ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




miércoles, 18 de julio de 2012

La vacanza - Tinto Brass (1971)


TITULO ORIGINAL La vacanza 
AÑO 1971
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 99 min. 
ARGUMENTO Tinto Brass
GUION Vincenzo Maria Siniscalchi, Tinto Brass
FOTOGRAFIA Silvano Ippoliti
MUSICA Fiorenzo Carpi
MONTAJE Tinto Brass
ESCENOGRAFIA Carla Cipriani
REPARTO Vanessa Redgrave, Franco Nero, Leopoldo Trieste, Corin Redgrave, Margherita Lozan 
PRODUCCION Lion Film

SINOPSIS E' l'odissea di una giovane donna rinchiusa in un manicomio dal suo seduttore: ne esce per un periodo, in "licenza d'esperimento" che, nel gergo dei ricoverati, viene definita "vacanza". Intreccia una relazione con un bracconiere e quindi passa attraverso varie avventure, finché non viene arrestata. Fugge dalla prigione, ma è nuovamente ripresa e ricondotta in manicomio.


Tinto Brass è stato a Imperia per una due-giorni di incontro con gli studenti del DAMS: ne abbiamo approfittato per incontrarlo e scambiare due parole con lui.

Lei ha realizzato a inizio carriera numerosi film di genere (documentario, noir, western…), poi è giunto nel genere erotico dove è diventato un “grande”. Ha mai pensato di tornare al “genere”?
Sì, non considero esclusivo il discorso sull'erotismo. Il mio ultimo lavoro Ziva e l’isola che non c’è non è un film erotico, è un film d'amore in cui c'è anche erotismo. Non è una pellicola erotica come poteva essere La chiave o altri, non c’è un discorso sul sesso. Per esempio mi piacerebbe fare un musical! I generi mi piacciono, sono aperto alle suggestioni.

Molti le fanno questa domanda, forse perché capita che a volte un regista – associato ad un determinato genere – cambiando riesca a dare emozioni nuove: penso ad esempio a Woody Allen, un genio della commedia che ha ritrovato il successo con “Matchpoint”…
Sì, certo, era anche un thriller… Sono tante le coincidenze che devono confluire per attuare scelte simili.

Veniamo ai suoi rapporti con le attrici: ne ha già parlato a lungo, le sceglie lei, vengono con dei provini...
Mi mandano materiale, in genere curriculum e foto. Faccio poi un passaggio intervista e un provino dove vengono messe di fronte ad alcune delle cose che di sicuro saranno sul set.
Ma i rapporti si risolvono in quella fase di preparazione, dopo non ho mai avuto problemi: salvo il caso di Maria Schneider. Doveva recitare in Caligola nuda, con un abito tipo tunica copriva davanti e dietro ma era aperto sui lati: al mattino si è presentata con il vestito completamente chiuso, se lo era fatto cucire di notte dalla sarta! Lei sapeva cosa doveva fare, abbiamo litigato e l’ho cacciata dal set.

Le attrici invece con cui si è trovato ad avere più empatia?
Empatia sicuramente con Vanessa Redgrave, e anche con Stefania Sandrelli ho avuto ottimi rapporti.

E l'attrice con cui le sarebbe più piaciuto (o le piacerebbe) lavorare e non ha mai avuto l'occasione?
Prima di tutto con Marilyn Monroe e poi Brigitte Bardot, sono delle attrici che stuzzicavano il mio immaginario! Ma poi anche delle attrici meno note, ad esempio una che ho visto in “Caos calmo”, con il piccolo ruolo di una ragazza che porta il cane e che si accascia: la trovo molto bella (NdI, si tratta di Kasia Smutniak).

Lei ha avuto anche l'onore di dirigere attori molto importanti come Alberto Sordi, Peter O’Toole, Malcom McDowell… come si è trovato con loro?
Bene, benissimo! Salvo che con Peter O’Toole, perché gli ho ridotto il ruolo: il copione originale di Caligola era più su Tiberio che su Caligola, e gli ho dimezzato la parte. Lui non ha apprezzato, qualche dispetto sul set lo faceva...

A proposito, lei ha sempre avuto problemi con la censura. Come si pone con essa, ci pensa già mentre dirige il film?
Assolutamente no, per Caligola prima che con la censura ho avuto problemi con la produzione che voleva che il film assomigliasse all'immagine di Penthouse, la rivista. Sono nati problemi con loro: alla fine hanno avuto loro il cut definitivo e quindi non riconosco del tutto l’opera. Dalla censura sono sempre stato assolto, ma non mi pongo problemi in tal senso. Ho avuto molti processi e alcuni film sono rimasti bloccati a lungo. Al processo per Caligola la mia difesa (NdI, Tinto Brass è avvocato) è stata che non avendo fatto io il montaggio definitivo non potevo essere accusato per le scene, anche se le avevo girate.
E’ come se un fabbro venisse accusato per come è stato usato un coltello da lui forgiato: la Corte di Cassazione mi ha dato ragione e ora questo fa letteratura.

Non si auto-censura per prevenire possibili problemi dopo?
No, assolutamente. Rischio, ma in buona fede: sono convinto di quello che faccio e del senso di quello che faccio. Per me non ha motivo di essere proibito in partenza.

Passando invece al Brass amante di cinema e spettatore, nel panorama italiano cinematografico odierno cosa le piace, lei cosa salva?
Adesso dovrò dare i voti: sono membro all'accademia per il David di Donatello. C'è qualcosa di buono, ma in genere trovo che la televisione condizioni perché i finanziamenti partono molto spesso o dalla Rai o da Mediaset, e sono finalizzati a fare "prodotti".
Poi devono poter fare discreti incassi, passare in televisione... quindi certi temi, certi argomenti e certi linguaggi sono automaticamente esclusi, proibiti. Ciò condiziona spesso i film italiani, tant’è che quando poi vanno all'estero nessuno se li caga, perchè non sono prodotti da sala cinematografica, sono prodotti che seguono di più le leggi da schermo televisivo.

Invece nella cinematografia estera in questo momento a lei cosa piace di più?
Mi piace comunque sempre la filmografia francese, perchè là c’è un'ottima legge che permette una grande libertà e varietà di temi di argomento. Apprezzo anche il cinema inglese di Ken Loach, e di altri come lui, ma anche nel giro americano, quello indipendente, c’è qualcosa di buono. Oramai dovremo abituarci anche in Italia a fare cinema indipendente, come fanno in America: trovare i finanziatori che per un motivo o per un altro promuovono, sostengono e appoggiano dei progetti che non trovano spazio nelle scelte di Rai e Mediaset.

Lei ha detto che i suoi film vanno spesso molto bene nelle vendite in dvd, che in sala il cinema può avere dei problemi...
Sì, sempre di più. Oramai questo è un dato obiettivo, il fatturato dell'home video – cioè dei dvd – in tutto il mondo, non solo in Italia, rispetto al fatturato in sala è in rapporto di 5 a 1, cioè 5 volte più alto di quello che vende un film in sala: ormai l'uscita in sala serve più che altro da promozione, fa sapere che c'è questo film, infatti resta su un giorno o due poi lo smontano, salvo i film dei comici o i film di Natale...
Nella maggior parte dei casi il fatturato vero è quello che deriva dalla vendita del dvd, che però purtroppo non è controllabile: non ci sono dei sistemi che garantiscono di sapere con precisione quanto si è incassato in questo modo.
Intervistatore Marco Frassinelli, Redattore Carlo Griseri
http://www.cineforumimperia.it/file/cine_RUBRICHE/rub_interviste/int_brass.html

5 comentarios:

  1. Buenas, Amarcord.
    Tu blog invita a ponerse las botas.
    Como se ve que conoces a fondo el cine italiano, me tomo la libertad de preguntarte por L'AMANTE DI GRAMIGNA, de Carlo Lizzani. ¿Hay alguna forma de conseguirla?
    Un saludo

    ResponderEliminar
  2. Your blog is very nice !
    I'm looking for a rare italian western with Andrea Giordana : "QUANTO COSTA MORIRE "
    Can you to help me to find this movie ?

    ResponderEliminar
  3. links are death. If it possiblle reupload / Thx again.

    ResponderEliminar