TÍTULO La città delle donne
AÑO 1979
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 140 min.
DIRECTOR Federico Fellini
GUIÓN Bernardino Zapponi & Federico Fellini
MÚSICA Luis Enríquez Bacalov
FOTOGRAFÍA Giuseppe Rotunno
REPARTO Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Bernice Stegers, Iole Silvani, Donatella Damiani, Ettore Manni
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia
GÉNERO Comedia
AÑO 1979
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 140 min.
DIRECTOR Federico Fellini
GUIÓN Bernardino Zapponi & Federico Fellini
MÚSICA Luis Enríquez Bacalov
FOTOGRAFÍA Giuseppe Rotunno
REPARTO Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Bernice Stegers, Iole Silvani, Donatella Damiani, Ettore Manni
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia
GÉNERO Comedia
SINOPSIS Relato de un hombre soñador en un mundo poblado de mujeres de toda condición. (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Español)
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Fellini, grazie alla sua indiscussa valenza artistica, è riuscito a creare un mondo nuovo - filmicamente parlando - che si affina e si espande durante tutta la sua carriera. Un pianeta personalmente originale, autoconcluso e ben delimitato che non ammette instrusioni o divagazioni. Il rischio dunque che maggiormente corre un autore è quello di ripetersi, celebrarsi, ripiegarsi su sé stesso fino a sfornare prodotti chiaramente autoreferenziali. Il regista romagnolo è ossessionato dal suo universo personal-autobiografico e ne "La città delle donne" lo dimostra in ogni singola inquadratura, in ogni soffio sibilante prodotto dal vento del ricordo (così ricorrente nei suoi film da diventare cifra stilistica o, per lo meno, suono identificativo), in ogni formoso femminino uscito dalle tempeste ormonali della sua gioventù. Eppure Fellini non stanca, non annoia, pur rimanendo immutato cambia continuamente, trasportato dalla fantastica forza di propulsione di un'immaginazione viva, di un talento visionario inusitato, di una vitalità sempre e comunque spettacolarizzata.
"La città delle donne" è l'ennesima prova corale in cui Fellini fa Fellini (e gli riesce benissimo, come al solito), si autocita, si compiace del suo personalissimo modo di guardare le cose. Il rocambolesco avanspettacolo della vita-circo è nuovamente portato alla ribalta, l'alter ego Mastroianni-Fellini-Snaporaz diventa esploratore dell'universo femminile tanto affascinante quanto sconosciuto e incomprensibile. La memoria si fa trainante e inossidabile, pietra angolare della produzione artistica felliniana. In un gioco interiore di scatole cinesi, in un tripudio inventivo che affascina e cattura, l'esploratore-amante-regista è protagonista di un viaggio non voluto nei meandri (non sempre piacevoli) dell'altro sesso, delle sue paure, ossessioni, malizie, debolezze. Ne esce mutato ma consapevole della inostituibile importanza della donna che, con le sue mille sfaccettature, è uno dei misteri più grandi (e, parallelamente, anche uno dei doni più grandi) che un uomo si troverà a decifrare nel corso della vita.
Criticata dalle femministe dell'epoca (nonché da tutti quelli che mancano di senso dell'umorismo), la pellicola non può che essere amata senza condizioni da chi crede ancora che il cinema sia invenzione continua e straripante di immagini e concetti, magari a scapito della linearità narrativa.
"La città delle donne" è l'ennesima prova corale in cui Fellini fa Fellini (e gli riesce benissimo, come al solito), si autocita, si compiace del suo personalissimo modo di guardare le cose. Il rocambolesco avanspettacolo della vita-circo è nuovamente portato alla ribalta, l'alter ego Mastroianni-Fellini-Snaporaz diventa esploratore dell'universo femminile tanto affascinante quanto sconosciuto e incomprensibile. La memoria si fa trainante e inossidabile, pietra angolare della produzione artistica felliniana. In un gioco interiore di scatole cinesi, in un tripudio inventivo che affascina e cattura, l'esploratore-amante-regista è protagonista di un viaggio non voluto nei meandri (non sempre piacevoli) dell'altro sesso, delle sue paure, ossessioni, malizie, debolezze. Ne esce mutato ma consapevole della inostituibile importanza della donna che, con le sue mille sfaccettature, è uno dei misteri più grandi (e, parallelamente, anche uno dei doni più grandi) che un uomo si troverà a decifrare nel corso della vita.
Criticata dalle femministe dell'epoca (nonché da tutti quelli che mancano di senso dell'umorismo), la pellicola non può che essere amata senza condizioni da chi crede ancora che il cinema sia invenzione continua e straripante di immagini e concetti, magari a scapito della linearità narrativa.
hola
ResponderEliminarPor favor queria pedir si podrias resubir esta pelicula, los enlaces ya no son validos. Tante grazie per tutti.
Cambiados los enlaces.
EliminarAmigo Amarcord, cómo es esta película? merece la pena?
ResponderEliminarme gustaría verla...
Desde Andalucía, con el agradecimiento de antemano de
Juan Carlos
Hola Amarcord! si fuese posible resubir La città delle donne y Ginger e Fred sería sumamente agradecido. Gracias por todo y por este fantástico blog! Ana
ResponderEliminarCambiados los enlaces.
EliminarCambiados los enlaces.
ResponderEliminarDescargada! :D mil gracias
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