TÍTULO Il caimano
AÑO 2006
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 122 min.
DIRECTOR Nanni Moretti
GUIÓN Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Francesco Piccolo
MÚSICA Franco Piersanti
FOTOGRAFÍA Arnaldo Catinari
REPARTO Silvio Orlando, Michele Placido, Margherita Buy, Jasmine Trinca, Elio De Capitani
PRODUCTORA Sacher Film
GÉNERO Comedia. Drama | Cine dentro del cine
SINOPSIS Paolo Bonomo es un productor de películas de serie B que está atravesando un momento particularmente difícil: se está separando de su mujer Paola y su productora no va demasiado bien. Un día aparece un guión de una película sobre Silvio Berlusconi y acepta producirlo... (FILMAFFINITY)
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Subtítulos (Español)
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Il j’accuse di Moretti
Sono tiepidi i consensi alla visione del tanto atteso film di Nanni Moretti, "Il caimano": pubblico e critica, politica e cultura riflettono tuttavia su questo film che non è un film politico soltanto, uscito in 300 sale italiane due settimane prima delle elezioni del 9 aprile, con un battage di attesa che non sarà solo di mera pubblicità.
Perché quando esce un film di Moretti è così, si discute della sua lungimiranza ("veggente dei miti in crisi") ed accade da trent’anni a questa parte. Perché Moretti o piace o non piace, o è simpatico o è antipatico: non ci sono vie di mediazione. Ecco perché il suo ultimo tanto atteso film lascia interdetti, o lo si esalta al massimo o si resta delusi. Per chi scrive, e val la pena di dichiararlo subito, è della prima specie: Moretti lo esalta. Farebbe un torto all’arte se non ne esplicitasse la posizione. Prima ancora di parlare del contenuto del film, quindi, dell’opportunità o del calcolo (se vogliamo) di proporlo in sala a pochi giorni dalle difficili elezioni di aprile, parliamo della sua ineguagliabile arte di mettere insieme una storia ardua da raccontare, usando pochi elementi, sfiorando talvolta anche la "povertà" di ripresa tipica della fiction televisiva, pur di penetrare a diversi livelli nella più totale acquisizione di un messaggio da parte di tutti possibilmente, o di quanti si recheranno a vedere questo film. Stilisticamente (lo ribadiamo) non è il massimo: sarà difficile ripetere Palombella Rossa o Bianca o La messa è finita o Aprile, ma la sua cifra artistica va ben oltre quelle che sono le semplici coordinate di un racconto per immagini.
Perché quando esce un film di Moretti è così, si discute della sua lungimiranza ("veggente dei miti in crisi") ed accade da trent’anni a questa parte. Perché Moretti o piace o non piace, o è simpatico o è antipatico: non ci sono vie di mediazione. Ecco perché il suo ultimo tanto atteso film lascia interdetti, o lo si esalta al massimo o si resta delusi. Per chi scrive, e val la pena di dichiararlo subito, è della prima specie: Moretti lo esalta. Farebbe un torto all’arte se non ne esplicitasse la posizione. Prima ancora di parlare del contenuto del film, quindi, dell’opportunità o del calcolo (se vogliamo) di proporlo in sala a pochi giorni dalle difficili elezioni di aprile, parliamo della sua ineguagliabile arte di mettere insieme una storia ardua da raccontare, usando pochi elementi, sfiorando talvolta anche la "povertà" di ripresa tipica della fiction televisiva, pur di penetrare a diversi livelli nella più totale acquisizione di un messaggio da parte di tutti possibilmente, o di quanti si recheranno a vedere questo film. Stilisticamente (lo ribadiamo) non è il massimo: sarà difficile ripetere Palombella Rossa o Bianca o La messa è finita o Aprile, ma la sua cifra artistica va ben oltre quelle che sono le semplici coordinate di un racconto per immagini.
Moretti con Il caimano entra in un’area pre-politica, spazia nella storia italiana degli ultimi trent’anni con spietata coerenza, fa con tanto coraggio nomi e cognomi quando avrebbe invece potuto usare le allusioni come ne Il portaborse. Invece si accanisce nel fare cronaca e metafora, fa muovere la sagoma e il sorriso del premier Berlusconi a partire dall’inizio della sua folgorante carriera, dal delirante sogno di quella pioggia di miliardi (500 milioni al giorno il costo dei cantieri per realizzare Milano 2) fino alla invenzione della televisione commerciale che ci ha tutti inghiottiti. Tutti, destra e sinistra, proletariato e borghesia, commercianti e consumatori. A partire delle casalinghe che riempiranno (da trent’anni in qua) le alienazioni quotidiane e le solitudini mattutine grazie ai quiz e ai programmi di cucina.
Una italietta della derisione mette in mostra Moretti, mentre il decadimento si manifesta mediante la crisi familiare e della coppia che esplode con maggior vigore dai primi anni 90. La famiglia di Silvio Orlando (semplicemente strepitoso) e Margherita Buy (mai così eccellente) rappresenta la metafora dello sfacelo sociale, o forse della sofferenza mal celata, o ancora di una crisi latente di cui l’uomo moderno non è ancora in grado di prendere coscienza. E poi le figure collaterali, Michele Placido che recita se stesso (grandioso) come Montaldo, il regista ed attore polacco Jerszy Sthur (allievo del mitico Kieslowski), e la figura forse inadeguata perché troppo giovane della regista Jasmine Trinca che scrive un film sull’uomo più potente e discusso in Italia e nel mondo.
Moretti gira un film nel film, puntualizza la denuncia non come i film di Rosi o di Stone (anche Chabrol ha di recente girato un film sulle tangenti francesi degli anni ’80). Il regista romano realizza un film più che politico come non se ne vedono da tempo, quasi un documentario (usando anche reperti televisivi) mutuando il racconto immaginifico e il sogno. Ma è nel finale che lo stesso Moretti interpreta il suo pensiero, recitando nella penombra: è in quel piano-sequenza notturno (di evocazione "noir") che fa venir le lacrime, di quelle che non hanno collocazione o colore politico: non sono né di destra né di sinistra. Ce n’é per tutti, allora; perché non è un film su o contro Berlusconi (che il regista non ha paura di renderlo Innominabile come fa Manzoni), ma è uno schiaffo a quella sinistra impoverita che insegue come fa la Rai l’auditel e l’ascolto di Mediaset. Che manda in Tv il segretario del suo più grande partito dalla cinica Maria De Filippi. Da quella gente che beffardamente ha distrutto il gusto in nome degli ascolti (che fanno soldi), ed ha ha umiliato il coraggio di osare, che da vent’anni confeziona pornografia, spot e sorrisi professionali. Anche questo manifesta Moretti, con un j’accuse violento e morbido, fantasioso e forse perfino inutile: sta a noi, alla nostra formazione saperlo interpretare. L’importante è che si prenda coscienza, prima o poi.
Armando Lostaglio
http://www.nonsolocinema.com/Il-j-accuse-di-Moretti.html?var_recherche=Il-caimano
Armando Lostaglio
http://www.nonsolocinema.com/Il-j-accuse-di-Moretti.html?var_recherche=Il-caimano
Saludos fraternos.
ResponderEliminarMe gustaria saber si puedes volver a subir esta pelicula y a la vez felicitar el gran esfuerzo de difusión.
Cambiados los enlaces.
EliminarDescragando. Gracias!
ResponderEliminarSólo están disponibles los tres primeros enlaces. ¿Se podrían volver a colgar?
ResponderEliminarGracias por todo el esfuerzo...
Cambiados los enlaces.
EliminarEste comentario ha sido eliminado por el autor.
ResponderEliminar¿Se podría volver a subir esta película en todos sus enlances?
ResponderEliminarCambiados los enlaces.
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