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martes, 6 de julio de 2021

Le dritte - Mario Amendola (1958)

TÍTULO ORIGINAL
Le dritte
AÑO
1958
IDIOMA
Italiano
SUBTÍTULOS
No
DURACIÓN
96 min.
PAÍS
Italia
DIRECCIÓN
Mario Amendola
GUIÓN
Mario Amendola
MÚSICA
Federico Carducci
FOTOGRAFÍA
Sergio Pesce (B&W)
REPARTO
Franco Fabrizi, Sandra Mondaini, Paolo Panelli, Bice Valori, Riccardo Garrone, Monica Vitti, Gina Amendola, Mario De Vico, Marisa Traversi, Renato Montalbano, Memmo Carotenuto
PRODUCTORA
Betauno Film
GÉNERO
Comedia

Sinopsis
Tres mujeres muy distintas entre sí comparten la misma ambición: casarse. Tras muchas vicisitudes, lograrán su propósito. (FILMAFFINITY)
 
2 

Ah, delizia. Culto. Come di fa a non fremere davanti a questo film di serie B a suo tempo (anno 1958)  maltrattato dalla critica superciliosa e invece vispissima commedia, fragrante ancora oggi, con un trio di attrici formidabili che ce ne fossero. Dopo il successo de I dritti il gran mestierante Mario Amendola, uno che attraversò tutti i generi del cinema popolare italiano tra ’50 e ’60, musicarelli compresi, confezionò per sfruttarne la scia questa versione al femminile. Protagoniste tre ragazze semiproletarie e aspiranti piccolo-borghesi (una commerciante, una casalinga, un’infermiera) che si coalizzano per trovare marito e, una volta identificati i candidati, per convincerli costi quel che costi al matrimonio. Sono le grandissime Sandra Mondaini, Bice Valori (che già da sola meriterebbe la visione) più, incredibilmente, Monica Vitti al suo cinedebutto, appena prima delle musonerie con Antonioni e invece qui ironica e frizzante commediante, già anticipando la sua futura stagione con Monicelli, Risi ecc. Una versione casereccia e autarchica di Come sposare un milionario, adattata e adeguata all’Italietta anni Cinquanta dei poveri ma belli e delle povere ma belle, un paese non ancora baciato dai fragori del boom economico ma in procinto di precipitare nel suo gorgo di lavatrici e utilitarie. Quando il bel matrimonio era il sogno massimo delle ragazze (dubbio: che non abbia mai smesso di esserlo nonostante tutti gli emancipazionismi e liberazionismi?). Imperdibile. In B/N naturalmente.
Luigi Locatelli
https://nuovocinemalocatelli.com/2012/11/12/film-stasera-tvle-dritte-monica-vitti-bice-valori/


Carlantonio Longi concepisce il manifesto della pellicola come se fosse un disegno, evidenziando essenzialmente le tre figure femminili protagoniste, da sinistra a destra, Sandra Mondaini, Monica Vitti e Bice Valori, che interpretano rispettivamente la casalinga Rina, la commessa d’abbigliamento Ofelia e l’infermiera Edna. Le tre donne si conoscono casualmente in commissariato e pur estremamente diverse l’una dall’altra, scoprono di avere in comune il desiderio di sposarsi al più presto. Tra le tre nasce una sorta di alleanza per perseguire l’obiettivo comune…”matrimonio o morte”. Oggetto del desiderio: per Ofelia, Amleto (Franco Fabrizi) fratello di Rina, che è innamorata di Lello (Riccardo Garrone), mentre Edna cerca di conquistare Ercole (Paolo Panelli). Nel disegno proposto dall’artista, le tre attrici vengo raffigurate con un ritratto lievemente caricaturale, quasi fossero delle figurine di un catalogo di moda dell’epoca ognuna con un abbigliamento diverso, che richiama e codifica l’occupazione delle donne, ovvero l’infermiera, la commessa e la casalinga. Nelle loro mani trattengono un porta enfant, dal quale a sorpresa si affacciano i visi, anch’essi caricaturali, degli attori che interpretano i tre protagonisti maschili. La scelta di inserire i visi degli innamorati come se fossero bimbi, sposa il tono generale dell’immagine che grazie al tratto fumettistico, veicola il senso di allegria e spensieratezza di questa commedia romantica e nel contempo esalta la caratteristica che unisce i tre amici, che non brillano certo per maturità e serietà. Le donne infatti dovranno, da brave “dritte” che perseguono l’obiettivo con particolare tenacia, inventarsi articolati stratagemmi per convincere i tre scapoloni-bambinoni a cedere e condurle finalmente all’altare. Inoltre la scelta di Longi di non evidenziare nessun personaggio rispetto ad un altro, per porlo così al centro dell’attenzione del fruitore del manifesto, anticipa la coralità della pellicola.

L’immagine occupa la totalità dello spazio centrale del manifesto, attorniato da un colore giallo che funge anche da sfondo per la parte dei crediti, posta in altro e il titolo del film scritto con un carattere maiuscolo di grandi dimensioni, inserito nella parte bassa del manifesto.

Carlantonio Longi (Livorno 08/09/1921-Sinalunga 05/09/1980), dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte di Firenze e l’Accademia di Belle Arti di Roma, intraprende giovanissimo da prima l’attività di pittore, poi di ritrattista e soprattutto quella di cartellonista cinematografico. La sua attività nel mondo del cinema è durata circa vent’anni, dagli anni’ 50 agli anni’70, comprendo così il “periodo d’oro” del cinema italiano. La sua attività ha spaziato molti generi cinematografici, da Ladri di biciclette (Vittorio De Sica, 1948), a L’avventura (Michelangelo Antonioni,1960), passando da Senso (Luchino Visconti, 1954) a Totò e Carolina (Mario Monicelli, 1955), affrontando anche la sfida dei manifesti per film stranieri, come ad esempio Il mago di Oz (Victor Fleming, 1939).
Chiara Merlo
https://www.museofermoimmagine.it/le-dritte-1958-m-amendola/ 




 

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