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miércoles, 9 de noviembre de 2011

Risate di gioia - Mario Monicelli (1960)


TÍTULO Risate di gioia
AÑO 1960
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 106 min.
DIRECTOR Mario Monicelli
GUIÓN Mario Monicelli, Suso Cecchi d'Amico, Agenore Incrocci, Furio Scarpelli (Historias: Alberto Moravia)
MÚSICA Lelio Luttazzi
FOTOGRAFÍA Leonida Barboni (B&W)
REPARTO Anna Magnani, Totò, Ben Gazzara, Fred Clark, Edy Vesse, Gina Rovere, Toni Ucci, Kurt Polter, Mac Ronay, Alberto De Amicis, Gianni Bonagura, Rik Van Nutter, Dori Dorika, Peppino De Martino, Marcella Rovena, Carlo Pisacane
PRODUCTORA Titanus
GÉNERO Comedia. Drama
SINOPSIS Es la noche de fin de año y Gioia Fabbricotti, una aburrida actriz, no tiene nada que hacer, pero un amigo la invita a su fiesta y ella no deja pasar la oportunidad. En la fiesta se topará con Umberto, un viejo conocido que se está dedicando junto al carterista Lello a robarles las pertenencias a los invitados. (FILMAFFINITY)


Con una cierta regularidad vengo dando un repaso a la filmografía de Mario Monicelli. Hoy le tocó el turno a “Risate di gioia” algo así como Risas de alegría, traducida en España como Llegan los bribones, título no muy afortunado que sugiere más aquellas películas insustanciales de Burt Reynolds o similares que esta película italiana de 1960 de Anna Magnani después de su periplo norteamericano donde recibió el Oscar a la mejor actriz por “La rosa tatuada”.
La Magnani está magna como siempre. Permítanme el juego fácil de palabras. Y abusando de su benevolencia añadiré que la magnitud de la italiana es inconmensurable. Su dueto con Toto es absolutamente inolvidable en la línea de otras muchas colaboraciones anteriores. Su número musical conjunto una pequeña joya que nos deja con ganas de repetir.
Las desventuras de una extra habitual de Cineccitá en la Noche de Fin de Año es el argumento de este film del director italiano donde, junto a su inigualable sentido de lo cómico, nos muestra su vena más sentimental y humana. La extrovertida Tortorella (Anna Magnani) esconde en su interior una mujer sensible y falta de cariño. El pícaro Umberto (Totó), dispuesto a casi todo por una lira, es en el fondo un pobre diablo honrado a carta cabal. Y hasta el único y verdadero bribón de la película, Lello (Ben Gazzara), no tiene un futuro demasiado halagüeño en la profesión cuando debe acabar robando collares de la Madonna en las Iglesias.
Risas regadas con chianti. Ese chianti que le sienta tan bien a las comedias italianas y que Monicelli sabe escanciar como nadie, aparcando por un instante las carcajadas o mejor dicho, trasmutándolas en cómplices sonrisas que acompañan esas porcas miserias tan genuinamente italianas. Comedia con fundamento y su puntito de reflexión. Realismo de una Italia de transiciones en tono de ja.
Se ha dicho que Monicelli viene a ser algo así como una mezcla entre Billy Wilder y Martin Scorsese. Aunque es cierto que Riseta di Gioia evoca el recuerdo de ¡Jo que noche!, tal afirmación me parece desorbitada. Monicelli es Monicelli y eso significa mucho.
Por cierto, no se pierdan la buena actuación de Fred Clark como americano borracho. Clark es uno de esos secundarios con frecuentes apariciones en series televisivas, a los que no ubicamos demasiado bien pero recordamos con agrado.
http://conelcineenlostalones.blogspot.com/2011/09/risate-di-gioia-mario-monicelli-1960.html

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Alla vigilia di Capodanno, una donna, che fa la comparsa a Cinecittà, incontra un suo anziano amico che vive di espedienti e piccole truffe mentre fa il palo per un ladro. Il loro incontro darà vita ad un Capodanno insolito, fatto di equivoci e avventure divertenti ma dai risvolti amari.
Questa bella commedia girata nel 1960 da Mario Monicelli ci propone un trio di ottimi interpreti, vale a dire Anna Magnani, Totò e un giovanissimo Ben Gazzarra che un po’ ricorda il primo James Bond… L’atmosfera è quella di una Roma incantata nel pieno del suo sviluppo anche a livello cinematografico. Non a caso vediamo delle scene di casting. In quest’ambientazione viene a svilupparsi una vicenda dove si creano rapporti e situazioni estremamente movimentate. Una trama dove si fondono fantasia e realtà.
“Risate di gioia” è un lungometraggio stranamente poco conosciuto al grande pubblico tratto da due racconti di Alberto Moravia (Le risate di Gioia, Ladri in chiesa). Alla sceneggiatura troviamo l’esperta Suso Cecchi D’Amico… Per una volta, non vediamo la Magnani in un ruolo altamente drammatico ma decisamente più leggero anche se il suo impegno è quello consueto. Anna Magnani dimostra quindi di sapersi calare anche in una commedia divertente dove non mancano comunque risvolti seri.
Totò si riconferma come un grandissimo attore capace di comicità mista ad amarezza in quello che è l’unico film girato insieme ad Anna Magnani. Entrambi portano sul set un ottimo tempismo comico e rendono questo film unico, tale da meritare di essere riscoperto e di far parte della nostra cineteca personale.
Recensione di Andrea Turetta
http://www.babylonbus.org/2011/10/22/mario-monicelli-%E2%80%93-risate-di-gioia/



Quando uscirà di prigione troverà il fedele amico Umberto ad aspettarla. La vicenda si snoda in tanti piccoli episodi (troppi per la verità), in tante scenette spesso gustosissime, sulla linea di un dialogo brillante, di buona vena comica .Tra gli interpreti il più riuscito ci sembra Totò, seppure la sua maschera mostri di tanto in tanto qualche segno di stanchezza. "Corriere Lombardo", Milano, 14 ottobre 1960.
I nomi degli attori sono squillanti. Non altrettanto la loro interpretazione. La Magnani è brava più per raffinato mestiere che per intimo convincimento. Ben Gazzarra è spesso spaesato, Totò sobrio e, a volte, struggente. Enzo Muzii, " L'Unità", Roma, 22 ottobre 1960.
Il film, col suo contenuto dolce-amaro, rientra nella categoria classica della "commedia all'italiana", con chiare ascendenze da "I soliti ignoti", da "Il bidone" e da "Yvonne la nuit" (soprattutto il finale). L'impianto narrativo è fortemente realistico, con una notevole penetrazione degli ambienti, delle psicologie e dei dettagli. La vicenda si espande con scene precise, giuste, sempre gradevoli, anche se alcune imprecisioni e trascuratezze risultano stridenti di fronte al rigore di una sceneggiatura ben strutturata nell'insieme. È l'unico film in cui Totò e Anna Magnani recitano insieme, a parte le riviste teatrali "Quando meno te l'aspetti" (1940), "Volumineide" (1942), "Che ti sei messo in testa?" ( 1944 ), "Con un palmo di naso" ( 1944 ).  La coppia tuttavia non fornisce risultati brillanti, in quanto entrambi tendono a neutralizzarsi e in particolare Totò offre qui un esempio unico di recitazione senza forza, sbiadita e piuttosto debole, dovuta forse anche al personaggio interpretato, che è quello di un povero diavolo, al tramonto della sua vita, sempre vissuto di espedienti, ma fondamentalmente capace di grandi sentimenti, quali l'amore e l'amicizia.
Totò è clown bianco, opaco e triste, mesto e ripiegato, stanco e senile nella sua aria dimessa, penoso, appesantito dalle rughe e visibilmente cieco. Questo clown triste attraversa la vicenda raccontata dal film trascinandosi controvoglia e in modo maldestro a fare da complice al cinico Lello (Ben Gazzara).
A contatto con la Magnani, soprattutto nella recitazione a due, Totò diventa una spalla debole, come se tutta la sua vis recitativa si fosse dileguata per incanto. Del resto il film racconta proprio questo: la vicenda di due guitti emarginati a contatto con un mondo diverso, che è quello della vera ricchezza e della vera malavita, al quale sono entrambi estranei e al quale contrappongono, nonostante le sconfitte e le sofferenze, un fondo di umana innocenza.
Totò è vestito da clown e con quel frac largo e un cappello piccolissimo sulla testa si esibisce insieme alla Magnani in un pezzo di varietà, con la canzone cantata a due "Geppina, Geppi la tua voce...", con un cappello ridicolmente piccolo sulla testa, evidenziando ulteriormente il suo corpetto clownesco.
Il finale, vestito con una buffa sahariana, l'ombrello e la paglietta il giorno di ferragosto, ancora più invecchiato e appesantito dagli anni e da un' eterna sconfitta, richiama fortemente il finale di "Yvonne la nuit", con i due che si perdono nel fondo, ingannandosi reciprocamente sulle loro attività artistiche, salvo poi a scendere dal taxi dopo aver constatato che nessuno dei due ha i soldi per pagarlo. >>articolo correlato: Totò biografia-Il nastro d'argento<<
Tratto da "Totò principe clown" di Ennio Bìspuri per gentile concessione
http://www.antoniodecurtis.org/risate.htm

4 comentarios:

  1. Visita esta pagina para un resumen de las peliculas que han hecho popular el cinema italiano:
    http://encapc.webhispana.net/index.php?page=peliculas

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  2. Hola Amarcord,

    Esta película es de las pocas que no he visto de Monicelli, ¿podrías volver a subirla?. Por supuesto, cuando tengas un momento y te vaya bien :).

    Un abrazo y perdona las molestias.

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  3. Gracias Amarcord por éste magnífico blog. Me sumo al pedido anterior.Saludos!!!

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