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lunes, 4 de marzo de 2013

Via Margutta - Mario Camerini (1960)


TITULO ORIGINAL Via Margutta
AÑO 1960
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 110 min.
DIRECCION Mario Camerini
ARGUMENTO Novela "Gente al Babuino" de Ugo Moretti
GUION Mario Camerini, Franco Brusati, Ugo Guerra, Ennio De Concini
ASISTENTE DE DIRECCION Armando Crispino
REPARTO Gérard Blain, Roberto Bertea, Walter Brofferio, Gianni Dei, Wera De Kormos, Franco Fabrizi, Franco Giacobini, John Francis Lane, Spiros Focás, Barbara Florian, Cristina Gajoni, Yvonne Fourneaux, Gabriella Giorgelli, Claudio Gora, Natale Cirino, Thomas Conception, Elvira Cortese, Claudio Hungari, Antonella Lualdi, Marion T. Marshall
ESCENOGRAFIA Massimiliano Capriccioli
FOTOGRAFIA Leonida Barboni
MONTAJE Giuliana Attenni
MUSICA Piero Piccioni
PRODUCCION Gianni Hecht Lucari, Documento (ROMA) Le Louvre (PARIS)
GENERO Comedia / Drama

SINOPSIS Nell'anno della Dolce vita Camerini mette in scena in toni agrodolci una via famosa di Roma cui fanno capo diversi casi di giovani pittori che vogliono emergere e di altri giovani che vogliono "arrivare". A che prezzo? Tratta dal romanzo Gente al Babuino di Ugo Moretti, la sceneggiatura di Bruttai e De Concini non manca di finezze. Gli attori sono di tutto rispetto (ottimo Gora), ma la regia è stanca. (Il Morandini)


Mario Camerini, un regista senza tempo

Mario Camerini, l’autore per eccellenza, insieme ad Alessandro Blasetti del cinema del Ventennio, stretto tra il muto e il neorealismo, oggetto di studi sempre più approfonditi, ma ancora da esplorare.

In questa storia del cinema italiano che la Cineteca Nazionale scrive, e riscrive, giorno per giorno, attraverso la programmazione del Cinema Trevi, non poteva non trovare spazio un regista come Mario Camerini, l'autore per eccellenza, insieme ad Alessandro Blasetti, del periodo che va dal 1930 al 1945; ovvero il cinema del Ventennio, stretto tra il muto e il neorealismo, oggetto di studi sempre più approfonditi, ma ancora da esplorare per coglierne appieno influenze e originalità. Ne è un esempio significativo il primo film proposto in rassegna, Je vous aimerai toujours, versione francese di T'amerò sempre, opera del 1933, di cui a distanza di dieci anni lo stesso Camerini realizzerà un remake, con lo stesso titolo. In un contesto sociale e politico di chiusura autarchica, il cinema italiano dell'epoca è invece un cinema aperto, che dialoga con se stesso e con le altre cinematografie, creando film doppi, tripli, artifici (le commedie pseudo-ungheresi), sovvertimenti, reiterazioni, spunti per il cinema a venire, utilizzando il meccanismo della fuga dalla realtà per raccontare, indirettamente, la stessa. Come ha scritto nel 1932 il futuro regista Raffaello Matarazzo, «lo stile cinematografico di Mario Camerini possiamo ormai ritenerlo fatto apposta per farci vedere come attraverso un cannocchiale continuamente capovolto le vicende della vita. Quello che era piccolo diventa grande; ciò ch'è grande si rimpicciolisce, da qui scaturiscono armonia ed equilibrio: i fattori unici dell'arte di Camerini». Il cinema capovolto, che solo in prossimità della caduta del fascismo con Fari nella nebbia di Franciolini, Ossessione di Visconti e pochi altri film, comincerà nuovamente a guardare frontalmente la realtà, preannunciando il neorealismo, di cui lo stesso Camerini sarà protagonista, un po' ai margini (proponiamo in questa rassegna Due lettere anonime, forse il suo capolavoro mancato, in un'impari confronto con Roma città aperta). Ma già lo stesso Come le foglie, altro film in programma, è un film "eversivo", per usare l'aggettivo caro allo studioso cameriniano Sergio Grmek Germani, ma la censura non se accorse: «un film magnificamente fuori tempo». Come il cinema di Camerini, che ha anticipato la modernità con Rotaie, ha giocato con la realtà durante il fascismo, bilanciando avvicinamento e allontanamento dall'obiettivo, per poi ritrovarsi nel dopoguerra spiazzato, a rincorrere un cinema che andava in molteplici direzioni, molte le ha percorse, senza però riuscire a incidere sul tempo cinematografico, non essendo più attuale. E il Camerini inattuale è protagonista di alcuni film di questa breve rassegna, sperando in un futuro immediato di poter ritornare sugli altri titoli della sua lunga filmografia.


«Storie incrociate di vari personaggi che si incontrano nella celebre via degli artisti a Roma, persone indifferenti a tutto, vacue nei propositi, superficiali ed insulse. Chi cerca un amore, chi cerca la notorietà, chi cerca l'affermazione e il concretizzarsi dei propri sogni ed anche chi cerca se stesso» (Lancia).

«Via Margutta non è certamente il miglior film realizzato da Camerini nel dopoguerra, ma non è neppure, a dispetto dell'ingeneroso giudizio della quasi totalità della critica coeva, l'opera mediocre di un regista ormai vecchio e stanco (giudizio smentito, nei fatti, dal di poco successivo Crimen, senza ombra di dubbio una delle migliori commedie degli anni '60). […] Un Camerini magari minore, ma non per questo meno ispirato. Il vitellonismo di stampo felliniano che permea Via Margutta è, a ben guardare, perfettamente coerente con la poetica e con l'ideologia cameriniana» (Grattarola).
http://www.fondazionecsc.it/events_detail.jsp?IDAREA=9&ID_EVENT=618&GTEMPLATE=events.jsp

2 comentarios:

  1. Muchas gracias,Amarcord por esta deliciosa comedia de Camerini.
    samueleliseu

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  2. Puoi ripostare i film:
    Nella città perduta di Sarzana e Gli sbandati
    poichè sono incompleti.
    Grazie per l'immane lavoro che fai per noi amanti del belfilm.

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