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domingo, 22 de julio de 2012

La vita è bella - Carlo Ludovico Bragaglia (1943)


TITULO ORIGINAL La vita è bella
AÑO 1943
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 76 min
DIRECCION Carlo Ludovico Bragaglia
ARGUMENTO Carlo Ludovico Bragaglia, Aldo De Benedetti
GUION Carlo Ludovico Bragaglia
PRODUCCION Fono Roma - Lux Film
FOTOGRAFIA Rodolfo Lombardi
MONTAJE Ines Donarelli
MUSICA Giovanni D'Anzi, Gino Filippini
ESCENOGRAFIA Gastone Medin
INTERPRETES Alberto Rabagliati,Maria Mercader, Anna Magnani, Carlo Campanini, Gualtiero Tumiati, Arturo Bragaglia, Virgilio Riento
GENERO Comedia

SINOPSIS Rimasto senza soldi, conte si ucciderebbe se uno scienziato non gli chiedesse di inocularsi un siero a scopo sperimentale. Nei dieci giorni che (forse) gli restano, scopre com'è bello vivere e trova moglie. Scritta e diretta da Bragaglia, è una commedia di carta velina sotto il segno di un ottimismo ingenuo, appena sfiorato da una vena umoristica. Nel '43 quanti italiani andarono a vederlo per constatare com'era bella la vita, almeno al cinema? (Il Morandini)


“Una vicenda congegnata con misura e portata avanti con educato umorismo (…) Carlo Ludovico Bragaglia ha prestato un andamento corrente, chiaro dal principio alla fine.”
( Raul Radice, in Corriere della Sera, 27 giugno 1943).

Sul film
Una Magnani leggera, che nel periodo si adattò, con molta professionalità, ai ruoli che quel tipo di cinema  dava,  una verifica efficace per dimostrare che le corde di questa attrice, che da Roma Città Aperta in poi si  dedicò a interpretazioni e personaggi completamente diversi, non erano  solo quelle, si perché in fondo tutte le generazioni dal dopo guerra in poi, hanno immaginato questo, anche se l’unico film superstite, ma anche significativo di queste sue qualità, era stato , Teresa Venerdì di De De Sica, dove interpretata un personaggio ironico e anche cinico, che è rimasto anche la cosa più significativa del film stesso. Anche qui il suo ruolo ha delle basi di umorismo autoritario, e che non si rifà allo stile facile che quell’epoca prometteva, e il sorriso dovuto alla commediante non tarda a venire,  e anche  i comprimari come Campanini, con cui fa una coppia davvero irresistibile, fanno il loro lavoro con simpatia. La novità di questa scoperta riguarda naturalmente solo il cinema, siccome in teatro la sua comicità era più che famosa, dato che con Totò  rimane negli  annali del teatro leggero dell’epoca. Da notare le doti canore, sue  e di Campanini, che fanno un controcanto favoloso. Il film è sostenuto anche dal cantante dell’epoca, che alle volte è stato sfruttato anche al cinema come Alberto Rabagliati.
Sulla trama
una storia molto fragile
Sulla regia di Carlo Ludovico Bragaglia
cuce bene una storia debole
Sull'interpretazione di Maria Mercader
un po' insulsa
Sull'interpretazione di Anna Magnani
uan commediante nata
Sull'interpretazione di Alberto Rabagliati
il cantante famoso non impiegato male
Sull'interpretazione di Carlo Campanini
stimo moltissimo questo attore e qui lo dimostra
emmepi8
http://www.film.tv.it/film/7801/la-vita-e-bella/opinioni/565845/

Bragaglia, Carlo Ludovico
Fotografo e regista cinematografico, nato a Frosinone l'8 luglio 1894 e morto a Roma il 4 gennaio 1998. Tra i più fecondi e longevi artigiani del cinema italiano, realizzò una sessantina di film nel corso di un'attività registica quasi trentennale, attraversando diverse stagioni e toccando i generi più disparati, tra cui il comico-sentimentale e la commedia (negli anni Trenta e Quaranta), l'avventuroso, il cappa e spada e il peplum (negli anni Cinquanta e Sessanta), con alcune fugaci incursioni anche nel film drammatico e in quello musicale. Sensibile ai gusti del pubblico, ligio alle esigenze produttive, non nascose mai una certa predisposizione al cinema commerciale, nonostante un insolito debutto, avanguardistico e un po' surrealista, con O la borsa o la vita (1933), film interpretato da Sergio e Rosetta Tofano.
Fratello di Anton Giulio e Arturo, svolse inizialmente l'attività di fotografo. Abile nella sperimentazione tecnica, e raffinato nella realizzazione artistica, divenne celebre nel primo decennio del 20° sec., insieme ad Arturo, per i ritratti fotografici delle grandi dive del cinema muto italiano (da Soava Gallone a Francesca Bertini, da Lyda Borelli a Pina Menichelli). Collaborò all'ambizioso progetto del 'fotodinamismo', che Anton Giulio, seguace del futurismo e amico di F.T. Marinetti, teorizzò nel 1911. Richiamato alle armi all'indomani dello scoppio della Prima guerra mondiale, venne congedato come grande mutilato e decorato al valore militare nel 1917. Riprese l'attività artistica accanto ad Anton Giulio, con il quale fondò, diresse e amministrò, a Roma, un centro espositivo, la Casa d'arte Bragaglia (1918), e un teatro d'avanguardia, il Teatro degli indipendenti (1921). Operò anche come regista teatrale, mettendo in scena testi, tra gli altri, di E. O'Neill, U. Barbaro, F.T. Marinetti. Chiusa l'esperienza del teatro, fu assunto nel 1930 come fotografo alla Cines di Stefano Pittaluga, dove, l'anno successivo, fu anche assistente alla regia di Mario Almirante e aiuto regista e sceneggiatore di Anton Giulio per Vele ammainate (1931). L'occasione della sua prima regia gli si presentò, finalmente, nel 1933, quando ormai la Cines era già in mano a Emilio Cecchi, con O la borsa o la vita. Film ambizioso e sperimentale, tratto da una commedia radiofonica di Alessandro De Stefani, interpretato da un Tofano quanto mai burattinesco e dinoccolato e diretto in uno stile che ricorda quello di René Clair, fece presagire alcune doti del regista, in realtà poco espresse negli anni che seguirono. Fatta eccezione per Animali pazzi (1939), dai toni ancora surreali, su soggetto di Achille Campanile e secondo film interpretato da Totò, o per La fossa degli angeli (1937), dalle tonalità anticipatamente realistiche, che egli derivò da un'idea di Cesare Vico Lodovici e ambientò alle cave di Carrara, per il resto l'attività registica di B. fu al servizio di una cinematografia di consumo, costellata di successi e disseminata di film di genere: commedie come Non son gelosa (1933), Un cattivo soggetto (1933), Quella vecchia canaglia (1934), Belle o brutte si sposan tutte… (1939), Pazza di gioia (1940), Una famiglia impossibile (1940), Alessandro, sei grande! (1940), La scuola dei timidi (1941), Violette nei capelli (1942), Se io fossi onesto (1942), La guardia del corpo (1942), Il fidanzato di mia moglie (1943), Tutta la vita in ventiquattr'ore (1943), Lo sbaglio di essere vivo (1945) e Le cameriere (1959); film di avventura, in costume o storico-mitologici come Il falco rosso (1949), A fil di spada ? Don Ruy (1952), Il segreto delle tre punte ? I cospiratori della Conca d'oro (1952), Il falco d'oro (1955), La spada e la croce ? Maria Maddalena (1958), Gli amori di Ercole (1960) e Ursus nella valle dei leoni (1961); film drammatici come Il prigioniero di Santa Cruz (1941), La forza bruta (1941) e L'altra (1947), e musicali come il metacinematografico Fuga a due voci (1943), La vita è bella (1943) e Albergo Luna, camera 34 (1946).
Diresse, tra i grandi attori comici, Totò, in Totò le Mokò (1949), Totò cerca moglie (1950), Figaro qua… Figaro là (1950), Le sei mogli di Barbablù (1950) e 47 morto che parla (1950); i fratelli De Filippo, in Casanova farebbe così! (1942), Non ti pago! (1942); Renato Rascel, in L'eroe sono io (1952); Ugo Tognazzi, in Una bruna indiavolata! (1951), e Nino Manfredi, in Caporale di giornata (1958). È rimasto celebre per la rapidità con cui realizzava i suoi film, che girò spesso in poche settimane, producendone talvolta anche sei in un anno. Diresse gli ultimi nel 1962 (I quattro monaci) e nel 1963 (I quattro moschettieri). Visse fino a centotré anni e negli ultimi tempi si dedicò a raccogliere le memorie di famiglia.
Stefania Carpiceci
http://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-ludovico-bragaglia_(Enciclopedia-del-Cinema)/

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