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jueves, 17 de enero de 2013

Cose dell'altro mondo - Francesco Patierno (2011)


TÍTULO ORIGINAL Cose dell'altro mondo
AÑO 2011
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACIÓN 95 min. 
DIRECTOR Francesco Patierno
GUIÓN Francesco Patierno, Diego De Silva, Giovanna Koch
MÚSICA Simone Cristicchi
FOTOGRAFÍA Mauro Marchetti
REPARTO Diego Abatantuono, Laura Efrikian, Valentina Lodovini, Valerio Mastandrea, Paola Rivetta, Roberta Sparta, Vitaliano Trevisan
PRODUCTORA Rodeo Drive / Medusa Film / Sky Cinema
WEB OFICIAL http://cosedellaltromondo.libero.it
GÉNERO Comedia | Inmigración 

SINOPSIS Ambientada en una ciudad del nordeste de Italia: una población desarrollada, de gente trabajadora y con un alto porcentaje de obreros inmigrantes, todos legales e integrados en la sociedad. La única nota discordante la da un empresario, que se cree muy gracioso y disfruta increpándolos y haciendo bromas a su costa. Pero, un buen día, obedeciendo los deseos de ese hombre, todos los inmigrantes desaparecen, poniendo en peligro la economía de la ciudad y de todo el país. (FILMAFFINITY)



Sgonfiata la stupidissima polemica innestata dalla Lega Nord (ma quando si imparerà a vedere prima il film di criticarlo?), "Cose dell'altro mondo" di Francesco Patierno ha iniziato il suo iter distributivo, prima con un certo successo al Festival di Venezia, dove è stato presentato, e ora nelle sale in cui resiste da alcune settimane, a dimostrazione che la formula della commedia con temi "sociali" funziona ancora.
Certo, nessun paragone con la struttura tipica della, ormai lontana, "commedia all' italiana", che riusciva a farci ridere e riflettere comtaminando grottesco, ironia e rigore contenutistico, ma il film di Patierno, almeno in parte, disegna alcune problematiche del nostro disgraziato paese con acutezza e intelligenza. Si inizia quasi a modo di pamphlet: un imprenditore del nord, nella sua patetica televisione privata, lancia strali e insulti nei confronti degli extracomunitari- la solita pappa demente che neppure i ministri della repubblica ci risparmiano -, seppure l'unico amore della sua vita non sia la insopportabiile moglie, ma una prostituta nigeriana.
Gli incoraggiamenti dell'uomo a espellere tutti gli extracomunitari, vengono ascoltati da una qualche forza misteriosa e onnipotente e, così, un giorno, il nord d'Italia si sveglia senza neppure uno di loro: scomparsi chissà dove e perché...
E succede ciò che, qualche volta auguriamo ai razzisti: gli anziani, senza badanti, diventano ingestibili, le industrie si fermano prive di manodopera, i servizi quotidiani diventano problematici, le campagne perdono raccoglitori, contadini, pastori. L'Italia si paralizza e lo scenario è, a dir poco, catastrofico.
La chiave di lettura, si è detto, è il grottesco e Patierno, servito da un cast azzeccato, dominato da un Diego Abbatantuono alle prese con il solito personaggio eccessivo, ma sicuramente divertente, evita lo scontato politicamente corretto, mostrando il lato oscuro anche di quei personaggi, rappresentati, all' inizio del film,come positivi e in cui abbiamo facilità di identificazione. Il regista ancora non mostra un taglio estetico personale, ma, oltre a dirigere con attenzione gli attori, cercando di non ridurli a una maschera e a costruire la sua storia in una location efficace, ci induce a sperare in un autore dalle idee chiare, non scontate, in un genere come la commedia di costume, assai degradato, benchè di ottimo successo commerciale, in questi anni.
Elisabetta Randaccio
http://www.cinemecum.it/newsite/index.php?option=com_content&view=article&id=3528:qcose-dellaltro-mondoq-di-francesco-patierno&catid=119:il-consiglio-di-cinemecum&Itemid=412
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L’integrazione? Roba dell’altro mondo.

Da cosa è nata l’idea del soggetto del film Cose dell’altro mondo?
Il mio produttore aveva visto un film americano che si chiama “Senza messicani” la cui idea principale era che i messicani di Los Angeles sparissero per un giorno provocando chiaramente delle difficoltà al meccanismo economico della città. Così mi chiese se secondo me fosse possibile usare questa idea – ovviamente acquistando i diritti – per poterne fare un film in Italia. Ci ho riflettuto e mi sono reso conto della grossa potenzialità dell’idea. Ho pensato però che un’idea geniale non basta a fare un film geniale, ma mi è venuta in mente una cosa: nel mio computer avevo salvato da qualche parte un video di Youtube di due minuti e mezzo; era un discorso di un politico del nord che in televisione faceva interventi sull’immigrazione. I suoi discorsi erano talmente agghiaccianti da risultare dolorosamente divertenti. Da questo personaggio mi venne in mente come sviluppare l’idea suggeritami dal produttore. La provocazione sarebbe stata la scomparsa improvvisa degli immigrati dall’Italia e il protagonista sarebbe stato uno come il politico di cui ti parlavo. Quindi “Cose dell’altro mondo” non ha nulla a che fare con il film sui messicani, piuttosto ruota intorno a questo personaggio realmente esistente che nel film è interpretato da Abatantuono.

L’atteggiamento degli italiani verso gli immigrati che è raccontato nel film è l’atteggiamento reale? Quanto è esagerato?
Anche su questo tema avevo le idee ben chiare su che cosa raccontare: volevo raccontare l’atteggiamento degli italiani verso gli stranieri, non il contrario. Quando faccio qualunque cosa, che sia un film o un documentario, non mi interessa di convincere i già convinti. Mi spiego: ognuno di noi ha le proprie idee, ma talvolta c’è anche ipocrisia nelle parole e nelle intenzioni della gente, quindi volevo soffermarmi su quest’ultima. E sul comportamento di tutte quelle persone che ostentano alcune cose pur pensandola in modo molto diverso. Il concetto di integrazione è un concetto difficile: quasi tutte le persone hanno un rapporto difficile con esso. È un concetto ancora in divenire e noi italiani non possiamo dirci un popolo completamente integrato con gli stranieri.
Non a caso ho costruito la storia del film sulla storia di tre personaggi: uno è il personaggio di Abatantuono, cioè il personaggio leghista che vive in modo contraddittorio dal momento che sfrutta la forza lavoro degli immigrati e ha pure un’amante nigeriana dalla quale è molto preso. Poi c’è Valerio Mastandrea che è il poliziotto in piena contraddizione con sé stesso; il terzo personaggio è quello interpretato da Valentina Lodovini che è una maestrina di sinistra ben intenzionata verso gli stranieri, ma che, alla prova dei fatti, dimostra di non essere poi così convinta delle sue idee. Insomma, ho voluto riflettere, senza ideologia, su quello che è il nostro rapporto con l’altro. Ripeto, non mi interessava di dimostrare ciò che è stato già ampiamente dimostrato, cioè che gli immigrati sono importanti per l’economia e che senza di loro avremmo sicuramente dei problemi, volevo riflettere anche su un’altra cosa: ci mancherebbero anche emotivamente?

Quanto realismo c’è nel film?
Pensa che quasi tutti i dialoghi, anche i più assurdi, sono veri. Quindi di realismo ce n’è molto.

Mi sembra molto interessante ciò che hai detto riguardo l’atteggiamento degli italiani verso gli stranieri, in particolare questa ostentazione di fratellanza che poi all’atto pratico viene meno non appena lo straniero ti sottrae qualcosa…
È esattamente così, infatti. Finché lo straniero “non rompe”, cioè mangia le nostre cose, veste come noi e via dicendo, lo tolleriamo amabilmente. Nel momento in cui smette di rispettare le nostre regole e comincia a comportarsi come si comporterebbe se fosse nella sua terra, allora sorgono dei problemi.

Secondo te una vera integrazione è possibile, anche quando le culture sono distanti anni luce tra loro? E quali sono secondo te i punti da cui partire?
Senza dubbio i bambini nelle scuole: il bambino che cresce con l’extracomunitario non ha di lui la sensazione che sia diverso. Cioè la sensazione che l’extracomunitario è diverso gliela inculcano i genitori.

Anche tra persone della stessa etnia, le differenze di abitudini, stili di vita, pensiero creano problemi, non trovi?
Certo, è proprio così. Ecco perché mi ritengo comunque una persona fortunata: nella mia vita, anche quando ero ragazzo, ho cercato di non essere vittima dell’ideologia.

Un commento sul fatto che i leghisti, prima che uscisse il film, hanno presentato un’interrogazione parlamentare. Come hai reagito?
Beh, all’inizio non l’ho presa bene, poi ho capito di cosa si trattava: una vera e propria strumentalizzazione. Dato che nessuno di loro aveva visto il film o letto la sceneggiatura, quella interrogazione parlamentare non è stata che un atto di strumentalizzazione. Poi la polemica si è smontata subito: il film è stato molto acclamato.

Se veramente per un giorno sparissero gli stranieri, cosa succederebbe? Sarebbe un modo per capire quanto sono importanti per il Paese e magari anche per la nostra apertura mentale?
Partendo da questa cosa, ma spostandola sul piano emotivo, trovo che oggi la gran parte degli immigrati è uno specchio di quello che eravamo noi negli anni ’50. Per esempio la dedizione che molti extracomunitari hanno nei confronti dei nostri anziani è commovente. Loro si dedicano agli anziani come noi non riusciamo più a fare, perché non abbiamo il tempo, perché siamo presi da altre cose. Oppure il fatto che molti extracomunitari si dedichino all’agricoltura e all’allevamento: è un fatto di amore, quell’amore per determinate cose che noi non abbiamo più. Quella del film voleva essere una riflessione dal punto di vista emotivo e devo dire che molte persone l’hanno colta, mentre altre no, nel senso che si aspettavano un discorso più politico, una presa di posizione chiara e netta. Invece io ho preferito offrire delle suggestioni affinché lo spettatore si facesse una propria idea.

La cittadinanza italiana agli stranieri di seconda generazione?
Beh, va da sé… Assolutamente sì. Guarda, dal punto di vista dell’integrazione ha fatto più Balotelli agli Europei che 30 anni di letture, lezioni e così via.

Sì, però in quel caso Balotelli era il campione che ha fatto tanti gol, nel caso in cui, ad esempio, avesse sbagliato il rigore?
Beh, è proprio questo il paradosso… Comunque siccome Balotelli non ha sbagliato i rigori e ha fatto diversi gol è il campione. All’inizio comunque, per certe persone, vedere nella Nazionale Italiana un calciatore nero, è stato di impatto. Certi erano addirittura indignati poi, però, ci hanno fatto l’abitudine e l’occhio. Hanno capito che è italiano. Perché Balotelli è italiano. Finalmente abbiamo raggiunto anche noi una normalità su questo fronte.


Spunti di Riflessione

1.Riassumete le posizioni dell'imprenditore-telepredicatore veneto Golfetto, interpretato da Diego Abatantuono, in merito agli immigrati.
 2.Come vengono accolte le idee di Golfetto dai cittadini della comunità veneta? In particolare descrivete i comportamenti e le idee del personaggio del tassista e quelle del prete.
3.In cosa si differenziano le idee di Golfetto da quelle di sua figlia Laura, (Valentina Lodovini)?
4.Quali sono le conseguenze descritte dalla pellicola della sparizione improvvisa di tutti gli extracomunitari e stranieri dalla città?
5.Quali sono le reazioni dell'industriale Golfetto alla sparizione? E quali sono le conseguenze per la sua fabbrica?
6.Qual è il ruolo che i mezzi di comunicazione svolgono prima e dopo la notte della sparizione?
7.Come reagisce Golfetto alla scoperta della gravidanza della figlia? E qual è la reazione della madre di Laura?
8.Cose dell'altro mondo evidenzia la necessità della presenza degli immigrati proprio per la sopravvivenza del normale stile di vita di coloro che ne contrastano la presenza. Siete d'accordo con la visione proposta dal regista Patierno?
9.Sareste in grado di immaginare un'Italia senza stranieri? Quali sarebbero, secondo voi, le conseguenze?
10.Il film di Patierno mostra non solo la situazione socioeconomica che si verrebbe a creare in seguito alla sparizione degli immigrati in un Paese in cui tutti i lavori umili sono svolti dagli stranieri, ma anche le ripercussioni affettive che un tale avvenimento susciterebbe. A questo proposito il regista ha dichiarato: "E' un film che parla di sentimenti. In cui ci si domanda che tipo di rapporto abbiamo con il diverso. Gli immigrati spariti del film ci mancano solo perché ci servono o con loro abbiamo instaurato delle relazioni affettive veramente profonde?". Cosa rispondereste al regista?
11.L'attore romano, Valerio Mastandrea, che, nella pellicola, interpreta il cinico poliziotto Ariele, ha dichiarato: "Il mio personaggio è il tipo più pericoloso che c'è: un poliziotto, un servitore dello Stato, carico di una grande disillusione. E che per questo si pone in antagonismo rispetto a ciò che ha davanti: pur di continuare a galleggiare in questo mare di indifferenza che è la nostra società". In cosa, secondo voi, consiste la disillusione di Ariele e quali sono le cause dei suoi comportamenti?
12.Perché Ariele decide di aiutare Laura dopo la scomparsa del padre di suo figlio?
13.Come reagiscono i bambini, gli alunni di Laura, alla sparizione dei loro compagni di scuola? Quali sono le differenze fra le reazioni dei bambini e quelle degli adulti e a cosa sono dovute?
14.Valentina Lodovini a proposito del suo personaggio ha dichiarato: "Il mio personaggio, ad esempio, sembra tanto aperto ma alla fine risulta ipocrita. Parla, parla, ma alla fine riesce a fare benissimo senza l'uomo (di colore, ndr) a cui è legata. Questa ambiguità di fondo mi ha spinto a interpretarlo". Perché, dunque, Laura, a seguito della scomparsa del padre di suo figlio, riprenderà la sua relazione con Ariele?
15.Descrivete le differenze fra xenofobia e razzismo.
16.Secondo voi, ignorare usi e costumi, la storia e la cultura di un popolo influenza il nostro giudizio e i comportamenti assunti verso tutte le forme di diversità?
17."Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l'acqua, molti di loro puzzano [...] Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili [...] Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina [...] Fanno molti figli che faticano a mantenere [...] Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano [...] perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri [...]I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali. [...] La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione". Potrebbe essere una delle descrizioni di Golfetto, ma è in realtà la relazione presentata dall'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli U.S. nell'ottobre 1912. Credete che la consapevolezza della nostra storia possa contribuire a mutare le correnti di pensiero xenofobe e razziste del nostro Paese?
18.In Italia vi sono territori che rappresentano positivi esempi di integrazione degli immigrati nel tessuto sociale. Quali sono, secondo voi, gli elementi necessari a trasformare il fenomeno dell'immigrazione da "problema politico" a ricchezza culturale, sociale ed economica per il Paese?
19.Il rito finale al quale partecipa l'intera cittadinanza è una tradizione reale diffusa soprattutto nel nordest. Fate una ricerca in merito e indicate se nel vostro territorio esistono antichi riti propiziatori simili.
Giulia Serinelli
http://www.agiscuola.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=199:cose-dell%E2%80%99altro-mondo

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