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viernes, 20 de julio de 2012

Il Giovedi - Dino Risi (1963)


TITULO ORIGINAL Il giovedì
AÑO 1963
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 110 min.
DIRECCION Dino Risi
GUION Dino Risi, Castellano, Pipolo
REPARTO Walter Chiari, Michèle Mercier, Roberto Ciccolini, Umberto D'Orsi, Alice Kessler, Ellen Kessler, Silvio Bagolini, Emma Baron, Olimpia Cavalli, Consalvo Dell'Arti, Margherita Horowitz, Gloria Parri, Else Sandom, Sara Simoni, Milena Vukotic, Carol Walker, Siliana Meccale', Ezio Risi, Salvo Libassi, Edy Biagetti
FOTOGRAFIA Alfio Contini
MONTAJE Gisa Radicchi Levi
MUSICA Armando Trovajoli
PRODUCCION Isidoro Broggi e Renato Libassi para D.D.L., Marcello Gerosi para Center Film
GENERO Comedia

SINOPSIS Dino, uno spiantato quarantenne un po' sbruffone e con un matrimonio fallito alle spalle, passa una giornata con il figlio Robertino, di 8 anni, che non vedeva da tempo. Dopo la freddezza iniziale, il bambino prende via via consapevolezza dei difetti del padre e comincerà a volergli bene così com'è, con tutti i suoi limiti. Quando Dino lo riaccompagnerà dalla madre, tra i due si sarà creato un legame molto forte.



TRAMA
Dino, che vive diviso dalla moglie, rivede dopo molto tempo suo figlio con il quale passa una giornata. La sua ansia di fare bella figura davanti al ragazzo e il desiderio di nascondere il suo fallimento, lo spingono ad assumere degli atteggiamenti spavaldi che non convincono però il bambino. Dopo una gita al mare (durante la quale viene abbandonato anche dalla sua amante), Dino porta il figlio in casa della nonna e poi da un industriale che gli fa fare una pessima figura. Giunto il momento del distacco, l'uomo riporta il figlio in albergo dove viene accolto gelidamente dalla moglie.

CRITICA
"[...] Un Chiari troppo estroverso [...] per facilitare il ripiegarsi del film in senso intimistico. Benché l'attore fornisca una prova più controllata e misurata del solito [...]. Spiace vedere uno dei nostri registi [...] più dotati bruciare progressivamente le proprie possibilità in opere scarsamente meditate [...]". (S. Zambetti, "Cineforum", 33, marzo 1964).
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“Il Giovedì”, restaurato un piccolo-grande film
Parigi – Sono due le sale cinematografiche che hanno deciso di riproporlo in esclusiva a parigini e a ‘pariginizzati’ dopo ben 48 anni dalla sua prima uscita: il Reflet Médicis, situato nel cuore del Quartier Latin, tempio dei cinefili, e il Mac Mahon, mono-sala ispirato esteticamente ai cinema americani degli anni ruggenti che, da ormai tre settimane, proietta senza sosta pietre miliari dell’età d’oro del nostro cinema, da Una giornata particolare di Scola a Ieri, oggi e domani di De Sica, da Sedotta e abbandonata a Signore e signori di Pietro Germi.
Due sale piccole e allo stesso tempo grandi per la qualità delle pellicole mostrate, in egual modo all’altrettanto piccola-grande gemma su celluloide di Dino Risi, risalente al 1963, restaurata in copia digitale assieme ad una lunga serie di altri capolavori del maître della commedia all’italiana, come l’intenso dramma ‘gassmaniano’ di Profumo di donna del 1974, o come il godibilissimo Vedo nudo del 1969, con un Manfredi da antologia affiancato dalla bellezza incontenibile di Sylvia Koscina. Ma è appunto Il Giovedì il protagonista indiscusso delle affiches parigine in questi giorni, lucidato e spolverato per quella che viene chiamata in modo ragionevole ‘valorizzazione dei patrimoni’. Italiani naturalmente.
E’ l’Italia del boom, tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ’60, l’Italia della brava gente, che ha ricostruito un Paese umiliato e ridotto alle macerie durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia dei palazzinari insensibili e materialisti, che costruiscono edifici su edifici nelle grandi periferie romane e milanesi, l’Italia degli arrampicatori sociali, cinici, senza scrupoli, pronti a scendere a qualunque compromesso per ‘arrangiarsi’, ma anche l’Italia dei falliti dal grande cuore, fintamente sbruffoni. Come Walter Chiari nel ruolo di un padre, divelto, spiantato, ma sensibile e commovente, con alle spalle una marea di rimpianti e un matrimonio andato in malora, che si arrabatta per riacquistare la fiducia del proprio figlioletto di 8 anni, inizialmente freddo e indocile, ma alla fine di un indimenticabile Giovedì, affezionato come non mai agli innumerevoli limiti e alle umane debolezze del proprio genitore.
Un meraviglioso tableau sul ritrovato rapporto tra un padre ed un figlio, tenero e cortese, come lo sguardo, dolce e sensibile, delicato e amorevole del grande, eterno e inimitabile Dino Risi.
Mauro Zanon (23 nov 2011)
http://www.rivoluzione-liberale.it/%E2%80%9Cil-giovedi%E2%80%9D-restaurato-un-piccolo-grande-film/


– Aò, ma chiè ‘sto scassapalle? – È mio padre.
Walter Chiari è magnifico nell’interpretazione di un padre millantatore e patetico, spaccone, divertente e imbarazzante, fannullone e mantenuto dalle sue donne, che dopo cinque anni torna a incontrare suo figlio, con l’intenzione di fare colpo su di lui usando le sue abituali armi seduttive, cioè un’auto di grossa cilindrata e balle enormi. Non conosce l’intelligenza, la perspicacia e la sensibilità del figlio, che saprà nell’arco di un solo giovedì capire un padre più bambino di lui, imparare ad amarlo e farsi sinceramente amare.
Da vedere tirando castagnole per le scale di casa.
http://www.lundici.it/2012/03/11-film-de-chevet-figli-di-papa/



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