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lunes, 27 de septiembre de 2021

Buio Omega - Joe D'Amato (1979)

TÍTULO ORIGINAL
Buio Omega
AÑO
1979
IDIOMA
Italiano y Francés (Opcionales)
SUBTÍTULOS
Español, Inglés Italiano y Portugués (Separados), Francés (Opcional)
DURACIÓN
94 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Joe D'Amato
GUIÓN
Giacomo Guerrini, Ottavio Fabbri
MÚSICA
The Goblins
FOTOGRAFÍA
Joe D'Amato
REPARTO
Kieran Canter, Cinzia Monreale, Franca Stoppi, Sam Modesto, Anna Cardini, Lucia D'Elia
PRODUCTORA
D.R. Comunicazioni di massa
GÉNERO
Terror. Thriller | Gore. Asesinos en serie

Sinopsis
Un malintencionado conjuro, debido a una sesión de brujería fallida, acaba con la vida de la joven novia de Francesco, un taxidermista. Después de ser enterrada, Francesco recupera el cadáver de la chica y decide disecarlo para poder vivir a su lado eternamente. Le ayuda una siniestra mujer, ama de llaves de la mansión donde ambos viven. Francesco se convierte, poco a poco, en un demente sin cordura alguna, que realiza cualquier acción (tortura, violación, mutilación, descuartización...) con tal de que nadie descubra su "secreto". (FILMAFFINITY)
 
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Ho paura. Provo angoscia, terrore, sgomento, E’ ancora presto per dirlo, ma tutti i sintomi convergono verso una diagnosi dolorosa, per certi versi imprevedibile. Sembrerebbe proprio che sia arrivata una pessima annata. Che il 2018 sia il nadir del cinema di genere, in specie del cinema horror, malgrado la Blumhouse, malgrado i confortanti successi commerciali di certo horror di cassetta. Ho bisogno di qualcosa di forte, che sia coraggioso, repulsivo, provocatorio, brutale. Che sia rivoluzionario, perché a me purtroppo piace guardare la rivoluzione, anziché farla. Ho bisogno di Buio Omega, di Joe D’Amato.

Piano con i like o le commemorazioni pelose, abbiate la pazienza di leggermi, e l’umiltà di approcciare il film spogliandovi di circa 40 anni di pregiudizi, cure sedative continuate, scariche di stereotipi e tabù. Buio Omega è un’opera che rende felici, per il solo fatto che esista. Un serial killer professionista, che di mestiere fa il tassidermista. Ricchissimo, orfano, impotente. Necrofilo, antropofago, feticista. Al centro di un mondo, di un girone infernale popolato da allegorie di donne, mai veramente concrete, mai veramente vive, quindi mai veramente morte se assassinate. C’è una fidanzata terminale per sortilegio, con la quale il sesso è promesso ma non consumato. C’è una autostoppista invadente e burina, da consumare – nell’acido – al trancio. Poi, una runner da giornaletto porno, morbida da mordere, una dancer da balera, sguaiata da bandire, una cognata pudibonda, buona per il talamo o per un tumulo.

Sopra tutte, c’è una governante maliziosa, austera tanto quanto carnale, che ama lo psicopatico di un amore spurio, materno muliebre filiale, ne soddisfa i desideri sessuali più puerili ed al contempo rimuove i resti delle sue atroci scorribande. Una freak, come freak di Tod Browning sono i suoi parenti. Gobble, gobble, one of us!

La complicità e la repulsione tra i due è la stessa che provo io, da spettatore ignaro, nel guardarli agire attraverso una macchina da presa impietosa e, per mia fortuna, impudica.Con una ferocia, con una autorevolezza che forse riconosco solo al Deodato di Cannibal Holocaust, Joe D’Amato mostra, esibisce, spiattella, sfrucuglia. Corpi femminili, magri o pingui. Mutilazioni, cremazioni, asportazioni. Joe D’Amato è sfidante, perchè non cerca il giudizio, cerca lo sfizio, la possibilità di affrancarsi dal ciò che si deve godendo puramente del ciò che si vede. La sfida è ardua, difficilissima da accettare, non c’è parossismo o effettaccio speciale che possa difendere lo spettatore dallo sbigottimento, anche dal fastidio per la sua guasconeria, per la sua audacia così maramalda. Il piacere della visione, liberatorio, indimenticabile, perverso nasce allora da un vero e proprio atto di sottomissione al regista, dall’accettazione e dalla consapevolezza di essere parte integrante del ritratto del serial killer che lui verga.

Prima, molto prima del celebratissimo Henry Pioggia di Sangue, contaminando i generi più estremi (più liberi) in un modo, amici miei, che è vera e propria avanguardia, Joe D’Amato  realizzava in Italia, girando a Bressanone, questo capolavoro assoluto e dissoluto. Guardare indietro, amici miei, è doveroso. Guardare indietro è un atto di resistenza.
https://dikotomiko.wordpress.com/2018/05/09/buio-omega-di-joe-damato-formidabili-quegli-anni/

Buio omega (1979) è una raccapricciante storia di necrofilia con forti tinte erotiche. Il regista del film è Joe D'Amato, uno fra i tanti nomi d'arte di Aristide Massaccesi, artigiano del cinema morto nel 1999. La trama parte quasi a voler rileggere il racconto di Lovecraft Herbert West il rianimatore, ben presto prende un'altra strada e affonda nella follia del protagonista necrofilo spalleggiato da una governante sadica e gelosa. Tutto ha inizio quando Anna (Cinzia Monreale) la giovane moglie di Francesco muore e lui decide di recuperare il cadavere per conservarlo al suo fianco, nella sua villa solitaria e gigantesca. Qualcuno però nota i suoi strani movimenti sin dal funerale di Anna e decide di vederci chiaro, mentre la situazione per Francesco e per la governante (Franca Stoppi) precipita in un susseguirsi sempre maggiore di morte e violenza. Se L'orribile segreto del dottor Hichcock di Riccardo Freda ci raccontava le attività del necrofilo più accennandole che mostrandole (siamo nel 1962), Buio omega mostra senza problemi sbudellamenti, nudità, eccitazione per il sangue, compiacimento per la violenza.

Francesco (Kieran Kanter) è un pazzo che si improvvisa profanatore di tombe pur di riavere l'amata Anna con sé, che fa di tutto pur di esaudire la sua voglia di sangue, che non ha problemi ad ammazzare chi capita se questi gli intralcia i piani. Il sangue è per lui anche eccitamento sessuale, come il fare l'amore con una ragazza avendo Anna nascosta sotto le coperte del letto vicino. Queste perversioni, questo estremizzare il sesso, porteranno Massaccesi qualche anno dopo ad intraprendere una fortunata carriera nel mondo del porno. A vederlo oggi il film non perde il suo fascino malsano, quel suo tocco originale colorato di rosso nonostante la moda splatter-finto snuff dell'epoca e regala un sano divertimento ad un pubblico di "malati". Molte le citazioni, una per tutte quelle a Psycho di Alfred Hitchcock per la passione che accomuna Francesco e Norman Bates per gli uccelli imbalsamati, e per la scena in cui la domestica ha un vestito (è complice anche il coltello che ha in mano) simile a quello della defunta signora Bates. Con Buio omega Aristide Massaccesi si avvale della musiche dei Goblin, del makeup di Cesare Biseo, delle scenografie di Donatella Donati.

Roberto Junior Fusco
http://moviecinemania.blogspot.com/2007/11/buio-omega-joe-damato.html

Pocos títulos castellanos son tan acertados como el de Demencia (Buio Omega, Joe D'Amato, 1979), porque si hay algo que abunda en esta película, además de escenas que pueden revolver el estómago del espectador con asombrosa facilidad, es demencia. Demencia y locura y perversión.

Frank (Kieran Carter) es un joven que vive una vida acomodada en su gran villa, disecando animales. Sin embargo, su felicidad se trunca cuando su guapa novia Anna (Cinzia Monreale) cae enferma y muere. Frank no sabe que la muerte ha sido provocada mediante magia negra por su ama de llaves, Iris (Franca Stoppi), la cual está enfermizamente enamorada de él. Frank decide robar el cadáver de Anna y disecarla, lo que iniciará su carrera como asesino en serie, ayudado siempre por Iris.

Más de 30 años después de que se estrenara, Buio Omega mantiene intacto todo su poder. Desde el principio, donde vemos a Iris con cara de satisfecha maldad pagando a una bruja para que le haga vudú a la pobre Anna (algo que no vuelve a aparecer en el resto de la película), el film nos sumerge en una atmósfera llena de locura, resultando en un film inquietante y perturbador. Y logra crear este efecto simplemente mostrando la enfermiza relación de sus protagonistas de forma realista y natural.

El perverso triangulo amoroso proviene de la película de la cual Buio Omega es un pseudoremake: El tercer ojo (Il terzo occhio, Mino Guerrini, 1967). Aunque dejando de lado algunas semejanzas superficiales en el argumento, ambos filmes tienen poco o nada en común.

Por supuesto, este film de D'Amato es conocido hoy día principalmente por sus escenas gore, filmadas de una manera realista que te hace sospechar si no estás viendo en realidad una cinta snuff. Aunque personalmente lo que más me atrae de la película es la perversa relación entre Frank e Iris, así como las insinuaciones de incesto y necrofilia, es innegable que los momentos gore son tremendamente impactantes. Sin embargo, la única escena que me revuelve el estómago cada vez que veo esta película (y en Blu-ray es todo un desafío) es el momento en que Iris come una especie de estofado de forma repugnante, llenándose con gula la boca y dejando que la comida caiga en la cuchara desde la boca a medio masticar, ante la horrorizada mirada de Frank, que no para de tener flashbacks del cadáver que acaban de deshacer en ácido.

Es posible que, si no fuera por las escenas de sangre e higadillos, esta película estaría mejor considerada. Porque, más allá del gore, Buio Omega nos ofrece una malsana atmósfera que rezuma perversión y demencia (para volver al título castellano) y que hará las delicias de los y las más perversos/as. No sé que pensaréis de mí al decir que disfruto viendo esta película, pero a pesar de ello me parece un film fantástico en su versión sin censurar (titulada solo Buio Omega o Beyond The Darkness en inglés [título que aparece en el Blu-ray])

http://elcinefagodelalagunanegra.blogspot.com/2015/06/demencia-buio-omega.html


 


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