TÍTULO ORIGINAL Ovosodo
AÑO 1997
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
DURACIÓN 100 min.
DIRECTOR Paolo Virzì
GUIÓN Francesco Bruni, Furio Scarpelli, Paolo Virzì (Historia: Paolo Virzì)
MÚSICA Battista Lena, Carlo Virzì
FOTOGRAFÍA Italo Petriccione
REPARTO Edoardo Gabbriellini, Malcolm Lunghi, Matteo Campus, Nicoletta Braschi, Claudia Pandolfi, Toto Barbato, Marco Cocci, Regina Orioli
PRODUCTORA Cecchi Gori Group Tiger Cinematografica
PREMIOS
1997: Festival de Venecia: Premio Especial del Jurado
1997: Premios David di Donatello: Mejor actriz secundaria (Braschi) y sonido. 6 nominaciones
GÉNERO Comedia. Drama
SINOPSIS Piero es un adolescente que vive en un barrio obrero de Livorno (Toscana) con su madrastra Ivanone y un hermano retrasado. A primera vista no parece fácil que salga de ese ambiente. Sin embargo, Giovanna, su profesora de italiano, intenta ayudarlo para que salga adelante: es ella quien lo anima a leer, prestándole las primeras novelas, y lo impulsa también a matricularse para estudiar el bachillerato. (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
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Subtítulos (Inglés)
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Continuo con el cine italiano y en esta caso con una recomendación especial que me han hecho: Ovosodo.
El film está dirigido por Paolo Virzi en 1997 y cuenta la historia de Piero, un joven de Livorno y de lo que le sucede desde que es pequeño hasta que, mas o menos, consigue sentar la cabeza. En el film asistimos a sus primeros descubrimientos con las chicas, el instituto, nuevos amigos y nuevas experiencias.
Es realmente divertido ya que está contado en primera persona de una forma muy amena y entretenida. Los personajes secundarios son muy interesantes en su gran mayoria aportando no solo un toque comico sino también humano muy interesante.
Sin duda es un film que recomiendo a todo el mundo ya que contiene comedia ligera pero nunca zafia o basada en tonterias como otros films y, a la vez, alguien de mi edad más o menos, se siente más identificado en el sentido de que está tan bien contado desde el punto de vista del chico que, a veces, te sientes protagonista del film al identificarte con alguna escena o parte del mismo.
En ocasiones me ha recordado al estilo de escritura de Fabio Volo, que me encanta (y ya hablaré en el blog). En definitiva, un film da vedere.
http://la-ultima-etapa.blogspot.com/2010_03_01_archive.html
Es realmente divertido ya que está contado en primera persona de una forma muy amena y entretenida. Los personajes secundarios son muy interesantes en su gran mayoria aportando no solo un toque comico sino también humano muy interesante.
Sin duda es un film que recomiendo a todo el mundo ya que contiene comedia ligera pero nunca zafia o basada en tonterias como otros films y, a la vez, alguien de mi edad más o menos, se siente más identificado en el sentido de que está tan bien contado desde el punto de vista del chico que, a veces, te sientes protagonista del film al identificarte con alguna escena o parte del mismo.
En ocasiones me ha recordado al estilo de escritura de Fabio Volo, que me encanta (y ya hablaré en el blog). En definitiva, un film da vedere.
http://la-ultima-etapa.blogspot.com/2010_03_01_archive.html
Avevo promesso il meglio e il peggio della produzione cinematografica italiana degli ultimi anni, ed eccomi qua: partiamo dal meglio con Ovosodo, film del 1997 del regista Paolo Virzì.
Innanzi tutto, la storia si segnala per la narrazione tutta in prima persona (espediente narrativo che mi piace molto), e tale prima persona è Piero Malsani, un ragazzo del quartiere livornese di Ovosodo. Piero non è esattamente nato con la camicia: il padre è un fannullone mezzo criminale, il fratello un ragazzone ritardato, e la madre muore presto.
Il film si distingue sin da subito per un linguaggio ricercato e curato, e già questo fatto è degno di menzione (al contrario in molti prodotti italiani, televisivi in primis, pare che si faccia a gara a chi è più rozzo o qualunquista).
Inoltre, sin da subito vengono dispensati concetti profondi o impegnativi, sotto forma di frasi famose o comunque forti (per esempio, "l'altra metà del cielo", definizione coniata da Mao Tse Tung per definire l'universo femminile, o "le donne brutte sono tutte infelici", con cui la neomadre "avverte" la figlia neonata).
Salta all'occhio anche la condizione psicologica del protagonista, che si sente un inadatto alla vita, quasi escluso da essa, posto che egli si rifiuta di giocare secondo le regole ufficiali. In tal senso, la figura di Piero Malsani sa molto di inetto sveviano.
Un'altra caratteristica precipua del film è quella di disegnare dei personaggi veramente memorabili.
Ivano, il fratello ritardato di Piero, è figura marginale ma al contempo centrale nella vita del fratello, perchè emblematica della ruota della vita.
Giovanna, la professoressa del giovane (interpretata da Nicoletta Braschi, la moglie di Benigni, per chi non lo sapesse), è un personaggio al contempo dolcissimo e commovente. Tommaso Paladini, il migliore amico di Piero (favolosa la sua scena d'ingresso nel film), è caratterizzato in modo straordinario da Marco Cocci, un attore che non mi spiego come mai non sia nel mentre diventato molto importante. A mio avviso Tommaso è la figura più carismatica ed eccellente dell'intera storia.
E non siamo ancora arrivati ai due personaggi femmminili che segneranno la vita del ragazzo.
Il primo è Lisa (Regina Orioli), bellissima e affascinante cugina di Tommaso di cui Piero s'invaghirà immediatamente e con cui avrà diversi tête-à-tête.
Il secondo è Susy (Claudia Pandolfi), la vicina di casa e prima fidanzatina ai tempi delle elementari.
Di fronte a un film del genere, così denso di vita e di personaggi e di emozioni e di concetti esistenziali, si fa fatica a indicare alcune scene, preferendole ad altre.
Non posso però non citare, oltre alla già menzionata entrata in scena di Tommaso, la cena a casa di Giovanna con lei e i due giovani, la visita in ospedale di Piero a Giovanna stessa, il viaggio in motorino di Piero e Lisa, nonchè l'ottuso e fedele affetto che Susy mostra in praticamente tutte le occasioni nei confronti del suo vicino di casa (atteggiamento che rende grandemente l'idea di come l'immagine che noi abbiamo del mondo, delle persone e di noi stessi faccia la differenza).
Ovosodo si chiude in modo agrodolce, come praticamente era stato tutto il resto della pellicola: prima Piero si chiede cosa il fratello Ivano si dica con i venditori africani che ha iniziato a frequentare durante le sue passeggiate in solitaria ("forse non è ritardato, ma solo staniero"); poi lo stesso Piero, commentando la prevedibilità del suo rapporto con quella che nel mentre è divenuta sua moglie, dice che sente come "un ovosodo dentro che non va né su né giù".
Il ragazzo, oramai uomo, continua a sentirsi una via di mezzo: non ha mai saputo cosa voleva lui dalla vita, limitandosi ad afferrare ciò che gli passava vicino... in fin dei conti, la sensazione è che non gli sia andata poi così male, ma gli (e ci) rimane il dubbio che molte potenzialità siano andate perdute...
Gran premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia.
Chi non lo ha visto se lo guardi assolutamente!
Fosco Del Nero
http://foscodelnero.blogspot.com/2008/06/ovosodo-paolo-virz-film.html
Innanzi tutto, la storia si segnala per la narrazione tutta in prima persona (espediente narrativo che mi piace molto), e tale prima persona è Piero Malsani, un ragazzo del quartiere livornese di Ovosodo. Piero non è esattamente nato con la camicia: il padre è un fannullone mezzo criminale, il fratello un ragazzone ritardato, e la madre muore presto.
Il film si distingue sin da subito per un linguaggio ricercato e curato, e già questo fatto è degno di menzione (al contrario in molti prodotti italiani, televisivi in primis, pare che si faccia a gara a chi è più rozzo o qualunquista).
Inoltre, sin da subito vengono dispensati concetti profondi o impegnativi, sotto forma di frasi famose o comunque forti (per esempio, "l'altra metà del cielo", definizione coniata da Mao Tse Tung per definire l'universo femminile, o "le donne brutte sono tutte infelici", con cui la neomadre "avverte" la figlia neonata).
Salta all'occhio anche la condizione psicologica del protagonista, che si sente un inadatto alla vita, quasi escluso da essa, posto che egli si rifiuta di giocare secondo le regole ufficiali. In tal senso, la figura di Piero Malsani sa molto di inetto sveviano.
Un'altra caratteristica precipua del film è quella di disegnare dei personaggi veramente memorabili.
Ivano, il fratello ritardato di Piero, è figura marginale ma al contempo centrale nella vita del fratello, perchè emblematica della ruota della vita.
Giovanna, la professoressa del giovane (interpretata da Nicoletta Braschi, la moglie di Benigni, per chi non lo sapesse), è un personaggio al contempo dolcissimo e commovente. Tommaso Paladini, il migliore amico di Piero (favolosa la sua scena d'ingresso nel film), è caratterizzato in modo straordinario da Marco Cocci, un attore che non mi spiego come mai non sia nel mentre diventato molto importante. A mio avviso Tommaso è la figura più carismatica ed eccellente dell'intera storia.
E non siamo ancora arrivati ai due personaggi femmminili che segneranno la vita del ragazzo.
Il primo è Lisa (Regina Orioli), bellissima e affascinante cugina di Tommaso di cui Piero s'invaghirà immediatamente e con cui avrà diversi tête-à-tête.
Il secondo è Susy (Claudia Pandolfi), la vicina di casa e prima fidanzatina ai tempi delle elementari.
Di fronte a un film del genere, così denso di vita e di personaggi e di emozioni e di concetti esistenziali, si fa fatica a indicare alcune scene, preferendole ad altre.
Non posso però non citare, oltre alla già menzionata entrata in scena di Tommaso, la cena a casa di Giovanna con lei e i due giovani, la visita in ospedale di Piero a Giovanna stessa, il viaggio in motorino di Piero e Lisa, nonchè l'ottuso e fedele affetto che Susy mostra in praticamente tutte le occasioni nei confronti del suo vicino di casa (atteggiamento che rende grandemente l'idea di come l'immagine che noi abbiamo del mondo, delle persone e di noi stessi faccia la differenza).
Ovosodo si chiude in modo agrodolce, come praticamente era stato tutto il resto della pellicola: prima Piero si chiede cosa il fratello Ivano si dica con i venditori africani che ha iniziato a frequentare durante le sue passeggiate in solitaria ("forse non è ritardato, ma solo staniero"); poi lo stesso Piero, commentando la prevedibilità del suo rapporto con quella che nel mentre è divenuta sua moglie, dice che sente come "un ovosodo dentro che non va né su né giù".
Il ragazzo, oramai uomo, continua a sentirsi una via di mezzo: non ha mai saputo cosa voleva lui dalla vita, limitandosi ad afferrare ciò che gli passava vicino... in fin dei conti, la sensazione è che non gli sia andata poi così male, ma gli (e ci) rimane il dubbio che molte potenzialità siano andate perdute...
Gran premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia.
Chi non lo ha visto se lo guardi assolutamente!
Fosco Del Nero
http://foscodelnero.blogspot.com/2008/06/ovosodo-paolo-virz-film.html
non funziona la parte num. 4.............
ResponderEliminarAcabo de probarlos con JDownloader y están todos en línea.
ResponderEliminarWould you please re-up this beautiful but under-rated film ?
ResponderEliminarCambiados los enlaces.
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