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lunes, 11 de febrero de 2013

Delirio a due - Vittorio Cottafavi (1967)


TITULO ORIGINAL Delirio a due
AÑO 1967
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
VERSION TELEVISIVA EMITIDA el 28 de octubre de 1967
DIRECCION Vittorio Cottafavi
AUTOR Eugène Ionesco
TRADUCCION Gian Renzo Morteo
ESCENAS Mario Grazzini
LUCES Sergio Pesce
VESTUARIO M. Teresa Palleri Stella
SECRETARIA DE PRODUCCION Anna Zanoli
ASISTENTE DE ESTUDIO Aldo Budini
JEFE TECNICO Piero Cicali
1° CONTROL DE CAMARA Anselmo Travaglini
TECNICO DE AUDIO Sergio Bacalini
GENERO Teatro

PERSONAJES E INTERPRETES
El
: Renato Rascel
Ella: Fulvia Mammi
Un soldado: Nello Riviè
El vecino: Edoardo Torricella
La vecina: Elena De Merik

SINOPSIS L'opera parla di due amanti in preda ad un "delirio", un litigio lungo ed assurdo su argomentazioni stupide, mentre la guerra si fa avanti nello spazio scenico. La coppia di amanti si arrovella in interminabili quanto fatue discussioni a partire dalla parentela (negata da lui, affermata da lei) fra tartaruga e lumaca, mentre la guerra che fuori infuria, provoca anche in casa clamorose distruzioni.



"Delirio a Duo" se encuentra inscripta en la denominada estética del absurdo, presenta en su aparente incongruencia la lógica de un mundo que irremediablemnte se acerca a su fin. En ella, dos personajes estereotipados son la expresión grotesca del vinculo interpersonal en el espacio real y la imagen decadente de una sociedad que en el espacio virtual acrecienta sus conflictos. Es por eso que el adentro y el afuera interactuando en forma dialéctica son los elementos generadores de la crisis y el caos. Estos seres agredidos y agresores, causa y consecuencia de la destrucción social son el emergente de una sociedad que en la violencia cotidiana e institucional sintetizan el sentido del dolor. Los hechos que sucederán harán comprender a estos personajes que la negación de la realidad, permaneciendo indiferentes ante los acontecimientos del mundo los acarreará a la muerte en forma unívoca y fatal. (http://www.alternativateatral.com/obra858-delirio-a-duo)

“Delirio a due” è uno dei capolavori del teatro dell’assurdo di Ionesco. Quest'opera è la denuncia della chiusura e dell’incomunicabilità tra due amanti i quali, preoccupati solo delle loro beghe meschine, non s’accorgono della morte che li circonda. Sullo sfondo il mondo è sconvolto da una guerra civile, fratricida, ma i fatti esterni vengono percepiti solo come comuni elementi di disturbo al loro assurdo delirio. Capolavoro comico, emblema del teatro dell’assurdo di Ionesco, è la denuncia della chiusura e dell’incomunicabilità tra due amanti i quali, preoccupati solo delle loro beghe meschine, non s’accorgono della morte che li circonda. I fatti esterni vengono percepiti solo come comuni elementi di disturbo o quanto meno sentiti come tali e via via trascritti nei termini del più angusto soggettivismo. I due protagonisti, da anni, si divertono ad umiliarsi, ad insultarsi reciprocamente, chiusi in un gretto egoismo che non risparmia né loro stessi né la realtà sensibile che sembra scivolare loro addosso: senza tregua, senza sosta, senza possibilità di scampo, in un gioco al massacro senza esclusione di colpi. Il luogo d’azione è una stanza spoglia, senza caratterizzazione personale, tesa a sottolineare l’assoluta mancanza di capacità dei due di lasciare un segno tangibile della loro esistenza e della loro funzione nel mondo. Chiusi tra quattro mura scosse dai tremori delle granate e dai rumori degli spari, i due non smettono di chiedersi se la tartaruga e la lumaca siano o meno lo stesso animale. La comicità amara che ne fuoriesce rende lo spettatore partecipe del dilemma umano dell’incomunicabilità e della mancanza di interazione totale tra gli uomini offrendo uno spaccato di folle quotidianità di una folle coppia, instancabilmente concentrata sulla violenza verbale. “Delirio a due” è una sfida avventurosa proprio perché stringe il campo della mancata interagibilità umana nello scontro dialettico ed assurdo, grottesco, carnascialesco tra una coppia persa in vane questioni: la mancanza di contatti con l’esterno incita lo spettatore a farsi domande sulle scheletriche questioni private che trascinano uno stanco rapporto meschino e senza vie di sviluppo o di crescita. L’interpretazione di “Delirio a due” diviene così uno strumento di conoscenza dell’uomo, un modo trasversale di guardare l’inadeguatezza dei comportamenti di una coppia borghese di fronte alle tangibili follie umane. Renato Rascel è accompagnato da F. Mammi, N. Rivié, E. Torricella, Elena de Merik, con la regia di V. Cottafavi.
http://ddalternate.net/ita/viewtopic.php?f=366&t=3515437

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