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domingo, 11 de julio de 2021

La vergine di Norimberga - Antonio Margheriti (1963)

TÍTULO ORIGINAL
La vergine di Norimberga
AÑO
1963
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
Español (Separados)
DURACIÓN
84 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Antonio Margheriti (Anthony M. Dawson)
GUIÓN
Antonio Margheriti, Edmond T. Gréville, Ernesto Gastaldi. Novela: Frank Bogart
MÚSICA
Riz Ortolani
FOTOGRAFÍA
Riccardo Pallottini
REPARTO
Rossana Podestà, Jorge Rivier, Christopher Lee, Jim Dolen, Anny Degli Uberti, Luciana Milone, Lucile Saint-Simon, Leonardo Severini, Laura Nucci, Mirko Valentin
PRODUCTORA
Atlantica Cinematografica Produzione Films
GÉNERO
Terror

Sinopsis
Una serie de horribles asesinatos se suceden en un antiguo castillo a orillas del Rhin. Tanto la propietaria de la casa como el doctor de la localidad, e incluso un agente del FBI, tratarán de aclarar los extraños sucesos. (FILMAFFINITY)
 
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Mary, giovane moglie americana di Max Hunter, giunge per la prima volta sul Reno, al castello nobiliare della famiglia del marito. La stessa notte del suo arrivo scopre con orrore il corpo martoriato di una giovane cameriera, rinchiuso nell’antico strumento di tortura denominato la “Vergine di Norimberga”, ed invano il marito, la vecchia governante, il maggiordomo, ed il custode del Museo tentano di convincerla che si è trattato di un incubo notturno. I nervi della giovane donna vengono messi ancora a dura prova da nuove terrificanti scoperte…
Classico del cinema gotico che sposa atmosfere da ghost story alla Poe e thriller. Cast di tutto rispetto, anche se non sfruttato al massimo delle sue potenzialità. Christopher Lee è costretto a rimanere in disparte e ricopre solamente un ruolo da comprimario, anche se la sua sola presenza ha la forza di richiamare alla memoria la Hammer ed il suo carico di fantastico. Protagonista principale è invece la stessa moglie di Margheriti, Rossana Podestà, impegnata ad esplorare tutti gli anfratti e le segrete dell’umido castello alla ricerca del marito diegetico.Belle le atmosfere, l’ambientazione ed i colpi di coda capaci di portarci fuori strada facendoci perdere la direzione, come se ci trovassimo dentro il labirinto inseguiti dal mostro di turno. Vicoli ciechi, passaggi segreti, narrativi e non. Niente da invidiare al cinema d’oltre mare. Sicuramente non è il primo film in assoluto a portare in campo la lettura di un’eredità nazista percepita come ferita aperta nella carne di chi ha vissuto quel terribile periodo (vedi anche the black cat di Ulmer), ma si dimostra capace comunque di far percepire i vecchi, cari, soliti e pesanti peccati dei padri come macigni gravare sulle spalle dei figli.Dopo aver visto questo La vergine di Norimberga non ho potuto esimermi dal domandarmi se Margheriti leggesse Capitan America, e quanto ci abbia tratto invece ispirazione Zampaglione per il suo Shadow.
Dottor K.
https://www.cinemazoo.it/2019/05/21/la-vergine-di-norimberga/


La prima notte che l'americana Mary passa nell'avito castello tedesco del marito è buia e tempestosa e la donna si sveglia nel cuore della notte per i fulmini e per delle urla di donna; Mary si accorge di essere sola nel letto: del marito non c'è traccia, scendendo a cercarlo per il castello, si ritrova nella sala delle torture e vede una donna uccisa nella Vergine di Norimberga e sviene. Quando si risveglia il marito e la servitù cercheranno di convincerla che si tratta solo di un incubo ma la donna continua ad indagare fino a scoprire un terribile segreto..

La vergine di Norimberga è un Bmovie che invecchia con molta dignità, un film gotico che si caratterizza per i dettagli piuttosto crudi delle torture che oggi forse non fanno più così impressione. Resta notevole l'uso della macchina da presa di Margheriti che alterna piani sequenza a dettagli macabri o terrorizzanti dando un certo ritmo alla pellicola.
Il film è quasi tutto sulle spalle della protagonista, la bellissima Rossana Podestà: è attraverso il suo sguardo e le sue fughe che lo spettatore scopre gli orrori del castello degli Hunter dove sembra esser tornato in vita "il Giustiziere", un avo pazzo che nel XVII secolo puniva con la tortura soprattutto le donne che si erano macchiate d'infedeltà. Non c'è nessun ritorno dall'aldilà ma la vicenda del mostro che imperversa nel castello è una delle più tristi della storia del cinema e trova la sua spiegazione nella realtà storica della Seconda Guerra Mondiale con il flash back esplicativo girato in bianco e nero con qualche apparente immagine di repertorio.
In un ruolo secondario, quello di Erich, attendente del generale Hunter, padre di Max, troviamo niente meno che Christopher Lee che recita con il volto mezzo sfigurato sempre a causa della guerra.
https://www.desordre.it/desordre/2016/12/la-vergine-di-norimberga.html

La Vergine di Norimberga: Celebre Strumento di Tortura Medievale è in Realtà un Falso Storico
La Vergine di Norimberga o “di ferro”, è uno degli strumenti di esecuzione più famosi nell’immaginario collettivo mondiale. Immedesimarsi nella vittima che entra all’interno di quella cassa di morte e viene trafitta dalle lance attaccate alle pareti è terrificante soltanto al pensiero, ma la storia della Vergine è tutt’altro che scontata e di facile ricostruzione. La prima descrizione scritta di una Vergine di Ferro fu data Johann Philipp Siebenkees, un filosofo e archeologo tedesco, nel 1793.
Il nome stesso dello strumento di morte deriva dalla storia narrata da Siebenkees, il quale raccontò che un falsario venne ucciso lentamente dagli spuntoni di ferro della macchina nella città di Norimberga, datando l’esecuzione al 14 Agosto del 1515. Siebenkees afferma che la Vergine fu utilizzata come strumento di esecuzione durante tutto il medioevo, quindi precedentemente al 1515, e nei secoli successivi per i processi alle streghe e contro persone che avevano compiuto particolari crimini come, appunto, falsificare monete.
Lo strumento di tortura fu realizzato a scopo ludico e commerciale, e non si trovano fonti storiche che parlino di un suo impiego prima del XIX Secolo. L’invenzione di una “botte” da indossare risale davvero a secoli prima, ma era uno strumento di pubblico disprezzo, fatto indossare a dei rei con lo scopo di screditarli pubblicamente.

Il passaggio poi a uno strumento come la “Vergine di Ferro”, piena di aculei che avrebbero dovuto prima torturare e infine uccidere la vittima è una finzione che risale al periodo ottocentesco, quando la passione per il gotico, la riscoperta in chiave morbosa della caccia alle streghe e il desiderio di spettacolarizzare la morte fecero concepire diversi falsi storici attribuiti genericamente a quell’ingiustamente bistrattato periodo definito “Medioevo”.
Il meccanismo di funzionamento della Vergine di Ferro, come immaginata dai suoi creatori e mai sperimentato, era abbastanza semplice. Una volta all’interno, le porte venivano chiuse come in un sarcofago egizio, con gli aculei che avrebbero perforato diversi organi del corpo, ferendo ma non uccidendo all’istante, in modo da provocare una morte il più lenta e dolorosa possibile.

Nella testa erano inoltre posizionati due chiodi all’altezza degli occhi che accecavano immediatamente la vittima, lasciandola in uno stato misto a dolore e panico inimmaginabile. Vista la differenza di altezza delle persone, risulta difficile pensare che un uomo di origine norrena potesse essere di altezza paragonabile ad una “strega” della Baviera.
Nel XIX secolo diversi spettacoli e musei della tortura si dotarono di Vergini di Norimberga, suscitando il terrore dei visitatori e arricchendo le proprie casse. L’originale dal quale la storia prese inizio, conservata al museo di Norimberga e costruita agli inizi dell’800, andò distrutta durante un bombardamento alleato del 1944.
Oggi copie di questo strumento di tortura si trovano fra gli altri al Castello di Peschici, al Museo della Tortura di Siena ed in numerosi musei della tortura di tutta Europa. Questo tipo di falso riguardo i metodi di esecuzione ha avuto una particolare fortuna a livello mediatico. Dalla Vergine di Norimberga traggono il proprio nome gli Iron Maiden, celebre gruppo Metal britannico formatosi negli anni ’70, ma anche un film italiano del 1963 che si chiama, appunto “La Vergine di Norimberga”, che diretto da Antonio Margheriti e con la straordinaria partecipazione di un giovanissimo Cristopher Lee, celebre attore britannico che ha interpretato, fra i tantissimi ruoli Dracula, Saruman e il Conte Dukku in Star Wars.
Matteo Rubboli
https://www.vanillamagazine.it/la-vergine-di-norimberga-celebre-strumento-di-tortura-medievale-e-in-realta-un-falso-storico/





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