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viernes, 25 de junio de 2021

Desideria, la vita interiore - Gianni Barcelloni (1980)

TÍTULO ORIGINAL
Desideria: La vita interiore
AÑO
1980
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Italiano (Opcionales ) e Inglés (Separados)
DURACIÓN
104 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Gianni Barcelloni
GUIÓN
Gianni Barcelloni, Günter Ebert, Enzo Ungari. Novela: Alberto Moravia
MÚSICA
Pino Donaggio
REPARTO
Stefania Sandrelli, Lara Wendel, Klaus Löwitsch, Vittorio Mezzogiorno, Orso Maria Guerrini, Lory Del Santo, Francesca Giordani, Paolo Zambiasi, Rossan Marra
PRODUCTORA
Coproducción Italia-Alemania; Cinemaster S.R.L, Medusa Produzione, Lisa-Film
GÉNERO
Drama | Erótico

Sinopsis
Una joven con sobrepeso lleva toda la vida ignorada por su madre, una mujer rica y bella que la desprecia. Cuando un día la joven descubre a su madre con un amante y la criada, no puede soportarlo y decide suicidarse, pero no lo consigue y la hospitalizan. En el hospital la chica pierde peso y se convierte en una mujer de gran belleza... con ansias de venganza en su corazón. (FILMAFFINITY)
 
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...un piccolo capolavoro trash dei Moravia-movie, “Desideria – La vita interiore” diretto da Gianni Barcelloni, che lo ha scritto assieme a Enzo Ungari, prodotto dal mitico Galliano Juso. Era uno dei miei stracult preferiti in quel lontano 1980. La versione più trash di un’opera di Moravia mai portata sullo schermo, scrivevo. Borghesia romana e terrorismo che si incontrano in un miscuglio di bertoluccismo-antonionismo-fassbinderismo con molti spunti erotici anche ridicoli, ma salvati dalla strepitosa performance di Lory Del Santo (lei!) nei panni della scostumata cameriera, ma soprattutto body-double di Lara Wendel. In pratica, in tutte le scene erotiche di Desideria il corpo è quella di Lory e non di Lara Wendel.
Ci sono anche Klaus Lowitsch spaesato in cerca di Maria Braun, Vittorio Mezzogiorno intenso che pensa di essere sul set di un film di Marco Tullio Giordana, Stefania Sandrelli con ancora diventata musa di Tinto Brass come mammina di Desideria, Marcella Petrelli già pronto per il passaggio all’hard. Ma quello che veramente ruba la scena a tutti è Orso Maria Guerrini truccato da Favino come brigatista simil-Curcio in vena di porcherie erotiche con Desideria/Lory/Lara. E una totale ossessione moraviana per la sodomia. “Ti rendi conto per una ragazzina cos’è vedere un uomo che lo mette nel culo di sua madre?” urla Desideria per eccitare Klaus Lowitsch. Ci riesce. Poi arriva Orso Maria Guerrini che assolda rivoluzionarie, ma prima se le scopa. Ma che cinema avevamo?
https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/divano-giusti-ndash-stasera-quot-cielo-tv-quot-21-15-257587.htm


Desideria, la vita interiore è l’unico film a soggetto di Gianni Barcelloni (1942), documentarista anconetano, produttore di alcuni film di Pasolini (Appunti per un film sull’India, 1967-68; Porcile, 1969), Gianni Amico (Tropici, 1967) e Glauber Rocha (Il leone a sette teste, 1969). Ricordiamo il film per la tv Abramo in Africa (1976), Tatu Bola (con Rocha), Maria Teresa-L’angelo di Calcutta. Scrive il soggetto di Maschio, femmina, fiore, frutto – La ragazza superstar (1979), diretto da Ruggero Miti e interpretato da Anna Oxa.

Desideria è un discreto adattamento cinematografico de La vita interiore di Alberto Moravia, romanzo scandalo, più volte sequestrato, che ricorre alle metafore erotiche per denunciare lo squallore del mondo borghese. Moravia approfondisce in tempi moderni il tema della sua vita, già tracciato ne Gli indifferenti, estremizzando la componente erotica e scagliandosi contro i soliti obiettivi (borghesia, chiesa, stato, convenzioni sociali), aggiungendo la variante della lotta armata e del terrorismo. Gianni Barcelloni, di scuola pasoliniana (in una sequenza omaggia il maestro inquadrando un poster di un vecchio film), segue Moravia nel progetto e cerca di sceneggiare le sequenze simboliche di un romanzo complesso, strutturato come una lunga intervista tra il narratore e la protagonista. Tra i temi più interessanti il rapporto genitori-figli, con Desideria adolescente ribelle che odia una madre ingombrante, poco presente, troppo dedita a sé stessa per riservarle uno spazio nella sua vita. Quando la madre deciderà di recuperare il suo ruolo sarà troppo tardi, anche se la sola cosa che vorrebbe è l’amore della figlia.

Lara Wendel (Daniela Rachele Barnes) è un’attrice tedesca di soli 15 anni, interpreta Desideria cresciuta e dimagrita, il regista cerca di evitare problemi con la censura per le parti erotiche e i frequenti momenti di nudo: Lory Del Santo presta il corpo per le (non poche) situazioni scabrose. Interpreta anche la cameriera Mais che serve in casa di Viola (Stefania Sandrelli) e del suo amante Tiberio (Klaus Lowitsch), ma la vediamo poco, esce di scena dopo le prime sequenze. In ogni caso da comprimaria diventa protagonista occulta, perché di (finti) nudi della Wendel ce ne sono parecchi. Vittorio Mezzogiorno è molto convincente nei panni di un terrorista che si innamora di Desideria e la coinvolge nella lotta armata, inserendola in una cellula delle Brigate Rosse. Orso Maria Guerrini interpreta il Milanese, capo brigatista che tira i fili della vicenda, abusa della verginità di Desideria, quindi finisce male.

Lara Wendel sfoggia una bellezza solare e acerba, regala una convincente prova alle prese con un testo molto psicologico. Lara Wendel è stata a lungo confinata nel ruolo della Lolita, dopo i primi personaggi da adolescente perversa di Il profumo della signora in nero (1974), Maladolescenza (1977) ed Ernesto (1979), crescendo è diventata una presenza importante dell’horror italiano (Tenebre, La casa 3). Attrice prodigio, debutta a sette anni con Mio caro assassino di Tonino Valerii, la vediamo ne La mala ordina di Fernando di Leo e in piccoli ruoli da bambina in Roma e Amarcord di Fellini. Tra le sue interpretazioni più convincenti Intervista (1987) di Fellini. Desideria bambina cicciottella e bulimica, invece, è Rossana Marra, mentre Gabriella Cristiani è una prostituta. Stefania Sandrelli ha 34 anni, luminosa e spontanea nella parte della madre adottiva di Desideria, donna dissoluta che ama stravaganze erotiche, anticipa il ruolo trasgressivo che Tinto Brass alcuni anni dopo scriverà per lei nel conturbante La chiave (1983).

La critica distrugge il film in maniera quasi unanime, da Marco Giusti (versione trash di un libro di Moravia), a Mereghetti (come parabola della borghesia il romanzo di Moravia era già abbastanza ridicolo, ma Barcelloni col suo fotoromanzo osé fa di peggio). Non condividiamo. Il film ricostruisce molto bene (sullo sfondo) il momento difficile del nostro paese, funestato da attentati terroristici e bande armate rivoluzionarie, senza perdere il clima torbido e osceno di un romanzo scandaloso che non era facile portare sullo schermo. L’accusa al mondo borghese – vizi privati e pubbliche virtù – è decisa, così come la descrizione della ribellione adolescenziale e di un difficile rapporto familiare è composta da immagini fortemente simboliche. L’erotismo non è gratuito ma funzionale alla storia e al discorso antiborghese che compone la poetica di Barcelloni e Moravia. Da riscoprire, anche se in versione tagliata, nella recente programmazione del canale digitale Cielo.
Gordiano Lupi
https://www.futuro-europa.it/34309/cultura/desideria-la-vita-interiore-film-1980.html


Mentre lavorava a La vita interiore, romanzo pubblicato nel 1978, Alberto Moravia firmò l’introduzione al volume di opere scelte che l’editore Mondadori aveva realizzato per il Marchese De Sade. All’inizio dell’ultimo capoverso c’è un passaggio che costituisce una chiave concettuale per capire la tesi di fondo del suo libro, che indubbiamente esibisce influenze sadiane: «Ora il rivoluzionario che viene tutt’intero dal popolo, nella sua purezza univoca, equivale al reazionario che viene tutto intero dall’aristocrazia».

Nel romanzo, infatti, benché Moravia sembri simpatizzare con il progetto di dissacrazione dei valori borghesi, i cosiddetti rivoluzionari sono ritratti con toni chiaramente caricaturali, che ne mettono in luce l’ottusità, spesso speculare a quella che dominava il mondo sociale che intendevano rovesciare. Da questo punto di vista, La vita interiore è una sorta di pietra tombale posta sopra ogni velleitaria ambizione di ottenere la liberazione della classe operaia attraverso una strategia terroristica.

Autore e regista di documentari, reportages, inchieste, docufilm, e soprattutto illuminato produttore cinematografico – non si può omettere di citare gli straordinari autori da lui finanziati: Carmelo Bene (Capricci), Franco Brocani (Necropolis), Jean Luc Godard (Vento dell’est – Lotte in Italia), Pier Paolo Pasolini (Appunti per un film sull’India, Porcile, Appunti per un’Orestiade africana), Glauber Rocha (Il leone a sette teste, Claro, Cancer) -, Gianni Barcelloni Corte nel 1980 realizzava il suo unico, vero film, destinato alle sale, quel  Desideria – La vita interiore, tratto, per l’appunto, dall’omonimo romanzo di Moravia. Desideria, la giovane protagonista della storia, interpretata da un’opportuna Lara Wendel, attrice tedesca attiva soprattutto tra la fine degli anni settanta e l’inizio degli ottanta in Italia nel cinema di genere e non (Fellini, Antonioni, Di Leo, Lenzi, Bolognini, Samperi, Vancini), è un’adolescente che si rivolta contro il marciume familiare e sociale in cui vive; la sua è una rivoluzione innanzitutto e per lo più individuale, che trova nella trasgressione erotica la modalità preferita per contestare il fasullo ordine morale di un mondo ipocrita e corrotto fino al midollo. Viola, sua madre (una Stefania Sandrelli che di lì a poco avrebbe virato verso il genere erotico), è una donna combattuta tra il desiderio di essere amata dalla figlia, come se fosse la vera genitrice (in realtà l’aveva adottata), e una pulsione saffica verso la ragazza. Insomma, è chiaro che Moravia calcò da un lato la mano, criticando ferocemente la degenerazione dell’alta borghesia romana; dall’altro ridusse fino ad annullare, ridicolizzandole, quelle forze che, in quegli anni, si dicevano antagoniste, ma che in realtà non erano assolutamente in grado, secondo lo scrittore, di rovesciare i rapporti di potere imperanti. Il film di Barcelloni Corte non riesce, per quei motivi di sintesi che le riduzioni cinematografiche inevitabilmente impongono, a rendere conto dell’ampiezza delle questioni toccate dal romanzo; alcuni personaggi (in particolare Emilio, il ragazzo che inizia Desideria alle teorie marxiste) sono appena abbozzati; eppure, lo spettatore non manca di cogliere il senso generale del movimento che informa la messa in scena, in cui tutti sono drammaticamente risucchiati da un vortice che li conduce alla deriva, senza che alcuno possa davvero salvarsi.

Ciò che Barcelloni Corte ed Enzo Ungari (co-sceneggiatore del film) misero maggiormente a fuoco fu, e non poteva essere altrimenti, il tormentato e contradditorio rapporto tra Viole e Desideria, che, almeno seguendo le suggestioni evocate dagli autori, sembrerebbe alla fine trovare un modo per ricomporsi, fornendo alla ragazza il più sicuro degli approdi che la vita gli potesse concedere. Lara Wendel, all’epoca delle riprese era una quindicenne, esattamente come Desideria, e forse oggi l’esibizione di alcuni suoi nudi potrebbe far storcere il naso ai taluni puritani dell’ultima ora. Chi scrive, invece, è persuaso del fatto che mettere il corpo della ragazza sotto i riflettori non solo non sia stato eccessivo, ma anzi che tale avvenimento abbia potuto costituirei per lei un’occasione di crescita, laddove l’immersione in un mondo di adulti, filtrato attraverso la messa in scena della finzione cinematografica, non può che averle fatto prendere coscienza di molte questioni e dinamiche utili ai fini di una maturazione consapevole (sempre tenendo conto, comunque, che tutte le scene più esplicite furono in realtà interpretate da Lory Del Santo, la quale ebbe anche un piccolo ruolo, quello della cameriera che viene licenziata da Viola).

Insomma, al netto delle molte considerazioni che si potrebbero ancora fare, e al di là dell’effettivo risultato ottenuto da Barcelloni Corte, Desideria – La vita interiore è un film indubbiamente interessante, per tutte le circostante sullo sfondo delle quali prese corpo in quanto progetto e a partire da cui poi venne realizzato. Un cinefilo degno di questo nome non può lasciarsi sfuggire l’occasione di recuperare un’opera di evidente valore filologico, politico, storico e antropologico.
Luca Biscontini
https://www.taxidrivers.it/101693/film-da-vedere/desideria-la-vita-interiore-ovvero-ladattamento-cinematografico-del-celebre-romanzo-di-alberto-moravia-realizzato-da-gianni-barcelloni-corte.html


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