TÍTULO Morte di un matematico napoletano
AÑO 1992
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 108 min.
DIRECTOR Mario Martone
GUIÓN Mario Martone, Fabrizia Ramondino
MÚSICA Michele Campanella
FOTOGRAFÍA Luca Bigazzi
REPARTO Carlo Cecchi, Anna Bonaiuto, Renato Carpentieri, Toni Servillo, Antonio Neiwiller, Licia Maglietta, Fulvia Carotenuto
PRODUCTORA AnGio Film / Radiotelevisione Italiana / Teatri Uniti
PREMIOS 1992: Venecia: Premio Especial del Jurado
GÉNERO Drama
SINOPSIS Narra los últimos y rocambolescos días de la vida del profesor Renato Caccioppoli, profesor universitario que llevó una vida atormentada y llena de decepciones. (FILMAFFINITY)
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Il film racconta l’ultima settimana di vita di Renato Caccioppoli, matematico geniale e anticonformista, pensatore irriducibile e non riconciliato, suicidatosi nel 1959 a Napoli. Caccioppoli, iscritto al Partito Comunista pur non essendo un ortodosso, è professore all’Università e, nonostante sia alcolizzato, è rispettato ed ammirato dai colleghi e dagli studenti. Egli è evidentemente un uomo amareggiato, solo e infelice, che non crede più in niente: il lavoro non lo interessa, la politica lo ha deluso, il suo matrimonio con Anna è fallito. Ma ora la donna torna a Napoli e, in un incontro con l'ex marito, gli confida d'essere incinta di un altro uomo, ma di voler abortire. Lo prega di farla tornare a vivere con lui, ma egli rifiuta: entrambi sanno di essersi feriti profondamente. Infine, Renato lascia ad Anna un assegno cospicuo, per aiutarla. Fra le lezioni all'università, gli esami, che lo annoiano, lunghe passeggiate di notte per i vicoli di Napoli, incontri con amici e con estranei, il professore trascorre gli ultimi giorni della sua vita. Poi, ritirata la pistola da una cassetta di sicurezza, nella notte si uccide. Lo trova morto la domestica il mattino del 9 maggio. Al cimitero, per il funerale, ci sono professori, studenti e politici, e si tengono discorsi ufficiali e retorici. Don Simplicio, l'assistente di Renato, ha ottenuto per lui dalla curia il permesso per i funerali religiosi, e il professore viene sepolto nella cappella di famiglia. Qualcuno ricorda che, al tempo del fascismo, contro il quale Renato parlava troppo apertamente, la madre lo aveva fatto chiudere in un manicomio, per salvarlo dalla prigione. Lo scomodo personaggio, in vita, come in morte, ha turbato la città.
"Dirigendo questa vicenda toccante e atroce con stile aspro e secco, Mario Martone costruisce un personaggio di grandiosa e torva bellezza, un docente, uno scienziato che si distrugge annegando nella febbre liquida, con barlumi e soprassalti lucidi quando può rintraccaire una parentesi quadra su un pezzo di carta (...). Ci si china riverenti sulla bara di quest'uomo 'illuso e cerebrato', prototipo dell'intellettuale che conoscerà l'esilio spirituale, la disistima delle baronie culturali, la diffidenza dei politicanti dai quali attendeva il segno della lotta. (...) Un eccellente Carlo Cecchi, la voce impastata e roca, versa il suo alito sulfureo ed il suo tragico 'ricordatevi di me'". (Gr. Napoli, 'Giornale di Sicilia', 16 settembre 1992)
L’illustre matematico Renato Caccioppoli vaga solingo per i quartieri popolari di Napoli. Sembra istaurarvi un rapporto di tipo emotivo, fatto delle stesse amarezze e delle medesime aspettative rimaste inevase. Quasi carnale, come di chi cerca in quei vicoli brulicanti di disordinata vitalità le risposte alle proprie inquietitudini, nell’intrecciarsi di suoni e voci indistinte quel qualcosa che gli doni la persuasione di poter assorbire il suo malessere interiore nella variegata indeterminatezza cittadina, mischiarlo con un male più grande, che appartenendo a quei luoghi deputati alla custodia di universali meraviglie può emblematicamente appartenere al mondo intero. Si è votato all’indifferenza verso tutto e tutti il professore, la stessa di cui è specularmente vittima la città che gli ha tributato i più alti onori accademici, che ha osannato i suoi prodigi e si è fatta teatro del suo dolore. Sono vittime della stessa forma di apatia ora, abbandonati all’inevitabile declino dopo gli anni belli della gloria universale. Veste trasandato, con un impermeabile sgualcito e i capelli spettinati trasporta il corpo con stanca noncuranza, dimentico del suo prestigio e di quello che si accompagna all’incarnazione della sua indole rivoluzionaria. Cammina, scruta, saluta, osserva ed è osservato, incide su carta gli ultimi lampi del suo genio matematico, strappa pezzettini di manifesti incrostati per consegnare arabeschi ai custodi dell’avvenire, per consegnarsi stanco alla meta, per arrivare in fondo conservando ancora un barlume di tenerezza. Lo sguardo plana sopra le consuete precarietà, si perde nei dedali di una canzone inascoltata, fino a scorgere il mare e la sua insana richiesta di riscatto, fino a riposare gli occhi di fronte al bastione di un’antica nobiltà, con il fumo di sigarette a contare le ore l’alcol a misurare il tempo che manca. Si intrattiene coi pochi affetti che gli sono rimasti, devoto alla loro attenzione e alla sua distratta inazione. Aspetta il professore, deluso da troppe cose, dalla vita, dall'università, dalla politica. Avvinto senza rimedi dal demone del disincanto.
In una sala d'aspetto della stazione di Roma dei poliziotti chiedono i documenti a un uomo dall'aria stanca e il fare trasandato. Quell'uomo è Renato Caccioppoli (1904-59), uno dei più importanti e innovativi matematici della prima metà del Novecento. Il film di Mario Martone ne ripercorre gli ultimi otto giorni di vita, dalla mattina in stazione del 1 maggio del 1959, al giorno in cui decise di suicidarsi con un colpo di pistola alla nuca. Mostrandoci l'uomo ormai in balia della sua irreversibile crisi esistenziale che da matematico di fama mondiale, professore emerito all'Università di Napoli, nipote di Michail Bakunin da parte di madre, militante comunista e "stravagante" antifascista (venne incarcerato perchè in un ristorante di Mergellina pagò lautamente quattro musicisti perchè intonassero la marsigliese), si ritrovò a rimanere da solo col suo genio matematico, riducendosi a essere schiavo dell'alcol e della trascuratezza a causa di cocenti delusioni di natura politica e sentimentale. Grande interpretazione di Carlo Cecchi.
http://cinerepublic.film.tv.it/sequenze-il-demone-del-disincanto/3781/
In una sala d'aspetto della stazione di Roma dei poliziotti chiedono i documenti a un uomo dall'aria stanca e il fare trasandato. Quell'uomo è Renato Caccioppoli (1904-59), uno dei più importanti e innovativi matematici della prima metà del Novecento. Il film di Mario Martone ne ripercorre gli ultimi otto giorni di vita, dalla mattina in stazione del 1 maggio del 1959, al giorno in cui decise di suicidarsi con un colpo di pistola alla nuca. Mostrandoci l'uomo ormai in balia della sua irreversibile crisi esistenziale che da matematico di fama mondiale, professore emerito all'Università di Napoli, nipote di Michail Bakunin da parte di madre, militante comunista e "stravagante" antifascista (venne incarcerato perchè in un ristorante di Mergellina pagò lautamente quattro musicisti perchè intonassero la marsigliese), si ritrovò a rimanere da solo col suo genio matematico, riducendosi a essere schiavo dell'alcol e della trascuratezza a causa di cocenti delusioni di natura politica e sentimentale. Grande interpretazione di Carlo Cecchi.
http://cinerepublic.film.tv.it/sequenze-il-demone-del-disincanto/3781/
Fra gli numerosi errori su Internet, visto che Lei cita la fonte:
ResponderEliminar"Caccioppoli, iscritto al Partito Comunista pur non essendo un ortodosso"
Caccioppoli NON era communista, non era iscritto a NESSUN partito, ma era simpatizzante di sinistra come anti-democristiano.
Questa informazione, la tengo da mio marito che ha conosciuto il matematico e scritto su di lui.
Grazie per le informazioni.
ResponderEliminarTutti i dati sono importanti per chiarire le cose.
Di niente.Per un blog che rende un cosi bel ommaggio a i grandi maestri italiani sono importanti dati esatti. Purtroppo sono quasi spariti critici competenti e veri storici.
ResponderEliminarHola. Me gustaría que volvieses a postear esta película, tengo muchas ganas de verla. Un saludo y muchas gracias por tu magnífico blog.
ResponderEliminarPD: Hace unos meses te pedí "Amori in corso" de Giuseppe Bertolucci... pero supongo que no habrá sido posible encontrarla (yo lo he intentado cada vez que he ido a Italia sin éxito...)