) y la resistencia antifascista en Toscana (tema de "La noche de San Lorenzo", 1982). Destaca la belleza de los escenarios naturales (p.ej. en la secuencia del avance de los soldados franceses por los bosques de Toscana): la película se rodó íntegramente en esta región de Italia: gran parte de la acción transcurre en una villa de la época de los Medici, llamada “La Petraia”, en las cercanías de Florencia (hay, por cierto, un curioso homenaje a esta familia que gobernó Florencia en su época de esplendor en la cena “medicea” que organiza, en el segundo episodio, Alessandro Benedetti. Igualmente destacables son la factura exquisita de la puesta en escena y la espléndida fotografía, de calidad pictórica, de Giuseppe Lanci, especialista en cine de época.
Para disfrutar de la película, hay que tener en cuenta que no se pretende una reconstrucción fidedigna de la historia, sino una bonita historia de época, de tono romántico, una especie de ensoñación sobre la lucha entre los instintos más bajos del ser humano (la codicia) y su aspiración a los más altos ideales (el amor, la libertad).
Samizdat
http://www.filmaffinity.com/es/reviews/1/711456.html
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Trama
Sull'autostrada corre una macchina: un bambino e una bambina arrivano in Toscana da Parigi con i genitori per conoscere il nonno, che vive solo in una casa sulla collina. Si chiamano Benedetti, ma durante una sosta del viaggio, i bambini scoprono che la gente li chiama Maledetti ..."Tutta colpa di una vecchia leggenda - è costretto a spiegare loro il padre - ... la leggenda dell'oro ... Tutto cominciò due secoli fa, quando l'armata di Napoleone scese in Italia e giunse in Toscana ..." La cassa del reggimento è affidata ad un tenente, giovane, bello e pieno di ideali, Jean: il suo destino, proprio su queste colline, si incontra e si intreccia tragicamente con quello della famiglia Benedetti. Una famiglia povera di contadini che conta due figli, Elisabetta e Corrado. Elisabetta e Jean si conoscono e si amano: "Fiorile" la chiama lui, dal nome rivoluzionario del mese di Maggio che li ha fatti incontrare. Corrado, all'insaputa della sorella, ruba la cassa delle monete d'oro. La legge di guerra è ferrea: all'alba Jean viene fucilato. Elisabetta disperata giura che non avrà pace finché non avrà fatto vendetta su chi ha causato la morte di Jean. "... Elisabetta non riuscì a compiere la sua vendetta: morì dando alla luce il figlio di Jean" - continua a raccontare il padre ai due bambini - " Ma fu dopo cento anni, come dice la leggenda, che una sua discendente compì la vendetta per lei. Si chiamava Elisa". Una splendida villa medicea è ora la prestigiosa dimora dei Benedetti, divenuti ormai i ricchi signori della zona. Stanotte - siamo agli inizi del Novecento - la villa è tutta illuminata: si dà un grande pranzo allestito alla maniera dei Medici. L'evento farà parlare di Alessandro, volitivo e ambizioso, cui non basta più possedere: vuole anche governare, essere eletto deputato del Regno. Al suo fianco sono Renzo, il fratello minore, fragile e puerile, e Elisa appunto, straordinariamente somigliante a Elisabetta: il suo destino si rivela analogo a quello della sua antenata. I due fratelli le impediscono in segreto di vivere la sua storia d'amore con Elio, un giovane del luogo, troppo semplice per i progetti ambiziosi di Alessandro.

Critica
Bellissima riuscita nello stile più compiutamente espresso di Paolo e Vittorio Taviani, "Fiorile" ha pure il merito di rivelare Galatea Ranzi, un'attrice teatrale nuova per il cinema, davvero molto interessante e brava. (Lietta Tornabuoni, La Stampa, )

Film visionario invece che realistico, film di magie senza alcun tocco di effetti speciali, "Fiorile" lascia dilagare di sequenza in sequenza una passione per la concretezza che si rovescia nel proprio opposto. Dire, fino a passare il segno, poichè, in modo palese, la storia di famiglia evapora e restano purissime linee emotive a far cinema di per sè la delusione d'amore, una raggellata e convulsa ambizione sociale, la paura d'essere se stessi se messi a confronto con il proprio passato, il presagio di una morte ingiusta. (Enzo Siciliano, L'Espresso, 04/04/93)

Sul vetro il the end. Un film imbalsamato dalle sue pretese, che piacerà solo a chi ha già deciso - prima di staccare il biglietto - che gli piaccia. (Valerio Caprara, Il Mattino, 11/04/93)

Il realismo dei Taviani riesce, ancora una volta, e senza mai fratture, a diventare visionario; con il sussidio di una fotografia (di Giuseppe Lanci) in equilibrio tra cronaca e pittura (quei casali, quelle campagne, quei saloni...) E con il contributo di una musica (di Nicola Piovani) intenta molto più a interpretare dall'interno gli stati d'animo più segreti che non a commentare e ad illustrare. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 17/04/93)

Note
COSTUMI: LINA NERLI TAVIANI.
QUESTO FILM E' DEDICATO A 'GIULIANI', NOME DI BATTAGLIA DEL PRODUTTORE GAETANO 'GIULIANI' DE NEGRI MORTO IL 18 MAGGIO 1992.
DAVID DI DONATELLO 1993 PER MIGLIORE SCENOGRAFIA.
http://cinema.libero.it/bd/schedafilm/28834/fiorile


La prima volta che ho visto Fiorile mi era piaciuto moltissimo. Sarà perché lo vidi a tarda notte, e a quei tempi la solitudine era merce rara e preziosa, così come il silenzio. Starsene da sola davanti alla tv a guardare un film non commerciale era un lusso che poche volte mi potevo permettere.
L’ho rivisto poche sere fa, e, in generale, mi è piaciuto ancora. E’ una felice idea fare degli ideali di libertà e uguaglianza i protagonisti che, subito uccisi, riaffiorano via via nella storia familiare e sociale attraverso un secolo e mezzo. E’ felice l’idea di consegnare la sopravvivenza di questi ideali alle donne, che li coltivano, anche se più per propensione sentimentale che per intelletto. Ma gli uomini, anche loro, la calpestano, più per avidità e interesse che per scelta razionale. Tutto questo rivisitato attraverso il racconto di un padre a due bambini curiosi della storia di una famiglia a loro del tutto ancora sconosciuta.
Bella l’ambientazione, bella, anche troppo, la cura del particolare che sfiora l’estetismo; e già questo incomincia a disturbarmi, come mi disturbano l’eccesso di richiami e di simmetrie, che rendono la storia un po’ troppo intellettualistica. Ma più di tutti mi disturbano i tempi, dilatati fino allo spasimo, il lungo indugiare della camera su un’inquadratura, i silenzi, oh i silenzi… che sembra quasi che gli attori abbiano dimenticato la parte, e invece magari c’è un significato recondito che noi, poveri normali spettatori, non riusciamo a individuare.
E del resto sono gli stilemi tipici di un certo “film d’autore” italiano: geniale sotto certi aspetti, per altri talmente estetizzante da rendere il racconto di difficile sopportazione. E sì che la storia è intrigante, e si vuole sapere come continua e come finisce. Se solo finisse un po’ più alla svelta, ecco.
E poi, quando la fine arriva, come spesso succede è deludente; la mia impressione (mi capita spesso con autori italiani) è che i registi non trovassero il modo di finire il film, e l’abbiano strascicata in lungo in modo artificioso, caricandola sempre più di simboli e significati, ma in realtà scendendo a capofitto in una quasi ghost-story. E comunque si inserisce nel filone dei finali aperti, tanti cari a certi registi; non è chiaro se l’idea di libertà e di uguaglianza possa avere ancora un posto fra le colline toscane, o se se ne andrà definitivamente oltralpe: ciascuno decida per sé. Ma il nome “Fiorile” scritto da mano ignota sul finestrino dell’auto - che dovrebbe, credo, essere simbolo di futura speranza - mi sembra un escamotage degno di più dozzinali produzioni. O magari non ho capito proprio niente.
http://abbracciepopcorn.blogspot.com.ar/2007_10_01_archive.html

3 comentarios:

  1. Los invito a pasar por el único blog en español dedicado a la gran actriz Italiana Monica Vitti...sumate. Saludos http://ohmonicavitti.blogspot.com.ar/

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  2. Gracias Amarcord, los Taviani siempre son bienvenidos. Y la calidad de tu ripeo está soberbia

    Saludos!

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  3. Gracias, Amarcord!
    I'm thankful for the eng subs.
    I'm also thankful to all the spanish- portuguese-speaking translators,
    even Russians, Romanians etc.
    that appreciate these movies more than Italians.

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