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miércoles, 22 de septiembre de 2021

Squadra volante - Stelvio Massi (1974)

TÍTULO ORIGINAL
Squadra volante
AÑO
1974
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Stelvio Massi
GUIÓN
Franco Barberi, A. Bonzzoni, Stelvio Massi, Dardano Sacchetti. Historia: Dardano Sacchetti
MÚSICA
Stelvio Cipriani
FOTOGRAFÍA
Sergio Rubini
REPARTO
Tomas Milian, Gastone Moschin, Raymond Lovelock, Mario Carotenuto, Stefania Casini, Guido Leontini, Ilaria Guerrini, Giuseppe Castellano, Marcello Venditti
GÉNERO
Thriller | Crimen

Sinopsis
Narra el enfrentamiento entre un amargado policía, cuya esposa fue víctima del fuego cruzado durante la huida de un golpe, y un implacable profesional del crimen, más que probable culpable de la tragedia. (FILMAFFINITY)
 
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Uno dei migliori registi del genere poliziottesco, ma forse mai troppo apprezzato, è stato il marchigiano Stelvio Massi, autore di ottime pellicole come la trilogia di Mark il poliziotto o di altre pellicole con Maurizio Merli quali “ Il commissario di ferro “ e “ Poliziotto solitudine e rabbia “. Il film di cui leggerete oggi, l’ ultimo per questa lunga stagione, rientra fra i primi tre migliori del regista, e si tratta di “ Squadra volante “, anno di uscita 1974, con le musiche in certi casi dolcissime, quasi nostalgiche, in altri più da poliziottesco, di Stelvio Cipriani. Protagonisti di questo film sono un superlativo Tomas Milian,in questo film con la sua vera voce, nel ruolo dell’ Ispettore dell’ Interpol Tomas Ravelli, un altrettanto eccellente e cattivissimo Gastone Moschin, che interpreta la parte de “ Il marsigliese “, un efficace, alla sua unica interpretazione in poliziotteschi, Mario Carotenuto, che interpreta il brigadiere Lavagni, Ray Lovelock, il rivoluzionario Rino il suo personaggio e Stefania Casini, nella parte di Marta, la donna svampita del “ marsigliese “.
Tomas Ravelli è un enigmatico Ispettore dell’ Interpol che da Marsiglia si reca a Pavia per indagare su una rapina ad un’ auto, rapina che ha fruttato oltre duecento milioni e rapina in cui ha perso la vita un poliziotto. Uno dei proiettili che ha ucciso lo sfortunato agente, dopo averlo fatto scientemente analizzare, era dello stesso tipo che aveva ucciso la moglie di Ravelli cinque anni prima, Ravelli che da cinque anni ha come unico scopo quello di uccidere chi ha ucciso la donna con la quale era sposato da solo un anno. Ravelli ha un passato abbastanza tenebroso, avendo ucciso, qualche anno prima, due banditi che non avevano più la possibilità di difendersi, ed insieme a lui c’ era anche Lavagni il quale gli viene messo alle calcagna dal Commissario Calò, il quale non apprezza minimamente i metodi usati dall’ Ispettore. Ravelli ha un bellissimo rapporto con la cognata Fede, la quale si preoccupa per lui avendo, l’ Ispettore, anche un bambino che, avendo già perso la madre, subirebbe un trauma notevole. Nel frattempo, fra i cinque banditi che hanno compiuto la rapina non corre buon sangue e ne fa le spese Rino il quale, dopo una breve colluttazione, viene fatto cadere, sbatte la testa e muore. Uno in meno e bottino maggiore e questo è il piano del marsigliese, far fuori tutti i suoi compagni di rapina e poi scappare con Marta. Lavagni continua a stare alle costole di Ravelli il quale, però, nonostante il suo carattere scorbutico, dimostra di apprezzare. I quattro rapinatori, intanto, con un travestimento ecclesiale, tentano di darsi alla fuga, ma un banale imprevisto fa sì che vengano scoperti. Scatta una caccia all’ uomo, con due poliziotti che perdono la vita, ma la stessa sorte capita anche ad un altro dei componenti la banda che, così, resta composta da soli tre soggetti. I tre si rifugiano in un casolare, prendendo una coppia con la figlia adolescente in ostaggio; uno dei complici del marsigliese sente una telefonata di quest’ ultimo alla sua donna, in cui dice che il piano sta andando a buon fine, tenta la fuga, ma il marsigliese lo crivella di colpi. L’ altro complice, in un conflitto a fuoco, viene ferito con il marsigliese che si dà alla fuga. L’ ultimo bandito viene fatto fuori da Ravelli dopo che aveva tentato di violentare la ragazza. Il marsigliese è ormai rimasto solo, è un uomo in fuga, uccide un altro poco di buono che tentava di fregarlo e tenta la fuga con Marta, dopo aver preso accordi con “ il Tunisino “, l’ uomo che dovrebbe aiutarlo nella fuga, ma la Polizia è ormai alle calcagna.

La mattina presto, il Marsigliese arriva al porto, ma è circondato dalla Polizia e getta a terra il mitra in segno di resa. Ravelli gli si avvicina, buttando a terra il tesserino da poliziotto e puntandogli la pistola contro, ripercorrendo con la memoria, e non era quella la prima volta nel film, i momenti dell’ uccisione della moglie e gli spara tre volte, uccidendolo, non prima di dirgli “ Non sono più un poliziotto “. Dopo un quasi abbraccio reciproco con il fido Lavagni, se ne va immerso nei suoi pensieri, con il suo mozzicone di sigaro sempre in bocca, dopo aver fatto vendetta ma sempre con la morte nel cuore.
Bello questo poliziottesco, con scene forti, ma anche di sentimento, con un Milian che personalmente mi piace moltissimo in questi suoi ruoli da “ eroe solitario e smarrito nel tempo “, un Moschin credibilissimo con la voce e lo sguardo da vero killer spietato ed un Mario Carotenuto che ricordiamo per altri generi di film, qui ottimo comprimario senza mai rubare la scena ai due protagonisti. Direi un ottimo esordio nel poliziottesco di Massi.
Fine anche per questa seconda edizione di “ Pillole di poliziottesco “, mi rileggerete fra qualche mese, però vi invito a continuare a seguire la nostra pagina Facebook, che si chiama sempre “ Pillole di Poliziottesco “ e scusate per la mancanza di fantasia, che è quotidianamente aggiornata con news, trailer, open credits e biografie di attori e registi che hanno fatto la storia di questo fantastico genere cinematografico.

Stefano Bertini
https://www.valdichianaoggi.it/blogs/pillole-di-poliziottesco-squadra-volante/

Dopo una brillante carriera come direttore della fotografia e operatore di macchina Stelvio Massi passa alla regia (aveva già debuttato l’ anno prima con “Macrò – Giuda uccide il venerdì“) e inizia subito a specializzarsi nel genere che più di ogni altro gli darà soddisfazione e lo consacrerà a regista di culto: il poliziesco. Maestro indiscusso nelle scene di azione, Massi ha diretto molti dei commissari di polizia più amati del filone (Merli, Merenda, Gasparri) però è stato il primo ad utilizzare in questo ruolo il grande Tomas Milian che, in seguito, ne diventerà uno degli esponenti di spicco. In questo film il suo commissario è piuttosto taciturno (non a caso Milian si doppia da solo, autentica rarità) ma risoluto, teso a vendicare l’ ingiusta morte della moglie e pronto a tutto; indisciplinato e dal look alternativo (pantalone e giubbino blu, coppola in testa, baffetto e sigaro cubano sempre in bocca che rimanda alle sue origini), non ha niente però a che vedere con il prototipo di poliziotto al quale in futuro darà vita Milian nella fortunatissima serie delle “squadre” prima e dei “delitti” poi. Va dunque visto come un episodio a sé stante nella sua filmografia e nel genere poliziesco ed è senza dubbio un esperimento riuscito al quale partecipano anche due attori “rubati” alla commedia che interpretano ruoli seri (Gastone Moschin nei panni di uno spietato bandito, anche se era già stato clamoroso protagonista del noir poliziesco “Milano calibro 9” e Mario Carotenuto in quelli di un brigadiere di polizia prossimo alla pensione). Il cast è completato da altri caratteristi habitué del genere, autentiche facce da poliziesco come Ray Lovelock, Guido Leontini e Giuseppe Castellano, senza dimenticare la presenza della bella Stefania Casini nei panni della pupa del cattivo. Il soggetto originale è di Dardano Sacchetti e la storia si ambienta per lo più in quel di Pavia; gli amanti delle curiosità e delle pubblicità (occulte e non) che imperversavano nel cinema italiano anni ’70 non potranno fare a meno di notare l’ incredibile mega-spot alla pellicceria Annabella, letteralmente onnipresente. Completa il quadro la musica del maestro Stelvio Cipriani con un tema principale inusuale per il genere (una melodia romantica che sembrerebbe più adatta ad un film sentimentale che ad un poliziesco), comunque sempre apprezzabile. Buon ritmo e finale lieto ma non buonista. Da vedere.
Il commissario dell’ Interpol Thomas Ravelli (Tomas Milian), dopo l’ omicidio della moglie ad opera del marsigliese (Gastone Moschin), omicidio avvenuto fortuitamente a Marsiglia in seguito ad una sparatoria durante una fuga dopo una rapina, ha giurato vendetta ed attende da 5 anni il suo momento. L’ occasione gli viene data da una rapina ad un portavalori che il marsigliese compie in Italia, a Pavia, insieme ad altri 4 complici: un poliziotto di scorta viene ucciso e i bossoli rinvenuti sull’ asfalto sembrano appartenere alla stessa mitraglietta che aveva esploso i colpi mortali contro la moglie di Ravelli 5 anni prima. Il buon Ravelli, dopo aver ricevuto la soffiata che il marsigliese si trova in Italia, inizia a seguire il caso che presenta delle analogie con quello precedente anche nella modalità della rapina, con il furto di una macchina da presa montata su una autovettura che inizialmente aveva fatto credere che si stesse girando la scena di un film. I banditi si nascondono in un appartamento ma iniziano le prime tensioni e a farne le spese è il giovane Rino (Ray Lovelock), autista della banda che, in seguito ad una colluttazione, sbatte la testa e muore sul colpo. Il marsigliese ordina alla sua pupa (Stefania Casini) di nascondersi in uno chalet, luogo dove conta di raggiungerla dopo aver eliminato un po’ alla volta il resto della combriccola per non spartire il bottino di 200 milioni di lire appena trafugato. Intanto il commissario Ravelli, aiutato dal brigadiere Lavagni (Mario Carotenuto), svolge delle indagini non ufficiali in barba agli ordini dei superiori e riesce a scovare il nascondiglio dei fetentoni…
https://ilmiovizioeunastanzachiusa.wordpress.com/2016/12/10/squadra-volante-1974/

Milian veste i panni di un poliziotto buono dai modi rudi, una sorta di Clint Eastwood “Callaghan” italianizzato, mentre Moschin, cattivissimo, sembra uscire dal classico gangster movie. A Pavia la banda del Marsigliese ha ucciso un poliziotto durante una rapina e le indagini vengono affidate a Tomas Ravelli, noto per i suoi metodi violenti e deciso a vendicare la morte della moglie, uccisa a Marsiglia anch'ella durante una rapina.

Tra le curiosità di questa pellicola, il fatto che è l'unico film in cui Tomas Milian recita non doppiato e che in molte scene appare in una Pavia anni '70 di cui non cè più traccia. Appaiono, infatti, luoghi come la libreria del Partito comunista sotto i portici di viale Libertà, il ristorante Palace di fronte al Grattacielo, o il porticciolo del ponte della Becca nella scena finale. La colonna sonora funky è di Stelvio Cipriani. “Squadra volante” è uno dei polizieschi all'italiana preferiti dal regista “pulp” Quentin Tarantino e appartiene al genere “poliziottesco” (poliziesco all'italiana), in voga in Italia fra la fine degli Anni '70 e i primi anni '80: indagini poliziesche ispirate a reali fatti di cronaca nera, rese in chiave critica, demagogica o anche comica.
https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2013/04/18/news/la-pavia-degli-anni-70-nel-film-squadra-volante-1.6908604


3 comentarios:

  1. Mediafire dice che i link 2,3,4 non esistono
    Ciao

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  2. Modificati tutti i collegamenti e ospitati su un altro server.

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