ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




sábado, 27 de abril de 2013

Paz! - Renato De Maria (2002)


TÍTULO ORIGINAL Paz!
AÑO 2002
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español e inglés (Separados)
DURACIÓN 102 min.
DIRECTOR Renato De Maria
GUIÓN Renato De Maria, Ivan Cotroneo, Francesco Piccolo (Comic: Andrea Pazienza)
MÚSICA Meme, Riccardo Sinigallia
FOTOGRAFÍA Gianfilippo Corticelli
REPARTO Flavio Pistilli, Cristiano Callegaro, Matteo Taranto, Fabrizia Sacchi, Claudio Santamaria, Max Mazzotta, Barbara Bonanni, Iaia Forte, Maxine Agusto, Roberto Freak Antoni, Bruno Ardilesi, Vittorio Attene, Rosalinda Celentano
PRODUCTORA Tangram Film
PREMIOS 2001: Premios David di Donatello: 2 nominaciones: actriz secundaria y diseño de producción
GÉNERO Comedia | Cómic

SINOPSIS Basada en cuatro historietas del dibujante Andrea Pazienza, sigue las andanzas de estudiantes y radicales durante los años 70 en Bologna. (FILMAFFINITY)





Siamo a Bologna alla fine degli anni '70.
In un appartamento, in Via Emilia Ponente 43, convivono senza mai incontrarsi, ma solo sfiorandosi, tre personaggi: Pentothal, Enrico Fiabeschi e Massimo Zanardi, detto Zanna.
Questo è il racconto di 24 ore nella vita di questi ragazzi: dalle quattro del mattino all'alba del giorno successivo, storie di mondi paralleli che convivono nello stesso spazio, cominciando e finendo alla stessa ora.
Pentothal, studente fuorisede, è un fumettista che lavora pochissimo e studia ancor meno. All'inizio della nostra storia, viene lasciato dalla fidanzata Lucilla, una femminista bella e tosta. Sempre in pigiama e con delle logore clark slacciate ai piedi, vive chiuso nella sua stanza, dove tra canne, sogni e visioni, sente il mondo scorrergli a fianco. I suoi compagni conviventi - impegnatissimi nella lotta del movimento studentesco -, la mensa universitaria, il bar affollato dal quale telefona alla madre per chiedere soldi, sono apparizioni sfocate tanto quanto i suoi sogni e la sua vera ossessione: Lucilla. Un miraggio che appare e scompare.
Enrico Fiabeschi è il classico fuorisede che è anche fuoricorso. Non gli importa nulla della politica e meno che mai dell'amore. Si fa mantenere dalla fidanzata Anna, dalla quale si fa regolarmente e metodicamente prestare 'cinque carte'. Anna lavora, Fiabeschi no. Quella mattina è l'ultimo a svegliarsi. Deve dare un esame al DAMS, altrimenti parte militare. Come argomento porta "apocalipsi now", regia di Francis Ford Coppola, musiche dei Doors. Punto, non sa nient'altro.
Massimo Zanardi, naso a becco e occhi da lupo, è il terzo abitante dell'appartamento di Via Emilia Ponente 43.
Studente liceale pluriripetente, Zanardi ha solo due amici - anch'essi pluriripetenti - dai quali è inseparabile: Roberto Colasanti, detto Colas, bello e ricco, una macchina da sesso che parla pochissimo ma c'è sempre e Sergio Petrilli, bassino, bruttino ed anche povero.
Zanna, Colas e Petrilli vengono accusati dalla preside, la signorina Corona di aver crocifisso il suo amato gatto Galileo. La prova del misfatto è l' agenda di Zanna, che la preside afferma di aver trovato nel suo giardino. Il recupero della compromettente agenda mette in moto un giallo in piena regola…
http://www.cinemaitaliano.info/paz
---
E' difficile stroncare un film che mi e' piaciuto. Ma in questo caso e' assolutamente necessario.
Vedendo Paz!, la prima cosa che viene in mente sono, purtroppo, i film con Boldi e De Sica.
Abbiamo la stessa struttura a sketch, senza una storia d'insieme; abbiamo lo stesso uso delle musiche, con l'inserimento di canzoncine famose ed accattivanti; abbiamo l'inserimento di personaggi riconoscibili in qualità di comparse (Freak Antoni e Giovanni Lindo Ferretti, come Leslie Nielsen o Megan Gale per i Vanzina); abbiamo lo stesso tipo di umorismo, con allusioni e scenette sul sesso o sulle funzioni corporali (come la scena di Fiabeschi in bagno). Il tutto ovviamente rapportato ad un target totalmente diverso, con la cultura di sinistra e Bologna a sostituire gli yuppie e Cortina.
E nonostante tutto questo "Paz!" non mi e' dispiaciuto. Perché mi emoziono a sentire i CSI e gli Skiantos, perché a Bologna l'Università l'ho fatta anch'io, perché mi ha riportato nei ricordi a un periodo che ormai e' finito. Mi e' piaciuto, insomma, proprio perché sono lo spettatore a cui il film deve per forza piacere, al di la dei suoi demeriti cinematografici.
Mi e' piaciuto, ma e' un brutto film. Ed e' un peccato perché gli attori sono bravissimi, sia i protagonisti che i comprimari (immensi Antonio Rezza e Frankie Hi Nrg Mc), i personaggi indovinati, le musiche ottime. E perché il regista la passione ce l'ha messa. Aggiungendo una sceneggiatura a cui poter dare un titolo diverso da "Boldi e De Sica al DAMS" poteva essere un bel film. Ma non lo e'.
Graziano Montanini
Il cinema ha spesso tratto ispirazione dal mondo dei fumetti per costruire storie o visualizzare atmosfere, ma si tratta, occorre ricordarlo, di due modi di comunicare diversi. Nel fumetto il tratto del disegno e l'immobilità dei personaggi lasciano aperto un mondo alla fantasia del lettore. Non e' quindi detto che la trasposizione su pellicola di vignette, riesca a comunicare la stessa sensazione. Il film "Paz!!" si ispira visivamente ai fumetti e ai personaggi di Andrea Pazienza, artista di culto degli anni settanta. Chi non conosce il fumetto, però, e' tagliato completamente fuori. Davvero difficile, infatti, appassionarsi o provare il benché minimo interesse per ciò che lo schermo racconta. Sembra di ritrovare i più triti luoghi comuni sui fermenti rivoluzionari post-sessantotto: il mondo e' diviso in due, o comunisti o fascisti, la "canna" e il sesso sono il "deus ex machina" di qualsiasi azione, gli ideali politici sono ridotti a slogan privi di sostanza. Probabilmente sarà ANCHE stato così, ma l'ennesima riproposizione acritica di un modello ormai ampiamente superato, potrà piacere ai nostalgici, ma non aggiunge davvero nulla di nuovo su un periodo storico invece interessante e carico di stimoli. Anche la messa in scena di Renato De Maria non convince: non basta piazzare un "Galletto", una "Fiat 127", attaccare qualche manifesto, imbrattare i muri e vestire le comparse con l'eschimo, per creare un'atmosfera credibile. Tra l'altro l'utilizzo del digitale non risulta la scelta più adatta: alcune sgranature sono veramente brutte e cozzano con lo stile dei fumetti, ruvido nei contenuti ma non nella forma. Gli attori, a parte il divertente Max Mazzotta (il mantenuto Enrico Fiabeschi), il volenteroso Claudio Santamaria (Pentothal, l'alter-ego di Pazienza) e la sempre brava Iaia Forte, si limitano ad assomigliare ai personaggi di carta da cui derivano. Alcuni caratterristi, poi, sembrano reclutati per strada all'ultimo minuto, con il copione ancora sotto al cappotto. L'assenza di una narrazione, con lo stanco succedersi di urla e rutti, si fa presto sentire e non e' sufficiente il contributo, nelle scelte musicali, di Gino Castaldo per dare ritmo alle vignette affiancate pedissequamente dal regista. Nulla di ciò che si vede, quindi, scalfisce e l'ironia delle intenzioni sfocia in una rappresentazione grottesca di nullo interesse. Probabilmente l'intenzione era di entrare nello spirito dei fumetti di Pazienza riproponendone lo stesso mondo, ma il risultato non va oltre la superficie delle immagini. Come se il libro a fumetti venisse sfogliato velocemente senza soffermarsi a leggerlo.
Luca Baroncini
http://www.centraldocinema.it/recensioni/15/15b/paz.htm


Renato De Maria
Data nascita: 1958, Varese (Italia)

Regista cinematografico e televisivo. Dalla disorientata Bologna descritta da Paz! ai gruppi terroristici degli anni di piombo de La prima linea, De Maria ha dimostrato di saper raccontare con semplicità piccole storie di uomini, sullo sfondo di un' Italia spaesata.

Video arte, documentari e produzioni indipendenti
Si avvicina al mondo della video arte da giovanissimo ma è nel 1982 che decide di mettersi alla prova, vincendo il premio per la migliore produzione video al Festival Cinema Giovani di Torino (con filmati completamente autoprodotti, intitolati Trilogy of Banal Life e Telepornovisione, il primo videoclip dei Gaznevada, gruppo musicale bolognese attivo alla fine degli anni Settanta).
Successivamente sperimenta le capacità narrative del documentario con Love is the Answer (1988), video incentrato sull'AIDS, e con Raoni's Return (1989), girato assieme al cantante Sting tra gli alberi della foresta amazzonica. L'anno dopo fonda la casa di produzione Monochrome, grazie alla quale riesce a trovare qualche finanziamento per dirigere un documentario sul '77 a Bologna, Il trasloco (1990).

Cinema e tv
Dopo una florida esperienza nel campo del documentario, punta al lungometraggio. Esordisce, sia come sceneggiatore che regista, con il film Hotel Paura (1996), dove vediamo recitare Isabella Ferrari (sua futura compagna), Sergio Castellitto e Iaia Forte. Il film, di taglio espressionista, accompagnato dalla musica degli Avion Travel, è il racconto di un uomo in declino che, passo dopo passo, raggiunge la condizione di vagabondaggio, sullo sfondo malinconico della stazione centrale di Milano.
Anche se ancora acerbo, lo stile di De Maria convince i critici e il pubblico. Dopo non molto tempo passa alla regia televisiva con la prima stagione di Distretto di polizia (venticinque episodi nel 2000).

La passione per Andrea Pazienza
La consacrazione giunge due anni dopo, con il film Paz! (2002), scritto da Ivan Cotroneo e Francesco Piccolo, e diretto con uno stile registico crudo e realistico. Il pubblico apprezza fin da subito gli strampalati protagonisti 'fuori corso', all'università come nella vita, del film; rappresentanti di una generazione allo sbando nella Bologna 'rock' disegnata e descritta dal fumettista Andrea Pazienza.
Il suo primo grande successo avviene quindi in ambito cinematografico (Paz! vince cinque Nastri d'Argento, un Globo d'Oro e due Ciak d'Oro) ma non abbandona la televisione.
Per il piccolo schermo dirige Doppio agguato (2003), con Luca Zingaretti, sul sequestro di Dante Belardinelli, e un paio di episodi sul commissario Maigret, interpretato da Sergio Castellitto (Maigret. Ombra cinese e Maigret. La trappola, entrambi del 2004).

Amatemi con Isabella FerrariNel 2005 scrive e dirige un film su misura per la compagna Isabella Ferrari, Amatemi, splendido ritratto di una donna alla ricerca di una personale rivincita esistenziale. Il ruolo femminile mette in luce le doti di attrice della Ferrari, così tanto da aiutarla concretamente a rinnovare il suo percorso di interprete.
Dopo questa pellicola, si dedica nuovamente alla televisione, girando Medicina generale (2008), serie dedicata al mondo dell'ospedale che cerca di imitare lo stile delle rivali americane, da ER a Grey's Anatomy.

Le polemiche su La prima lineaAttratto da sempre dai temi civili, nel 2009 decide di realizzare un film ambientato durante gli anni di Piombo, periodo difficile di sconvolgimenti con il quale l'Italia sta ancora facendo i conti. De Maria ci prova con La prima linea, con Giovanna Mezzogiorno e Riccardo Scamarcio, nei panni di Susanna Ronconi e Sergio Segio, giovani terroristi degli anni Settanta. Il film trae spunto dal libro autobiografico "Una vita in Prima Linea" scritto proprio da Segio.
Nicoletta Dose


Antistoria del fumetto italiano 
La rivoluzione interrotta di Andrea Pazienza


Antistoria del fumetto italiano (da Andrea Pazienza a oggi)
Il programma, realizzato da Limbo Film, nasce da una idea di Stefano Pistolini, Massimo Salvucci, Matteo Stefanelli e Stefano Misesti, con la collaborazione di Tiziana Lo Porto, Cristiano Panepuccia, Davide Stampa; animazioni di Stefano Misesti e interventi di Francesca Ghermandi.
Partiamo dal titolo, dalla prima parte: Antistoria del fumetto italiano «vuole essere "anti" proprio nel porsi in alternativa ai luoghi comuni di una storia del fumetto che tenga conto solo dei soli grandi nomi noti», è scritto nel comunicato ufficiale di Cult Network Italia, «ma non ragioni sul talento, le idee e il desiderio di emergere di una professionalità e di un underground che non hanno smesso d'essere stimolanti e originali, in un contesto socioculturale che invece si modifica rapidamente».
Tra parentesi, invece, troviamo quel nome simbolo di un modo di fare fumetto e intendere la professione che è tutt'uno con la vita: Andrea Pazienza ha rappresentato un'attitudine non più sperimentata da e con nessuno (fortunatamente, per la tragica fine; disgraziatamente, per la potenzialità creativa). E proprio dall'autore di San Benedetto del Tronto parte la prima puntata, da quel suo grido disperato, all'inizio del film Paz!, che squarcia i cieli bolognesi: «Amatemiii!». Attraverso la testimonianza di chi lo ha conosciuto, si cerca di analizzare come il talento di Paz abbia «scombinato le carte del settore, fino ad allora placidamente suddiviso tra fumetto popolare seriale e fumetto d'autore d'area Linus (Crepax, Pratt, Altan etc)».
E' la fine degli anni Settanta e l'autore de Le straordinarie avventure di Pentothal, indica la nuova via, quella della contaminazione, dell'autobiografismo, della mescola dei linguaggi, dell'attualità assoluta. «Pazienza crea uno choc e s'impone come padre della nuova scuola», sostengono gl'ideatori della trasmissione. «Ma presto, anzi subitaneamente, muore. Ciò che così resta, nella scena del fumetto italiano, è l'assenza di un padre e il bisogno dell'elaborazione del lutto, attraverso il necessario superamento».
Questo approccio psicoanalitico alla mente collettiva del Fumetto italiano contemporaneo, che fra difficoltà economiche ed editoriali sta costruendo il proprio percorso per tornare a essere fortemente propositivo, è televisivamente strutturato in due parti: da un lato, una serie di trasmissioni tematiche che, con le dichiarazioni di autori, disegnatori, sceneggiatori, critici, ricostruiscano l'evoluzione degli ultimi 30 anni del fumetto italiano; dall'altro, una serie di micropuntate, ciascuna dedicata a raccontare il lavoro, lo stile e i segreti del successo di un autore delle ultime generazioni.
Antistoria del fumetto italiano, aperto da una bellissima sigla animata da Stefano Misesti, contiene dozzine di interviste inedite coi personaggi dei comics nazionali di oggi. Su tutto, però, tre appuntamenti che sono veri e propri scoop: un'intervista con Tiziano Sclavi, autore di culto attraverso le gesta di Dylan Dog, da sempre allergico alle telecamere; una visita nello studio di Guido Crepax con la vedova Luisa - la musa di Valentina - a farci da guida. E una ricostruzione della mitica apparizione di Andrea Pazienza sulla scena settantasettina di Bologna, attraverso le voci di coloro che c'erano e ne restarono indelebilmente segnati.
Tra gli autori intervistati: Tiziano Sclavi, Sergio Toppi, Filippo Scozzari, Pablo Echaurren, Giorgio Carpinteri, Igort, Lorenzo Mattotti, Gipi, Vittorio Giardino, Leo Ortolani, Alessandro Barbucci, Barbara Canepa, Davide Toffolo, Paolo Bacilieri, Giancarlo Berardi e molti altri.
Filo conduttore del magazine saranno, invece, gli interventi di Francesca Ghermandi, chiamata a raccontare il fumetto italiano contemporaneo dal suo particolare punto di vista e le animazioni realizzate da Stefano Misesti.
http://www.komix.it/page.php?idArt=4051

1 comentario: