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domingo, 21 de febrero de 2021

Ho fatto splash - Maurizio Nichetti (1980)

TÍTULO ORIGINAL
Ho fatto splash
AÑO
1980
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
95 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Maurizio Nichetti
GUIÓN
Maurizio Nichetti, Guido Manuli
MÚSICA
Detto Mariano
FOTOGRAFÍA
Mario Battistoni
REPARTO
Maurizio Nichetti, Angela Finocchiaro, Luisa Morandini, Carlina Torta
PRODUCTORA
Vides Cinematografica
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
Tres chicas comparten piso en Milán; Luisa es aspirante a actriz, Angela universitaria, y Carlina maestra de escuela a tiempo parcial. Un día reciben la visita de Maurizio, el primo de Carlina, un hombre que se durmió frente al televisor cuando tenía seis años y se ha despertado ahora tras más de 20 años. No habla, y es muy raro. La vida de las tres chicas se convertirá en una experiencia surrealista. (FILMAFFINITY)
 
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Angela (Finocchiaro), Luisa (Morandini) e Carlina (Torta: i personaggi hanno gli stessi nomi delle tre attrici) dividono un appartamento milanese a Porta Venezia, insieme a un bambino, figlio di una quarta coinquilina che è partita per un viaggio intorno al mondo. Delle tre, soltanto Carlina ha un lavoro stabile (fa l'insegnante in una scuola elementare) e porta a casa uno stipendio: Luisa aspira a fare l'attrice (con piccole parti a teatro e negli spot pubblicitari) e Angela è una pittrice sciroccata. A ravvivare ulteriormente l'atmosfera in casa, arriva il cugino di Carlina (Nichetti), che si era addormentato da piccolo guardando la televisione e si è appena risvegliato dopo un sonno durato oltre vent'anni... Il secondo film di Nichetti dopo "Ratataplan" è un libero susseguirsi di situazioni surreali e di scenette comiche ed episodiche che da un lato guardano alla comicità del muto (significativamente, nella casa delle ragazze spiccano, fra le altre cose, dei ritratti di Chaplin, Keaton, Oliver & Hardy e i fratelli Marx), per esempio nelle sequenze in cui il protagonista porta il caos in luoghi istituzionali (in chiesa, a teatro), e dall'altro cercano di abbozzare una satira sociale tipica della commedia all'italiana, benché filtrata attraverso l'ironia strampalata e grottesca, quasi "da fumetto", tipica dell'attore/regista. Il quale, fedele al proprio personaggio stralunato, resta in silenzio per l'intero film, con l'eccezione di un'unica frase, quella che dà il titolo al film (pronunciata durante le riprese di uno spot all'Idroscalo) e che diventa involontariamente un fortunato slogan pubblicitario per una bibita gassata. E proprio la pubblicità e la televisione, anzi la dipendenza (soprattutto da parte dei bambini e dei giovani) da questa, sono il filo conduttore della pellicola: sin dalla scena iniziale, in cui assistiamo all'indisciplina che regna nella classe in cui insegna Carlina (fra le altre cose, uno degli scolari fa il verso al Fonzie di "Happy Days"), per proseguire con l'attrazione irresistibile del bambino che vive in casa delle ragazze per i cartoni animati sul piccolo schermo (anche se non sembra far altro che guardarsi in loop la sigla italiana di "Gundam") e per la popolarità virale conquistata dal jingle "Ho fatto splash". Ma ce n'è per la società in generale (i giovani ribelli, il ladro gentiluomo, l'architetto "madonnaro", l'ingordigia degli invitati al pranzo di nozze, il mondo del teatro, con una presa in giro di Giorgio Strehler nella sequenza che mostra il suo allestimento de "La tempesta" di Shakespeare al Teatro Lirico). Guido Manuli ha collaborato alla sceneggiatura e ha disegnato le animazioni.
Christian Alle
http://tomobiki.blogspot.com/2018/11/ho-fatto-splash-maurizio-nichetti-1980.html

TRAMA HO FATTO SPLASH
A Milano Angela, Luisa e Carlina vivono insieme, alle spalle dell'unica a lavorare, Carlina, che fa la maestra. Luisa, aspirante attrice, vive di sogni e Angela, che di sogni ne ha pochi, si occupa malamente della casa dove, tra l'altro, vaga un bamboccio sempre incollato alla televisione, lasciato alle tre ragazze dall'amica Mimi, emigrata in Brasile senza più dar notizia di sé. Un giorno arriva la notizia che Abele (così chiamata perché sua mamma credeva che Abele fosse la moglie di Caino) ha mandato da Carlina il cugino Maurizio, appena risvegliatosi da un sonno di 20 anni, causato dall'ascolto di "Grazie dei fior", cantata da Nilla Pizzi. La notizia mette in subbuglio le ragazze che sperano nell'arrivo di un bel fusto, ma che non sanno come risolvere i problemi economici dato che Carlina è stata derubata dell'ultimo stipendio. Maurizio, comunque, finisce per essere determinante in questa specie di harem. Portato da Luisa e Angela alle riprese di un carosello, ne determina il successo "facendo splash".

CRITICA DI HO FATTO SPLASH
"(...) Riportiamo tra virgolette alcune frasi delle note di regia poichè, all'atto pratico, ciò che "Ho fatto splash" voglia dire risulta assai poco chiaro allo spettatore, il quale potrà più o meno godersi le varie sequenze in cui il film si articola ma non scoprire da solo, a meno che non sia dotato di talenti divinatori, la morale o il messaggio dell'insieme. In realtà stavolta Nichetti fa più splash che centro: il brio di "Ratataplan" riappare qui appena a tratti. Riappare soprattutto allorchè è di scena lui, con le sue duttili doti di mimo, che egli d'altronde sa bene di non dover adulterare, se per tutto il film si concede una battuta, sola, quella da cui è tratto il titolo. Per il resto, mentre "Ratataplan", era muto, qui invece si parla, si chiacchiera, e non in modo eccessivamente vivace, così come eccessivamente vivaci non sono nè le gags nè il relativo montaggio, che si anima un po' solo nelle sequenze in cui una replica della "Tempesta" di Shakespeare - Strehler è messa allegramente a soqquadro.

CURIOSITÀ SU HO FATTO SPLASH

- COLLABORAZIONE ALLA SCENEGGIATURA E ANIMAZIONE: GUIDO MANULI.
https://www.comingsoon.it/film/ho-fatto-splash/14969/scheda/

DI COSA SI TRATTA:
Maurizio bambino si addormenta davanti alla televisione e si sveglia 20 anni dopo, accolto dalla cugina e da due amiche che vivono con lei.

COSA MI E' PIACIUTO:
il film scorre molto piacevolmente sul doppio binario della commedia realistica brillante, sostenuta dalle tre ragazze, e dal comico surreale e clownesco di Nichetti, che si avvale con rispetto ma anche con creatività dei modelli del cinema comico del passato, mettendo insieme le occhiatre complici di Oliver Hardy alla fisicità acrobatica di Buster Keaton e alle invenzioni mimiche di Tati. Con Tati condivide l'idea del mutismo ostinato, interrotto da una sola frase, che dà il titolo al film. La cosa buffa è che né a Hulot né a Maurizio nessuno chiede mai perché non parlano. Lo schema prevalente è quello della distruzione involontaria dell'ordine costituito: il set pubblicitario, la cerimonia in chiesa, il pranzo nuziale, la Tempesta al Piccolo Teatro. Nichetti disordina l'ordinario, ma sempre con l'arma dell'ingenuità. Bravi tutti gli attori, anche quelli di contorno. Gradevoli le musiche di Detto Mariano.

CURIOSITA':
Luisa Morandini è figlia del noto critico Morando e coautrice dell'ancor più noto dizionario dei film. Il finto spot pubblicitario della "gassosa per i gasati" viene citato anni più tardi in Ladri di saponette.
http://www.claudiocolombo.net/Dvd/hofattosplash.htm

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