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martes, 22 de junio de 2021

Biancaneve e i sette ladri - Giacomo Gentilomo (1949)

TÍTULO ORIGINAL
Biancaneve e i sette ladri
AÑO
1949
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Italiano (Separados)
DURACIÓN
76 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Giacomo Gentilomo
GUIÓN
Giacomo Gentilomo, Ernesto Grassi, Marcello Marchesi, Vittorio Metz. Historia: Anton Germano Rossi
FOTOGRAFÍA
Tino Santoni (B&W)
REPARTO
Peppino De Filippo, Mischa Auer, Silvana Pampanini, Nando Tamberlani, Luigi Pavese, Laura Carli, Vittorio Sanipoli, Claudio Ermelli, Mario Cianfanelli, Giacomo Furia, Franca Maresa
PRODUCTORA
F.C.F
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
Es Ferragosto y Milán está vacía. El contable Peppino Blancanieves se encuentra todavía en la ciudad; se está preparando para hacer la petición de mano de su hija a su futuro suegro. Pero tras retener a un ladrón de bolsos en la calle, todos sus planes se pondrán patas arriba. (FILMAFFINITY)
 
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Milano, giorno di ferragosto. Strade deserte, saracinesche abbassate, un viandante solitario che si avventura nel ventre di una città fantasma. Una mostruosa macchina parlante rende l’estrema testimonianza di un’umanità scomparsa. Sembra un film di fantascienza che si apre su uno scenario apocalittico. In realtà si tratta di Biancaneve e i sette ladri, innocua commedia di Giacomo Gentilomo (non a caso, però, regista attratto dal cinema d’avventura), tratta dal racconto Il ladro di Antonio Germano Rossi e sceneggiata da due grandi dell’avanspettacolo, Vittorio Metz e Marcello Marchesi, con la collaborazione di Ernesto Rossi. Un tranquillo ragioniere napoletano, Peppino Biancaneve (Peppino De Filippo), deve recarsi in Brianza, nella villa del burbero e ricchissimo gioielliere Casertoni (Luigi Pavese), per chiedergli ufficialmente la mano della figlia Nella. Ma le cose non girano per il verso giusto: gli rubano l’auto nuova, una Topolino, e si ritrova, suo malgrado, in compagnia di un ladro d’origine moldava, Mirko (Mischa Auer), che le inventa tutte pur di svaligiare la gioielleria Casertoni. Ritmo da vaudeville, gioco degli equivoci, lievi ammiccamenti sexy (le calze di Silvana Pampanini), la commedia si fonda soprattutto sul confronto tra Peppino De Filippo e Mischa Auer, sull’opposizione fisica del duo, sulla loro capacità di reggere le fila del gag sui meccanismi del calembour e su quell’inversione del senso, che successivamente proprio De Filippo e Totò spingeranno sino al limite. Si rimane nell’ambito di una comicità d’avanspettacolo, seppur dotata del tessuto connettivo di una sceneggiatura orchestrata a regola d’arte. Ma, al di sotto della superficie, in tutto il film continua a scorrere, più o meno visibile, quella traccia dell’inizio, quel continuo rimando a una dimensione futuribile, a un rapporto critico dei personaggi con gli oggetti, automobili, dischi, casseforti, telefoni, megafoni, sistemi di sicurezza e d’amplificazione. Una sorta d’inventario sulle meraviglie delle nuove tecnologie, in cui il furto o la disfunzione di una macchina diviene, paradossalmente, il motore della storia e del senso comico.  
https://www.sentieriselvaggi.it/dvd-biancaneve-e-i-sette-ladri-di-giacomo-gentilomo/

"Biancaneve e i sette ladri" es una película italiana de 1949 dirigida por Giacomo Gentilomo, basada en la novela Il ladro de Anton Germano Rossi. Es el remake de la película Il ladro, dirigida por Anton Germano Rossi en 1939.

En el semidesértico Milán del día de agosto, un extraño indicador mecánico le cuenta a un vagabundo la historia de un empleado de un banco, Peppino Blancanieves, que con la ayuda de un disco está tratando de reunir las palabras que le gustaría usar para pedir la mano de la hija del joyero Carlo Casertoni, pero mientras reflexiona sobre las frases que debe pronunciar un portador de desgracias: un Jetter La confirmación Blancanieves La encuentra poco después, cuando se da cuenta de que le han robado su coche y luego se une a un grupo de personas que están persiguiendo al presunto ladrón, Mirko, termina siendo arrestado y llevado a los barracones. Desde allí, con la ayuda del ladrón logra escapar para llegar a la casa del joyero, frente a la cual Mirko finge ser médico y, por lo tanto, es invitado a participar en un viaje en el campo de Brianza, hasta la villa de Casertoni. Los compañeros del ladrón que lo ven pasar deciden seguirlo junto con Eleonora, la mujer de Mirko; al llegar a la residencia del joyero, la banda de mariuoli decide hacer un buen disparo logrando abrir la caja fuerte del joyero; pero después de algunas escenas agitadas Peppino logra hacer el arresto de la banda por completo y finalmente logra coronar su sueño de compromiso.

La película, rodada para interiores en los estudios Titanus en la Farnesina, y para exteriores en Milán y Como, fue inscrita en el registro público de cine con el número 813. Obtuvo la visa de censura Nº 6. 974 del 20 de diciembre de 1949. La colección establecida hasta el 31 de diciembre de 1952 era de 77 liras. 500. 000. Después de años de olvido, la película fue lanzada en DVD en 2007 por Ripley''s Home Video
https://kripkit.com/blancanieves-y-los-siete-ladrones/

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Biancaneve e i sette ladri (dicembre1949; 90 min.) girato da Giacomo Gentilomo basandosi su una sceneggiatura sempliciotta di Marchesi, Metz, Grassi e dello stesso regista, è invece una farsa leggera che offre due soli motivi di interesse: la cornice narrativa giocata su una parodia ironica del finale di Ladri di biciclette (De Sica, 1948) e la brillante interpretazione di Peppino De Filippo nel ruolo principale del ragioniere napoletano Biancaneve. Questi, a Milano il giorno di Ferragosto, deve raggiungere la fidanzata Nella (Luisa Rossi) in Brianza per chiederme la mano al padre (un ottimo Luigi Pavese) ricco, gioielliere e mal disposto nei confronti del futuro genero “terrone”. I guai cominciano allorché egli contribuisce a catturare un borseggiatore (Misha Auer): i due finiscono in prigione, fuggono, si trasferiscono nella elegante villa brianzola del suocero dove inizia un vero e proprio balletto di ladri a caccia delle chiavi della gioielleria milanese del capofamiglia. Nel finale grande corsa verso piazza Duomo e piazza Diaz per sventare la rapina in atto; poi nell’epilogo ancora un solitario borseggiatore viene catturato...
Nella Roma di De Sica il possesso di una bicicletta usata appariva un fatto vitale per garantirsi un lavoro e l’accesso a un benessere minimo; nella Milano deserta di Gentilomo il quindici agosto tutti sono in vacanza e dunque il tenore di vita sembra essere radicalmente più alto di quello presente nella capitale. In realtà è semplicemente l’ottica degli autori a essere differente e a inquadrare l’universo maggioritario della piccola e media borghesia urbana anziché concentrarsi sui quartieri popolari. I ladri e i borseggiatori peraltro non sono gente comune, resa disperata da una situazione generale di miseria bensì taglieggiatori recidivi e simpatici manigoldi (ben noti alle forze dell’ordine), abituati a entrare e uscire dalle galere. La donna dei banditi (Silvana Pampanini) infine lavora come soubrette nei locali per mantenere Auer e si scontra con l’ingenua fidanzata del ragioniere, scambiandola per la nuova amante del suo uomo.
L’ambizione a formare una nuova famiglia, segno di una diffusa fiducia nell’avvenire, attraversa sia l’Anselmo di Franciolini, sia Biancaneve di Gentilomo e mostra in entrambi i casi figure umane solide e attente ai valori fondamentali dell’esistenza: i protagonisti mirano ad acquisire una dimensione sociale matura, autonoma e volta alla procreazione di una discendenza sentita quale completamento ineludibile del proprio percorso umano. In tal senso questo cinema rivela un radicamento effettivo nei valori della tradizione, radicamento che tenderà a mutare lentamente ma inesorabilmente, soprattutto a partire dagli anni sessanta.
Lavoro senza particolari ambizioni, la commediola di Gentilomo passa inosservata anche al botteghino e viene presto dimenticata da tutti. Ciononostante il paragone diretto e ricercato con il capolavoro desichiano la rende una sorta di appendice polemica nei confronti di quel film, offrendo una visione sostanzialmente antitetica della realtà sociale italiana, in ripresa economica e assorbita dalla ricerca di nuovi svaghi collettivi, ignoti sia all’epoca fascista, sia a quella più cupa del periodo bellico (in tal senso sono esemplari le sequenze ambientate nel locale notturno con piscina) laddove i richiami al fascismo sono tutti in negativo: infatti proprio per una presunta apologia del ventennio il povero ragioniere viene messo in prigione da uno zelante brigadiere. Il passato mussoliniano è dunque qualcosa da cancellare radicalmente.
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http://www.giusepperausa.it/_anselmo_ha_fretta__biancaneve.html


Biancaneve e i sette ladri è un film del 1949 diretto da Giacomo Gentilomo, tratto dalla novella Il ladro di Anton Germano Rossi. Si tratta del remake del film Il ladro, diretto dallo stesso Anton Germano Rossi nel 1939.

1. La trama
Nella Milano semideserta del giorno di Ferragosto, un bizzarro indicatore meccanico racconta a un viandante la storia di un impiegato di banca, Peppino Biancaneve, il quale con laiuto di un disco sta cercando di mettere insieme le parole che vorrebbe usare per chiedere la mano della figlia del gioielliere Carlo Casertoni, ma mentre rimugina le frasi che dovrebbe pronunciare al futuro suocero incappa con uno strano individuo che potrebbe essere un portatore di sfortune: uno jettatore. La conferma Biancaneve la trova poco dopo, quando si accorge di essere stato derubato della sua automobile e poi unendosi ad un gruppo di persone che sta inseguendo il presunto ladro, Mirko, finisce per essere arrestato e portato in caserma. Da lì con laiuto del ladro riesce ad evadere per giungere a casa del gioielliere, davanti al quale Mirko si finge medico e viene così invitato a partecipare ad una gita nella campagna brianzola, sino alla villa di Casertoni. I compagni del ladro che lo vedono passare decidono di seguirlo insieme ad Eleonora, la donna di Mirko; arrivati alla residenza del gioielliere, la banda di mariuoli decide di fare un bel colpo riuscendo ad aprire la cassaforte del gioielliere; ma dopo alcune movimentate scene Peppino riesce a far arrestare la banda al completo e finalmente riesce a coronare il suo sogno di fidanzamento.

2. Distribuzione
Il film, girato per gli interni negli studi Titanus alla Farnesina, e per gli esterni a Milano e a Como, venne iscritto al Pubblico registro cinematografico con il n. 813. Ottenne il visto censura n. 6.974 del 20 dicembre del 1949. Lincasso accertato sino a tutto il 31 dicembre 1952 fu di lire 77.500.000. Dopo anni di oblio, il film è stato pubblicato in DVD nel 2007 dalla Ripleys Home Video.

3. Altri tecnici
Operatore: Enrico Cignitti
Assistente regista: Franco Bologna
Ispettore di produzione: Luigi Pinini DOliva
Aiuto regista: Guido Pala
Segretaria di edizione: Renata Gaede
Direttore di produzione: Jone Tuzi
Assistente montaggio: Eva Latini
https://amp.it.autograndad.com/4100500/1/biancaneve-e-i-sette-ladri.html

 

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