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domingo, 28 de febrero de 2021

Carmela è una bambola - Gianni Puccini (1958)

TÍTULO ORIGINAL
Carmela è una bambola
AÑO
1958
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español e Italiano (Separados)
DURACIÓN
85 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Gianni Puccini
GUIÓN
Sandro Continenza, Marcello Coscia
MÚSICA
Giorgio Fabor
FOTOGRAFÍA
Mario Montuori (B&W)
REPARTO
Marisa Allasio, Nino Manfredi, Ugo D'Alessio, Gianrico Tedeschi, Carlo Taranto, Flaminia Jandolo, Gianni Bonagura, Rossella Como
PRODUCTORA
Gino Mordini, Giorgio Agliani Cinematografica
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
Una joven llamada Carmela, que está a pocos días de casarse, atraviesa sonámbula los tejados cuando suenan las campanas de medianoche. Su destino es la casa de Totò, el hombre del que está enamorada, pero ella no lo sabe, aún... (FILMAFFINITY)
 
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Carmela (Marisa Alasio), giovane avvocatessa, pensa solo alla carriera e non si oppone quando il padre Don Arcangelo (Ugo D’Alessio) ex guappo, divenuto ormai ricco sfondato, le combina il matrimonio con il barone Prospero (Mauro Carbonoli) un giovane timido ed impacciato, vittima di una madre dispotica ed asfissiante. Prima di convolare a nozze Carmela scopre di essere sonnambula e di recarsi, allo scadere della mezzanotte, nell’appartamento di Toto (Nino Manfredi) un giovane squattrinato che sbarca il lunario come guida turistica nella Costiera Amalfitana, in aperta concorrenza a Don Arcangelo. Per evitare lo scandalo Carmela si fa accompagnare dalla sorella Bice (Flaminia Jandolo) dal dottor Ingravallo (Gianrico Tedeschi) uno psicanalista che la ipnotizza, Successivamente, dopo averle consigliato di anticipare il matrimonio, le comunica che vuole visitare Toto per stabilire quale legame li unisce. Allo psicoanalista basta un colloquio per comprendere che Carmela è attratta dalla spavalderia, semplicità e genuinità di Toto e decreta che i due sono una coppia ideale. Dopo averli congedati, esclama tra se e se: “E’ una generazione piena di complessi” ed inizia, nervosamente, a contarsi, senza più fermarsi, le dite delle mani.

Musicarello candido ed ingenuo che prende spunto dalla canzone A sonnambula di Pisano ed Alfieri, cantata da Sergio Bruni che spopolò negli Anni Sessanta. La pellicola è inondata di un’innocenza di altri tempi,  Manfredi è in grande spolvero e lo psicoanalista che compare sulla scena è di una simpatia travolgente. Esilarante la sequenza quando chiede a Toto di rispondere, liberamente, per via associativa a delle parole che pronuncia, a cascata, una di seguito all’altra.
Ignazio Senatore
https://www.cinemaepsicoanalisi.com/it/carmela-e-una-bambola-di-gianni-puccini-italia-1958-durata-85/

 

“Carmela è ‘na bambola, e fa ‘ammore cu me. Ma ‘a mamma è terribile, nun mm’ ‘a vò’ fá vedé…” chi si è imbattuto nel corso della sua esistenza terrena in questa bella canzone degli anni cinquanta, non può non vedere la commedia Carmela è una bambola. È arrivata l’estate, la stagione e con essa non solo il caldo, ma le commedie all’italiana in onda sulle emittenti locali e nazionali. Mi divertono, mi fanno trascorrere novanta minuti di relax. Quelle in bianco e nero poi: deliziose. Questa mattina nel solco della tradizione ho visto Carmela è una bambola, una bella commedia ambientata tra Amalfi e Sorrento con Nino Manfredi giovanissimo e una bella Marisa Allasio. Chi segue i miei scritti sa che Marisa, la bella Marisa, è su di un piedistallo nel mio Pantheon delle belle donne del cinema. È stata Lei a farmi soffermare su un film che non vedevo da tempo. Realizzato nel 1958 con la regia di Gianni Puccini su un soggetto di Alessandro Continenza,Bruno Baratti, Marcello Coscia. Il film è tratto dalla canzone napoletana ‘A sunnambula, composta nel 1957 da Gigi Pisano ed Eduardo Alfieri, nel film Sergio Bruni interpreta la canzone nella colonna sonora. A interpretare per la prima volta ‘A sonnambula fu Aurelio Fierro nella Piedigrotta del ’57. Una commedia ricca di garbo e ironia con Manfredi e Allasio che si divertono e fanno divertire. Carmela è la figlia di un ex-guappo napoletano diventato per così dire un imprenditore nel camo dei trasporti. Ha un autobus nuovo di zecca don Di Capua, questo il nome del papà di Carmela alias Marisa Allasio. Don Di Capua ha un concorrente, un bel giovane Totò anch’egli proprietario di un vecchio pullman. Carmela non è la classica donna di provincia è una laureata in legge, destinata dal padre a sposare un aristocratico. Bella Carmela, molto bella, ma con un grande problema: è soggetta a una strana forma di sonnambulismo. Nel paese tutti pensano che la notte ci sia un fantasma che si aggira per i tetti, come sempre accade a Napoli quest’evento straordinario si trasforma in lunghe processioni al banco lotto. Ma i numeri non escono perché è Carmela, la bellissima Carmela il fantasma che di notte si reca nella stanza di Totò, un giovane che le è del tutto indifferente per di più anche avversario del suo genitore. Rivoltasi a un medico perché le chiarisca il motivo di questa imbarazzante anomalia, Carmela capisce che, in realtà, è proprio Totò l’uomo di cui è inconsciamente innamorata. Nella speranza di beccare quest’estate altre commedie spassose, quelle che preferisco della Allasio sono Poveri ma belli e Susanna tutta panna, non mi resta che augurarvi una buona visione. A proposito: “Allora aggio truvato nu bellu ritrovato: Carmela fa ‘a sunnambula pe’ mme vení a truvá… E fa scema a mammá!E cu ‘a scusa ch’è na sunnambula, chesta bambola, nèh, che fa? Tutt’ ‘e ssere, pe’ copp’a ll’ásteco, vène a ll’ùnnece a passiggiá… ‘Ncopp’a ll’ásteco ce stóngh’io e lle dico: “Stó’ ccá pe’ te…” E ‘a sunnambula, ch’è na bambola… fa ‘a sunnambula ‘mbracci’a me!”

È inutile aspettare Carmela… fa ‘a sunnambula ‘mbracci’a me!
Tonino Scala
https://centoautori.wordpress.com/2014/06/08/carmela-e-una-bambola/ 

Come spiegare altrimenti l’oblio che circonda la figura di Gianni Puccini?, Giornalista, critico, traduttore, sceneggiatore di grandissimo talento, divenuto (forse suo malgrado) regista di commedie di costume, ma anche di film d’impegno, è oggi pressoché dimenticato. Bisognerebbe ripartire dall’inizio, riscrivere la storia o forse solamente raccontarla: la storia di un figlio d’arte (suo padre Mario grande scrittore realista, anche lui dimenticato), fratello maggiore di altri due talentuosi personaggi, lo sceneggiatore e regista Massimo Mida e l’ispanista Dario Puccini, che condivise con i suoi familiari e con i grandi protagonisti della scena culturale degli anni Trenta e Quaranta alcune delle esperienze più fervide del nostro Paese. I corsi al nascente Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1935. L’amicizia e collaborazione con Rudolf Arnheim all’Istituto Internazionale per la Cinematografia Educativa, organismo ufficiale della Società delle Nazioni, prima che il grande studioso ebreo fosse costretto a lasciare l’Italia a causa delle leggi razziali. La nascita della rivista «Cinema» nel 1936, alla quale collaborarono fra gli altri, per darne la misura dello spessore, Giacomo Debenedetti, Francesco Pasinetti, Corrado Alvaro, Emilio Cecchi, Giuseppe Ungaretti, Mario Praz, Gian Gaspare Napolitano, Mario Soldati, Anton Giulio Bragaglia, Leo Longanesi, Mario Pannunzio, Giuseppe Prezzolini, Giorgio Vigolo, Paolo Monelli. Il gruppo che dalle pagine della rivista «Cinema» cerca di cambiare il corso del cinema italiano, allora in balìa dei telefoni bianchi, e vi riuscirà, sia a livello critico sia, soprattutto, sul campo, con il passaggio alla sceneggiatura e alla regia: oltre a Puccini, Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, Michelangelo Antonioni, ma anche figure come Pietro Ingrao, Mario Alicata. Domenico Purificato. L’incontro con Visconti e la famosa, controversa, sceneggiatura di Ossessione, alla quale in molti misero la mano, ma stando ai titoli di testa, è opera di Visconti, Alicata, De Santis e Puccini: il film con quale il “nuovo” irrompe nel cinema italiano, lo spartiacque fra cinema fascista e neorealismo. E poi la vita, quella vera, la Resistenza, il carcere a Regina Coeli il 2 dicembre 1942, insieme al fratello Dario (le bellissime lettere al padre e alla moglie, pubblicate in parte nel bellissimo libro di Ernesto G. Laura, Parola d’autore. Gianni Puccini tra critica, letteratura e cinema, A.N.C.C.I., Roma, 1995), la nomina a direttore di «Cinema» nel fatidico numero datato, significativamente, 25 luglio-18 agosto 1943, quando ancora era in carcere. Il secondo arresto nel marzo 1944. La liberazione e l’attività di critico (vastissima anche in precedenza e di cui qui non si può dare un resoconto dettagliato) a «l’Unità», la direzione di «Film d’oggi», poi i ritratti di costume su «Vie Nuove» e «Paese Sera». Le sceneggiature per i film dell’amico De Santis, fra i quali il capolavoro Riso amaro. Finalmente il passaggio alla regia, antica passione, che gli regalerà però molte amarezze per la difficoltà di realizzare i progetti a cui teneva (impressionanti, per numero e qualità, le proposte che sottoponeva ai produttori in promemoria che andrebbero consegnati a molti produttori attuali a corto di idee), ma anche le gioie per film destinati a rimanere come L’impiegato, L’attico e I sette fratelli Cervi, la sua ultima opera, la più sentita. Il film forse della svolta, ma il 5 dicembre del 1968 Puccini muore improvvisamente a soli cinquantaquattro anni. E, come spesso è accaduto nel cinema italiano, alla morte prematura si è aggiunto il silenzio (colpevole) della critica.
...
https://www.fondazionecsc.it/evento/cinema-trevi-dalla-teoria-alla-pratica-il-cinema-di-gianni-puccini-e-massimo-mida/

4 comentarios:

  1. A Marisa Allasio le perdí la pista hace años y siempre es una pequeña felicidad volver a verla en pantalla
    Gracias Amarcord!

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  2. Hay archivo de subtítulos en castellano en https://www.opensubtitles.org/es/subtitles/5673462/carmela-e-una-bambola-es y le van muy bien a este filme. Saludos

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    1. Incorporados los subtítulos en español. Ricardo g. ¡Muchas gracias por colaborar!

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    2. Lo mismo digo, muchísimas gracias por compartir los subtítulos

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