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sábado, 13 de abril de 2013

Santa Maradona - Marco Ponti (2001)


TÍTULO ORIGINAL Santa Maradona
AÑO 2001
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español, italiano e inglés (Separados)
DURACIÓN 96 min.
DIRECTOR Marco Ponti
GUIÓN Marco Ponti
MÚSICA Mano Negra, Motel Connection
FOTOGRAFÍA Marcello Montarsi
REPARTO Stefano Accorsi, Anita Caprioli, Libero De Rienzo, Mandala Tayde, Domenico D'Alessandro, Fabio Troiano
PRODUCTORA RAI Cinemafiction / Harold Film / Mikado Films
PREMIOS 2001: Premios David di Donatello: Mejor actor secundario (L. De Rienzo) y Mejor ópera prima
GÉNERO Comedia

SINOPSIS Andrea es un joven de 27 años que se licenció en la universidad, pero cuya carrera apenas le es útil para encontrar trabajo. Se pasa los días buscando un empleo y mata el tiempo hablando con su compañero de piso Bart y su amiga indo-italiana Lucia. Pero todo cambia el día que conoce a Dolores, una atractiva profesora y actriz... (FILMAFFINITY)






"Santa Maradona es el Trainspotting italiano."
Es curioso que esta película me hubiera pasado desapercibida hasta ahora. Tras haber recibido una serie innumerable de recomendaciones sobre ella algo, posiblemente su título, había conseguido que sintiera un escaso interés por descubrir lo que en realidad representa. Y es que Santa Maradona es el Trainspotting italiano.
Puede resultar duro de digerir pero por cercanía en el tiempo, la temática, el tratamiento e incluso los planos y el montaje sería imposible no notar que Marco Ponti debió devorar la obra de Danny Boyle para llega a escribir y dirigir su opera prima. Y a pesar de que les separan algo menos de diez años las preocupaciones que asaltan a sus protagonistas son las mismas aunque en su versión italianizada sean más realistas que en el ya clásico film inglés.
Dos amigos que comparten piso hablan de su vida, sus preocupaciones, el trabajo, el amor y demás mundanas preocupaciones junto con su amiga indo-napolitana que enfrenta la cultura de su país a la italiana de acogida. Andrea tiene 27 años, una licenciatura y un traje que pasea por las calles para poder encontrar un trabajo decente por infinidad de surrealistas entrevistas de trabajo. Su compañero Bart vive prácticamente en el sofá y le asesora desde esa posición sobre las materias más inverosímiles con una inteligencia y mala uva descomunales. Cuando Andrea conoce a Dolores, la mujer de sus sueños, las cosas cambian poco, al menos al principio y se incluye en las rutinas del grupo con sus conversaciones en el fútbol y sus paseos por la ciudad hasta que la vida empieza a hacerle quiebros a Andrea.
Una impecable banda sonora con Mano Negra, Subsónica, y los clásicos (Mozart, Bizet…) acompaña las aventuras siempre en tono irónico de estos dos reflejos de la sociedad actual con un humor trepidante y unas situaciones que no por surrealistas dejan de ser la mar de entretenidas. Y para los que duden, fútbol poco, prácticamente concentrado en los títulos de crédito, dedicados al argentino, y en un par de chistes fácilmente comprensibles incluso para los menos amantes del deporte rey.
Lo mejor de "Santa Maradona"...
Conversaciones delirantes y mucha caradura.
Lo peor de "Santa Maradona"...
Cuando la combinación de planos, música y montaje recuerdan en exceso a Boyle.
Ana Belén Pacheco
http://www.muchocine.net/criticas/7549/Santa-Maradona
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Intervista a Marco Ponti, regista di “Santa Maradona” – esclusiva ifilmdavedere.it

Oltre ad essere un apprezzato regista, lei è anche abile sceneggiatore (L’uomo perfetto, Cardiofitness): Preferisce scrivere o stare dietro la cinepresa?
Questa è una domanda difficile, come quelle del tipo “vuoi più bene a mamma o a papà”… La mia risposta, onestamente, non può che essere: fino a che posso fare entrambe le cose, me le tengo strette e cerco di farle al mio meglio. In entrambi i casi ho molto da imparare, dunque non mi pare di aver esaurito nessuna vena creativa, o energetica, o motivazionale.

I suoi lungometraggi hanno riscosso un notevole successo, basti dire che Santa Maradona è considerato un piccolo cult da tanti giovani italiani; sta attualmente lavorando a nuovi progetti cinematografici?
Che Santa Maradona abbia un pubblico affezionato negli anni non può che essere una delle cose più belle della mia vita professionale: chi l’avrebbe immaginato, prima!
Poi sì, c’è un film per la televisione in uscita, due fumetti, una striscia di comics su Facebook (Un appartamento a Torino), e due sceneggiature pronte che potrebbero essere i prossimi due film.

In Santa Maradona la vita del protagonista Andrea Straniero (Stefano Accorsi) sembra finalmente prendere una svolta positiva quando incontra Dolores. Poi decide di gettare tutto alle ortiche per un’inezia. La chiave di lettura può essere che Andrea, emblema della disillusa gioventù d’oggi, è così disabituato alla felicità tanto da averne paura e allontanarla quando gli piomba addosso?
Guarda, credo che Andrea non si sentirebbe a suo agio nel ruolo di emblema di alcunché, forse neanche emblema di se stesso! Però forse hai ragione, quando si comporta così è ancora in una fase di immobilismo e sfiducia… Tutto il senso del film è incentrato su come sia necessario uscire da quella fase!

Una domanda che vuole essere una piccola provocazione a una persona che vive dall’interno il mondo cinematografico nostrano. È triste realtà che fare cinema in Italia non sia proprio facile (economicamente parlando), però molti registi usano la scusa dei low budget per giustificare prodotti spesso scadenti. La differenza fra il nostro cinema e quello d’oltre oceano è solo economica o ci sono altri aspetti perfettibili, sui quali possiamo e dobbiamo lavorare? In sostanza; qual è, secondo lei, lo stato di salute del cinema italiano oggigiorno?
Beh, fare cinema non credo che sia facile in nessun paese al mondo! Per quella che dici essere la “scusa del low budget” ti dirò: non ho idea! Vedo film costosi belli e brutti e idem per quelli che hanno pochi soldi…
Differenze con gli americani? Lì di certo hanno i generi, che da noi sono scomparsi. Sarebbe bello riportarli in vita. E poi pensano a un pubblico globale e non solo locale… Per quanto riguarda lo stato di salute..Forse basterebbe tornare agli anni sessanta e settanta…!

Quinta ed ultima domanda è ormai una consuetudine per i lettori di ifilmdavedere.it che cercano nel nostro sito consigli su film imperdibili: le chiediamo la sua top ten personale
Mi sbizzarrisco:
Tutto FELLINI
Tutto TIM BURTON
gli SPAGHETTI WESTERN
Tutto SPIELBERG
APOCALIPSE NOW di Francis Ford Coppola
2001: ODISSEA NELLO SPAZIO di Stanley Kubrick
ALIEN di Ridley Scott
L’ETA’ DELL’INNOCENZA di Martin Scorsese
L’ULTIMO DEI MOHICANI di Michael Mann
LE RELAZIONI PERICOLOSE di Stephen Frears
DIVORZIO ALL’ITALIANA di Pietro Germi
BUTCH CASSIDY di George Roy Hill
Molte cose della PIXAR
IL GRANDE LEBOWSKY di Joel Coen
Tutto TARANTINO
I corti e i primi tre film di KASSOVITZ
Le opere di Jean-Luc Godard e Jacques Tati
il LANG tedesco
la BARDOT
un bel po’ di VON TRIER
e infine quasi tutto WERNER HERZOG!
Bastano?

Certo che bastano! Grazie davvero per la disponibilità. Aspetteremo con ansia il suo prossimo lavoro per poterlo inserire nella nostra selezione di film da vedere!

Festival Internacional de Cine de Mar del Plata...
Pero hay que conceder que, con respecto a los films recién llegados a ese selecto grupo de dieciséis, la espera valió la pena. El estreno de los films del italiano Marco Ponti y del francés Mathieu Amalric ayudó a mejorar sustancialmente la calidad de la devaluada competencia oficial. Sin parentesco alguno con Carlo Ponti y autor de un libro sobre Quentin Tarantino, Marco Ponti entrega en su ópera prima Santa Maradona apenas una variación más sobre el tema amigos-con-onda-pero-sin-trabajo-que-ironizan sobre-todo, un Kevin Smith pero a la italiana. Pero tan bien hecho que es un film divertido, inteligente y contagioso.
Con un título apenas justificado por –valga la redundancia– la presencia de imágenes de Maradona en los títulos del film (y musicalizado con el tema de Mano Negra), Santa Maradona cuenta la historia de dos amigos que hablan de cine, leen comics y van los domingos a ver futbol. A esos dos amigos habría que sumarle una amiga, y la novia de uno de ellos –protagonista de la historia de amor–, y un desfile de entrevistas de trabajo, y homenajes de todo tipo. Pero principalmente al cine y a las comedias con gente que cuenta eso gracioso/sorprendente/increíble que le pasó a otro. Con simpáticas actuaciones, buenos diálogos y muy buenos títulos finales (después de todo, su protagonista se dedica a compilar en un video títulos finales de películas), Santa Maradona es un film generacional de comienzo a fin, pero –por eso y a pesar de eso– también un indudable favorito a más de un Ombú.
...
Martín Pérez, Página 12, Domingo, 17 de marzo de 2002
http://www.pagina12.com.ar/diario/artes/11-2875-2002-03-17.html
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Giovani, carini, disoccupati, molti più giovani e disoccupati dei trentenni de L’ultimo bacio, termine di riferimento obbligato (insieme a molti altri, a dire il vero) per capire identità e successo di Santa Maradona, esordio alla regia di Marco Ponti, già sceneggiatore di pellicole comiche come Se fossi in te e Ricomincio da capo (sul carino, poco da dire: quando le facce non sono le stesse – e nel cinema italiano accade di rado – si somigliano da morire. Ma qui c’è una bella eccezione, il bravissimo Libero de Rienzo, capace di trasformare il “mai bravissimo” Accorsi in una spalla).
Del film di Muccino, campione d’incassi della stagione dell’anno scorso e trascinatore del “miracolo” del cinema italiano, Santa Maradona sembrerebbe al tempo stesso un prequel e un sequel: un prequel relativamente alla trama, poiché i venticinquenni protagonisti, chi ancora all’università (la meravigliosa Mandala Tayde), chi neo-laureato in cerca di lavoro (l’immancabile Accorsi), sembrano proprio i personaggi de L’ultimo bacio cinque, otto, dieci anni prima; un sequel per quanto riguarda i molti punti di tangenza fra i due progetti comunicativi (e l’evidente funzione di “molla” giocata dagli incassi di Muccino sulla produzione di Santa Maradona): in poche parole, dare a una generazione di spettatori il suo film. Italiano.
Già, perché questo è il punto (e Ponti lo sa bene, quasi meglio di Muccino): Santa Maradona risponde a quel bisogno diffuso, naturalmente indotto dal cinema stesso ma soprattutto dalla televisione (e in particolare da Mtv, grande mediatore di modelli internazionali sullo sfondo di una precisa geografia nazional-popolare), di una “generazionalità” all’italiana, dove New York diventi Roma o Torino, dove Bart suoni come il diminutivo di Bartolomeo, la coca-cola sia l’aranciata San Pellegrino e in discoteca suonino i Subsonica. E si spiega così anche la voglia di Ponti di ripercorrere, “all’italiana”, certi luoghi di culto del recente giovane cinema americano, come la videoteca di Clerks (ma qui perde il confronto) e le strade, fatte sempre di corsa, di Trainspotting.
Insomma, per citare una vecchia canzone di Fossati, oggi, sicuramente al cinema, “dire il nome di Bologna non ci sembra strano” e, anzi, L’ultimo bacio, mutuandola dalla recente filmografia Usa, sembra aver indicato anche la formula magica, di cui Ponti si appropria arricchendola di “alto” e “basso”, battuta secca e riflessione da semiologo (qual è).
Le differenze fra i due film invece, tutt’altro che trascurabili, dipendono proprio dalla carta d’identità dei protagonisti, che modifica sensibilmente la natura del loro rapporto con il presente e, soprattutto, con il futuro. Con una formula, potremmo dire che Santa Maradona tematizza il problema di decidere se decidere rispetto alle infinte possibilità che si schiudono di fronte a un giovane, mentre L’ultimo bacio pone al centro della narrazione il tema del decidere se non decidere, spostamento di segno (positivo/negativo) e di atteggiamento (dallo slancio alla ritirata) dovuto al confronto con le conseguenze delle decisioni già prese. Insomma: da una parte, la commedia vera e propria, tradizionalmente conclusa dalla promessa di un nuovo inizio, dall’altra parte la tragicommedia o la farsa (ma anche, metaforicamente, il melodramma), dove un’identità più caratterizzata e una serie di scelte fondamentali già compiute giocano il ruolo di fantasmi cui comunque, alla fine, dopo aver timidamente tentato di reagire con la fuga, si torna, perché si è costretti a farlo o perché ci si rende conto della vanità dei propri desideri. Come dire che il salto finale dei protagonisti di Santa Maradona è il primo passo verso la costruzione dei propri rimpianti.
Luca Malavasi
http://www-3.unipv.it/cinema/spazio/Vecchie%20recensioni/santamaradonalm.htm

1 comentario:

  1. Muchas gracias. Hoy la pasaron en EuropaEuropa y no la pude ver. Saludos!

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