TÍTULO ORIGINAL
Italians
AÑO
AÑO
2009
IDIOMA
IDIOMA
Italiano
SUBTITULOS
SUBTITULOS
Español e Inglés (Separados, con algunas imperfecciones)
DURACIÓN
DURACIÓN
116 min.
DIRECTOR
DIRECTOR
Giovanni Veronesi
GUIÓN
GUIÓN
Giovanni Veronesi, Ugo Chiti, Andrea Agnello
MÚSICA
MÚSICA
Paolo Buonvino
FOTOGRAFÍA
FOTOGRAFÍA
Giovanni Canevari
REPARTO
REPARTO
Carlo Verdone, Sergio Castellitto, Riccardo Scamarcio, Kseniya Rappoport, Dario Bandiera, Valeria Solarino, Ottaviano Blitch, Lidiya Dorotenko, Remo Girone, Makram Khoury
PRODUCTORA
PRODUCTORA
Filmauro
GÉNERO
GÉNERO
Comedia
Sinópsis
Fortunato, un camionero desencantado y un poco canalla que, durante muchos años, ha transportado Ferraris robados a los Emiratos Árabes, emprende el último viaje, pues ya es hora de que nlo releve el joven Marcello, que trabaja desde hace pocos meses en su empresa. Giulio, un dentista de cincuenta años, sufre el lastre de un matrimonio fracasado que lo ha sumido en la depresión. Debe asistir a una conferencia en San Petersburgo en la que no desea participar, pero su colega y amigo Fausto es inflexible: Rusia es el país del sexo fácil y una semana allí es mejor que un año de psicoanálisis. (FILMAFFINITY)
PREMIOS
2008: Premios David di Donatello: 3 nominaciones
"ITALIANS" DI GIOVANNI VERONESI
FACCIAMOCI RICONOSCERE
Fortunato (Sergio Castellitto) e Marcello (Riccardo Scamarcio) sono camionisti che viaggiano su è giù nel deserto saudita per consegnare Ferrari rubate nel paradiso artificiale di Dubai. Nelle loro notti non si fanno mancare bagordi e risse, ma neanche l’occasione di stringere amicizia e aiutare la povera gente del luogo. Il Prof. Carminati (Carlo Verdone) è un esimio dentista che durante un congresso a San Pietroburgo si fa convincere da connazionali non proprio casti a frequentare il fiorente giro della prostituzione russa.
L’intento di questi due scialbi episodi cabarettistici, almeno sulla carta, è quello di scherzare sugli stereotipi legati all’italiano all’estero, al suo inglese maccheronico dispensato senza vergogna e con istrionismo, alla sua voce un po’ troppo alta, alla sua capacità di “farsi sempre riconoscere”. Qualcuno la chiama commedia all’italiana, ma dei fasti della nostra cinematografia Giovanni Veronesi non riesce nemmeno a produrre una decente scimmiottatura.
L’intento di questi due scialbi episodi cabarettistici, almeno sulla carta, è quello di scherzare sugli stereotipi legati all’italiano all’estero, al suo inglese maccheronico dispensato senza vergogna e con istrionismo, alla sua voce un po’ troppo alta, alla sua capacità di “farsi sempre riconoscere”. Qualcuno la chiama commedia all’italiana, ma dei fasti della nostra cinematografia Giovanni Veronesi non riesce nemmeno a produrre una decente scimmiottatura.
In questo film strapieno di cliché tanto visivi quanto concettuali, non ci sono né raffinatezza e ironico cinismo, né il coraggio di lasciarsi andare ad un’onesta esplosione di grottesco, come si accenna nella prima parte dell’episodio interpretato da un Verdone che è forse l’unica nota positiva del film. La maggior parte dei personaggi sono delle macchiette cafone, confusionarie, viscide e – purtroppo – immancabilmente canterine.
Una volta le commedie rappresentavano un misto inscindibile di ilarità ed amarezza, dove i vizi e le perversioni socio-culturali del paese regalavano risate amare, che passando “dalla pancia” arrivavano al cervello, ad un’imprescindibile riflessione sulle falle non solo degli individui, ma di un contesto di vita e di una mentalità rispetto ai quali nessuno poteva considerarsi estraneo.
Veronesi, invece, costruisce tipi umani deprecabili, il cui riscatto è veicolato solo da espedienti narrativi del tutto estemporanei e così buonisti da attacco diabetico fulminante. Rispetto a questi Italians (che poi per motivi non meglio specificati sono tutti romani o "romanacci") si può provare compassione e un malcelato senso di superiorità, mai una comunanza di attitudini o retaggi culturali. Nel caso, affatto scontato, che di loro si possa ridere, la risata è quella grassa di chi assiste a una farsa fine a se stessa, senza pretese di alcun tipo (figuriamoci artistico-cinematografico). Una comicità che non coinvolge ma rassicura, destinata a tutti coloro che preferiscono guardarsi in uno specchio enormemente deformante, in modo da non essere costretti a riconoscersi.
Laura Croce
http://www.nonsolocinema.com/Italians-di-Giovanni-Veronesi_14690.html
Laura Croce
http://www.nonsolocinema.com/Italians-di-Giovanni-Veronesi_14690.html
Giovanni Veronesi torna al cinema dopo il successo (seppur telefonato) dei due "Manuale d'amore", questa volta con l'intento dichiarato di fare un film più specifico e focalizzato, sia nel contenuto (la rappresentazione dell'italiano medio all'estero), sia nella forma (due maxi-episodi di un'ora, praticamente due film in uno). Il fine ultimo comunque non cambia: richiamare a fiotti il pubblico, magari sotto l'insegna costruita ad hoc di un cinema che coniughi "intrattenimento e qualità, nel pieno spirito della classica commedia all'italiana".
Ora, mettendo da parte le frasi fatte, urge comunque a priori riflettere su come sia stato possibile, ultimamente, indire proprio il regista toscano come portabandiera di questa fantomatica riproposizione di un genere che, a suo tempo, diede vita ad alcuni dei più bei film italiani di sempre.
È strano perché da un po' di anni a questa parte i film di Veronesi non sembrano altro che prodotti furbetti e ruffiani, studiati per fasce di pubblico ben definite (con i giusti "attori di richiamo"), che solo alla lontana sembrano dedicarsi a tematiche importanti o "serie", ma che in realtà le usano solamente come pretesto per crearci sopra storielline piuttosto facili, prevedibili e schiave quasi sempre dell'happy ending (gli esempi si sprecano, a partire dagli stereotipati giovani di "Che ne sarà di noi" per arrivare appunto ai "Manuali", i cui consigli si addicevano magari più alle cartine dei cioccolatini che ai veri problemi quotidiani).
Il problema, da che mondo è mondo, è infatti cosa racconti, e soprattutto come. Intendiamoci, pure i film di Monicelli, Risi e soci erano "studiati" in quanto a cast, e pure questi a loro volta sapevano essere "leggeri", ma a nobilitare l'insieme e soprattutto a dare un indubbio spessore a livello di sceneggiatura era gente come Age, Scarpelli, Cecchi D'Amico e così via.
Davvero altri professionisti, viene da dire.
Così anche questo "Italians" risente, eccome, di un livello di scrittura quantomai mediocre, scarso di inventiva e banale nelle soluzioni narrative. L'espediente annunciato di giocare sui clichè dell'italiano all'estero, sui suoi modi di fare, di dire, di comportarsi, alla fine si ritorcono sul film stesso e lo rendono a sua volta preda di rappresentazioni schematiche e semplicistiche (già solo considerando le ambientazioni: il Sud caldo degli Emirati Arabi, il Nord freddo della Russia).
Gli "italiani" raccontati da Veronesi non sono realistici (non hanno una parvenza di credibilità psicologica), ma non sono neanche macchiette (troppo vuoti anche in questo senso), restano sospesi in una implausibile via di mezzo sulla quale il film inciampa confezionando due storie una peggio dell'altra.
La prima, con Scamarcio e Castellitto, si affida al debole (perché poco verosimile) colpo di scena finale per rialzarsi dalla piattezza e ripetitività che fin lì l'avevano caratterizzata (la scazzottata al piano bar: seppure in altre forme, quante volte l'abbiamo vista?), cerca di attrarci col "gusto dell'esotico" tramite scenari da cartolina (suggestivi proprio come una di queste) e una fotografia patinatissima da spot (si veda la corsa in macchina) che dà quasi fastidio; sorvoliamo sotto questo punto di vista sugli evidenti e scandalosi casi di pubblicità gratuita che è meglio (solo un esempio: un cellulare che va su Internet in pieno deserto, a cosa serve se non a pubblicizzare la casa telefonica e il servizio che offre?).
Se il gioco doveva essere poi tenuto su dalla recitazione dei due attori, allora si casca male anche qua: Castellitto è in "giornata no", troppo gigioneggiante, e Scamarcio è semplicemente improponibile (basta dire che è quasi meglio quando si cimenta con l'inglese che quando lo fa col romano).
La seconda storia, protagonista Carlo Verdone, non è ai livelli della prima ma non riabilita nemmeno il film come è stato scritto altrove. Se non altro si ride: l'interpretazione dell'attore, seppur troppo calata in mossettine, smorfie facciali, atteggiamenti da complessato o camminate sbilenche, è comunque simpatica e buffa, in alcuni momenti quasi esilarante (la scena della tortura sadomaso, l'oliva inghiottita). A seppellire però tutto, di nuovo una trama delirante, che parte come esperienza di turismo sessuale forzata, diventa per un breve tratto commedia degli equivoci (il momento migliore) ma poi vira inspiegabilmente su una sorta di pseudo action/thriller, fino a scendere in caduta libera su un idilliaco quadretto bucolico/familiare (ovviamente da happy ending) dove Verdone, tanto per restare sui clichè, imita (e male) alcuni dialetti italiani.
La scena finale dello "stivale" ricostruito sul prato suona quasi come una beffa: questa è l'Italia rappresentata, un'Italia finta, di plastica, sghemba e raffazzonata come viene; non è di certo quella vera.
Rocco Castagnoli
http://www.ondacinema.it/film/recensione/Italians.html
Ora, mettendo da parte le frasi fatte, urge comunque a priori riflettere su come sia stato possibile, ultimamente, indire proprio il regista toscano come portabandiera di questa fantomatica riproposizione di un genere che, a suo tempo, diede vita ad alcuni dei più bei film italiani di sempre.
È strano perché da un po' di anni a questa parte i film di Veronesi non sembrano altro che prodotti furbetti e ruffiani, studiati per fasce di pubblico ben definite (con i giusti "attori di richiamo"), che solo alla lontana sembrano dedicarsi a tematiche importanti o "serie", ma che in realtà le usano solamente come pretesto per crearci sopra storielline piuttosto facili, prevedibili e schiave quasi sempre dell'happy ending (gli esempi si sprecano, a partire dagli stereotipati giovani di "Che ne sarà di noi" per arrivare appunto ai "Manuali", i cui consigli si addicevano magari più alle cartine dei cioccolatini che ai veri problemi quotidiani).
Il problema, da che mondo è mondo, è infatti cosa racconti, e soprattutto come. Intendiamoci, pure i film di Monicelli, Risi e soci erano "studiati" in quanto a cast, e pure questi a loro volta sapevano essere "leggeri", ma a nobilitare l'insieme e soprattutto a dare un indubbio spessore a livello di sceneggiatura era gente come Age, Scarpelli, Cecchi D'Amico e così via.
Davvero altri professionisti, viene da dire.
Così anche questo "Italians" risente, eccome, di un livello di scrittura quantomai mediocre, scarso di inventiva e banale nelle soluzioni narrative. L'espediente annunciato di giocare sui clichè dell'italiano all'estero, sui suoi modi di fare, di dire, di comportarsi, alla fine si ritorcono sul film stesso e lo rendono a sua volta preda di rappresentazioni schematiche e semplicistiche (già solo considerando le ambientazioni: il Sud caldo degli Emirati Arabi, il Nord freddo della Russia).
Gli "italiani" raccontati da Veronesi non sono realistici (non hanno una parvenza di credibilità psicologica), ma non sono neanche macchiette (troppo vuoti anche in questo senso), restano sospesi in una implausibile via di mezzo sulla quale il film inciampa confezionando due storie una peggio dell'altra.
La prima, con Scamarcio e Castellitto, si affida al debole (perché poco verosimile) colpo di scena finale per rialzarsi dalla piattezza e ripetitività che fin lì l'avevano caratterizzata (la scazzottata al piano bar: seppure in altre forme, quante volte l'abbiamo vista?), cerca di attrarci col "gusto dell'esotico" tramite scenari da cartolina (suggestivi proprio come una di queste) e una fotografia patinatissima da spot (si veda la corsa in macchina) che dà quasi fastidio; sorvoliamo sotto questo punto di vista sugli evidenti e scandalosi casi di pubblicità gratuita che è meglio (solo un esempio: un cellulare che va su Internet in pieno deserto, a cosa serve se non a pubblicizzare la casa telefonica e il servizio che offre?).
Se il gioco doveva essere poi tenuto su dalla recitazione dei due attori, allora si casca male anche qua: Castellitto è in "giornata no", troppo gigioneggiante, e Scamarcio è semplicemente improponibile (basta dire che è quasi meglio quando si cimenta con l'inglese che quando lo fa col romano).
La seconda storia, protagonista Carlo Verdone, non è ai livelli della prima ma non riabilita nemmeno il film come è stato scritto altrove. Se non altro si ride: l'interpretazione dell'attore, seppur troppo calata in mossettine, smorfie facciali, atteggiamenti da complessato o camminate sbilenche, è comunque simpatica e buffa, in alcuni momenti quasi esilarante (la scena della tortura sadomaso, l'oliva inghiottita). A seppellire però tutto, di nuovo una trama delirante, che parte come esperienza di turismo sessuale forzata, diventa per un breve tratto commedia degli equivoci (il momento migliore) ma poi vira inspiegabilmente su una sorta di pseudo action/thriller, fino a scendere in caduta libera su un idilliaco quadretto bucolico/familiare (ovviamente da happy ending) dove Verdone, tanto per restare sui clichè, imita (e male) alcuni dialetti italiani.
La scena finale dello "stivale" ricostruito sul prato suona quasi come una beffa: questa è l'Italia rappresentata, un'Italia finta, di plastica, sghemba e raffazzonata come viene; non è di certo quella vera.
Rocco Castagnoli
http://www.ondacinema.it/film/recensione/Italians.html
Castellitto y Scamarcio juntos en Italians lo nuevo de Veronesi
Esta es una de esas noticias de las que me alegran el día. Como no lograba decidirme sobre si la ilustraba con una imagen de Castellitto o de Scamarcio, me he pasado un (más que gratificante) buen rato mirando fotos del uno y del otro, hasta que me he dado cuenta de que no podía decidirme por ninguno de los dos, que debía ponerlos a ambos.
Entonces, medio mareada de tanto admirar a estos dos guapísimos (y buenos) actores, he vuelto a la realidad para caer en la cuenta del tema que quería precisamente comentar ¡Van a hacer una película juntos! Además una película que con toda seguridad llegará a nuestras salas, ya que se trata de la nueva comedia de Giovanni Veronesi, autor de la estupenda Manuale d’amore y la no tan estupenda, pero igualmente exitosa Manuale d’amore 2.
El film, titulado Italians, se dividirá en dos historias, la primera protagonizada por la espectacular pareja que me imagino deben formar Sergio Castellitto y Riccardo Scamarcio, se rodará entre Roma, Marruecos y los Emiratos Árabes. La segunda tendrá como principal a Carlo Verdone, actor que ya ha trabajado en varias ocasiones con Veronesi, y transcurrirá en San Petersburgo.
El rodaje ha comenzado esta semana y tiene previsto finalizar el próximo mes de agosto, para estrenar la película en enero del 2009. Yo ya empiezo mi cuenta atrás particular.
http://www.blogfeed.es/castellitto-y-scamarcio-juntos-en-italians-lo-nuevo-de-veronesi/
Entonces, medio mareada de tanto admirar a estos dos guapísimos (y buenos) actores, he vuelto a la realidad para caer en la cuenta del tema que quería precisamente comentar ¡Van a hacer una película juntos! Además una película que con toda seguridad llegará a nuestras salas, ya que se trata de la nueva comedia de Giovanni Veronesi, autor de la estupenda Manuale d’amore y la no tan estupenda, pero igualmente exitosa Manuale d’amore 2.
El film, titulado Italians, se dividirá en dos historias, la primera protagonizada por la espectacular pareja que me imagino deben formar Sergio Castellitto y Riccardo Scamarcio, se rodará entre Roma, Marruecos y los Emiratos Árabes. La segunda tendrá como principal a Carlo Verdone, actor que ya ha trabajado en varias ocasiones con Veronesi, y transcurrirá en San Petersburgo.
El rodaje ha comenzado esta semana y tiene previsto finalizar el próximo mes de agosto, para estrenar la película en enero del 2009. Yo ya empiezo mi cuenta atrás particular.
http://www.blogfeed.es/castellitto-y-scamarcio-juntos-en-italians-lo-nuevo-de-veronesi/
Los enlaces de todas las peliculas de Giovanni Veronesi están caidos o borrados.
ResponderEliminarPodrían rehabilitarlos? abrazos ana
GRACIAS!!!!! Si se te cruzan los de las demás películas de Veronesi, resubilos.
Eliminary nuevamente abtrazos po esta pág. ana
Ana
EliminarHacé el pedido en el comentario de cada película así quedan ordenadas las solicitudes.
Saludos.
Gracias Amarcord pero los enlaces cayeron todos. Ojalá puedas resubirlos
ResponderEliminarCambiados los enlaces
EliminarGracias Amarcord!
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