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lunes, 10 de mayo de 2021

Agnus Dei - Karine De Villers, Mario Brenta (2012)

TÍTULO ORIGINAL
Agnus Dei
AÑO
2012
IDIOMA
Francés
SUBTÍTULOS
Italiano (Incorporados)
DURACIÓN
26 min
PAÍS
Italia, Bélgica
DIRECCIÓN
Karine De Villers, Mario Brenta
GÉNERO
Documental / Drama

Sinossi:
Prima di recarsi in ospedale per un intervento al quale non sarebbe sopravvissuto, e forse mosso da una vaga premonizione, mio padre mi raccontò qualcosa, sulla quale dovevo fare un film. Una storia che era stata tenuta nascosta per più di cinquant’anni. Era la storia di un abuso sessuale. Parlava di un collegio, un adolescente ed un monaco. L’adolescente era mio padre. (Mario Brenta)
 

Trama
Un padre in punto di morte affida alla figlia un terribile segreto risalente alla sua infanzia e sempre soffocato nell'animo.

Note
Nell'affrontare una questione intima e quasi irrappresentabile, De Villers - insieme al co-regista Brenta - riesce a essere pudica e dolente, mentre emergono la disillusione verso le forme di giustizia e di religione e l'impossibilità del perdono.


Le chiese di farne un film. Ne è uscito un piccolo capolavoro di una ventina di minuti, con il soggetto della storia presente in assenza, evocato cioè dalla voce della figlia. Come Tiziano aleggia in Calle della Pietà per volontà di Brenta. L’analogia tra i due film si conferma negli attacchi. Se il precedente principia dai pali conficcati nella Laguna che indicano un percorso, questo, da un singolo palo della luce in mezzo a un campo, che prelude al collegio in cui fu la sodomia. Oggi l’edificio è abbandonato e in rovina. Tutto il visibile che la regia evoca, non fa che rivelare una decrepitezza o una distruzione in atto. Qualcosa che afferra alla gola perché significa la morte dell’animo del padre o l’angoscia della figlia per l’oggetto del suo amore.
https://gazzettadimantova.gelocal.it/tempo-libero/2015/11/11/news/un-giorno-al-mignon-dedicato-alle-opere-di-brenta-e-de-villers-1.12425788

Los primeros minutos de Agnus Dei anticipan el sentido del film: el Cristo sobre la cruz, la protagonista en la iglesia; el padre en un hospital en sus últimos momentos de vida. Tras esta obertura y sobre
fondo negro se escucha: “Aquello que hemos olvidado no se olvida de nosotros”
A partir de este momento el film se organiza en una relación de orden temático-afectiva que no respeta la causalidad del relato. La protagonista efectúa un viaje en el que va recomponiendo su vida. Son pequeños retazos de su existencia pero
que al mismo tiempo pertenecen a la memoria colectiva.
“Una ruptura con las estructuras que funciona en otro orden más que sintáctico-narrativo, semántico. No necesariamente respetuoso con la cronología lineal (o, tal vez, incluso una cronología verdadera y
propia), recorriendo las imágenes personales que al mismo tiempo pertenecen a nuestra memoria colectiva (una suerte de hic et nunc atemporal”.
Mercedes Miguel Borrás, "Entre el cine y la realidad: Metodologías de análisis. El caso de IPOTESI CINEMA (2013)
 

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