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miércoles, 21 de agosto de 2013

Amore Rosso - Aldo Vergano (1953)


TITULO ORIGINAL Amore Rosso
AÑO 1952
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 98 min.
DIRECCION Aldo Vergano
ARGUMENTO novela "Marianna Sirca" de Grazia Deledda
GUION Alberto Vecchietti, Giuseppe Mangione, Carlo Musso, Giorgio Pastina
REPARTO Marina Berti, Massimo Serato, Guido Celano, Arnoldo Foà, Marcella Rovena, Mario Corte, Mario Terribile
FOTOGRAFIA Bitto Albertini, Carlo Bellero
MONTAJE Elena Zanoli
MUSICA Franco Casavola
PRODUCCION RAFFAELE COLAMONICI E UMBERTO MONTESI PER C. M. FILM
GENERO Drama

SINOPSIS Marianna è un'ereditiera pretesa in moglie dal cugino e legata da una forte passione a un compagno d'infanzia, divenuto nel frattempo un bandito. Turgido drammone passionale ambientato in Sardegna e tratto da Marianna Sirca (1915) di Grazia Deledda, è il penultimo film diretto da Vergano, importante sceneggiatore del cinema italiano tra le due guerre. Mediocre e greve. (Il Morandini)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)

TRAMA: 
Marianna ha ereditato dallo zio Antonio vaste possessioni: un giorno, mentre se ne ritorna alla masseria, incontra alcuni banditi, capeggiati da Bentine Fera, che vorrebbero ricattarla. La salva l'intervento di un altro bandito, Simone Sole, un ex servo dello zio Antonio e compagno d'infanzia di Marianna. A casa Marianna trova il cugino Sebastiano, rientrato dal continente col proposito di sposare la ricca cugina, per riassestare il suo patrimonio dilapidato. Ma Marianna nutre per Simone Sole un affetto, che il recente episodio è venuto a riaccendere: essa s'oppone quindi ai progetti di Sebastiano, appoggiati da padre di lei. Qualche tempo dopo Marianna, recatasi al santuario di Onnu, rivede Simone, il quale a stento può sfuggire alla polizia, avvertita da Sebastiano. Nella notte Simone si reca da Marianna e le promette di costituirsi, per espiare le sue colpe e poterla poi sposare. Ma Sebastiano, per rovinare il rivale, uccide una vecchia serva e fa in modo che i sospetti si concentrino su Simone, che viene accusato d'omicidio. Bentine Fera coi suoi riesce a liberare Simone, che si rifugia sulla montagna con Marianna. I due amanti cercano di raggiungere la costa per espatriare; ma Sebastiano, conosciuto il loro proposito, uccide Simone a tradimento e ferisce gravemente Marianna, che, imbracciato il fucile, l'uccide, poi cade morta sul corpo dell'amante.

CRITICA: 
"Con la sobrietà nella descrizione ambientale e paesistica contrasta quindi una ricerca di effetti patetico-truculenti, culminanti in quel finale ad ecatombe, il quale fa rimpiangere la quieta malinconia che adombrava la chiusa del romanzo." (G.C. Castello, "Cinema", 105, 11/07/1953)


Il cinema in Sardegna dal 1899 a oggi

1. Le prime immagini
Il primi filmati in assoluto che ritraggono immagini in movimento in Sardegna risalgono al 1899, trentotto anni dopo l'unità d'Italia del 1861. In questa occasione venne documentata la visita sulla nostra isola dei Reali d'Italia: Re Umberto I e la consorte Regina Margherita (proprio la regina da cui prese il nome la pizza Margherita!).
Questa visita, di cui rimangono cinque diversi filmati della durata media di 55 secondi, rappresentò non solo il primo viaggio di un Re d'Italia in Sardegna, ma soprattutto un simbolo di benevolenza e di continuità verso l'isola che dava il nome al padre dell'Italia: il Regno di Sardegna.
In questi filmati vengono mostrate immagini dell'industria mineraria, del sughero, della pesca, oltre che le millenarie tradizioni religiose e folcloristiche.
Da queste immagini traspare un'isola remota e speciale, selvaggia ma allo stesso tempo civile ed austera.
Ovviamente, trattandosi di immagini commemorative ed istituzionali, manca qualsiasi accenno alle vicende criminali dell'epoca, nonostante nello stesso 1899 fosse sbarcato a Golfo Aranci, presso Olbia, un grosso contingente militare con il compito di debellare definitivamente le bande di fuorilegge presenti nell'isola.
Da quella data fino agli anni Venti del Novecento esistono sul cinema in Sardegna poche testimonianze, rari film, girati o solo ambientati nell'isola, come Cainà di Gennaro Righelli, La Grazia di Aldo De Benedetti o Cenere di Febo Mari, unico film con Eleonora Duse, tutti direttamente o indirettamente ispirati alla Deledda.

2. Il Cinema “Deleddiano”
L'immagine della Sardegna fatta di faide, banditi, esotismo e folklore ha origini lontane e complesse. Le opere di Grazia Deledda, scrittrice sarda premio Nobel per la letteratura nel 1926, furono - dagli anni Venti in poi - la maggiore fonte d'ispirazione e chiave d'accesso per tutti i registi e i produttori che volevano portare la Sardegna sullo schermo.
In assenza di altri sistemi immaginari forti, il mondo della scrittrice diventò un segno di riconoscimento della Sardegna fuori dall'Isola.
La fortuna internazionale delle opere di Grazia Deledda si basa sulla riuscita combinazione nell'uso di:

1. Forme letterarie del romanzo popolare europeo di quegli anni
2. Temi originali tratti dal mondo barbaricino

Le principali caratteristiche del cinema deleddiano sono:

1. Immobilità storica che blocca ogni tentativo di cambiamento
2. Rassegnazione religiosa legata alle abitudini della comunità
3. Tempo storico sospeso
4. Isolamento delle comunità

All'indomani della Grande Guerra, furono tanti i registi continentali che sbarcavano nell'isola alla ricerca di storie selvagge, di vendette e di drammi familiari.
C'era un'esigenza di diversificare i prodotti dell'industria cinematografica, un bisogno di realismo e di esotismo, di storie non urbane, proprio quelle che la Deledda raccontava nei suoi libri.

3. Il Ventennio fascista
Il fascismo a partire dalla sua progressiva stabilizzazione totalitaria controllò strettamente i meccanismi produttivi, imponendo la censura preventiva sui copioni e sulle importazioni di film stranieri.
Il vero cinema fascista, fortemente sbilanciato verso la propaganda, fu il documentario.
I termini che sintetizzano meglio i messaggi che il regime diffondeva tramite lo schermo erano: trasformazione e modernizzazione legate ad agricoltura e industria. 
I più importanti documentari del periodo sono:

1. Mussolinia : riferito al paese di Arborea si vedono i risultati delle opere di bonifica portate dal fascismo.
2. Carbonia: in questo documentario vengono ritratti i minatori al lavoro con i macchinari moderni. 

4. Il Dopoguerra
All'indomani delle guerre mondiali ricompaiono sugli schermi i film ispirati alla Deledda con la novità di alcune
caratteristiche importate dal genere western.
Non a caso i film western propongono vicende contraddistinte da:

1. conquista di ambienti selvaggi
2. sottomissione della natura in nome della civiltà
3. codici d'onore non scritti che prevalgono sulla legge dello Stato

I temi principali trattati dai registi sono il banditismo e la faida di Orgosolo dei primi del Novecento.
Tra i film più famosi, tutti appartenenti al cosiddetto filone western deleddiano, ricordiamo:
- Le vie del peccato di Giorgio Pàstina
- l'Edera di Augusto Gennina
- Amore Rosso di Aldo Vergano
- Proibito di Monicelli

5. Gli anni Sessanta e Settanta
Negli anni Sessanta inizia il cinema di interesse sociale con film che riprendono fatti di cronaca regionale.
Comincia a farsi strada un cinema documentario più attento agli aspetti antropologici e compaiono i primi autori sardi come Enrico Costa e Fiorenzo Serra che, superando l'impostazione folcloristica, realizza L'ultimo pugno di terra, premiato al Festival dei Popoli nel 1965.
Sono gli stessi anni in cui, in tutte le sale del mondo, girava Sardinia, prodotto dalla Walt Disney per la serie "Popoli e paesi", dove i Sardi erano paragonati ai popoli primitivi ancora abitanti il pianeta.
Il confronto con i film di Fiorenzo Serra è impietoso, così come con i due documentari di Vittorio De Seta Pastori di Orgosolo e Un giorno in Barbagia, girati alla fine degli anni Cinquanta con una visione ben più profonda e attuale rispetto alla spettacolarizzazione Disney.
In questi anni vengono realizzati tre film sulla vita del bandito Graziano Mesina, unico personaggio della recente storia criminale sarda che abbia ricevuto le attenzioni della cronaca nazionale e di un discreto numero di giornalisti e scrittori.
Sono gli anni della grande industrializzazione, dello scudetto al Cagliari calcio, della nascita della Costa Smeralda e del primo sviluppo turistico di massa; tutti fenomeni di grande trasformazione che si portano comunque dietro il fardello del banditismo e dei sequestri di persona.
In questo contesto nascono due dei film che a tutt'oggi sono considerati dei veri capolavori del cinema sardo:

Banditi a Orgosolo di Vittorio De Seta e
Padre Padrone dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani

6. Dagli anni ottanta a oggi
I film dei registi sardi di oggi si caratterizzano per un ampio spettro tematico, simbolo di una capacità di rappresentare la ricchezza storica, geografica e culturale dell'isola.
E' improprio parlare di un cinema ”sardo” tuttavia ci sono alcuni elementi che legano i nuovi registi:

* Forte interesse per le tematiche locali
* tema della giustizia
* attenzione alla lingua sarda
* ricorrente ispirarsi a opere letterarie
* oscillare tra modernità e tradizione

Le loro provenienze geografiche e professionali sono diverse, le loro poetiche passano dall'eterno problema della criminalità nelle zone interne al moderno racconto delle storie metropolitane.
L'ispirazione letteraria di alcuni titoli segna anche la sintonia con la ricchezza del romanzo sardo tradizionale. Infine va  sottolineato l'uso costante delle parlate locali e la presenza costante di attori "presi dalla strada".
Lo spartiacque fra il cinema nuovo e il cinema vecchio è

Il Figlio di Bakunin, realizzato nel 1997 da Gianfranco Cabiddu

che per primo affronta il controverso tema dell'industrializzazione della Sardegna e che di fatto mostra come anche l'operaio e il lavoro salariato rappresentino un mondo di valori alternativo o quantomeno complementare a quello agropastorale. Purtroppo sappiamo, anche nelle nostre famiglie, com'è andata a finire. Di fatto con Il Figlio di Bakunin nasce un nuovo e fecondo filone del cinema sardo.

Chi sono i nuovi registi:
Gianfranco Cabiddu
Elio Grimaldi
Salvatore Mereu
Giovanni Columbu
Piero Sanna
Enrico Pau
Enrico

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