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sábado, 6 de octubre de 2012

Bianco, rosso e Verdone - Carlo Verdone (1981)


TÍTULO ORIGINAL Bianco, rosso e Verdone
AÑO 1981 
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 110 min. 
DIRECTOR Carlo Verdone
GUIÓN Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Carlo Verdone
MÚSICA Ennio Morricone
FOTOGRAFÍA Luciano Tovoli
REPARTO Carlo Verdone, Irina Sanpiter, Elena Fabrizi, Angelo Infanti, Milena Vukotic, Mario Brega
PRODUCTORA Medusa Produzione
GÉNERO Comedia | Road Movie 

SINOPSIS Años 80. Carlo Verdone interpreta a tres personajes, Pasquale, Furio y Mimmo, que se dirigen a sus respectivos colegios electorales para ejercer el derecho al voto. Pasquale, un emigrante reservado y un poco gafe que trabaja en Munich, regresa a Matera para poder votar. Furio es un neurótico y maniático padre de familia, que tiene completamente harta a su mujer. Y Mimmo, simpático e ingenuo, que va a votar acompañado de su abuela. (FILMAFFINITY)



Trama
E' tempo di elezioni politiche e gli elettori, che per ragioni di lavoro hanno lasciato il loro comune di residenza, vi ritornano per votare. Da Monaco di Baviera parte, con la sua auto sportiva, il materano Pasquale, che, sposato con una tedesca e costretto a subire la sua orrenda cucina, già pregusta una rimpatriata coi fiocchi. Da Torino parte per Roma, con i due figli e la moglie Magda, una donna piemontese, l'insopportabile Furio, un ometto pignolo e senza fantasia, abituato a programmare al secondo tanto un viaggio in auto, quanto la vita propria e quella dei familiari. Da Verona, dov'è andato a prendere sua nonna - una donna obesa, piena d'acciacchi, ma ricca di humour - rientra nella capitale Mimmo, un giovanottone ingenuo con il cervello di un bambino. Durante il viaggio, Pasquale viene sistematicamente spogliato di tutto - radio, regali, auto - per cui, arrivato il momento di votare, saprà soltanto sfogare la sua rabbia con le parolacce. Furio, invece, sarà a tal punto riuscito a stancare la moglie con la sua pignoleria, da farle accettare la corte di uno sconosciuto e fuggire con lui. Mimmo, infine, avrà un'infelice avventura con una prostituta d'albergo, e, soprattutto, farà tanto arrabbiare la nonna con le sue esagerate e sciocche premure, da provocare la sua morte.

Critica
"Interpretati tutti e tre dallo stesso Verdone, essi rivelano l'attento spirito di osservazione dell'attore regista, la sua originalità di interpretare, pur con gli evidenti riferimenti a Sordi, la sua abilità nel miscelare il grottesco, la comicità, la farsa, con un'ombra di sotterranea malinconia, che dà alle sue macchiette consistenza e verità umane." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 91, 1981).

"Verdone non lascia, raddoppia, e si ripete: nella volgarità romanesca e nella scelta del materiale narrativo. Ma lo fa piacevolmente senza sbarcare mai nella scurrilità della battutaccia e della parolaccia." (Laura e Morando Morandini, 'Telesette').

"Anche se non privo di alcuni momenti godibili, il film non riesce a superare i limiti, già affiorati nell'opera precedente di questo giovane autore; limiti che angora legano Verdone al breve 'sketch' televisivo che lo ha rivelato al pubblico e nell'ambito del quale sta forse ancora la sua giusta collocazione. In altri termini, il grande schermo non sembra giovare molto alla resa della sua espressività, che viene sacrificata e finisce per perdersi nella dimensione e nella struttura stessa di un lungometraggio, quando non viene addirittura messa in ombra dalla personalità di altri interpreti, come è il caso di Lella Fabrizi, sorella del più noto Aldo, riuscitissima attrice nei panni della nonna di Mimmo." (Carlo Tagliabue, "La Rivista del Cinematografo", 6, 1981)

Note
- NASTRO D'ARGENTO 1981 COME MIGLIORE ATTORE (CARLO VERDONE) E A LELLA FABRIZI COME MIGLIORE ATTRICE ESORDIENTE (EX AEQUO CON CARLA FRACCI).
http://www.cinematografo.it/pls/cinematografo/consultazione.redirect?sch=15375

Incipit 
Spunto per la trama del film è una tornata elettorale, che spinge i protagonisti a viaggiare in lungo e largo per l'Italia, rivelando a se stessi ed allo spettatore i più grotteschi aspetti della realtà italiana. Verdone mette in mostra tutto ciò con grande abilità, lasciando che l'aspetto comico delle situazioni e dei caratteri sia (almeno apparentemente) predominante, senza però oscurare l'interiorità dei personaggi. L'amaro finale viene compensato dalle numerose gag esilaranti presenti in tutto il film.

I tre protagonisti
Sono Furio, Mimmo e Pasquale. Trattandosi di un comico road movie, hanno tutti e tre un'auto: Furio viaggia su una Fiat 131 Panorama cl bianca del 1978, Pasquale su un'Alfa Romeo Alfasud rossa del 1973, e Mimmo su una Fiat 1100 D verde del 1963 ritargata, costituendo i colori del Tricolore italiano.

Furio Zòccano 
È un impiegato romano residente a Torino. Pignolo oltre ogni ragionevole possibilità, soffre di turbe maniaco-ossessive. Opprime la giovane moglie Magda ed i figli Antongiulio e Antonluca con ogni sorta di pedanti quanto inopportune puntualizzazioni. Per lui tutto è calcolabile senza possibilità di errore, ma Magda esasperata si allontanerà da lui in modo quasi romanzesco, complici un aitante playboy e un rocambolesco incidente stradale. Personaggio fatale e familiare all'attore, già collaudato nel suo repertorio cabarettistico, proposto nel varietà Non stop e ripreso nel film Viaggi di nozze ed il recente Grande, grosso e Verdone con nomi e storie diverse.

Mimmo 
Cosiddetto "giovane e fregnone", infantile ed immaturo nonché timido, deve accompagnare sua nonna Teresa (Elena Fabrizi) da Verona (che Mimmo confonde con Vicenza) a Roma, smaniosa di poter dare il proprio voto al PCI. Nel tragitto non mancheranno curiosi contrattempi e deviazioni, nonché incontri "particolari" come una bellissima turista dell'allora URSS, una squillo d'albergo ed un burbero camionista detto er Principe, interpretato da Mario Brega, che si crede responsabile della morte non avvenuta di Furio. Il rapporto fra i due parenti rivela la fragilità del giovane dinanzi alle vicissitudini della vita le quali al contrario vengono affrontate con sagacia e saggezza popolare dall'energica nonna. Mimmo riprende a grandi linee la maschera di Leo nel precedente Un sacco bello, anni dopo riproposta con lo stesso nome in Grande, grosso e Verdone.

Pasquale Amitrano 
Macchietta dello sciatto, pacchiano e taciturno emigrante italiano in Germania, a Monaco di Baviera. Sopra il suo letto troneggia come immagine devozionale il rassicurante sorriso dello juventino Franco Causio. L'uomo lascia a casa la bionda e teutonica consorte per recarsi al seggio a Matera, a bordo della propria Alfasud rossa. Spaesato in un mondo così diverso dalla tranquilla Monaco e dall'Italia che aveva lasciato, appena messo piede sul suolo italiano inizia a subire una serie continua di furti e vessazioni. Silenzioso per tutto il film, arrivato al seggio, Pasquale dà vita ad un accoratissimo quanto esilarante sfogo verbale elencando i torti subiti in un dialetto incomprensibile ai suoi stessi compaesani, chiudendo il film con una frase lapidaria, l'unica comunemente intendibile. Il personaggio fu un'invenzione di Carlo Verdone che volle compensare la logorrea di Furio Zòccaro con un personaggio completamente muto. L'ispirazione venne a Verdone in seguito alle visioni dei film di Jacques Tati al Filmstudio di Roma.

Commento 
Seconda carrellata di personaggi del repertorio cabarettistico e televisivo di Carlo Verdone, insistendo sul loro impaccio, accentuato nel personaggio di Mimmo. Come in Un sacco bello, è l'attualità del contesto a fare da contorno: un paese disorganizzato, fitto di antagonismi ideologici nonché insicuro per i forestieri.
Segue l'immagine datata dell'emigrante meridionale all'estero, straniero sia in patria che nel paese d'adozione.
Il film propone brillantemente una comicissima Sora Lella, antico stereotipo della romana dalla saggezza ancestrale, in antitesi ad un nipote sprovveduto.
Preponderante il commento musicale il cui tormentone riprende le note dell'inno di Mameli.
Di notevole importanza è la leggera critica lanciata da Verdone contro la politica e "il rito del voto". La nonna di Mimmo muore nel seggio elettorale, ma gli scrutinatori anziché aiutarla o curarsi del ragazzo litigano se accettare o meno il di lei voto nell'incertezza di valutare la scheda "mezza aperta o mezza chiusa". Furio farà notare un disegno volgare sulla cabina elettorale chiedendone la censura, causando al contrario l'ilarità degli scrutinatori. Lo sfogo di Ametrano, in un dialetto che i suoi paesani aviti non comprendono, atto a denunciare l'inutilità di un voto che non servirà a cambiare niente.

Luoghi e personaggi minori del film
*Panorama di Torino visto dalla collina sovrastante, con al centro Piazza Vittorio Veneto e sulla destra la Mole Antonelliana, più alcune vie del centro città.
*Autostrada A24 Roma-L'Aquila zona del Gran Sasso detta anche Strada dei Parchi, scena dei tragitti autostradali.
*Area di servizio Tolfa, Roma-Civitavecchia, scena delle soste di Furio e Pasquale.
*Area di sosta Pineto Est stessa autostrada, scena dell'iniezione a Lella Fabrizi.
*Cimitero di Tivoli.
*Castello di San Giorgio a Maccarese (Fiumicino, Roma) scena della farmacia cui si rivolge Mimmo.
*Bassano Romano, scena della trattoria, del barbone e del tentativo di furto di Pasquale.
*Galleria Torrione 2 autostrada A24 Roma-L'Aquila altezza de l'Aquila, scena dell'incidente tra Furio ed il camionista.
*Hotel Torre Sant'Angelo località Castagnola, Tivoli (Roma), scena del motel.
*Palazzo Pantanella in Via dei Cerchi angolo Via della Bocca della Verità a Roma, seggio elettorale di Furio.
*Palazzo Rosa cosiddetto dei Cento Preti, Lungotevere dei Vallati, all'altezza di Ponte Sisto, seggio elettorale di Mimmo e sua nonna. Nello stesso palazzo visse la famiglia del regista, dagli anni Quaranta alla morte di suo padre Mario Verdone.
*Piazza del Seminario a Tivoli (Roma) seggio elettorale di Pasquale.
*Il bersagliere, che accompagna la nonna di Mimmo nel salire le scale per il seggio elettorale, è interpretato da Stefano Natale, grande amico d'infanzia di Carlo Verdone ed attore in molti dei suoi film. Verdone ci si è ispirato per il personaggio di Mimmo e quello di Leo in Un sacco bello.
Citazioni e riconoscimenti
*La scena in cui Pasquale si trova intrappolato in un bagno di autogrill è stata citata da Massimo Boldi nel film Fratelli d'Italia, il cui personaggio si chiama proprio Carlo Verdone.
*Per la scena del cimitero il regista ricevette i complimenti del collega Sergio Citti, pupillo di Pier Paolo Pasolini.
http://it.wikipedia.org/wiki/Bianco,_rosso_e_Verdone

2 comentarios:

  1. Amarcord: Me encantó esta comedia. Me resultó muy divertida y quedé nuevamente maravillada por la actuación de Carlo Verdone.
    MIL GRACIAS!!!
    MARIA

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