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domingo, 1 de septiembre de 2013

Estate romana - Matteo Garrone (2000)


TÍTULO ORIGINAL Estate romana 
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Inglés (Separados)
AÑO 2000
DURACIÓN 90 min.
DIRECTOR Matteo Garrone
GUIÓN Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Attilio Caselli
MÚSICA Banda Osiris
FOTOGRAFÍA Gian Enrico Bianchi
REPARTO Rossella Or, Monica Nappo, Salvatore Sansone, Victor Cavallo, Simone Carella, Paolo Sassanelli, Rosalina Neri
PRODUCTORA Archimede / Bianca Film / Istituto Luce
GÉNERO Comedia. Drama

SINOPSIS Rossella, una ex actriz de teatro, regresa a casa después de una larga ausencia, un apartamento en Roma donde ahora se ha instalado Salvatore y su asistente Mónica. Su llegada coincide con el inicio de una serie de aventuras tragicómicas que los llevará en busca de un remoto balneario. (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)

Subtítulos (Inglés)

Messo in scena con stupefacente libertà linguistica , Estate Romana è il più bel film girato da Matteo Garrone insieme a Gomorra. I personaggi sono ritratti per frammenti, schegge di una rappresentazione che affonda i denti nella realtà per sanguinare finzione. Non c'è formula prestabilita per incasellare questa oscillazione continua tra presa diretta e messa in racconto. Soltanto derive. Un film su tutto: sui capelli, sulla voce, sui lavori in corso. Ma non un film di tutto: la descrizione non si cristallizza mai in calco inerte del reale, sfugge, si divincola, sorprende. Più de-scrittura che descrizione.
Garrone osserva i personaggi come se fossero corpi opachi, esseri coperti da un velo. Non c'è traccia di introspezione, soltanto un'attenzione rapita per le pause, le esitazioni, le invisibilità. Il cantiere Roma, città impacchettata dalle mille impalcature per il Giubileo imminente, non è semplice paesaggio simbolico, è scheletro e tessuto del film. Malinconia, rassegnazione, rabbia e paura scaturiscono dai nervi scoperti della città, carcassa sventrata che sparpaglia i suoi umori sui personaggi. Luoghi in trasformazione, architetture misteriose, segnali di incertezza urbanistica ed etnica.
Le psicologie dei personaggi si desumono dalle azioni, ma non si tratta del trito espediente behaviourista: è il gesto che traccia il senso, la reazione inadeguata si carica di disagio e tenerezza, l'irresponsabilità si colora di azzurro. Fragilità e asimmetria sono le parole chiave: Rossella (Rossella Or) torna in città per fare del teatro ma viene rifiutata da tutti. Salvatore (Salvatore Sansone) desidera invano Monica (Monica Nappo) e trascura la preparazione delle coreografie per uno spettacolo. Monica fa di tutto per tirare avanti con la figlia Rosellina, lavorando di sera in un bar estivo alle Capannelle e aiutando Salvatore con le coreografie di giorno. Solitudini.
Ma se Roma sembra togliere il respiro e soffocare ogni ipotesi di speranza, la fuga dalla città ripropone le stesse dinamiche imprigionanti. Il viaggio al mare è costellato di asfissianti bolle di cellophane e l'arrivo in uno stabilimento balneare nel quale l'euforia si identifica all'aggressione sensoriale e allo svenimento rinchiude i personaggi nell'orizzonte dell'ineluttabilità. Un uomo muore. Monica piange tra le braccia di Salvatore. Rosellina dorme. Rossella se ne va silenziosamente, appena intravista. Musiche struggenti della Banda Osiris e cameo-testamento di Victor Cavallo. Nonostante la seriosità delle mie parole un film stracolmo di ironia.
Alessandro Baratti

Un talento in embrione che ha trovato un proprio stile, ma non sa ancora verso quale direzione condurlo

Rossella, attrice del teatro di avanguardia degli anni Settanta, torna a Roma, dopo anni di assenza dalle scene, alla ricerca di una nuova vita. Spaesata e depressa in una città in caotico fermento per i preparativi del Giubileo del 2000, Rossella vorrebbe riallacciare vecchie amicizie e magari tornare a fare teatro. In casa sua adesso vive l'amico Salvatore, indolente scenografo napoletano che sta lavorando alla realizzazione delle scene di uno spettacolo di teatro-danza con l'aiuto della sua assistente Monica, giovane donna separata con una bambina che la suocera vorrebbe sottrarle e un doppio lavoro per cercare di andare avanti. Inizia così una bizzarra, e a volte faticosa, convivenza tra questi tre artisti.
Un talento in embrione quello del regista Matteo Garrone al suo terzo lungometraggio. Un talento che sarebbe esploso con il successivo L'imbalsamatore, per raggiungere il vertice con Gomorra, ma che qui è ancora in fase di sperimentazione. Nella sua Estate romana, Garrone sembra aver trovato uno stile peculiare e riconoscibile, ma è ancora alla ricerca di una chiara direzione verso cui condurlo. C'è una finzione mostrata con andamento documentaristico. Ci sono interessanti spunti esistenziali, riflessioni sull'arte e la cultura, e i mestieri a esse connessi, in una dimensione prettamente urbana, valorizzata da una fotografia che sa far emergere il volto pulsante e meno scontato della capitale. Quello che manca è una storia forte da raccontare. 
Il vagare di una trasognata e smarrita Rossella Or in una Roma caotica, convulsa, multietnica, che non la riconosce e che lei non riconosce, ha l'andamento tragico di una surreale apparizione fantasmagorica. Ma, nel momento in cui i suoi tentativi di comunicazione con il mondo che pullula attorno a lei falliscono clamorosamente, fallisce anche il tentativo del regista di parlare al suo pubblico e soprattutto di emozionarlo e coinvolgerlo, al di là dell'omaggio al teatro "Beat '72", qui incarnato dai suoi stessi miti che interpretano se stessi, da Rossella Or a Victor Cavallo, superstiti reali di una stagione teatrale indipendente, quella dell'avanguardia romana degli anni Settanta, prima vitale e poi dispersa.
Annalice Furfari 


TRAMA: 
Salvatore, uno scenografo pigro, sta lavorando alle scene di uno spettacolo di danza ispirato a "Guerre stellari" con l'aiuto di Monica, sua moglie, che si occupa nello stesso tempo di allevare la sua bambina nonostante la suocera tenti di portargliela via. Salvatore ha costruito un enorme mondo che occupa quasi tutto lo studio dell'appartamento di Piazza Vittorio in cui vivono. Il ritorno improvviso della proprietaria dell'appartamento, Rossella ex attrice del teatro di ricerca anni '70, ora un po' emarginata e confusa, dà inizio ad una serie di avventure attraverso la Roma giubilare, alla ricerca di uno stabilimento balneare tranquillo.TRAMA LUNGAScenografo napoletano piuttosto pigro e svogliato, Salvatore vive in un grande appartamento dalle parti di piazza Vittorio a Roma. Ad aiutarlo c'è la sua assistente Monica, una ragazza separata con una bambina che cerca di far crescere per il meglio, anche se la suocera minaccia di portargliela via e le liti sono sempre molto accese. Salvatore deve portare a termine la realizzazione delle scene di uno spettacolo di 'teatro-danza' ispirato a 'Guerre stellari'. Il lavoro però procede a rilento, il regista mostra impazienza, e, mentre Monica opera su alcuni pianeti, Salvatore ritocca un enorme mappamondo che ha invaso gran parte del suo studio. Una mattina di luglio, senza preavviso, torna Rossella, la padrona di casa, attrice nota nel teatro di ricerca anni '70, ora emarginata e bisognosa di riallacciare vecchie amicizie. Salvatore, Monica e Rossella cominciano una inevitabile e faticosa convivenza. Vistosi rifiutato dal regista il mappamondo, Salvatore, ormai del tutto privo di stimoli, decide di vendere l'ingombrante oggetto. Caricatolo sulla macchina, Salvatore e Rossella escono da Roma alla ricerca di uno stabilimento balneare dove dovrebbero incontrare alcuni amici. Dopo aver perso tempo in alcune inutili contrattazioni, Salvatore imbocca la via del mare. Trovato non senza difficoltà lo stabilimento, i tre vi si fermano. Rossella fa amicizia con un ragazzo che, dopo un po', accusa un malore e in breve muore. In un clima quasi di intontimento, Salvatore e Rossella fanno ritorno a casa.

CRITICA: 
(...) Garrone imbastisce così un fecondo viaggio in una Roma sconosciuta, dove il melting pot è una dimensione del quotidiano, precaria ma possibile. Una menzione speciale per gli attori e in particolare per la sofferta e trasognata Rossella Or che, con il cammeo di Victor Cavallo, è un doveroso omaggio al mitico "Beat 72". (Fabrizio Liberti, Film Tv, 02/09/2000)

"Respiro (quasi) da indipendente americano, alla Hal Hartley per intenderci, per l'opera terza di Matteo Garrone, dopo 'Terra di mezzo' e 'Ospiti'. La marginalità, stavolta, è quella del teatro off off, lo scenario resta Roma, ma quella multietnica di Piazza Vittorio. In primo piano Rossella Or, musa della scena alternativa anni '70, è 'quasi' se stessa in un film dove la rappresentazione coincide con la realtà programmaticamente e la metafora si insinua sottilmente. (?) E', da sempre, il discorso di Matteo Garrone che questa volta usa il documentario per descrivere un'estate romana che non ha niente di mitico. Da segnalare le musiche concettuali della Banda Osiris e l'ultima apparizione di Victor Cavallo, un attore-simbolo del cinema indipendente romano, purtroppo scomparso. (Cristiana Paternò, 'CinemaZip', 16 novembre 2000)"(?) 

In una scenografia naturale di bella originalità, una Roma 'impacchettata' in sonnacchiosa attesa del Giubileo, Matteo Garrone racconta una storia generazionale. Ma, questo il fatto strano, di un paio di generazioni fa. Al centro del film c'è infatti, con tutti i suoi vezzi d'epoca e moderni sbandamenti, l'attore da cantine anni Settanta, esplicitamente incarnato da uno dei miti del Teatro Beat 72, Rossella 0r, per altro bravissima nel mettersi metaforicamente a nudo. Anche se il film è decisamente troppo 'di nicchia', resta brillante e simpatico, pieno di battute divertenti, situazioni surreali e una bella vena introspettiva e filosofica che però non ha nulla di pretenzioso". (Massimo Lusardi, 'Ciak', novembre 2000)

NOTE: 
- PRESENTATO NELLA SELEZIONE UFFICIALE ALLA 57 MOSTRA DI VENEZIA (2000).
- GIRATO A ROMA NEL QUARTIERE ESQUILINO.

Meno surreali e più concreti sono i tentativi di Salvatore Sansone e Monica Nappo - ottimi interpreti - di dare un senso alle proprie vite attraverso l'arte. I loro personaggi, però, non ci credono fino in fondo e il timore di mettersi realmente in gioco li blocca in una dimensione di inazione che coinvolge persino la loro relazione, sempre sul punto di evolvere ma mai pronta a farlo davvero. Queste vite sospese tra afflati della mente e paura del cuore diventano il ritratto di una generazione di artisti indipendenti soffocata da una precarietà che, ancor prima che materiale, è soprattutto esistenziale, perché incapace di intraprendere la strada sognata e portarla avanti fino in fondo.


2 comentarios:

  1. Non si riesce a scaricare nulla a parte l'ultimo frammento. Problemi?
    ciao
    Mario

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    Respuestas
    1. Mario
      I link sono online. Scarica con Mipony o JDownloader.
      Un altro è, copiare il file, aprire una nuova finestra e incolla.
      Luck.

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