ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




viernes, 16 de septiembre de 2011

Domani - Francesca Archibugi (2001)


TÍTULO Domani
AÑO 2001 
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACIÓN 104 min.
DIRECTOR Francesca Archibugi
GUIÓN Francesca Archibugi
MÚSICA Battista Lena
FOTOGRAFÍA Luca Bigazzi
REPARTO Marco Baliani, Ornella Muti, Valerio Mastandrea, Ilaria Occhini, Patrizia Piccinini, James Purefoy, David Bracci, Michèle Moretti, Margherita Porena
PRODUCTORA Cinemello S.r.l. / Rai Cinemafiction
GÉNERO Drama

SINOPSIS Un terremoto rompe la vida ordenada y tranquila de un pequeño pueblo de Umbría. Y la historia se repite: sus habitantes sobreviven como pueden, entre promesas de soluciones rápidas y emergencias que se eternizan. (FILMAFFINITY)


Intervista a Francesca Archibugi

Com'è nata l'idea di fare un film sul terremoto?
E' stato un fatto casuale. La professoressa di una scuola media di Nocera Umbra, una delle cittadine più colpite dal sisma del '97, mi ha mandato un libro di temi fatti dai suoi alunni proprio sul terremoto, chiedendomi di partecipare alla presentazione. Sono andata lì e mi sono accorta che io, come la maggior parte di quelli che avevano seguito l'accaduto attraverso tv e giornali, non sapevo nulla di quella realtà.
Nel film c'è l'intenzione di denunciare certe mancanze dello Stato di fronte ad una calamità del genere?
Il mio non è un film di denuncia, in quanto non esiste un cattivo, qualcosa o qualcuno contro cui accanirsi. Il cattivo è la terra che trema, sconvolgendo la vita dei protagonisti. Non mi interessava raccontare le malefatte dei governanti, ma narrare quant'è difficile attuare la democrazia in situazioni tragiche, in cui sembra impossibile mettere tutti d'accordo. E spesso la politica più che unire divide.

Alla fine però il terremoto distrugge le case ma non rompe la comunità. Questo è un  aspetto che ha voluto sottolineare?
Non in particolare. Non credo esista un solo terremoto, ed io non ho sviluppato una tesi sulle conseguenze di un sisma sulla popolazione in generale. Ho semplicemente raccontato la vita di un gruppo di persone che hanno subíto un colpo duro, prendendo spunto dalle vicende reali ma inventando tutto, dalle storie ai personaggi.

Quali luoghi avete utilizzato per girare il film?
Il paese in cui abbiamo girato è Sellano, in provincia di Foligno, ancora soggetto a sgombero e completamente vuoto, proprio come un set cinematografico. In quel luogo fantasma abbiamo pian piano ricostruito la location più adatta. Abbiamo fatto dei sopralluoghi prima, realizzando interviste filmate con i ragazzi a casa della professoressa, accumulando più informazioni possibili. E' stato un film lungo e difficile, non solo per le condizioni in cui si girava, ma anche perché è stato più volte interrotto e ripreso per mancanza di fondi.

Come avete girato le scene del terremoto?
E' stato emozionante. Per realizzare quelle scene sono dovuta tornare a studiare, conoscere l'uso degli effetti speciali di ripresa e di quelli fatti al computer. Ho dovuto immaginarle, studiarle e realizzarle nel miglior modo possibile. Ci tengo al manufatto, è la cosa più importante in un film. Chi fa cinema deve essere per prima cosa un artigiano di serie A e poi esprimere il proprio punto di vista su qualcosa.

E nella scelta degli attori? Ha scelto certi nomi noti del cinema solo perché sono bravi o anche perché faceva gioco al film?
Non ho nessuna pregiudiziale nei confronti delle star, anzi ben vengano se sono compatibili con il film. Ho già detto più volte che scelgo gli attori solo in base ad un criterio: l'attore deve essere adatto per il personaggio. Spesso non mi interessa neanche che sia particolarmente bravo, devo solo sentirlo in sintonia con il personaggio. Adoro gli attori, famosi e non. Per un regista sono lo strumento principale del proprio lavoro.
Anche l'aspetto documentaristico del film è interessante. Come lo ha sviluppato?
Il mio intento non era certo quello di costruire un documentario. Il cinema documentaristico è diverso da quello narrativo. Nel primo si seguono delle regole narrative ben precise, non si può improvvisare e la base è reale. Nel secondo invece tutto ciò che si vede è finto, ricostruito. Non si gira ciò che si trova ma si ricrea una situazione.
http://www.italica.rai.it/scheda.php?scheda=domani_intervista&cat=cinema



"C'è qualcosa di davvero straordinario in 'Domani', una cosa che se il film fosse inglese o francese (noi siamo sempre un po' scettici riguardo alle qualità nazionali) sarebbe più facile additare all'ammirazione generale. Il modo in cui la Archibugi tratta i caratteri dei giovanissimi, pre adolescenti (l'amicizia tra le due Valentine) e adolescenti (il ragazzo ombroso che detesta tutti, fuorché la vecchia signora malata): con una perspicacia che, al cinema, solo Truffaut e pochissimi altri ci hanno saputo regalare".
(Roberto Nepoti, 'la Repubblica, 28 gennaio 2001)

"Di film così, coscienziosamente modesti, di esortazione più che di constatazione, dovrebbe farne la televisione se, come giustamente nota il Vaticano, non fosse la roba che è. In cinema l'assenza di un'aura, l'esilità e fragilità del progetto chiedono un risultato di delicatezza precisa, di minuziosa verità. Diciamo, per intenderci, alla Kiarostami, alla iraniana. Ma Archibugi ama il minimalismo tradizionale più nostro, di narratività neorealista, alla Comencini, da cronachette minori del libro 'Cuore'. (...) L'ammirevole onestà dell'autrice la spinge a lavorare nel cosciente rifiuto di ambizioni maggiori. Ma ci piacerebbe che, crescendo anche lei come i suoi bambini, s'illudesse di meno sulla comune bontà e le piccole virtù private e civili dell'italiano qualunque. Mignon ne ha da scoprire di peggio e va aiutata a costruirsi una spina dorsale adeguata".
(Goffredo Fofi, 'Panorama', 8 febbraio 2001)

"Un film per prendere la temperatura al Paese. Un terremoto (vero) per dare una scossa (metaforica) alle nostre abitudini e guardarci un po' in faccia approfittando dei container, della scuola inagibile, delle famiglie costrette a convivere e ad affrontare i problemi di sempre in condizioni mai sperimentate. E' 'Domani' di Francesca Archibugi, forse il suo film più felice con 'Il grande cocomero', di certo il più affollato, il più stoicamente aperto all'imperfezione e al dolore. (...) Certo, i bambini parlano sempre un po' troppo sapientemente, la Archibugi resta regista di scrittura più che di immagini (nella nobile linea Scarpelli-Scola della nostra commedia che da decenni racconta e spiega l'Italia). Credesse un poco più al vuoto e al silenzio, 'Domani' acquisterebbe in emozione. Ma anche così, pieno di storie, di facce, di idee, è un film generoso e importante. Vicino alla cronaca senza esserne schiavo. Antico e moderno insieme come la bella foto di Luca Bigazzi e le musiche di Battista Lena".
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero, '26 gennaio 2001)
http://forum.tntvillage.scambioetico.org/tntforum/index.php?showtopic=194571

1 comentario:

  1. Estimado Amarcord, mediafire is dead, it would be very nice if you cold replace with new links on zippyshare. Thanks and merry Chistmas.

    tres

    ResponderEliminar