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sábado, 5 de junio de 2021

Il bestione - Sergio Corbucci (1974)

 

TÍTULO ORIGINAL
Il bestione
AÑO
1974
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español e Inglés (Separados)
DURACIÓN
100 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Sergio Corbucci
GUIÓN
Sergio Donati, Luciano Vincenzoni
MÚSICA
Guido De Angelis, Maurizio De Angelis
FOTOGRAFÍA
Giuseppe Rotunno
REPARTO
Giancarlo Giannini, Michel Constantin, Giuseppe Maffioli, Giuliana Calandra, Dalila Di Lazzaro, Enzo Fiermonte, Jole Fierro, Philippe Hersent, Carlo Gaddi, Gabriella Giorgelli
PRODUCTORA
Coproducción Italia-Francia; Champion, PECF
GÉNERO
Comedia. Drama

Sinopsis
Las aventuras de dos conductores TIR, italianos Nino y Sandro, encargados de transportar mercancias a Polonia y Alemania. (FILMAFFINITY)
 
2 

Il bestione: il film con Giancarlo Giannini. Camionisti non solo in trattoria

Il bestione, film del 1974 di Sergio Corbucci, racconta le peripezie, lavorative e non, di due camionisti di età e di estradizione differente: il siciliano Nino Patrovita, a cui dà volto e voce Giancarlo Giannini, il lombardo Sandro Colautti, interpretato dal francese Michel Constantin e doppiato da Renato Mori. Come prevedibile, inizialmente il rapporto tra i due è conflittuale: Colautti rimpiange il suo vecchio "secondo", Matteo Sacchi, fermato alla visita di idoneità per sopraggiunti limiti di età, e nel contempo soffre la vivacità del collega più giovane, con un sottile filo di invidia, che quest'ultimo avrà modo di fargli notare in un veloce e decisivo chiarimento.

I due personaggi sono diversi per carattere, schivo il Colautti ed espansivo il Patrovita, ma un rapporto di amicizia si crea e consolida - i due diventano anche soci in proprio - facendo leva sugli aspetti comuni del loro carattere. Entrambi infatti sono donnaioli impenitenti, complice anche la vita costantemente "on the road", ma soprattutto orgogliosi della loro "missione", tenaci e determinati davanti alle difficoltà, non poche, del proprio lavoro.

Costantin e Giannini creano un'ottima amalgama tra i loro personaggi (anche se Giannini esagera nell'accentuare l'accento siciliano) e riescono a trasmettere l'essenza del camionista, della vita passata in una cabina di un camion, i pochi momenti trascorsi a terra, "tra un bicchiere e una baldracca" (citando un celebre aforisma di un personaggio interpretato "altrove" da Bud Spencer). Ed è la parte più convincente quella in cui i due protagonisti arrivano in Polonia e si fermano a dormire, una notte, in hotel: Colautti "abbandona" Patrovita per trascorrere la serata dall'amante, la polacca Magda, interpretata da una bellissima e seducente Dalila Di Lazzaro, e il povero Patrovita, dopo aver pedinato il compagno, si separa da lui e vaga per le vie di una cittadina polacca, corpo estraneo in mezzo ai residenti, trasmettendo un forte senso di solitudine e di disorientamento anche allo spettatore, che raggiungono il climax nella scena del ristorante. E' buono anche l'apporto delle "spalle", un variegato mondo femminile che spazia da una seducente titolare di trattoria ad Elena, personaggio interpretato da Anna Mazzamauro (la signorina Silvani di Fantozzi), fino alla figlia di Colautti, che all'insaputa del padre si intrattiene con uomini ricchi, sposati e più grandi di lei. A proposito di trattoria, in una scena a inizio film si alternano immagini di camionisti intenti a divorare piatti giganteschi: mi viene il dubbio che "Camionisti in trattoria" si sia ispirato esplicitamente a "Il bestione". E' un'auto-citazione certificata, invece, quella degli Oliver Onions, gli autori della colonna sonora, che a un certo punto sul camion alla radio fanno suonare Dune Buggy, la canzone del film "Altrimenti ci arrabbiamo", "una famosa canzone americana", dice Nino Patrovita all'amico Colautti.

Nel complesso, il film sa alternare toni da commedia a momenti più drammatici, e spicca per brillantezza nei dialoghi, che assecondano una sceneggiatura praticamente perfetta e molto ricca. Sullo sfondo delle vicende di Nino e Sandro ci sono anche importanti questioni sindacali: autotrasportatori sfruttati e malpagati e sindacalisti che non fanno il loro dovere. Ma l'essenza rimane lo spirito del camionista. C'è chi perdendo il ruolo, ha perso ogni motivazione e slancio per la propria esistenza; e c'è chi ha contestato la scelta dei protagonisti di mettersi in proprio, di diventare "padroni", ma al momento del bisogno interviene. Perché quella del camionista è una missione e di fronte a un compagno in difficoltà è inevitabile fermarsi e intervenire.
https://caffediriky.blogspot.com/2020/05/il-bestione-il-film-con-giancarlo.html


Nella vicenda di due camionisti che provano ad aprire una società, la descrizione di un difficile periodo politico italiano e la storia di una grande amicizia.

Segni particolari? Scopatore! E di professione tutti camionisti i ragazzi che stanno effettuando la visita periodica per la società di trasporti nella quale lavorano. Dopo che Mimmo viene mandato in pensione per non aver passato la visita, Nino prende il suo posto sul camion di Sandro. All'inizio i rapporti tra i due sono poco socievoli poi, poco per volta

Una buona sceneggiatura, appesantita dai soliti luoghi comuni sui camionisti descritti come personaggi molto rozzi e volgari (ci penserà Dino Risi con TERESA a cambiarne il modello, peccato che lì non funzioni tutto il resto!), che si alterna tra la commedia (con situazioni sopra le righe da fumetto sexy del periodo, tipo quando Giancarlo Giannini rischia di restare a piedi a causa di una sveltina con una contadinella), il dramma (qualche aggressione violenta da thriller poliziesco e una descrizione del sistema mafioso che detta le regole tra le grandi e piccole imprese) e il road movie.

Situazioni grottesche, dialoghi simpatici (soprattutto le litigate), differenze di abitudini tra regioni e stati, attori in forma (Giannini e Constantin mostri sacri, seducente Dalila Di Lazzaro nel prototipo della est nordica, modello di ragazza sognato da chi viaggiava poco, seria Giuliana Calandra pre-PROFONDO ROSSO, divertenti Anna Mazzamauro, Gabriella Giorgelli, nel ruolo alberghiero che, spesso, riveste e tutte le altre), qualche momento malinconico ("Strangers in the night...e vaffanculo! Wond'ring in the night..."), tensione (il finale tra i monti) e una buona descrizione (anche politica) del periodo regalano una piacevole visione e il racconto di una grande amicizia. Coproduzione italiana e francese. Uscito in Italia col divieto ai minori di 14 anni. Musiche dei fratelli De Angelis (sia nuove che già utilizzate in altri film, tipo ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO e ...PIÙ FORTE RAGAZZI!) che si regalano battute autoironiche ("A me queste musiche americane fanno impazzire!" mormora Nino mentre la radio trasmette "Dune buggy"). La prima mondiale è avvenuta a Parigi il 20 novembre 1974.
LIBERTADIPAROLA75
https://www.filmtv.it/film/11379/il-bestione/recensioni/986768/#rfr:none



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