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jueves, 21 de noviembre de 2013

L'amore in città - Antonioni, Fellini, Lattuada, Lizzani, Maselli, Risi e Zavattini (1953)


TITULO ORIGINAL L'amore in città
AÑO 1953
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 105 min.
DIRECCION Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Francesco Maselli, Dino Risi, Cesare Zavattini
GUION Michelangelo Antonioni, Aldo Buzzi, Luigi Chiarini, Federico Fellini, Marco Ferreri, Alberto Lattuada, Luigi Malerba, Tullio Pinelli, Dino Risi, Vittorio Veltroni, Cesare Zavattini 
MUSICA Mario Nascimbene
FOTOGRAFIA Gianni Di Venanzo (B&W)
REPARTO Rita Josa, Rosanna Carta, Enrico Pelliccia, Donatella Marrosu, Paolo Pacetti, Nella Bertuccioni, Antonio Cifariello, Livia Venturini, Maresa Gallo, Angela Pierro, Rita Andreana, Lia Natali, Caterina Rigoglioso, Mara Berni, Valeria Moriconi, Giovanna Ralli, Ugo Tognazzi, Patrizia Lari, Raimondo Vianello, Edda Evangelista 
PRODUCTORA Faro Film
GENERO  Drama. Romance | Drama romántico. Neorrealismo. Película de episodios 

SINOPSIS Película formada por seis cortos realizados por distintos directores: Michelangelo Antonioni (Tentato suicidio), Federico Fellini (Un' agenzia matrimoniale), Alberto Lattuada (Gli Italiani si voltano), Carlo Lizzani (L'amore che si paga), Dino Risi (Paradiso per quattro ore), Francesco Maselli y Cesare Zavattini (Storia di Caterina). (FILMAFFINITY) 

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
Subtítulos (Español)



LA STORIA
Film a episodi. 1. Paradiso per 4 ore descrive l’ambiente delle sale da ballo dei quartieri periferici, frequentato dalle domestiche durante il permesso domenicale. 2. L’amore che si paga comprende alcune interviste con prostitute che ricostruiscono la loro vita, la loro storia e il loro modo di pensare. 3. Tentato suicidio riporta una serie di interviste con protagonisti di tentati suicidi. Nel raccontare la loro storia, gli intervistati rivelano le cause prossime e lontane dei loro gesto disperato. 4. Un’agenzia matrimoniale descrive l’attività di un’agenzia del genere, cercando di spiegare lo stato d’animo di quelle ragazze che, pur di sposarsi, sono disposte a contrarre matrimoni che si rivelano, il più delle volte, infelici. 5. Storia di Caterina. Una giovane domestica, Caterina non avendo risorse finanziarie, abbandona nell’aiuola di un giardino il figlioletto, frutto di un amore illegittimo. Tuttavia non ha il coraggio di allontanarsi: lo sorveglia da lontano fino a quando non ne vede assicurata la sorte. 6. Gli italiani si voltano è la satira di un certo atteggiamento che gli italiani assumono generalmente di fronte alle attrattive del bel sesso.
       
LA CRITICA
Primo esperimento nella linea del ‘pedinamento della realtà’ dopo i capolavori dei neorealismo, Amore in città doveva essere, nelle intenzioni di Zavattini e degli altri artefici dell’iniziativa, il numero di avvio di una ‘rivista’ semestrale. In realtà, per il disastroso esito commerciale, rimase un caso isolato che ebbe il merito di anticipare di alcuni anni i vari tentativi di cinema-verità. Strutturato in sei episodi legati tra loro da vignette di breve durata sullo stesso tema ed affidato ad autori diversi nel temperamento e nello stile, il film risultò discontinuo nel linguaggio, ora senza veli o filtri spettacolari, come nel caso di Antonioni e Lizzani, ora svagato e brillante e con non poche annotazioni da commedia di costume, come nel caso di Fellini, Risi e Lattuada. Ma l’episodio più significativo di Amore in città, che da solo occupa quasi la metà del film, fu quello diretto da Maselli o e Zavattini, in cui la realtà delle immagini, casuali o ricercate, si sostituisce all’altra realtà (quella ‘vera’) ricreandola. (C.G.P.)
Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario Universale del Cinema, Vol. 1, Editori Riuniti, 1984
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Film a episodi, come un tempo andava di moda, ed esempio di un cinema didattico e di "inchiesta" L'amore in città, film del 1953 prodotto dalla Faro Film, è composto dai brevi film di Antonioni, Fellini, Risi, Maselli, Lizzani e Lattuada. Vale la pena di spendere qualche parola sulla storia di quest'opera, anche per evidenziare la meritoria operazione culturale compiuta con la produzione del dvd da parte della Minerva Classic.

L'idea fu di Zavattini coadiuvato, nella produzione, da Riccardo Ghione e Marco Ferreri, che in quegli anni aveva smesso di fare il rappresentante di liquori per dedicarsi al cinema. Si trattava di realizzare una rivista cinematografica che si sarebbe chiamata "Lo spettatore" elemento, quest'ultimo, del pubblico, tra quelli cruciali dei fondamenti della complessiva poetica zavattiniana. Il carisma dell'intellettuale emiliano raccolse attorno a se buonissima parte dell'emergente cinema italiano di quegli anni e in un clima di assoluta libertà, contropartita per una operazione del tutto gratuita, i giovani registi realizzarono i propri episodi. Ciascuno degli autori aveva piena autonomia nel proprio lavoro, anche in relazione all'argomento, purché legato al tema prescelto per quel primo numero della cinerivista. L'esperimento non venne più ripetuto e gli intenti, quelli di girare un numero della rivista ogni sei mesi, rimasero nel cassetto. Cosicché quest'unica testimonianza rappresenta una punta avanzata della manifestazione del mutare del costume italiano e, nel contempo, segnala la necessaria di una innovazione della morale dopo l'immediato dopoguerra. Sotto questo profilo il film non mancò di cogliere nel segno ma i guai si manifestarono non soltanto per un (prevedibile) disastroso esito commerciale, ma per gli inevitabili problemi con la censura.

L'avere tirato fuori dalle polverose stanze dei ricordi o solo dalle pagine delle storie del nostro cinema questo film dimenticato non soltanto ha il decisivo significato di una rivalutazione della nostra cultura cinematografica, ma riempie un vuoto storico nella storia della nostra cinematografia. Il film, infatti, non solo rappresenta l'esordio per qualcuno di questi registi (Maselli), ma forse segna un mutamento di rotta del neorealismo (per Mereghetti, come  afferma negli extra del dvd, addirittura della sua pietra tombale) che, per un effetto inatteso, che Pasolini, qualche anno dopo, non avrebbe amato, si stava trasformando in realismo perdendo quella carica innovativa che il movimento aveva avuto al suo esordio. Proprio l'episodio di Maselli Storia di Caterina è paradigmatico di questa definitiva trasformazione. Il regista fece ripetere sullo schermo, alla disperata protagonista la propria vera triste vicenda. Proprio la costruzione dell'episodio, riuscitissimo, peraltro, essendo forse il migliore dell'intero film, fa sorgere i legittimi dubbi circa la corrispondenza teorica di un'operazione del genere rispetto a quelli che furono i temi di fondo del neorealismo.


SINOPSIS DE LOS SEIS EPISODIOS
1. 'Amore che si paga'. Lizzani. (11'). Investigación sobre la prostitución en Roma. 2. 'Tentato suicidio'. Antonioni. (22'). Estudio sobre los protagonistas de los intentos de suicidio. 3. 'Paradiso per tre ore'. Risi. (11'). Describe el ambiente de las salas de baile de los suburbios, frecuentadas por los jóvenes los domingos. 4. 'Una agenzia matrimoniale'. Fellini. (16'). Investigación sobre las agencias matrimoniales. 5. 'Storia di Caterina'. Maselli y Zavattini. (27'). Una madre indigente abandona a su hijo en un convento de monjas para recuperarlo, arrepentida, al día siguiente. 6. 'Gli italiani si voltano'. Lattuada. (14'). Una especie de cámara indiscreta en las calles de Roma, muestra las reacciones de los hombres que se vuelven para ver pasar a una bella joven.

COMENTARIO
Concebida por Zavattini como un paso adelante en la concepción del neorrealismo, esta obra está más cerca de lo que más tarde se llamaría "cinéma vérité". A través de seis episodios, se reconstruyen diversos fragmentos de la vida cotidiana, algunos de ellos interpretados por ciudadanos anónimos. El resultado es desigual: no es cine neorrealista, fenómeno espontáneo que se cierra en el mismo momento en el que se teoriza, y no es todavía el cine-documento de los años 60-70. Permanece el valor de su testimonio histórico sobre una época de transición en la que sus autores buscaban un estilo más personal y menos 'objetivo'.
monzi

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