ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




jueves, 4 de febrero de 2021

Abbasso la miseria! - Gennaro Righelli (1945)

 TÍTULO ORIGINAL
Abbasso la miseria!
AÑO
1945
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español, Inglés e Italiano (Separados)
DURACIÓN
90 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Gennaro Righelli
GUIÓN
Mario Monicelli, Nicola Fausto Neroni, Gennaro Righelli
MÚSICA
Umberto Mancini
FOTOGRAFÍA
Rodolfo Lombardi (B&W)
REPARTO
Anna Magnani, Nino Besozzi, Virgilio Riento, Marisa Vernati, Vito Annichiarico, Sandro Ruffini, Lauro Gazzolo, Aldo Silvani, Vittorio Mottini
PRODUCTORA
Domus Film
GÉNERO
Drama

Sinopsis
Dos amigos, dos familias; el primero, milanés honesto y pobre, el segundo, romano resabiado y que se gana la vida con el mercado negro. Entre ellos, Nannarella, esposa del primero, que no hace más que recordarle lo "mucho" que gana siendo honesto. Al hogar se une un niño huérfano napolitano, que creen que es hijo natural del marido. (FILMAFFINITY)
2 

La commedia quotidiana
In Abbasso la miseria!, quello che ha stupito piacevolmente sono state la naturalezza degli attori, la verità delle situazioni e dei casi.

Aprile 1946
Il film italiano Abbasso la miseria! si presta a molte considerazioni. Diretto da un vecchio lupo del nostro cinema, un regista della vecchia guardia proveniente addirittura dal cinema muto, Gennaro Righelli, interpretato da un attore di prosa, Nino Besozzi, da un attore di rivista, Virgilio Riento, e dalla straordinaria Anna Magnani, il film poteva essere giudicato in partenza come qualcosa da non fidarsi troppo, come roba di ordinaria amministrazione. E invece si tratta di un film riuscito, che ha il merito di muoversi sul concreto, di interessare, di mordere su una materia viva.
Abbiamo assistito sino a oggi senza far motto a una lunga polemica fra fautori, interessati in quanto gente di cinema, della protezione dei nostri film dalla concorrenza straniera e giornalisti sostenitori della libera concorrenza anche nel campo cinematografico. Si tratta di due punti diversi e addirittura opposti che non è facile conciliare. Certo che, per i dubbiosi, film come questo, fatto con mezzi modesti e che piace molto alla gente, possono suggerire una soluzione che appaghi.
Il cinema va considerato come un’industria artistica, cioè come qualcosa che attrae a sé, un argomento di indole estetica o parentetica, molti interessi, molta cupidigia, soprattutto molti sentimenti che hanno ben poco a spartire con l’arte disinteressata. È vero tuttavia che dalla liberazione in avanti noi abbian visto che dal castello di carte dell’autarchia cinematografica, castello che pareva crollato miserevolmente, sono nati in breve ora iniziative e realizzazioni che hanno conquistato gli spettatori. Noi non abbiamo molta simpatia per i film “che parlano al vostro cuore”, cioè per quei film che Mattoli distribuisce con meticolosa economia dalle due alle tre volte all’anno alle platee assetate. Film fatti con una dosatura senza pentimenti di tutti gli ingredienti necessari al successo. Però abbiamo dovuto accettare il fatto che, anche dopo la fine dell’autarchia cinematografica, la macchina mattoliana ha funzionato a pieno regime toccando dappertutto il successo. Quando compariva Alida Valli sugli schermi non c’erano sul mercato Bette Davis o Rita Hayworth o Lana Turner che tenessero. Tutti correvano da lei. Per non parlare di Roma città aperta e di altri film che vedrete presto e di cui il successo a nostro parere è sicuro. A che servirebbe allora la protezione dei nostri film? A farci ingollare molli anche commercialmente senza senso e proibire tanti film di fuori, americani e francesi, sovietici e inglesi, che desideriamo vedere.
Se i produttori italiani, ammaestrati dal ventennio, sapranno seguire le vie del buon senso, crediamo che la nostra cinematografia, senza bisogno di tante storie o al massimo con un protezionismo molto annacquato, saprà cavarsela assai bene. La gente, gli spettatori del cinema, ha sete di cose nostre, di veder rispecchiati i propri desideri, le proprie fantasie, i propri difetti, di vedere sullo schermo i personaggi di quella commedia quotidiana che ama e a cui è attaccata perché è costretta a viverla giorno per giorno, ora per ora. In fondo, in Abbasso la miseria!, quello che ha stupito piacevolmente sono state la naturalezza degli attori, la verità delle situazioni e dei casi. Tutti sanno che intelligente attrice sia Anna Magnani, per poco che sappia sorvegliarsi, e qui è stata bravissima. Ma pochi sanno che Nino Besozzi può essere un buon attore di cinema, dopo esserlo stato di teatro. Qui Besozzi è vero, ed è riuscito a far dimenticare il funesto ricordo del Besozzi comico-sentimentale di anni lontani.
Pietro Bianchi
https://annamagnaniarchive.online/tag/abbasso-la-miseria/

Gennaro Righelli (1886 - 1949) è un regista che con la sua produzione attraversa la stagione pioneristica del cinema italiano, le due guerre mondiali e il primo dopoguerra. Autore prolifico, passa dalla Cines, alla Vesuvio Film, infine alla Tiber, scrive sceneggiature fin dal 1909, si ispira a opere letterarie (Il viaggio, 1921) e al melodramma (Cainà - La figlia dell’isola, 1922). Il suo primo film è Giovanna la pallida (1911) e - secondo la stima di Roberto Poppi - firma cinquanta pellicole in diciotto anni, risultando uno dei più prolifici autori del periodo. Marito della nota attrice Maria Jacobini (1892 - 1944), che dirige in diverse pellicole targate Vesuvio, lavora in Germania dal 1923 al 1929 per scampare alla crisi del cinema nazionale. Dirige il primo film sonoro italiano (La canzone dell’amore, 1930) e si specializza in film melodrammatici e commedie popolari. Tra le sue opere migliori: Pensaci, Giacomino! (1936), tratto dalla commedia di Luigi Pirandello, Quei due (1935), Colpo di timone (1942), lavori di impostazione comico - regionale. Nel dopoguerra riscuote grande successo con il dittico di commedie Abbasso la miseria! (1945) e Abbasso la ricchezza! (1946), entrambe interpretate da una grande Anna Magnani, che alterna il registro comico a quello drammatico. Il suo ultimo film è Il corriere del re (1947).
Abbasso la miseria! è prodotto dalla Lux Film di Riccardo Gualino in collaborazione con la Domus Film, girato per gli interni negli stabilimenti Titanus e per gli esterni tra Roma e Napoli, presentato in prima nazionale il 14 novembre 1945. Neorealismo rosa ante litteram, a tratti musicarello atipico, prima del tempo, commedia piacevole e scanzonata, ma anche storia sentimentale dai risvolti leggeri, racconto a lieto fine. Gennaro Righelli si conferma uno dei registi più preparati del periodo storico, ci lascia troppo presto, muore a sessantacinque anni, dopo aver girato due successi commerciali (meno di critica) interpretati da Anna Magnani.
Abbasso la miseria! è la storia di due autisti che alla fine della seconda guerra mondiale trafficano in borsa nera, mettendo di mezzo il padrone dei camion per cui lavorano, ma un bel giorno sono coinvolti da un losco figuro in un traffico di denaro falso. Filo conduttore sentimentale del film è un bambino trovatello napoletano (Chiari), che Giovanni (Besozzi) e Nannina (Magnani) adottano come un figlio, ma che alla fine trova il vero padre. Festa per tutti dopo un accenno di melodramma, perché il padre del bambino assume Giovanni nella fabbrica di Torino e risolve tutti i problemi economici. Molto bravi gli attori, su tutti giganteggia Anna Magnani, cantante fallita che ama gorgheggiare stornelli e romanze d’opera, sposata a un torinese ingenuo, tutto sommato innamorata. La Magnani dà vita a un personaggio di donna ruvida, colpita negli affetti dalla morte di un figlio, che fatica a mostrare il suo lato sentimentale.
Bravo anche Virgilio Riento, amico truffaldino di Nino Besozzi. Bello scambio di battute in galera con Aldo Silvani: “Conosco il codice come la mia fame”. Obiezione di Riento: “Perché sei qui dentro?. Risposta: “Perché la porta è chiusa”. Fotografia in bianco e nero fantastica, macerie e case diroccate, panorama napoletano e romano che fa compiere un tuffo nel passato, spaccato d’epoca per non dimenticare. Montaggio rapido ed essenziale. Sceneggiatura non priva di ingenuità, ma che non mostra la corda, per una pellicola invecchiata molto bene. Incasso favoloso per i tempi: 35 milioni e cinquecentomila lire.
Morando Morandini concede due stelle di critica e tre di pubblico. “Una delle prime commedie neorealiste in bilico tra il vecchio (le commedie anni Trenta di Righelli) e il nuovo (la riconoscibilità dell’ambientazione sociale: il quartiere dove tutti si conoscono e litigano alla maniera di Goldoni). Film ibrido con qualche gag azzeccata e il personaggio di Riento, modello di futuri tiretti  dell’arte di arrangiarsi. Un po’ in ombra la Magnani”. Non condividiamo: la Magnani è fantastica. Pino Farinotti conferma le due stelle, ma non commenta, mentre Paolo Mereghetti ribassa a una e mezzo: “Tipica commedia postbellica dal sapore dolceamaro che scherza sulle differenze regionali dei protagonisti. Giovanni è il lombardo lavoratore un po’ ingenuo, sua moglie una borgatara romana intemperante e ciarliera, il trovatello un napoletano abilissimo a trarsi sempre d’impaccio” Aggiungiamo il napoletano scaltro, interpretato da Riento e il racconto scanzonato dell’arte di arrangiarsi.
Il successo della commedia produce una sorta di sequel apocrifo: Abbasso la ricchezza! (1946), interpretato da Anna Magnani, Vittorio De Sica, Virgilio Riento, Laura Gore, Zora Piazza, John Garson, Vittorio Mottini, Domenico Gambino, Vito Chari e Galeazzo Benti. Il film è migliore del precedente, per l’interpretazione di una superlativa Anna Magnani, fruttivendola arricchita con il mercato nero che delizia il pubblico cantando Quanto sei bella Roma e ballando il boogie.
http://cinetecadicaino.blogspot.com/2013/02/abbasso-la-miseria-1945.html


 

2 comentarios: