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sábado, 14 de agosto de 2021

Quando l'amore è sensualità - Vittorio De Sisti (1973)

TÍTULO ORIGINAL
Quando l'amore è sensualità
AÑO
1973
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Inglés (Separados)
DURACIÓN
93 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Vittorio De Sisti
GUIÓN
Vittorio De Sisti, Luigi Russo
MÚSICA
Ennio Morricone
FOTOGRAFÍA
Aldo De Robertis
REPARTO
Agostina Belli, Gianni Macchia, Ewa Aulin, Françoise Prévost, Femi Benussi, Umberto Raho, Giovanni Rosselli, Giovanni Petti, Monica Monet, Rina Franchetti, Nello Riviè, Rossella Bergamonti, Luigi Antonio Guerra, Fausta Pittoni, Vittorio Fanfoni
PRODUCTORA
Starlight, Cecchi Gori Home Video, Video Vamp
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
En la noche de bodas, una novia siente tal miedo de su marido que no permite la consumación del matrimonio. Su madre, viuda y aún atractiva, envía a la novia con una hermana casada y entra en buenos tratos con el yerno, hasta que la recién casada rectifica. (FILMAFFINITY)
 
2 

Interessante dramma erotico firmato da Vittorio De Sisti che, come da consolidata tradizione italiana anni ’70, va a concentrarsi sulle perversioni della provincia perbenista (in questo caso padana) dove in apparenza tutto sembra limpido mentre invece sotto il fuoco cova la cenere del torbido e del morboso. Il cast femminile è da urlo: una virginale Agostina Belli (che fornisce un’ ottima prova attoriale ed è davvero al culmine della sua bellezza), la bellissima meteorina svedese con occhioni da cerbiatta Ewa Aulin (che di lì a poco si ritirerà inspiegabilmente dalle scene con sommo dispiacere di tutti noi aficionados del cinema di genere italiano), l’ intensa e tormentata Françoise Prevost (ruolo non facile, il suo, davvero brava) e la solita spumeggiante Femi Benussi. Inutile dire che tutte e 4 si spogliano senza problemi (la Aulin meno delle altre ma qualcosina la lascia intravedere) mentre invece chi non mostra le sue grazie discinte (peccato!) è Monica Monet, altra meteora dal viso d’ angelo del nostro cinema settantiano. Sul versante maschile clamorosa è l’ interpretazione di un Gianni Macchia letteralmente scatenato e insaziabile: macellaio rozzo, volgare e campagnolo dal forte appetito sessuale, non disdegna di giacere con prostitute prima e, sopratutto, dopo il matrimonio e di sollazzarsi perfino con la suocera. Un autentico toro da monta! Il regista descrive con occhio attento l’ ipocrisia di facciata e il microcosmo nel quale si muovono i protagonisti, tenendo sempre desta l’ attenzione dello spettatore fino al finale che sarà, inevitabilmente, molto teso… A creare l’ atmosfera giusta contribuisce il solito instancabile Ennio Morricone con una colonna sonora che ricorda moltissimo lo stile di “Grazie zia” e “Chi l’ ha vista morire?”, con melodie scandite da inquietanti cori di voci bianche che si ascolteranno anche in futuro ne “Il sorriso del grande tentatore” (tutti film nei quali la componente morbosa è elevatissima). Da vedere.
La fresca sposina Erminia (Agostina Belli), figlia di una nobile contessa decaduta (Françoise Prevost), dopo aver impalmato il giovane bell’ Antonio (Gianni Macchia), giovanotto aitante di bassa estrazione sociale che si è fatto una posizione nel campo della macelleria, inizia ad avere dei ripensamenti già durante la prima notte di nozze. Gli sposi vanno a vivere in una enorme villa di famiglia in campagna insieme alla madre di lei e ad una anziana domestica ma le cose non filano esattamente per il verso giusto: Erminia, timorata di Dio e cresciuta in un collegio svizzero, è giunta vergine al matrimonio e ha paura di avere rapporti sessuali. L’ aitante maritino cerca in ogni modo di convincerla ma i suoi tentativi falliscono: si consolerà la stessa notte con una prostituta sul tavolaccio della sua macelleria… Ma siamo solo all’ inizio: Erminia non concepisce l’ idea che un uomo possa toccarla e si reca per qualche giorno in città a casa di sua sorella Angela (Ewa Aulin) che invece è disinibita e libertina e cornifica spesso e volentieri il marito popolando, in sua assenza, la casa con amici vari che, durante alcune festicciole, si lanciano in allegre orgette a base di alcol e droga. Tra le sue amicizie spicca per la sua tossicodipendenza conclamata una giovane studentessa universitaria (Monica Monet) che rischierà di finire in overdose… Mentre Erminia è alla ricerca di se stessa e cerca conforto nella sorella il bell’ Antonio non perde tempo e si lancia in continue scorribande sessuali: dapprima si porta in casa una ricchissima vedova allevatrice di bovini (Femi Benussi) e poi allevia finanche le pene della suocera che, segretamente innamorata di lui da sempre, gli si concede in solaio. E’ l’ inizio di un rapporto morboso e perverso destinato a finire male con il ritorno a casa della sposa legittima…
https://ilmiovizioeunastanzachiusa.wordpress.com/2016/11/06/quando-lamore-e-sensualita-1973/


Figlia di una contessa e orfana di padre, Erminia Sanfelice è una giovane molto inibita e tormentata dalla madre che vuol darla in sposa per trovare qualcuno che rimetta in sesto le sostanze di famiglia.
Supinamente Erminia accetta di andare in sposa ad Antonio, un ricchissimo industriale della carne che ha fatto fortuna proprio con il commercio della stessa.
Ma per lei i problemi nascono da subito; Erminia è molto pudica, non ha alcuna esperienza in campo sentimentale e sopratutto non ama il rozzo e sanguigno marito.
Così tra i due si crea da subito un muro di incomunicabilità, che porta Erminia a non consumare nemmeno il matrimonio.
Inutilmente la contessa Giulia tenta di accomodare le cose e nemmeno l’intervento del parroco ottiene nulla; Erminia è sempre più riluttante ad accettare il dovere coniugale e il marito.
Così prende una decisione drastica.
Molla tutto e si trasferisce a Piacenza da sua sorella Angela.
Anche qua però Erminia incontra dei problemi; tanto è inibita e timida lei, tanto sua sorella è diametralmente differente come carattere.
Espansiva e vulcanica, Angela vive una vita sentimentale e sessuale decisamente promiscua, tanto che Erminia medita di andarsene.
Tuttavia poichè l’alternativa è quella di tornare a casa, Erminia in qualche modo si lascia coinvolgere dal ritmo frenetico della vita di sua sorella.
Nel frattempo Antonio, privo della moglie, riprende la sua vita di Don Giovanni che culmina in un rapporto semi incestuoso con sua suocera Giulia, che ne diviene l’amante.
La matura contessa,travolta dalla sensualità primitiva di Antonio, si lascia andare; ma è in agguato un colpo di mano del destino, perchè Erminia, che ha deciso di tornare a casa, sorprende i due amanti e….
Le storie intrecciate di Giulia, donna tormentata dai problemi economici ma anche e sopratutto da una sessualità frenata e nascosta che si rivelerà solo nel rapporto semi incestuoso con suo genero e quella di Erminia, donna altrettanto inibita e frigida che scoprirà in parte un mondo alieno come la sua sessualità quando incanterà suo cognato, si mescolano a quelle di due figure in qualche modo all’opposto esatto della coppia madre e figlia.
Antonio infatti è un tombeur de femmes, un gallo ruspante che vive una sessualità sfrenata e insaziabile un pò come la cognata Angela, che all’opposto di Erminia è donna libera e dai costumi sessualmente aperti.


La solita casualità vuole che proprio Antonio e Angela, che n qualche modo sarebbero fatti l’uno per l’altra non si incontrino, mentre l’uomo finirà per consolare la sua repressa suocera, scatenando però così un dramma famigliare che culminerà nel momento in cui Erminia sorprenderà suo marito e sua madre a letto assieme.
Storia pruriginosa, quindi, ma narrata con un certo stile.
Vittorio De Sisti ha sempre diretto con garbo i film che ha avuto per le mani; non dimentichiamo per esempio uno dei migliori decamerotici, Fiorina la vacca oppure Lezioni privare o La supplente va in città.
Certo, siamo comunque in presenza di un dramma configurabile nell’ambito della commedia sexy, non fosse altro per la presenza di diverse scene di nudo che però una volta tanto sono funzionali alla storia raccontata.
Decisamente ben assortito il cast che vede la presenza di Francoise Prevost nel ruolo della contessa Giulia, interpretato con garbo e misura, di Agostina Belli sempre affascinante nel ruolo della inibita Erminia, di Eva Aulin in quello per lei quasi naturale di Angela, ragazza senza tabù che sa godersi la vita e infine di Gianni Macchia nel ruolo di Antonio, il lussurioso marito di Erminia ed amante di Giulia.
Grazie ad una fotografia molto curata e a dialoghi non banali, Quando l’amore è sensualità si presenta quindi come un film dignitoso, che si avvale anche di una morbida soundtrack firmata dal maestro Morricone.
Un film che andrebbe riscoperto e che dovrebbe aver avuto un edizione digitalizzata.
https://filmscoop.org/2012/02/09/quando-lamore-e-sensualita/



 
 

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