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viernes, 26 de marzo de 2021

La Bonne - Salvatore Samperi (1986)


TÍTULO ORIGINAL
La bonne
AÑO
1986
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
82 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Salvatore Samperi
GUIÓN
Salvatore Samperi, Salvatore Samperi, Alessandro Capone, Luca D'Alisera, Riccardo Ghione
MÚSICA
Riz Ortolani
FOTOGRAFÍA
Camillo Bazzoni
REPARTO
Florence Guérin, Trine Michelsen, Cyrus Elias, Benito Artesi, Ida Eccher, Rita Savagnone, Silvio Anselmo, Lorenzo Lena, Clara Bertuzzo, Antonia Cazzola, Roberta Orlandi, Antonella Ponziani, Barbara Simon
PRODUCTORA
Faso Films, Producteurs Associés
GÉNERO
Drama. Romance | Erótico. Drama romántico

Sinopsis
Anna (Guerin), la hermosa esposa de un abogado, se siente abandonada por este, por lo que decide irse unos días con su sirvienta (Michelsen) al pueblo natal de esta. A partir de este momento comenzará una extraña relación entre ellas. (FILMAFFINITY)
 
2 

Vicenza, metà degli anni '50. Anna, moglie dell'avvocato e politico Giacomo, trascorre la maggior parte delle proprie giornate rinchiusa tra le quattro mura domestiche in compagnia dell'anziana suocera disabile e della domestica Angela, una ragazza di povere origini assunta per fare da badante e cameriera. La giovane, che ha una relazione con un soldato della sua età, trascina la padrona di casa in un vortice di erotismo e passione che, giorno dopo giorno, finisce per rivoluzionare completamente la vita di Anna. Quest'ultima, trascurata dal marito, dà così libero sfogo alla sua repressa sessualità, ma il torrido e ambiguo legame che ora unisce le due donne rischia di avere drammatiche conseguenze per entrambe.

Tensione erotica
Nonostante il titolo francese, La Bonne - traducibile letteralmente come "la buona" e derivante dalla co-produzione con i cugini d'Oltralpe - è un film italianissimo nell'ambientazione, diretto nel 1986 dal compianto Roberto Samperi, regista scomodo e dileggiato spesso oltre misura. Autore anche della sceneggiatura, il regista in quest'occasione si è effettivamente fatto prendere la mano dal punto di vista erotico, con una manciata di sequenze gratuite, alcune delle quali parzialmente controverse e psicologicamente molto dure nel trauma vissuto dalle due protagoniste.
Perché quello che prende vita dopo la prima parte di visione si trasforma in una sorta di diabolico horror emotivo, tra tradimenti e ricatti che finiscono per condurre a risvolti inaspettati e dal taglio metaforico, in una fiera degli eccessi che però finisce per stonare con il più raffinato e suggerito vedo-non vedo mostrato in precedenza.
Si preme l'acceleratore sui sentieri del grottesco con poca coesione, fino a un epilogo che riflette sui luoghi comuni con più lucida amarezza.

Niente è quello che sembra
Nel corso dell'ora e venti di durata La Bonne palesa una certa eleganza stilistica, con diversi passaggi che esaltano un eros esplicito - ma mai pornografico - tramite i corpi snelli e armonici delle due attrici. La francese Florence Guérin e la danese Katrine Michelsen (scomparsa nel 2009 per un tumore) non spiccano per espressività ma dal punto di vista estetico si adattano perfettamente alle loro controparti filmiche. Il contorno, con la politica di sottofondo, viene utilizzato per forgiare un affilato attacco nei confronti dell'ipocrisia borghese e delle ideologie in generale. Un'ulteriore espansione del suddetto sarebbe stata di maggior impatto nelle dinamiche che d'altronde tratteggiano, nel complessivo sguardo d'insieme, la disgregazione di un tessuto familiare pronto a esplodere, assumendo un carattere più universale.
Il morbo che divora il nucleo dall'interno, dove i colpevoli e le vittime finiscono per scambiarsi i ruoli vicendevolmente, ha un qualcosa di inevitabilmente attuale che rende il film moderno a oltre trent'anni di distanza, anche a dispetto di alcune delle sbavature e dei vizi di forma citati in precedenza.
Maurizio Encari
https://cinema.everyeye.it/articoli/recensione-la-bonne-film-erotico-salvatore-samperi-48639.html


 Penultimo lungometraggio di Salvatore Samperi, autore di celebri film quali Grazie zia (1968), Malizia (1973) con Laura Antonelli e Sturmtruppen (1976), La Bonne (1986) si installa nel solco della tipica poetica del regista, laddove, ancora una volta, vengono stigmatizzate le dinamiche operanti all’interno di un nucleo famigliare borghese, e l’erotismo diviene il mezzo attraverso cui innescare la miccia per fare esplodere un mondo decrepito, degenerato, sebbene ostinatamente attaccato ai privilegi di cui gode e a cui, alla resa dei conti, non vuole in nessun modo rinunciare.

Il film è ambientato a Vicenza, nel 1956. Anna Mattei (Florence Guérin) è la bella moglie di Giacomo Menegatti (Cyrus Elias), distinto avvocato, impegnato anche in politica locale nel consiglio comunale. Vive tutto il giorno in casa, facendo praticamente da badante alla suocera. Nel corso del tempo conosce meglio Angela (Katrine Michelsen), domestica smaliziata, di origini contadine, la quale, per vincere la monotonia delle giornate di provincia, la “inizia” a confidenze che presto sfociano in giochi erotici sempre più spinti (il torbido ménage à trois col farmacista Mario). Sullo sfondo la Rivoluzione ungherese del 1956, che mise fortemente in crisi il sostegno alle idee del bolscevismo nelle nazioni occidentali.

Sulla scia del celebre I pugni in tasca di Marco Bellocchio, che Samperi ammirava molto e di cui, in un certo senso, non smise mai sviluppare alcune tematiche, La Bonne mette in scena impietosamente la grettezza, l’ipocrisia, la falsa coscienza e il buonismo della borghesia italiana della metà degli anni ’50, svelandone alcuni meccanismi atavici, da sempre operativi, ma impossibili da sradicare. L’ingenua Anna, succube della suocera e del marito, che ha nei suoi confronti un atteggiamento paternalista, si lascia trascinare dalla disinibita governante Anna, la quale, con naturalezza e innocenza, la coinvolge in giochi erotici che, inevitabilmente, minano il rigido ordine prestabilito. La morte accidentale dell’opprimente madre del coniuge, da Anna accidentalmente causata, provoca una detonazione che scuote fortemente la giovane donna, fino a farle mettere in discussione il mondo in cui da sempre vive. C’è nel film di Samperi una chiara volontà di dare corpo a un’improbabile dialettica borghesia-proletariato: improbabile perché – e Samperi, che a un certo punto della sua vita abbracciò il Maoismo, ne era assai conscio – l’unico modo di relazionarsi di due universi così ‘ontologicamente’ opposti poteva essere solo, ed è, lo scontro. Nel finale, che non sveliamo, vengono ripristinate le gerarchie, sebbene Samperi lasci intravedere allo spettatore quanto il germe della dissoluzione sia definitivamente penetrato all’interno di un organismo ormai al collasso.

Da segnalare le interessanti ed esteticamente apprezzabili scene erotiche, egregiamente fotografate da Camillo Bazzoni (Il caso Moro, Le vie del Signore sono finite, Speriamo che sia femmina) e, infine, le splendide musiche di Riz Ortolani che valorizzano non poco l’insieme.
Luca Biscontini
https://www.taxidrivers.it/author/luca-biscontini

La vita di Anna non è poi tanto allegra: il marito Giacomo, avvocato, passa lunghe ore in consiglio comunale (siamo a Vicenza, nel 1956 e lui fa parte del gruppo comunista); la suocera, vecchia, ammalata e lamentosa, le impone una assistenza incessante. Per fortuna in casa c'è Angela, una ragazza del contado, giovane anche lei, fresca ed esuberante. Senza figli com'è Anna trova in quella giovinezza strane rispondenze, esplorando piano piano con Angela intimità personali prima ignote o mai tentate. Una gita in campagna presso la famiglia della domestica basta a far scattare pericolosi ed ambigui meccanismi. Così Angela induce la padrona ad accompagnarla in una balera, dove essa si è recata con un soldatino voglioso e intraprendente di sua conoscenza, mentre non cessa di occuparsi di lei con svariate premure e blandizie. Durante uno stupido gioco a moscacieca tra le due, la madre di Giacomo, incuriosita dalle grida e dal fracasso di vasi infranti, si leva dal letto, cade e muore, urtata da una porta che Anna ha aperto bruscamente. Dopo di che - avvinte le due donne dalla omertà del silenzio la perversa ragazza porta in casa un maturo farmacista, che già per strada, fermando la propria macchina, ha prima avvicinato e poi posseduto Anna. Costui rivolgerà le sue calorose attenzioni ad ambedue le donne, le quali assisteranno alle rispettive prestazioni. Ci saranno due gravidanze, ma quella di Angela, la colf piena di iniziativa e poi vittima del suo stesso gioco e licenziata in tronco, dovrà concludersi altrove: la signora resta in casa propria (finalmente rimessa a nuovo dopo il decesso della suocera) e Giacomo penserà tutto contento di essere lui il padre del nascituro.

"Morbosa commedia del recidio Salvatore Samperi, da tempo votato all'erotismo casereccio, che ha comunque la mano felice nel descrivere l'ipocrisia della provincia bigotta. Le due seducenti protagoniste, chissà perché d'importazione, sono assolutamente inespressive".
(Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 19 gennaio 2001)
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/la-bonne/25350/ 


 

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