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lunes, 19 de diciembre de 2011

L'angelo bianco - Raffaello Matarazzo (1955)


TÍTULO ORIGINAL L'angelo bianco
AÑO 1955
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados) 
DURACIÓN 100 min.
DIRECTOR Raffaello Matarazzo
GUIÓN Raffaello Matarazzo, Giovanna Soria, Piero Pierotti, Aldo De Benedetti
MÚSICA Michele Cozzoli
FOTOGRAFÍA Tonino Delli Colli (B&W)
REPARTO Amedeo Nazzari, Yvonne Sanson, Enrica Dyrell, Alberto Farnese, Flora Lillo, Philippe Hersent, Nerio Bernardi, Virgilio Riento, Emilio Cigoli, Olga Solbelli
PRODUCTORA Titanus / Labor Films
GÉNERO Drama | Melodrama. Secuela 

SINOPSIS Tras el trágico desenlace de la primera parte, "I figli di nessuno", Guido (Amedeo Nazzari) decide divorciarse, pero antes de que esto suceda, su mujer y su hija tienen un accidente y ambas fallecen. Pasan los años y Guido conoce a una mujer, llamada Lina (Yvonne Sanson) de la que se enamora dado su enorme parecido a Sor Dolores (Yvonne Sanson), pero lamentablemente, Lina... (FILMAFFINITY)


L'angelo bianco è un film del 1955 diretto da Raffaello Matarazzo, con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. È il sequel di I figli di nessuno (1951).

Trama
Una giovane, di misere condizioni economiche e sociali, viene sedotta da un nobile ricchissimo, che le promette di sposarla, e dà alla luce un figlio. Dopo la nascita del bambino, però, l'uomo non può mantenere la promessa, nè prendersi cura del figlio, a causa della ferma opposizione di sua madre che lo induce ad un matrimonio di convenienza e fa rinchiudere in un brefotrofio il figlio . La misera tradita, ingannata anche dalla vecchia signora che le comunica la morte del piccino, abbandona tutto e prende i voti, facendosi suora di carità. Dopo molti anni trascorsi come missionaria in Africa, ritorna e viene a sapere che il suo nobile seduttore è morto in duello e che invece il proprio figlio è vivo. L'incontro tra i due avviene quando il ragazzo, vittima di una disgrazia, sta morendo. Dopo la sua scomparsa, la suora decide quindi di riprendere il suo cammino di carità.

Critica
Il Morandini commenta: «L'angelo bianco raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica ("Quasi una storia di fantasmi", Adriano Aprà) che gli dà un tono insolito»[1].
Note
1.^ Laura, Luisa e Morando Morandini, Il Morandini: dizionario dei film 2001, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5.
http://it.wikipedia.org/wiki/L'angelo_bianco_(film_1955)



Probabilmente, e per fortuna, non ci libereremo mai di Raffaello Matarazzo. Come nell'epocale “L'angelo bianco” il fantasma di Luisa torna puntualmente a ossessionare Guido nella forma di un sosia, così l'universo melodrammatico del regista romano è destinato a riproporsi ben oltre i suoi gloriosi anni '50, che sia tramite la sua riabilitazione critica negli anni '70 o la “seconda giovinezza” nei palinsesti televisivi degli anni '80. Oppure con l'omaggio appena tributato dal Festival del Cinema Ritrovato bolognese, che ha proiettato otto suoi film, tra cui l'intero ciclo (salvo “Malinconia d'autunno” del 1958) che ha visto protagonista la leggendaria coppia Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson (“Catene” 1949, “Tormento” 1950, “I figli di nessuno” 1951, “Chi è senza peccato” 1952”, “Torna” 1954, “Angelo bianco” 1955).
Perché questo “eterno ritorno”? Forse perché, volenti o nolenti, l'immaginario dell'italietta degli anni 50 sarà anche cambiato, ma non fino in fondo. La presenza scopertamente ossessiva (e quindi automaticamente ambigua, ambivalente) dei bambini nei suoi film, veri e propri strumenti strappalacrime in mano al cinema, dice (ahimé) molto sul morboso attaccamento mediatico nazional-popolare al caso Cogne o a quello del piccolo Tommy, su un immaginario inconfondibilmente e sinistramente “puerocentrico” come quello italiano.
Certo, faremmo un grande torto a Matarazzo, autore la cui complessità narrativa e figurativa non è forse stata ancora bene assimilata, se lo riducessimo alla brutale banalità del dato sociologico. Eppure non possiamo nasconderci che proprio il fraintendimento è uno dei meccanismi chiave del melodramma, e di conseguenza uno dei cardini del mondo matarazziano. Quanti personaggi che origliano qualcosa dietro una porta, e poi mentono su quanto hanno sentito, o semplicemente capiscono male o lo tengono nascosto. Ma più in generale è tutta la struttura a germinarsi dalla “sublimazione” di un blocco che non si può superare (richiamo all'impasse costitutiva della sessualità? Sì, anche). Infatti, come vogliono i dettami del melodramma, il conflitto portante non può risolversi “in sé”, ma si esprime tramite la proliferazione folle di una catena di microconflitti che “distorna” il nucleo principale in una serie intricata di “lapsus” narrativi (in primis le allucinanti peripezie dei bambini, specchio distorto dei drammi degli adulti): di suo, Matarazzo esaspera tutto ciò prosciugando personaggi e situazioni fino allo schematismo, evidenziando con la sola forza di uno stacco, di un movimento di macchina, di un accostamento ardito, l'irrealtà obbligata dei continui scambi tra i livelli narrativi che non cessano di proliferare.
In questo modo l'iter tortuoso verso l'”impossibile” congiunzione dell'uomo e della donna (e “cattolicamente” del bambino) separati dal destino (con tutti gli ingredienti classici ripetuti di film in film: orfanelli, eroine perseguitate, carceri, matrigne, brusche regressioni di status socioeconomico, donne sante e puttane, eccetera) supera la conciliante resa figurativa (pur presente i tutti i suoi film con immancabili statue e quadretti con la Madonna  e il bambino) per approdare a una pura grafica, a un gioco di linee spettrale. E si capisce allora perché col ciclo “Nazzari-Sanson” si sia affacciata la serialità: affinché la cristallina evidenza del meccanismo fosse anche simultaneamente oscura e inafferrabile, in quanto eternamente rimandata alle spire della variazione, della differenza-ripetizione della serie. Un paradosso, certo, ma cosa c'è di più costitutivamente paradossale del melodramma, un genere in cui il mito dell'innocenza si fonda sulla demolizione dell'innocenza stessa (“Catene” a questo proposito è lampante), un genere in cui i conflitti paralleli sono l'uno la mancata solvibilità dell'altro (l'incrocio di dramma sentimentale e lotta di classe ne “I figli di nessuno”)?
Matarazzo, indubbiamente, “sente” agire questo paradosso della serialità nel corso stesso del suo dipanarsi. Tant'è che “L'angelo bianco” parla proprio di questo: a riproporsi agli occhi attoniti di Guido è la sosia della sua amata confinata in convento. Quel rimosso oscuro e irriducibile che sempre ritorna, insomma, è l'apparenza (la sosia, Lina, è anche attrice e falsaria), allo stesso modo in cui Nazzari e Sanson ritornano puntualmente sugli schermi insieme. Puntualmente tratteggiata in modo autocontraddittorio nel corso di questo film a suo modo estremo, l'apparenza rivela la sua duplice veste di fulgore dell'evidenza e abisso imperscrutabile. La stessa scissione che percorre l'”eterno femminino” delle eroine matarazziane e che informa il suo cinema modernissimo (vedi il suo esordio “Treno popolare” del 1933 e la sbalorditiva, fluida concisione del suo occhio meccanico), paradossale come solo il melodramma sa essere.
http://www.sentieriselvaggi.it/16/22170/Il_cinema_ritrovato_21_-_Omaggio_a_Raffaello_Matarazzo.htm

13 comentarios:

  1. Hola Amarcord recièn baje la pelìcula los hijos de nadie, que por cierto me gustò muchìsimo, y encuentro que èsta es la segunda parte, mi pregunta es ¿ podrìas resubir èsta de nuevo? de antemano gracias y saludos

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  2. Hola Amarcord, tratè de ver esta pelìcula y no la puedo reproducir ni con VLC ni con GOM PLAYER, aparece negra la pantalla no se ve ni se escucha , entonces trate de grabarla con convertxtodvd pero me aparece el siguiente mensaje : uno o mas archivos no pueden ser convertidos, no contiene ninguna pista de video decodificable, me podrìas decir que puedo hacer, saludos

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  3. Creo que es la parte 1 la he puesto ha bajar varias veces y en el tamaño aparecen 0 bytes, si la pudieras revisar, gracias de antemano

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  4. Hola Amarcord he intentado varias veces bajar la parte 1 en el servidor aparece un tamaño de 166.02 MB pero al bajarla lo que genera es un archivo de 0 bytes, lo he intentado varias veces y el resultado es el mismo, saludos

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  5. Hola gracias por todos estas películas tan buenas que tienes en tu blog, a mi también me pasa lo mismo con el primer archivo, saludos

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    1. Ahora sí, película descargada sin ningún problema.

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  6. Gracias Amarcord, tambièn la he descargado sin problemas, saludos

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  7. Descargada sin problemas ,saludos

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  8. Otro que quiere hace una sesión doble :). Sería estupendo que volviera a reponerlos.

    Gracias!.

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