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lunes, 16 de septiembre de 2013

Amore mio aiutami - Alberto Sordi (1969)


TITULO ORIGINAL Amore mio aiutami!
AÑO 1969
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DURACION 124 min.
DIRECCION Alberto Sordi
GUION Rodolfo Sonego, Tullio Pinelli, Alberto Sordi
REPARTO Alberto Sordi, Monica Vitti, Silvano Tranquilli, Laura Adani, Ugo Gregoretti, Mariolina Cannuli, Maurizio Davini, Néstor Garay, Gaetano Imbrò, Karl-Otto Alberty
FOTOGRAFIA Carlo Di Palma
MONTAJE Franco Fraticelli
MUSICA Piero Piccioni
PRODUCCION Gianni Hecht Lucari para DOCUMENTO FILM
GENERO Comedia

SINOPSIS Quando viene a sapere che la moglie si è innamorata di un fisico nucleare, direttore di banca dà i numeri. Sordi cerca di mescolare l'umorismo, il grottesco e il patetico, ma il cocktail non gli riesce perché, specialmente nella 2ª parte, il motore va a segatura. (Il Morandini)


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TRAMA
Giovanni Machiavelli, direttore di banca, sposato fellcemente da oltre dieci anni con Raffaella e padre di un figlio, si atteggia a uomo spregiudicato, anticonformista e privo di complessi e pregiudizi. Una mattina, però, quando la moglie, durante una conversazione, gli rivela di essersi innamorata di un altro uomo, si ribella a questa idea e fa di tutto per conoscere la verità. Raffaella gli confessa di aver conosciuto Valerio Mantovani, un fisico nucleare, a un concerto di musica classica e di essersene innamorata.

CRITICA: 
"Pur diretto con scrupolo e cura, il film rivela mancanza di estro e ritmo malgrado alcune situazioni di discreta efficacia umoristica. Grottesco e dramma con falsi risvolti patetici si alternano senza misura squilibrando la storia e facendo risaltare l'incapacità dell'autore di trovare uan via per una adatta conclusione." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 68, 1970)
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Amore mio aiutami è un film sul tradimento, ma soprattutto vorrebbe mettere in primo piano il tema dell’emancipazione femminile nel rapporto di coppia e la nuova libertà di rapporti tra moglie e marito. Alberto Sordi è un funzionario di banca che in teoria si dichiara disponibile a discutere l’amore, non concepisce chi vive il tradimento come un dramma e preferisce la sincerità al sotterfugio. Il problema è che quando Monica Vitti (moglie nevrotica e depressa) gli confessa che è innamorata di un altro, il castello teorico va in mille pezzi. L’uomo perde ogni sicurezza, vede la sua vita  priva di senso e giunge a umiliarsi scongiurando il rivale (Silvano Tranquilli) di sparire dalla vita della moglie. Finisce per riempire di botte la donna in una scena epocale sul litorale romano, durante la quale Monica Vitti è controfigurata da Fiorella Mannoia, che deve farsi curare in ospedale per un eccesso di verismo interpretativo. Non servono neppure le maniere forti. La moglie è così innamorata da obbligare il marito a seguire l’amante in Spagna e alla fine decide di restare con lui.
Monica Vitti lavora con Alberto Sordi in tre film diretti dal comico romano e sono le cose migliori che ci ha lasciato come regista. Il primo è Amore mio, aiutami (1969), ma sono interessanti anche il nostalgico e sentimentale Polvere di stelle (1973), sul teatro d’altri tempi (chi non ricorda il motivetto Ma ‘ndo Hawaii?) e Io so che tu sai che io so (1982) che tratteggia il tema del tradimento femminile. 
Alberto Sordi modifica il suo personaggio, rendendolo più amaro e moralista, costruendo una commedia sulla crisi della coppia borghese alla fine degli anni Sessanta. Il tradimento non è più una prerogativa maschile ma anche la donna può innamorarsi di un altro uomo e sconvolgere la vita di coppia. La crisi del matrimonio è un fattore imprevisto che irrompe nel quotidiano, mette in condizioni di fare delle scelte e di cambiare la vita. La commedia è teatrale, girata in interni, ma anche in riva al mare, per le strade di Roma, a bordo di un transatlantico e in Spagna. Il regista Ugo Gregoretti interpreta l’amico di Sordi, mentre Silvano Tranquilli è un ingessato amante.
Alberto Sordi regista lascia sempre con l’amaro in bocca, perché non ha le stesse doti di sintesi dell’attore. Il soggetto della pellicola è interessante ma non regge il respiro di un lungometraggio che dopo la famosa scena delle botte in riva al mare diventa fiacco e prevedibile. Il finale amaro è tipico della commedia all’italiana e risolleva un’opera dignitosa, forse troppo pretenziosa nel tentare di mettere alla berlina i tabù di un’Italia  che non riesce a cambiare.
Gordiano Lupi


Amore mio aiutami è il primo film della coppia Vitti-Sordi. Insieme ne gireranno tre.
Oltre che in "Amore mio aiutami"(1969), sono stati marito e moglie in "Polvere di stelle" (1973), e " Io so che tu sai che io so" (1982), tutti diretti da Sordi..

Raffaella (Monica Vitti) è una moglie irreprensibile e fedele per tanti anni, si innamora di un altro uomo. Non riesce, però, a lasciare il marito, col quale ha vissuto tanti anni di felicità e al quale vuole ancora bene. Per superare l'impasse, vede bene di raccontare tutto al marito, Sordi. 
 Addolorato ma deciso a riconquistare la moglie, Sordi prova a dimostrarsi tenero e disponibile. Moderno, insomma. Fino a che...
La scena clou Sordi perde il lume della ragione e, sulla spiaggia di Sabaudia, prende a ceffoni la moglie. Ad ogni sberla, la fatidica domanda: "Dì che lo ami" e lei :"Si che lo amo". Alla fine, esausta e tumefatta, esclamerà: "Non lo amo più!".

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