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jueves, 15 de diciembre de 2011

Focaccia Blues - Nico Cirasola (2009)


TITULO ORIGINAL Focaccia Blues
AÑO 2009
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 88 min.
DIRECCION Nico Cirasola
ARGUMENTO Alessandro Contessa, Alessia Lepore
GUION Alessia Lepore, Nico Cirasola
FOTOGRAFIA Rocco Marra
MUSICA Sandro Corsi, Pino Genco
MONTAJE Maurizio Baglivo
PRODUCCION Alessandro Contessa per Pablo Bunker Lab
SITIO OFICIAL http://www.focacciablues.it/
GENERO Comedia
REPARTO Dante Marmone, Luca Cirasola, Renzo Arbore, Lino Banfi, Michele Placido, Nichi Vendola, Onofrio Pepe

SINOPSIS Il film racconta il luogo e i protagonisti di una vicenda realmente accaduta in Puglia. E trae spunto dall’impresa di una piccola focacceria pugliese che, valorizzando i prodotti tipici, è riuscita a mettere in crisi un grande MC Donald’s aperto nella città di Altamura. Il film descrive la vittoria del mondo piccolo e “glocale” che si oppone alla diffusione della globalizzazione intesa come massificazione dei gusti, grazie all’utilizzo di poche armi: la qualità, la genuinità e la simpatia. Le stesse armi che nel film utilizzerà il fruttivendolo Dante per riconquistare la sua Rosa dalle avances di Manuel; e Onofrio, nel suo viaggio a New York, per raccontare la grande impresa agli americani. (Comig Soon)


FOCACCIA BLUES, la vera storia della focaccia che mangiò l’hamburger, trae spunto da una vicenda accaduta realmente qualche anno fa ad Altamura, un Comune della Puglia dove venne inaugurato, tra la curiosità della gente del luogo, un grande McDonald’s di 550 metri quadri. Dopo qualche mese, Luca Digesù avendo un locale proprio accanto al “gigante” americano decise di aprire una piccola panetteria in cui produceva la sua piccola specialità: la focaccia.
Lentamente, da quel momento, giorno dopo giorno, la concorrenza “leale” del panettiere altamurano mise sempre più in crisi il grande Fast Food, che da lì a pochi mesi fu costretto a chiudere.
La notizia balzò subito agli onori della cronaca nazionale ed internazionale grazie agli articoli dei giornalisti Antonio Calitri, Bianca Tragni, Giovanni Fa-sanella, Eric Jozsef e Ian Fisher
Nel film la storia è raccontata direttamente attraverso l’esperienza dei simpatici abitanti del paese, da un giornalista francese (Eric Jozsef) e dall’avventura di Onofrio (Onofrio Pepe), giunto negli USA armato di decine di focacce con uno scopo preciso: far conoscere agli americani la bontà della focaccia.
Alla vicenda realmente accaduta si unisce poi la favola d’amore tra Dante (Dante Marmone), un fruttivendolo amante della qualità, e Rosa (Tiziana Schiavarelli), sua cliente abituale, affascinata dall’arrivo in città di uno strano personaggio, Manuel (Luca Cirasola) un anti-eroe  western moderno, deciso a colonializzare tutto ciò che gli passa davanti.
Da citare anche le continue incursioni nella vicenda di due personaggi televisivi (impersonificati da Lino Banfi e Renzo Arbore) protagonisti di uno sketch di “telecucina”, in cui esasperano il concetto di identità litigando per i più disparati e futili motivi (“ è più buono il fungo Cardoncello o il Lampascione?”); un nostalgico proiezionista cinematografico ((Michele Placido)  e un combattivo esercente di una piccola monosala d’essai (Nichi Vendola).

FOCACCIA = PACE
Questo pezzo di pasta schiacciata e di forma rotondeggiante che si cuoce in forno (lat. FOCUS), per tutti i pugliesi e non solo, è la cosa più buona del mondo.
Buona perché non si può resistere a quel pezzo fumante appena comprato da un forno; perché costa poco, e perché rende tutti uguali.
Ai Baresi la ricetta della focaccia fu insegnata dagli Aztechi quattro secoli prima che Colombo scoprì le Americhe.
Con questa ricetta gli Aztechi portarono a noi un messaggio di Pace.
Focaccia in Azteco vuol dire Pace.

LA RICETTA DELLA FOCACCIA
Ingredienti:
1 Kg di semola di grano duro;
sale qb;
un cucchiaio di olio extra vergine di oliva;
una decina di olive nere;
una decina di pomodorini;
uno spicchio d’aglio;
cipolle;
origano.
Preparazione:
Lavorare la pasta di pane, ungere una teglia da forno con olio, sistemarvi l’impasto e fare riposare per circa mezz’ora. Condire la superficie con i pomodorini, le olive, lo spicchio d’aglio, la cipolla spezzettata, un pizzico di sale e il restante olio. Infornare a 250 gradi per mezz’ora.
Per chi la vuole fare in casa è possibile anche usare la farina 00 unita a tre o quattro patate. Setacciare questa farina e disposta a fontana incorporarvi le patate lessate e passate metà dell’olio, del sale e un po’ di lievito. Aggiungere acqua tiepida, impastare bene il tutto fino ad ottenere un impasto morbido.
Nei forni a legna pugliesi si cuoce anche la focaccia sulla pietra senza la teglia. Questo tipo di focaccia è la più originale.

NOTE ARTISTICHE
Il film offre grande spazio al documentario, il quale accoglie una storia di finzione che, incrociandosi narrativamente, scorre parallela ad esso rispettandone l’evoluzione.
La parte documentaria del film si propone di raccontare la vicenda in modo completo dando voce a tutte le parti in causa protagoniste della storia.
Infatti, volendosi allontanare da operazioni ideologiche e di parte, offre spazio anche a quanti apprezzano l’offerta dei Fast Food.
Il protagonista della favola d’amore, Dante, presente già nel prologo, rappresenta il gancio per far partire il documentario. I personaggi di fiction e doc si incrociano continuamente per esempio il giornalista Eric Jozsef con Manuel, o Dante con  Onofrio,  protagonisti della vera vicenda (accaduta or-mai 9 anni fa).
La parte di fiction è concepita come una storia a sé, con un inizio, uno svolgimento e una conclusione, ma che si intreccia con la parte documentaria aiutandone lo svolgimento e aggiungendo spunti di commedia. La favola ha come protagonisti personaggi inventati che pur non avendo nulla a che fare con la vicenda del McDonald’s e della focaccia di Digesù, sono una metafora del fatto principale: Dante (così come la focaccia) rappresenta la semplicità e la genuinità, Manuel simboleggia l’irruzione del Fast Food e l’apparenza frivola, Rosa rappresenta invece l’attrazione della gente verso ciò che proviene dall’esterno, perdendo di vista la qualità che ci appartiene. Sempre legati alla fiction ma svincolati dalla storia sono i personaggi interpretati da Arbore, Banfi, Placido e Vendola.
 Tutti i personaggi reali sono la testimonianza che con la riscoperta dei valori, con la passione verso il proprio lavoro e con un pizzico di allegria si possono sconfiggere anche i colossi.
Insomma un film corale che con l’ironia invita a riflettere sulla difesa delle identità, del buon gusto e della qualità della vita, oggi continuamente attaccati dalla globalizzazione e lobotomizzazione delle culture.
Focaccia Blues ha cercato di valorizzare il concetto del glocale in ogni suo aspetto, tutte le musiche difatti nascono da musicisti di origini pugliesi: da Sandro Corsi e Pino Genco (autori della bella colonna sonora) a Pat G (cantante italo americano);, fino a Nino Lepore che ha eseguito le musiche del grande compositore Saverio Mercadante, anche quest’ultimo un pugliese nato proprio ad Altamura nel 1795.
Il film è stato girato, con il direttore della fotografia Rocco Marra, in supporto HD con un equipaggiamento che interposto tra la lente per camera 35mm e la telecamera stessa ha conferito all’immagine un look espressamente cinematografico.

NOTE DI PRODUZIONE
Il film nasce da un’idea del giovane produttore Alessandro Contessa e del giornalista Onofrio Pepe.
L’avventura è partita con la sfida di realizzare un film in grado di conservare sia nella fase di produzione che in quella di distribuzione la filosofia del piccolo che vince grazie alla qualità. Un film indipendente che nonostante il piccolo budget intende raggiungere anche il pubblico straniero grazie al racconto di una storia locale con caratteristiche universali.
Focaccia Blues si caratterizza per la costante attenzione prestata sul piano comunicativo, sfruttando una serie di eventi in giro per l’Italia finalizzati a pubblicizzare il film e utilizzando le enormi opportunità di Internet -www.focacciablues.it- Facebook/ Focaccia Blues- per comunicare con migliaia di utenti.
Per questo motivo, sin dalle prime battute, il film ha già attirato l’attenzione della Stampa Nazionale, della CNN, EURO NEWS, TVE spagnola, New York Times.
Il film, realizzato con il contributo dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari, dell’Assessorato al Turismo della Regione Puglia e della Apulia Film Commission, si avvale della collaborazione dell’Associazione Amici del Fungo Cardoncello, e della Mediterranea Film .
Fondamentale è stato anche l’apporto di enti pubblici e associazioni (Comune di Altamura, Camera di Commercio Puglia, Slow Food Puglia, Cia Puglia e Libera Terra Puglia); di sponsorizzazioni private e del product placement (Italgest, Conad, Cisa, Piaggio, Peroni, Dimarno srl, Banca Popolare di Puglia e Basilicata) e della collaborazione di agenzie di comunicazione (2elle Design, Vox Design).
La teoria delle uova (Il Cinema dell’aia)
Da piccolo mi divertiva l’acquisto delle uova direttamente nelle masserie del mio paese, scovare nell’aia le uova fresche ancora calde. Per i massari erano i soliti nascondigli, per me la magia di ritrovarle nei posti più disparati.
Un tempo erano le uova della masseria, oggi sono le uova biologiche nr. 0. La numerazione è necessaria per distinguere le uova fino ad arrivare al nr. 3.
Le nr. 0 sono le uova dell’aia, delle galline libere di beccare tutto ciò che vogliono; sono galline felici che covano uova a volte imperfette e, diciamolo, anche con il guscio un po’ sporco.
Le uova nr. 3, ci danno invece l’ordine e la lucentezza, ma anche l’omologazione e la tristezza di covate in batteria nelle ristrettezze delle gabbie. Covate industriali e con lo stesso sapore.
Mi piace ancora considerare il cinema indipendente, come una masseria che con mentalità artigianale alleva e coltiva le sue creature.
Focaccia Blues è una creatura nata dopo l’incontro con un personaggio fondamentale per il film, Onofrio Pepe. Grazie a lui e al suo entusiasmo ho conosciuto la storia della focacceria di Altamura.
E forse non sarebbe nato senza l’apporto di una giovane sceneggiatrice, Alessia Lepore, che ha strutturato la parte documentaria e di fiction.
C’è un altro protagonista di questo film, e nonostante il parere di alcuni, ho scelto lui come regista. Quando ho conosciuto la storia ho subito pensato a Cirasola, alla sua follia artistica, alla sua generosità.
Molti mi invitavano a non puntare su Nico perché fuori dal coro e imprevedibile.
Ecco, penso che il Cinema italiano stia perdendo la sana imprevedibilità e imperfezione. Vedo troppi film plastificati e perfettini, proprio come le uova nr. 3.
Quelle uova prodotte e ben distribuite in punti vendita omologati.
Non chiedo molto, ma solo il piacere di poter avere la speranza di produrre ancora qualcosa che possa essere scovato per restituire la felicità, la libertà e il buon sapore del diverso.
ALESSANDRO CONTESSA

ARBORE, BANFI, PLACIDO E VENDOLA.
DIARIO DI UN SET

- Lino e Renzo
La casa di Renzo è già un set di per sé. La sua cucina lo è ancora di più. Lino Banfi è appena arrivato, così come la troupe di Focaccia, per girare alcune scene del film. Tutti in cucina allora!
L’aria è colorata. Renzo a voce alta esclama: “Non c’è nessuno che si occupi del trucco? Mica per me, dicevo per Banfi, che ne ha bisogno”.
Arbore indossa una camicia a righe, ma è “troppo sobria” e decide di cambiarsi per l’occasione. Ne mette una color arancio con grandi fiori bianchi. “Questa è decisamente più adatta. Si intona alla cucina”, dice .
Così, nell’eterna diatriba tra baresi e foggiani, i due amici parlano, recitano, improvvisano. L’uno fa da spalla all’altro e viceversa. Nulla è scritto, ma loro sembrano sapere esattamente cosa dire e in che momento. Il risultato di questo bizzarro pomeriggio in casa Arbore lo si percepisce bene nel film. Verace e genuino proprio come una focaccia pugliese.

- Nichi
Per fortuna oggi si gira in un interno, la pioggia non dà tregua e con il suo rumore farà da colonna sonora a tutta la scena.
Vendola arriva, caffè e subito le prove con Dante Marmone. Nichi non ha avuto il tempo di studiarsi le battute, e le prove sono uno spettacolo perché ogni volta i due attori aggiungono qualcosina. Nichi ormai a suo agio chiede: “la microfonazione è a posto?”. Ciak si gira, e nelle pause aneddoti e occhiata all’orologio. La scena viene ripetuta più volte con una comparsa d’eccezione: Gianluca Arcopinto spettatore di una sala d’essai. Dopo 12 ciak, il regista, il direttore della fotografia e il produttore sono soddisfatti.
Nichi disciplinato e sorridente, saluta e riparte.

- Michele
La troupe ritrovatasi per l’ennesima volta è pronta all’interno del Politecnico Fandango. Passano le ore ma di Placido nemmeno l’ombra, la tensione aumenta, poi arriva una telefonata: “..ma Michele aspetta da mezz’ora d’avanti casa, quando arriva la macchina?, ..dall’altra parte del telefono una voce allarmata: “…quale macchina?”. Mandiamo subito un taxi,  …panico! “Adesso sarà nervoso, avrà fretta” …e invece dopo pochi minuti lo vediamo arrivare a piedi.
E’ calmo, comprende “l’incidente” e ci tranquillizza. Chiacchiera appassionato con i ragazzi del set sulle sorti del Cinema, poi legge la sua parte e, dopo qualche minuto di trucco,  in pochi secondi diventa il proiezionista di Focaccia Blues.

IL REGISTA: NICO CIRASOLA

Nato a Gravina di Puglia, nel 1973 fonda il primo cinecircolo in Puglia: "25 Aprile".
Organizza, oltre a rassegne cinematografiche, concerti e spettacoli vari.
Tra gli artisti presentati a Bari ci sono: Francesco De Gregori, Franco Battiato, Enzo Del Re, Ginger Backer, il percussionista che con Eric Clapton e Jack Bruce forma alla fine degli anni sessanta il mitico gruppo innovativo del Rock, i CREAM.
Dal 1976 al 1985 è promotore e animatore culturale del Centro Sperimentale Universitario di cultura S.Teresa dei Maschi, definito dal Corriere della Sera nel 1980 "il cuore propulsore della cultura in Puglia".  Con le attività del Centro Sperimentale Universitario, a Bari e in Puglia nascono e si formano singoli artisti e gruppi che primeggeranno nei successivi anni.
Nel 1980 presso lo stesso Centro Universitario, Cirasola ha presentato per la prima volta in pubblico un film in 8mm "IL CARRETTO", dell'allora sconosciuto Peppuccio Tornatore: premio Oscar 1990.
Renzo Arbore, Lina Wertmuller, Tullio De Piscopo, Herbert Pagani, sono alcuni dei personaggi che Cirasola ha presentato all'interno delle attività del Centro Universitario.
Dal 1980 al 1984 ha organizzato, per la prima volta in Puglia, un festival di cinema e video: "Cinema e Tv nel Meridione".
Nel 1982 ha curato una rassegna di film e una pubblicazione: "Da Angelo Musco a Massimo Troisi, il cinema comico meridionale" (in collana Ombra Sonora Edizione Dedalo - Bari-1982) con illustri interventi di critici e docenti di cinema.
Tutti i film realizzati da Cirasola viaggiano per i continenti attraverso festival e rassegne internazionali: Francia, Germania, Portogallo, Egitto, India, Cina, Cuba, etc.
Ai corsi di formazione tenuti da Cirasola si sono formati giovani cineasti, sceneggiatori, montatori in Puglia tra cui Alessandro Piva e Pippo Mezzapesa, entrambi premati con i " DAVID DONATELLO"
Filmografia:
Focaccia blues – 2009
Bell' epokèr – 2005/06
Albània Blues – 2000
Da Do Da – 1994
La Bomboniera – 1992 (cortometraggio )
Stonde Stonde – 1991 (film a episodi in "Corsica") presentato alla Mostra Internazionale di Cinema a Venezia nel 1991 coordinati da Pasquale Squitieri
Odore di Pioggia – 1989
Tuta Blu – 1980
Dal 1973 al 1977 ha realizzato diversi film - documento sulla contestazione giovanile.
Dal 1977 al 1987 ha realizzato vari cortometraggi, videoclip per la Rai in video S 8mm, 16mm
Come attore ha partecipato ai seguenti film:
L'estate di Bobby Charlton - di Massimo Guglielmi
Sangue vivo - di Edoardo Winspeare
My name is Nico Cirasola - di Giovanni Piperno
Francesca e Nunziata - di Lina Wertmuller, con Sofia Loren.
Prendimi e portami via – di Tonino Zangardi con Valeria Golino
Mannaggia alla miseria - di Lina Wertmuller

GLI ATTORI

DANTE MARMONE
Fonda, giovanissimo, a Bari nel 1974, la Compagnia Anonima G.R. con l’idea di realizzare spettacoli fuori dagli schemi convenzionali. Ha creato diversi personaggi con un forte carattere popolare metropolitano che sfiora il surreale. Nei primi anni di attività, esibendosi per un lungo periodo nei teatrini off di Roma, Dante Marmone con il suo gruppo Anonima G.R., vengono notati da personaggi come Alberto Moravia, Dacia Maraini, Cesare Zavattini, A. Maria Ripellino, Italo Moscati, che intravedono in quel tipo di comicità, una originalità da approfondire.
Protagonista di circa 35 produzioni teatrali ( di molte ne è anche l’autore), è stato diretto da Nanni Loy in due spettacoli: Dolce o amaro? e L’osso sacro.
E’ autore ed interprete insieme a Tiziana Schiavarelli, di diverse sit-com di successo prodotte e trasmesse dall’emittente pugliese Telenorba che l’hanno reso molto popolare nelle regioni dell’Italia meridionale.
Attore comico, ha fatto molta scuola nei cabaret di tutta Italia.
Al cinema ricordiamo: La Capagira di Alessandro Piva, Scugnizzi di Nanni Loy, Fratelli Coltelli di Maurizio Ponzi, Gallo Cedrone di Carlo Verdone, Bell’Epoker di Nico Cirasola, Il Tramite di Stefano Reali, Solino di Faith Akin, La seconda notte di nozze di Pupi Avati.

LUCA CIRASOLA
In teatro ricordiamo: Sonia la Rossa di cui è anche autore (1992-94), Uccelli di M. Martinelli (1993-94), Primo studio su Antonio e Cleopatra di Ninni Bruschetta (2000), L’Avaro per la regia di Dante marmone (2003-04), Molto rumore per nulla per la regia di Lina Wertmueller (2004-05).
In televisione ha interpretato tra l’altro: Francesca e Nunziata di Lina Wertmuller (2003), Orgoglio di G. Serafini (2003), Il Capitano di Stefano Reali (2004), La Provinciale di Pasquale Pozzessere (2006).
Al cinema: Figli di Annibale di Davide Ferrario (1997), Matrimoni di Cristina Comencini (1997), Albania Blues di Nico Cirasola (1998), Le acrobate di Silvio Soldini (1998), My name is Tanino di Paolo Virzì (2002), Mio cognato di Alessandro Piva (2003), Il Miracolo di Edoardo Winspeare (2003), Prendimi e portami via di Tonino Zangardi (2003), Bell’epoker di Nico Cirasola (2005).

TIZIANA SCHIAVARELLI
Tiziana Schiavarelli ha iniziato la sua carriera d’attrice nella seconda metà degli anni settanta, all’età di quindici anni, debuttando in teatro con la Compagnia “Anonima G.R.”, dalla quale, pur avendo avuto percorsi personali nel cinema e nella televisione, non si è mai allontanata.
In circa 35 produzioni teatrali con l’Anonima G.R., ha dato vita a diverse caratterizzazioni comiche su personaggi femminili, spesso con una forte connotazione barese.
È stata diretta dal regista Nanni Loy in due spettacoli teatrali: Dolce o amaro? e L’Osso Sacro.
Con Dante Marmone, Tiziana Schiavarelli ha condiviso il lungo percorso teatrale, nonché l’esperienza televisiva che li ha visti più recentemente impegnati nella realizzazione (autori e protagonisti) della sit-com Catene sull’emittente pugliese TeleNorba (Aldo Grasso l’ha recensita come tra le più interessanti fiction italiane).
Molto impegnata anche musicalmente, è interprete di diverse canzoni composte da Dante Marmone ed è autrice di alcune canzoni comiche.
In televisione ha interpretato tra l’altro: Il Giudice Mastrangelo di Enrico Oldoini e Il Padre delle spose di Lodovico Gasperini.
Al cinema ricordiamo: Fratelli Coltelli di Maurizio Ponzi, La CapaGira di Alessandro Piva, Il grande botto di Leone Pompucci, E adesso sesso di Carlo Vanzina, Sotto gli occhi di tutti di Nello Correale, Bell’Epoker di Nico Cirasola, 2061 un anno eccezionale di Carlo Vanzina.

ERIC JOZSEF
Eric Jozsef è nato a Parigi. È arrivato in Italia nel 1992 per lavorare all'Accademia di Francia a Roma (Villa Medici). E' corrispondente in Italia da 17 anni del quotidiano francese "Liberation". Collabora inoltre, fin dalla prima uscita, dieci anni fa, al quotidiano di Ginevra "Le Temps" . Ha scritto nel 2001 il libro "Main basse sur l'Italie, la résistible ascension de Silvio Berlusconi" (Edizioni Grasset) dedicato all'ascesa al potere di Silvio Berlusconi nel quale intendeva illustrare ai lettori francesi il fil rouge che percorre la vita politica italiana da Tangentopoli sino al 2001. Eric Jozsef è stato autore per "Arte", canale culturale franco-tedesco a vocazione europea di servizio pubblico, del documentario "Gene(s)rations" dedicato agli avvenimenti accaduti nel 2001 a Genova durante il G8, al quale ha partecipato come inviato. E' stato negli anni 2002-2004 Presidente dell'Associazione Stampa Estera. Nel 2008 ha pubblicato il libro "Les années Cavaliere, de Berlusconi à Berlusconi" Edizioni Du Cygne ed è autore del documentario per "Arte" "Halte à la mafia". Collabora inoltre con varie testate italiane. E' stato il divulgatore mondiale dell’avvincente storia della focacceria di Altamura, tanto che il suo servizio è divenuto ispiratore di articoli che hanno fatto il giro del mondo.

ONOFRIO PEPE
Onofrio Pepe è un operatore culturale e giornalista nato ad Altamura. È stato corrispondente dalla Puglia delle testate Paese Sera e L'Unità. Direttore responsabile del periodico Piazza. E' il vulcanico presidente dell'associazione "Amici del Fungo Cardoncello", associazione per la difesa e la valorizzazione della biodiversità del territorio murgiano. Ha organizzato eventi culturali, teatrali e cinematografici e  molteplici manifestazioni culturali ed enogastronomici finalizzate alla promozione della cultura dell'alimentazione basata sulla dieta mediterranea. È stato uno dei protagonisti e testimoni della vicenda del Mc Donald’s di Altamura apparsa su quotidiani, settimanali e giornali internazionali. Nel 2006 ha curato con Peppino Colamonaco e la sua associazione il libro "L'Alta Murgia in Cucina", una sorta di "bibbia" della Cucina della Puglia; l'opera ha il merito di aver raccolto, dalla memoria orale di studiosi, massaie e operatori agro-alimentari ricette che rischiavano di essere inevitabilmente perse.

IL PRODUTTORE/DISTRIBUTORE:
ALESSANDRO CONTESSA

lessandro Contessa è nato a Francavilla Fontana (BR) nel 1973. È stato per alcuni anni direttore commerciale della Pablo di Gianluca Arcopinto per la quale si è occupato di distribuzione (Piovono mucche, Italian sud est, Tu devi essere il lupo, Craj) e di produzione (Nichi, di cui è anche autore del soggetto e C’è un posto in Italia)
Nel 2007 ha prodotto il documentario La settimana della sposa.
L’attività di distribuzione e di produzione di Alessandro Contessa si è subito distinta per il raggiungimento di ottimi risultati low budget, grazie a scelte di co-marketing finalizzate ad accrescere senza grandi costi l’interesse intorno al film.
Alessandro Contessa, d’accordo con Gianluca Arcopinto e Luigi Sardiello, sperimenterà con Focaccia Blues una nuova stagione distributiva abbinando a Bunker Lab la storica etichetta Pablo.
www.focacciablues.it/Press_focaccia.docSimilares

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