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lunes, 22 de febrero de 2021

La pazza gioia - Paolo Virzi (2016)

TÍTULO ORIGINAL
La pazza gioia
AÑO
2016
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
111 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Paolo Virzì
GUIÓN
Francesca Archibugi, Paolo Virzì
MÚSICA
Carlo Virzì
FOTOGRAFÍA
Vladan Radovic
REPARTO
Valeria Bruni Tedeschi, Micaela Ramazzotti, Anna Galiena, Valentina Carnelutti, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Bob Messini, Carlotta Brentan, Francesca Della Ragione, Roberto Rondelli
PRODUCTORA
Co-production Italia-Francia; Lotus Productions, Manny Films, RAI
GÉNERO
Comedia. Drama | Amistad. Road Movie. Comedia dramática


Sinopsis
Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) es una condesa charlatana y millonaria que está convencida de encontrarse entre los círculos íntimos de los líderes políticos mundiales. Por su parte Donatella (Micaella Ramazzotti) es una joven tatuada, vulnerable e introvertida, envuelta en su propio halo de misterio. Ambas son pacientes de Villabiondi, una delirante institución psiquiátrica. (FILMAFFINITY)

Premios
2016: 5 Premios David di Donatello: inc. mejor película, director y actriz. 17 nom.
2016: Festival de Valladolid - Seminci: Espiga de oro, Actriz y Premio del público
2016: Premios del Cine Europeo: Nominada a mejor actriz (Bruni Tedeschi)
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In una comunità terapeutica di recupero sulle colline toscane sono ospiti l’istrionica e chiacchierona Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e la fragile e silenziosa Donatella (Micaela Ramazzotti). Entrambe considerate socialmente pericolose, dissimili nel comportamento, nel carattere e nell’apparenza riescono a costruire un’imprevedibile amicizia, che le porterà verso una rocambolesca e intensa fuga (in stile Thelma & Louise) alla ricerca di impossibili risposte ed un’effimera felicità.
Siamo di fronte ad un film al femminile, magistralmente interpretato dalle due protagoniste e diretto da Virzì con grande capacità e attenzione. Ottima la sceneggiatura che affronta una serie di tematiche molto delicate con grande sensibilità, abbinandole a una sottile leggerezza, senza però sminuire il profondo dolore che accompagna l’esistenza delle due donne, e le problematiche sociali che le circondano.
Gli affetti e le emozioni s’intrecciano con i sensi di colpa, i segreti del passato e l’ammalarsi della mente. Il tutto è proposto con una perfetta fusione tra l’ironia e il dramma sostenute da un’elevatissima qualità dei dialoghi.
Quando Donatella mostra con orgoglio il nome del proprio figlio tatuato sulla spalla ecco Beatrice che con grande spontaneità risponde: “Comprati un quadernetto per scrivere le tue cosine invece di avere tutto il corpo così“.
E poi ancora: “Dove stiamo andando?” – “ Stiamo cercando un po’ di felicità” – “Ma sei scema?” – “E dove si trova?”  – “Nei posti belli, nelle tovaglie di fiandra, nei vini buoni, nelle persone gentili “
Paolo Virzì e Francesca Archibugi durante la stesura della sceneggiatura, si sono confrontati con psichiatri e psicoterapeuti, incontrando nelle case di cura pazienti con diversi tipi di disturbi. Le informazioni acquisite e il contatto profondamente umato con i malati mentali li hanno portati a scrivere un copione dalla parte di Beatrice e Donatella.
Un piccolo appunto: da appassionato di musica mi sarei aspettato una colonna sonora più caratteristica, maggiormente avvolgente, ma forse è una deformazione professionale.
Il film è stato presentato al festival di Cannes il 14 Maggio scorso, ed è stato accolto molto favorevolmente. Al termine della proiezione sono stati tributati calorosi applausi per più di dieci minuti.
I miei complimenti a Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, che con le loro recitazioni danno spessore e attendibilità a personaggi estremamente complessi.
Un film da vedere assolutamente!
Roberto Bianchi
https://offtopicmagazine.net/2016/06/10/la-pazza-gioia-di-paolo-virzi-2016/

Paranoiche, ansiose, ossessive, insonni, lunatiche: non sono le pazienti di un reparto psichiatrico, non sono le donne dei film di Virzì, sono le persone. Il segreto de La pazza gioia, l'ultimo lavoro del regista livornese scritto con Francesca Archibugi e presentato a Cannes nella Quinzaine, sta nel mescolare tutto – malattia, femminilità e umanità – nel non dividere il mondo dei matti da quello dei ”normali” e nel non escludere il dramma dalla commedia.

A Villa Biondi – virtuosa comunità terapeutica sulle colline pistoiesi – Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) incontra e travolge Donatella (Micaela Ramazzotti). La prima indossa abiti eleganti e colorati, ha un ombrellino per ripararsi dal sole, è una sedicente contessa che sostiene di essere stata incastrata dalla magistratura. La seconda è il suo opposto: tace, è coperta da tatuaggi e cicatrici, le tremano le mani, ha la fisionomia delle ragazze che in stazione ti chiedono un euro per il biglietto.
Il film racconta della loro fuga alla ricerca di una felicità piccola e allo stesso tempo immensa, dei loro tentativi di rimediare agli errori del passato e dei loro nuovi sbagli, del loro rincorrere gli amori sbagliati. E Paolo Virzì ci riesce ancora, nonostante qualche caricatura, a creare personaggi come nessun’altro sa fare e il bello è che non si capisce fino in fondo quale sia il suo trucco. Perché non è vero che il regista de La prima cosa bella, film che ha diversi aspetti in comune con La pazza gioia, riesce a raccontare le donne, o per lo meno, non è solo così. Beatrice e Donatella sono donne, ma sono prima di tutto, come si diceva all'inizio, persone; esseri umani dotati di un’emotività incontrollata e sprovvisti di ipocrisia, sono caratteri che nella quotidianità potrebbero anche infastidirci, ma che il film decide di non giudicare.

In tutto questo vortice di dolente allegria Vladan Radovic fotografa una Toscana calda e di tramonti, Carlo Virzì cura le musiche e Valeria Bruni Tedeschi si muove in modo scomposto mantenendo un costante stato di grazia.

Allora viene in mente che forse il trucco di Virzì è proprio quello di non sovraccaricare il racconto con scene madri. I momenti forti ci sono, ma il resto del film è costellato di dettagli, perché Bobo Rondelli che fa la pipì in testa a Beatrice per dirle che non la ama più e il modo in cui Donatella tiene in mano il cellulare che contiene “la canzone di babbo” (Senza fine di Gino Paoli) dicono già moltissimo sul loro essere sole.

«Quanto siamo stanche io e te. Dovremmo riposarci un po'» dice Donatella a Beatrice mentre il Valium fa effetto sul lungomare di Viareggio all'imbrunire, è un dialogo che ti rimane dentro, come tutta La pazza gioia.
http://www.paperstreet.it/la-pazza-gioia-paolo-virzi/ 

Toscana. En una residencia psiquiátrica se encuentran como pacientes Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi), condesa adinerada que cree que se encuentra entre líderes políticos mundiales, y Donatella (Micaella Ramazzotti), una joven introvertida. Ambas se unirán en una fuga del centro que cambiará para siempre sus vidas.
Comedia dramática que destaca por las interpretaciones de sus dos protagonistas, Valeria Bruni Tedeschi y Micaella Ramazzotti, en especial la primera.

La película narra la historia de dos mujeres igual de desequilibradas pero al mismo tiempo muy diferentes: Beatrice (Tedeschi), condesa encerrada en una institución psiquiátrica creada por su familia que se refugia en la burbuja que se ha construido sobre mentiras, con aires de grandeza trasnochada; y Donatella (Ramazzotti), joven introvertida que padece una depresión profunda, con un pasado tortuoso de drogas, prostitución, intentos de suicidio, problemas de comportamiento en la infancia y algo más grave que es un profundo secreto.
El centro de la trama es la complicidad entre ambas que poco a poco crece en su emotividad y les lleva a escapar juntas. En este momento la película se transforma en una “road movie” por los paisajes de la Toscana.

Se nos plantea entenderlas, comprender su entorno, sus circunstancias; Paolo Virzi nos habla de libertad con un fondo que termina defendiendo la familia, el hogar.

La tragicomedia es irregular. Resulta más floja en los momentos que resalta el drama, sin lograr conmover y pecando en ocasiones de sensiblera. En su aspecto de comedia crea mejores situaciones, a pesar del histrionismo y de las reiteraciones. También es excesiva su duración para lo que tiene que contar, extendiéndose más de lo necesario con un final muy previsible que deja un poso de indiferencia.
Marta Canacci
https://www.alohacriticon.com/cine/criticas-peliculas/locas-de-alegria-la-pazza-gioia-2016-de-paolo-virzi/



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