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sábado, 9 de octubre de 2021

Via Padova 46 (Lo scocciatore) - Giorgio Bianchi (1953)

TÍTULO ORIGINAL
Via Padova 46 (Lo scocciatore) 
AÑO
1953
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
79 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Giorgio Bianchi
GUIÓN
Fede Arnaud, Giorgio Bianchi, Aldo De Benedetti, Leopoldo Trieste
MÚSICA
Nino Rota
FOTOGRAFÍA
Aldo Graziati, Carlo Montuori (B&W)
REPARTO
Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Ernesto Almirante, Carlo Dapporto, Arlette Poirier
PRODUCTORA
Edo Film Roma
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
El secretario Arduino Buongiorno lleva una vida monótona entre el trabajo rutinario de la secretaría de Hacienda y la casa donde vive con una mujer indolente, hipocondríaca y dedicada a los medicamentos. A partir de un encuentro casual en una tarde de domingo con una fascinante chica de compañía, le llega la oportunidad para tener una cita en el apartamento de la joven, en Via Padova 46. Cuando acude a la hora acordada, no recibe respuesta. Al día siguiente sabrá porqué no le abrió la puerta, y además, su vida ya no será tan aburrida como antes... (FILMAFFINITY)
 
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Recuperato qualche anno fa dopo mezzo secolo di oblio, Via Padova 46 è un film ancora oggi sottovalutato, nonostante il passaggio in pompa magna a Bologna in occasione del restauro. Prima di tutto va segnalato come una delle opere più riuscite di un regista nascosto e brillante come Giorgio Bianchi, che ha nel suo curriculum un piccolo gioiello come Il moralista e troppe volte riciclatosi in farse senza interesse.

Poi per la trama, che nel panorama del cinema italiano brillante degli anni cinquanta rappresentava un guizzo interessante e curioso, con qualche venatura di black-comedy inglese. E poi per un cast molto polifonico che vede al centro della scena un Peppino De Filippo al solito eccellente nelle sue rare prove di protagonista assoluto.

Non di rado la pacata compostezza del grande napoletano è sconvolta dalla petulante invadenza di un frizzante Alberto Sordi ancora relegato al ruolo di caratterista e dalle smanie avventurose di Giulietta Masina pre-Gelsomina. Attorno a loro, un reparto di meravigliosi caratteristi, compreso Leopoldo Trieste anche impegnato come sceneggiatore.

Rieditato senza fortuna col titolo Lo scocciatore dopo l’avvento del fenomeno Sordi: dimenticato in un angoletto della memoria cinematografica da parecchi storici, è stato ritrovato dalla Cineteca di Bologna in un lotto di pellicole acquistate da un collezionista. Una commedia simpatica che riflette sul tema delle paranoie e dei sospetti servendosi di situazioni curiose e equivoci, con una confezione di gran lusso (la fotografia è di Carlo Montuori e G. R. Aldo, le musiche sono di Nino Rota).
 

Arduino Buongiorno, impiegato del Ministero delle Finanze, conduce una vita modesta tutta lavoro, con colleghi nullafacenti e capo ufficio autoritario e casa, dove convive con la moglie Carmela, ipocondriaca e perennemente stanca, alla quale fa da contraltare sua madre Tarquinia, suocera autoritaria e  dispotica sia con il genero che con il marito Cesare che ha velleità di inventore anche se di cose bislacche ed inutili. In questa monotonia di lavoro, moglie e suoceri, Arduino ha la fortuita occasione di incontrare in un caffè all'aperto affollatissimo, la giovane e bella Marcella, italo francese e facente la professione più antica del mondo. Il buon Arduino se ne è reso conto solo grazie al collega Bertuscelli, uomo di mondo, che dalla descrizione ha capito il soggetto e la tariffa che in genere chiede, sulle diecimila lire: “perché sai gli uomini si dividono in due categorie: quelli che piacciono e quelli che pagano”. Arduino, non è certo di appartenere alla seconda categoria, ma nei giorni che seguono è ossessionato dalla donna al punto che decide di andare a casa sua in Via Padova 46, interno 16 ed essendo sempre senza una lira, dovendo consegnare alla moglie la busta paga ogni mese, impegna un vecchio orologio e una catenina d'oro per racimolare la somma necessaria. Preso l'appuntamento, si reca sul posto con fare circospetto per cercare di non essere notato. Ma il portiere dello stabile prima e un vicino di casa che mal tollera una inquilina come la "signora" Marcella, lo notano, come del resto l'infermiera di uno studio medico e un'altra signora. Tra l'altro nessuno gli apre dopo ripetuti tentativi al campanello e il poveretto è costretto a tornarsene a casa, per apprendere l'indomani sui giornali che la donna è stata assassinata cosa che lo getta nel panico di essere stato individuato e in qualche modo collegato al caso. Infatti si ricerca un tipo che corrisponde alle sue fattezze viste le descrizioni fatte alla polizia dal dirimpettaio della prostituta e dal portiere, anche se in contrasto tra loro per via dei baffi del sospettato.  Arduino è spaventato e come non bastasse viene contattato da Irene, un'amica della defunta che lo aveva visto con lei quel giorno al caffè, che lo consiglia di avvalersi di un suo amico avvocato, tale Tancredo Tancredi, poco più che un azzeccagarbugli da strapazzo che per una mangiata a scrocco promette miracoli. Equivoci a non finire e disperazione del povero Arduino che sale alle stelle quando pensa di essere stato catturato dalla polizia che invece stava ricercando uno spacciatore di droga, e che lo tranquillizza per il caso della prostituta in quanto è stato catturato l'assassino reo confesso. Una liberazione che lo rende finalmente felice di tornare a casa e comprare strada facendo un mazzo di fiori a sua moglie, la donna più bella del mondo!
Divertente commedia considerata perduta e fortunatamente ritrovata in quello che è ormai considerato un santuario delle pellicole, la Cineteca di Bologna, anche se con evidenti pezzi mancanti, piccoli tagli che tuttavia non incidono nel racconto. Molto bravi gli interpreti con Peppino De Filippo, al quale, quella che doveva essere una scappatella, rischiava di costargli caro, anche grazie all'invadenza del suo dirimpettaio Gianrico, ficcanaso sempre tra i piedi nei momenti più tesi, uno straordinario Alberto Sordi, impiccione e scocciatore come da titolo aggiunto successivamente grazie ad una popolarità ormai strabordante.
https://cinemaestri.blogspot.com/2015/07/lo-scocciatore-via-padova-46.html


Una rarità nelle mani d' un amatore

Forse, se non avesse incontrato Fellini, Alberto Sordi sarebbe rimasto intrappolato in quella macchietta radiofonica che gli aveva portato il successo. La dimostrazione è in quel film considerato perduto, Via Padova 46 del 1953, che la Cineteca del Comune di Bologna ha fortunosamente ritrovato pochi giorni fa nei suoi archivi. Era l' unico, tra i titoli della filmografia di Sordi, di cui sembrava sparita ogni copia. Il film tornato alla luce sarà presentato il 3 luglio nel corso del festival Il Cinema Ritrovato che, ormai alla sua diciassettesima edizione e in una nuovissima sede, si svolgerà a Bologna dal 28 giugno al 5 luglio. Diretto da Giorgio Bianchi e interpretato da Peppino De Filippo, Giulietta Masina, Leopoldo Trieste, con le musiche di Nino Rota, Via Padova 46 ha, almeno nei nomi del cast, un curioso apparentamento con il mondo di Fellini. Ma è lontano mille miglia dalle sue atmosfere. Si tratta di una commedia con uno spunto giallo che vede Sordi impegnato nel ruolo di uno scocciatore, petulante e pettegolo, un personaggio molto simile a Mario Pio, la macchietta che lo aveva reso celebre alla radio, sussiegoso, falso, con una vocetta impostata e insopportabile. «Avrebbe potuto finire lì, imprigionato in quel cliché» commenta Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca del Comune di Bologna «ma la cosa sorprendete è che in quello stesso anno Sordi interpretò I vitelloni, un film formativo per la commedia all' italiana, non solo per lui». Via Padova 46 non ebbe alla sua uscita un consenso né del pubblico né della critica. Si provò, dopo il successo di I vitelloni a rieditarlo con il titolo Lo scocciatore spostando l' attenzione proprio su Sordi, ma anche così il film non riuscì a decollare. «In tutti gli anni Cinquanta» spiega Farinelli «i comici facevano continue apparizioni spostandosi da un set all' altro. Totò faceva anche dieci film all' anno. In quell' anno 1953 Via Padova 46 avrebbe potuto rappresentare, nella costruzione della carriera di Sordi, il rischio di chiudersi in un vicolo cieco. Ma paradossalmente mentre la Masina, con La strada di Fellini viene imprigionata nel ruolo di Gelsomina, Sordi con I vitelloni viene liberato dal ruolo di Mario Pio». Il ritrovamento del film, che Farinelli definisce «una scoperta straordinaria», è cosa di qualche giorno fa. La pellicola era in un lotto di 1500 film acquistati da un collezionista da parte della Cineteca del Comune di Bologna. «Abbiamo scoperto» continua Farinelli «che era un film ricercatissimo, soprattutto dagli eredi di chi deteneva i diritti d' autore. Si tratta di materiali malconci, ma per fortuna la copia è integra. Perché sparì? In quegli anni un film viveva una stagione molto breve dopodiché, soprattutto se non aveva avuto successo, scompariva nel nulla».

Roberto Rombi
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/06/25/una-rarita-nelle-mani-un-amatore.html


 
 




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