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domingo, 15 de diciembre de 2013

Le castagne sono buone - Pietro Germi (1970)


TITULO ORIGINAL Le castagne sono buone
AÑO 1970
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 108 min.
DIRECCION Pietro Germi
GUION Pietro Germi, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli, Leo Benvenuti
REPARTO Gianni Morandi, Stefania Casini, Nicoletta Rangoni Machiavelli, Milla Sannoner, Memè Perlini, Gigi Reder, Patricia Allison, Giuseppe Rinaldi, Steffen Zacharias, Cinzia Sperapani, Corrado Solari, Amedeo Trilli, Elisabetta Bramini, Silla Bettini, Giancarlo Nanni, Fortunato Cecilia, Anna Maria De Mattia, Pino Ferrara
FOTOGRAFIA Aiace Parolin
MONTAJE Sandro Lena
MUSICA Carlo Rustichelli
PRODUCCION R.P.A./RIZZOLI FILM
GENERO Comedia

SINOPSIS L'altalena d'amore tra un giovane regista finto cinico e una studentessa sportiva, garrula e pura è il tema del più brutto film di P. Germi, in altalena, lui, tra la misoginia e la mitizzazione della donna (vergine). (Il Morandini)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)

TRAMA: 
Luigi Vivarelli, un giovane regista cinico e donnaiolo, conosce, in occasione di una trasmissione televisiva, una studentessa, Carla Lotito, orfana di padre, che si è trasferita dalla Campania a Roma presso sua sorella Teresa, separata dal marito. Abituato alle facili avventure, Luigi si trova questa volta alle prese con una ragazza diversa dal solito: moderna, sportiva, cameratesca, Carla ha conservato un'immacolata purezza di sentimenti, crede nella bontà, nella fratellanza, nell'amore del prossimo. Prima di cedergli, vuole essere sicura dei sentimenti di Luigi e quando, durante una gita ad Amalfi, in cui l'ha presentato a sua madre, cade finalmente fra le braccia del suo ragazzo questo preferisce allontanarsi, deciso, pur volendole bene, a conservare la propria indipendenza. Ripresa la sua solita vita, Luigi ritrova, in casa di un medico, Teresa, che, delusa dall'ultimo amico, ha tentato di uccidersi. A quella vista si commuove, ripensa a Carla, scopre di amarla più che mai e, ormai disposto a cambiar vita, si precipita da lei.

Le castagne sono buone. E sono buoni anche i sentimenti, la famiglia, la vita sana, i pensieri onesti. Non sono buone, invece, le droghe, le proteste, le avanguardie progressiste, le barbe hippy, le erotomanie. Questa la tesi controcorrente, ma tutt’altro che sbagliata, del film di oggi, diretto da Pietro Germi e scritto, con lui, da Leo Benvenuti, Pieno De Bennardi e Tullio Pinelli. A sostegno di questa tesi, già anticipata in chiave rurale da Serafino, ci sono proposti, in chiave cittadina, i casi di una brava ragazza, Canla, che si innamora di un regista della TV, Luigi, tipico esponente della gioventù di oggi.
Gian Luigi Rondi. Il tempo


Trama
Luigi Vivarelli è un regista televisivo, nonché impenitente donnaiolo. Durante le riprese di una trasmissione sul tema del disagio giovanile, conosce Carla Lotito, studentessa di architettura fuorisede, e ne è subito attratto. Ma Carla non è come tutte le donne frequentate da Luigi: cattolica praticante, crede nei veri, semplici valori della vita ("le castagne sono buone", come le scrisse il padre morto su un biglietto in un momento di sconforto) e cerca di renderne partecipe il suo spasimante.
Ella ha una sorella, Teresa, che è il suo esatto contrario: assai disinibita, attrice di teatro sperimentale (durante una recita, lo spettacolo viene interrotto dall'irruzione della polizia che arresta tutti gli attori per oscenità), e con figlioletta a carico avuta da padre ignoto.
Luigi è molto scettico: egli è un uomo profondamente sfiduciato ("la maggior parte delle persone non vale neanche la pena di incontrarla"), mondano e superficiale, e non crede nella solidarietà umana: una sorta di reality-cam da lui girata in una strada di Milano, dove un attore finge un malore e stramazza al suolo senza che nessuno lo soccorra, sembrerebbe confermare le sue "teorie", causando l'allontanamento di Carla.
Luigi così per qualche tempo si dedica al lavoro, e si fa negare in ufficio e al telefono. Solo poco dopo, pentito, ritorna da Carla, e la accompagna insieme alla nipotina al di lei paese natale. Qui, ospite della madre della ragazza e dei suoi amici, assapora per la prima volta quella vita semplice e spensierata che ella ostenta. Ma un nuovo rifiuto di Carla a "concedersi" porrà fine alla parentesi felice.
Ritornato a Roma, durante una sera pokeristica a casa di un amico, Luigi reincontra Teresa, ubriaca e sotto l'effetto di stupefacenti. E grazie alla cattiva reazione dei suoi compagni, mosso a pietà per la prima volta, il giovane saprà aiutarla, e mediante lei- ed un documentario sui "veri valori" che egli gira subito dopo- si riconcilierà definitivamente con Carla, con l'intenzione di metter su famiglia al più presto.

Commento
Nonostante la presenza di Gianni Morandi e la sceneggiatura dei fidi Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi e Tullio Pinelli, il film è considerato dalla critica[senza fonte] come il peggiore di Germi, ormai in fase calante dopo la fortunata stagione della commedia all'italiana.

Location
* Le scene del paese sono state girate a Cetara, in Provincia di Salerno, dove ancora oggi il ricordo delle riprese del film è ancora vivissimo tra gli abitanti.
* Altre scene sono state girate a Castel San Pietro Romano, in Provincia di Roma, e sulla spiaggia di Sperlonga.
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Bhe, in effetti le castagne sono solo un simbolo in questo film di Pietro Germi del 1972.
E' la storia di un regista televisivo, Luigi Vivarelli, donnaiolo e superficiale che conosce ed è attratto da Carla Lotito, studentessa di architettura e cattolica praticante.
Carla per esprimere il proprio credo nei veri, semplici valori della vita utilizza "le castagne sono buone" come aforisma, ripetendo un'espressione del padre morto.
Da questo amore fra due caratteri opposti e l'arrivo della sorella Teresa, attrice fallita ed assai disinibita, si sviluppa un film non straordinario; anzi generalmente considerato il peggiore di Germi.
Il film porterà Luigi a lasciare la sua vita da vitellone, iniziare un film sui "veri valori" e metter su famiglia assieme alla cattolica Carla.
E' interessante però notare come le castagne diventino simbolo di questa ricerca di una normalità nella tradizione e nella semplicità.
Sono finiti gli anni '60, iniziati da Fellini con la "Dolce vita"; le ricette per un ritorno alla realtà sembrano oscillare da "formidabili quegli anni" di chi si rifugia (e talora sfrutta abilmente) l'impegno in politica e coloro, come Germi, che indicano un ritorno ad uno stato più semplice, legato alla natura e garantito dai valori della tradizione.
Un aspetto minore è il notare come il consumo delle castagne fosse letteralmente crollato dopo la guerra: le castagne ricordavano quegli anni di privazioni, di fame, di povertà, cose da cancellare nell'Italia del boom.
Anche a causa dell'abbandono della montagna e dei tagli indiscriminati dei boschi, in pochi anni si passa da una produzione nazionale di circa 6 milioni di quintali a poco più di 500.000.
Le castagne nei mercati all'ingrosso costano meno delle mele.
La ripresa inizia proprio nei '70, quando le stesse pulsioni emotive, filtrate dal tempo, si trasformano: non più "povertà" ma "semplicità", non più "fame" ma "ricerca della moderatezza".
Le castagne ricordano tempi (della cui durezza si è persa la reale misura) in fondo meno complessi, in cui i "valori" garantivano un andamento rassicurante, in completa antitesi con la destrutturazione di regole della tradizione attuate nel decennio precedente. Quindi non una vera reazione, ma un semplice stato momentaneo in cui nascondersi dall'irruzione di un mondo in cambiamento visto come troppo accelerato.
Pulsioni che però saranno destinate ad esercitare un impatto permanente sui decenni successivi, basti pensare ad alcuni aspetti del complesso pensiero di SlowFood, e soprattutto ai vari epigoni minori, che sembrano offrire un approdo, "ovviamente" per il week-end ed a pagamento, dalla realtà quotidiana.

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