ESPACIO DE HOMENAJE Y DIFUSION DEL CINE ITALIANO DE TODOS LOS TIEMPOS



Si alguién piensa o cree que algún material vulnera los derechos de autor y es el propietario o el gestor de esos derechos, póngase en contacto a través del correo electrónico y procederé a su retiro.




domingo, 15 de septiembre de 2013

La ragazza con la valigia - Valerio Zurlini (1961)


TITULO ORIGINAL La ragazza con la valigia 
AÑO 1961
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 105 min.
DIRECCION Valerio Zurlini
GUION Valerio Zurlini, Leo Benvenuti, Enrico Medioli, Piero de Bernardi, Griffi Patroni
MUSICA Mario Nascimbene
FOTOGRAFIA Tino Santoni (B&W)
REPARTO Claudia Cardinale, Jacques Perrin, Luciana Angelillo, Gian Maria Volonté, Corrado Pani, Romolo Valli, Riccardo Garrone, Renato Baldini
PREMIOS
1961: Festival de Cannes: Nominada a la Palma de Oro (mejor película)
PRODUCTORA Coproducción Italia-Francia; Titanus / S.G.C.
GENERO Drama. Comedia

SINOPSIS Aida es una pobre y bella muchacha, bailarina en los tugurios de Milán, que es seducida por un señorito de Parma. Pero la inocente joven es abandonada cuando da un paseo con él en su descapotable. Intentando localizarle, Aida pregunta por él en la mansión en que vive su familia. Ante el desconsuelo y desamparo de la chica, el hermano del seductor, un adolescente, se apiada de ella y le ofrece su ayuda. Inevitablemente se enamora de la hermosa mujer... (FILMAFFINITY)

Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)

Subtítulos (Español)


Sinossi
Suo fratello abbandona la ballerina Aida, e lui, Lorenzo, un romantico sedicenne di buona famiglia borghese, decide di occuparsene offrendole aiuto. Finisce, come prevedibile, con l'innamorarsi di lei, ma la differenza d'età e di classe hanno la meglio e così lei, consigliata anche da un sacerdote, professore di matematica del ragazzo, se ne va. Prima del distacco definitivo un ultimo incontro affettuoso. Un'iniziazione sentimentale tratteggiata con delicato pudore nella provincia crepuscolare tra Parma e Riccione.

Note a margine
Prodotto da Maurizio Lodi-Fè per Titanus, il film è scritto da Benvenuti, De Bernardi, Patroni Griffi, Mediali e Valerio Zurlini che, al terzo film, conferma il suo talento nel mettere in scena con raffinata sensibilità psicologica le schermaglie, gli slanci improvvisi, le soffrenze d'amore di un breve quanto intenso e impossibile idillio. Magistrale direzione di attori: Jacques Perrin, sedicenne, e Claudia  Cardinale, ventunenne (doppiata da Adriana Asti) danno vita a due personaggi indimenticabili: l'adolescente colto nell'attonito sconcerto della prima esperienza sentimentale, e la ballerina alla deriva, ma ancora capace di slanci sinceri. Efficace utilizzo della colonna sonora che si avvale oltre che dell'Aida di Giuseppe Verdi, cantata da Beniamino Gigli, di diverse canzonette in voga all'epoca, sempre intonate al clima del racconto: Tintarella di luna, Il cielo in una stanza, Una zebra a pois, cantate da Mina, e Rock matto e Impazzito per te, cantate da Adriano Celentano.
---
Le coppie nel cinema: La ragazza con la valigia

Lorenzo Fainardi ha 16 anni (Jacques Perrin, 19 anni), e va ad aprire la porta della villa dove vive, nei dintorni di Parma. Ha suonato il campanello Aida Zepponi, che ha qualche anno più di lui (Claudia Cardinale, 23 anni): sta cercando uno che l'ha abbandonata dopo averle fatto delle promesse, e che è Marcello (Corrado Pani), il fratello maggiore di Lorenzo - ma Aida questo non lo saprà per quasi tutto il film.
Aida fa la ballerina-cantante in un complessino che ha mollato a Riccione per seguire Marcello, ed ha due problemi: il primo è rintracciare Marcello, il secondo, nel caso che non ci riesca, fare la pace con Piero Benotti (Gian Maria Volontè) che fa da leader al complesso musicale e che è il suo uomo. Praticamente Aida non ha un soldo in tasca.
Lorenzo ha anche lui i suoi problemi: vive von la zia (Luciana Angiolillo) efficiente, fredda e dura, perché ha perso la mamma, che gli ha lasciato la villa, mentre la tenuta agricola è andata al fratello. E' timido, studente non solerte, privo di esperienza con le ragazze, mentre Aida di esperienza ne ha troppa, tutta con uomini sbagliati.
Le alternative sarebbero due: la prima, una bella storia di iniziazione sessuale di Lorenzo, con Aida che trae anche lei dei vantaggi, la seconda (molto più improbabile), una storia sublime per cui tutto diviene possibile, compreso che non ci sia il problema della differenza di età, di soldi e di classe sociale.
Succede una terza cosa, di crudele finezza: che la situazione sia quella che è, ma che ciò malgrado Lorenzo ed Aida si diano da fare come se fosse possibile una situazione diversa, anche se dentro sanno tutti e due che non sarà così. Quindi niente batttute ridanciane da buona commedia all'italiana, e neppure un percorso comune su chissà quale via da Damasco, ma invece una sofferenza turbata e confidente, una pudica affettività quasi felice.
Aida esce dal grande bagno nero dei Fainardi, posto al primo piano, coperta dall'accappatoio che Lorenzo le ha fatto scegliere prima, e in testa si è fatta un turbante con l'asciugamano, in quel momento Lorenzo, che sta al pianterreno, fa partire la voce di Beniamino Gigli che canta:

Celeste Aida, forma divina,
mistico serto di luce fior,
del mio pensiero tu sei regina,
tu di mia vita sei lo splendor.
Il tuo bel cielo vorrei ridarti,
le dolci brezze del patrio suol,
un regal serto sul crin posarti,
ergerti un trono vicino al sol.

E Aida, contornata di note, scende adagio la scala, e parrebbe che Giuseppe Verdi le abbia scritte proprio per lei, Aida Zepponi, e che siano giunte finalmente a destinazione.
Ma ad Aida ogni tanto viene da piangere, quando ad esempio cerca il contatto con Piero, che non ne vuole sapere, e quando le viene in mente il figlio Baldassarre che ha in colonia, e che ha fatto con un comunista di parole, ai fatti deve provvedere lei. Aida di fondo si disprezza, e l'ammirazione amorosa di Lorenzo è un sorso d'acqua fresca, però la sera in albergo si metterà a ballare con uno dei suoi soliti, lasciando Lorenzo solo, seduto, a bere dal dispiacere.
Lorenzo, tornando in villa a notte fonda, si beccherà uno schiaffo dalla zia, non uno schiaffo di rabbia a palma aperta, ma uno schiaffo di sprezzo col dorso della mano - quelli che fanno più male.
Finché il prete amico di casa, Don Pietro Introna (Romolo Valli) nell'interno del Teatro Farnese persuaderà Aida a partire per Riccione, e lì sarà Aida a prendersi uno schiaffone di rabbia da Piero, altro soggetto messo male: da qualche parte ha moglie e tre figli.

Ma soprattutto, a Riccione, Aida si farà quasi convincere a scendere ancora più giù, da Romolo (Riccardo Garrone), un balordo con qualche soldo, che vuole, pagando e disprezzando, comprarsi la sua ora di sesso, e le metterà i soldi in mano, chiudendole il pugno.
E arriva Lorenzo, biancovestito in giacca e cravatta, e farà a botte - date e ricevute - con Romolo, e alla sera Aida e Lorenzo saranno finalmente soli sulla spiaggia, con l'accompagno del mare.
Al mattino, tutti e due sono in stazione, perché sta arrivando il treno che riporterà Lorenzo a Parma. Prima di partire, lui le darà una busta, dicendo che le ha scritto una lettera. Quando il treno partirà, Aida aprirà la lettera e ci troverà solo dei soldi.

Così scrisse uno che la storia la sapeva meglio di tutti, Valerio Zurlini:

"Le classi sono più ferree dei confini. Le linee Maginot e Sigfrido sono dei panetti di burro di fronte alle barriere di classe. Non è vero che un aristocratico sposi un'operaia, o viceversa. Questo accade forse in qualche strana democrazia nordica che ancora si ricorda delle favole di Andersen, ma soltanto lì. Siamo i più feroci tutori delle differenze di classe, più sembriamo democratici meno lo siamo. Alla fine del suo rapporto con la ragazza Jacques Perrin, generosamente, senza calcolo e senza la minima volontà di offendere, fa il gesto tipico della classe cui appartiene, dà dei soldi, punto e basta. Lo fa per aiutarla. Ma come l'aiuta? Nell'unico modo in cui una differenza classista può esprimersi, dandole quella cosa utilissima ma sentimentalmente inerte che è il denaro".
Solimano


Aida es una pobre y bella muchacha, bailarina en los tugurios de Milán, que es seducida por un señorito de Parma. Pero la inocente joven es abandonada cuando da un paseo con él en su descapotable. Intentando localizarle, Aida pregunta por él en la mansion en que vive su familia. Ante el desconsuelo y desamparo de la chica, el hermano del seductor, un adolescente, se apiada de ella y le ofrece su ayuda. Inevitablemente se enamora de la hermosa mujer…

Película técnicamente impecable, con una magnífica planificación de escenas y composición de planos al servicio de esta historia de emotivo realismo crítico.
Su “forma” (algo que ver con Antonioni) es quizás a ratos artificial, sin la etérea capacidad para que las imágenes broten de forma “natural”. Posiblemente su minucioso estudio de la puesta en escena acaba siendo un tanto rígido (la escena en la playa por ejemplo hacia el final del metraje).
Ahora bien, en ocasiones (acercándonos a De Sica), la película tiene una extraordinaria y hermosa forma de estudiar a los personajes, su evolución y sus emociones, empleando la imagen aproximándose, sin llegar a su nivel en mi opinión, a ese codiciado lirismo que sólo algunos cineastas consiguen abrazar plenamente y que De Sica borda.
Por ello es una cinta con altibajos, con partes prescindibles. Pero en esos otros momentos la conjunción de las interpretaciones y la puesta en escena consiguen unos resultados de tremenda intensidad, casi antológicos (el descenso por la escalera, el chico borracho viéndola bailar…), momentos en los que la palabra sobra. Así el trabajo de Zurlini funciona mejor a través de un uso emotivo de la imagen que descriptivo. En este sentido la casi anecdótica trama no importa demasiado, lo que llama la atención es la evolución de los personajes, los matices y las sensaciones encontradas que les envuelven y que consiguen superar a ratos ese formalismo algo rígido.
La Cardinale está fantástica. Y es que su personaje es un caramelo. No sólo por el número de momentos para su lucimiento sino también porque es un personaje nada esquematizado con gran cantidad de aristas dramáticas (es inocente, es vividora…).
Contemplar después de casi medio siglo tras su realización La chica con la maleta, proporciona indudablemente una necesaria perspectiva, que por un lado dejan en segundo término algunos de los elementos que en su momento pudieron provocar controversia en el momento de su estreno. A nivel personal creo que me permite hacerlo valorando lo que la misma tiene de esforzado trabajo cinematográfico, y que de modo complementario ofrece una indirecta radiografía de la situación del cine italiano en aquel periodo especialmente brillantepara su cinematografía. Fueron unas circunstancias que, como sucedió en tantos otros países, posibilitaron un cenit jamás igualado, en un periodo en el que la simbiosis de vanguardias cinematográficas y cine popular hicieron realidad una expresión fílmica inigualable.
En líneas generales, el filme de Zurlini nos describe la intensa relación que se establece entre Aida (Claudia Cardinale), una tan atractiva como inocente muchacha, crédula e inocentona, que es engañada por el joven y avispado burgués Marcello Feinardi (Corrado Pani). Esta poco grata circunstancia es la que favorecerá el conocimiento y la unión entre la joven y Lorenzo (Jacques Perrin), hermano del anterior y que cuenta tan solo con 16 años de edad. Lorenzo es un joven introvertido y queda compadecido del engaño que su hermano ha puesto en práctica en Aida, hecho este que servirá para que la muchacha despierte en él la sensación de vivir su primer amor. Estas circunstancias se desarrollarán en un marco casi rural, donde el peso y el atavismo del pasado será predominante en todo momento, y en el último fragmento del film se trasladará hasta la costa, el lugar del rápido y desordenado progreso, el boom económico italiano. En dicho marco se fraguará el desengaño entre Lorenzo y Aida ante una hipotética relación formal que jamás podría haber llegado a buen fin, dado sobre todo la dispar procedencia y origen de ambos.
Es a partir de esta sucinta base argumental, donde cabe destacar en primer lugar -sobre todo merced a la excelente fotografía en blanco y negro de Tino Santoni- el acierto a la hora de plasmar unos marcos decadentes, tristes y de tonalidades lívidas. Una textura visual que parece contradecir la llegada de la prosperidad económica en Italia y que, por el contrario, quizá en realidad se está introduciendo en su sociedad de forma vertiginosa, violentando el ritmo habitual de sus costumbres.
Pero el mayor logro del film de Zurlini se brinda sobre todo en su brillante trabajo de puesta en escena, basada en planos largos caracterizados por sus elaboradores reencuadres, buscando en todo momento la más adecuada ubicación de los actores dentro del plano. Pero junto a ello se puede destacar en la mayor parte de sus secuencias de la película -sobre todo aquellas que se desarrollan en la mansión en la que vive Lorenzo-, la presencia en cada encuadre, e incluso en segundo o tercer término del mismo, de objetos o detalles que denotan ese atavismo de cultura, opresión y moralidad característico de la sociedad decadente de herencia burguesa. A este respecto, resulta magnífico el empeño del realizador de jugar en todo momento con una determinada plasticidad, sin que ello ahogue la sensibilidad que se plasma en la relación entre sus dos jóvenes protagonistas. Personajes que por otra parte saben transmitirnos sus emociones, el pudor que demuestran con sus gestos, miradas y actitudes, y que se concreta en momentos tan hermosos como aquel en el que Aida intenta vender apurada una plancha con estuche a Lorenzo -ya que necesita dinero-, o aquel en el que este le quiere entregar desinteresadamente cinco mil liras, sin pretender con ello herir su orgullo. Todos estos detalles están revestidos de una enorme sensibilidad, además de una espléndida dirección de actores, especialmente brillante en el trabajo de Claudia Cardinale. Y algo de ello cabría destacar que sucede también en la secuencia desarrollada en el interior de la iglesia de la localidad, que se está restaurando, en donde el sacerdote inquiere a Aida sobre sus intenciones cara a Lorenzo. En medio de un marco en el que se representa una sociedad ya entonces anacrónica, la muchacha tendrá la oportunidad de saber que el hermano de Lorenzo era realmente quien la abandonó no hace mucho tiempo atrás. Esa intensidad dramática se pondrá nuevamente de manifiesto en la secuencia final, donde los sentimientos se expresarán de forma contenida, y la planificación de Zurlini contribuirá a que la situación planteada adquiera unos tintes casi dolorosos.
En resumen, La chica con la maleta supone una muestra de la sensibilidad fílmica de Valerio Zurlini, pero al mismo tiempo ejerce como título absolutamente representativo del cine italiano de aquellos años. Todo ello en un periodo donde Antonioni, Visconti, Fellini, Monicelli y otros conocidas personalidades apostaban por mostrar, bajo sus diferentes prismas, la rápida evolución que seguía la sociedad italiana. En este caso Zurlini optó por plasmarlo con contenida emotividad y sensibilidad a flor de piel. Ecos del cine del primer Fellini y Visconti encontramos en esta película -Las referencias a Los inútiles (1953) y Rocco y sus hermanos (1960) son notorias en algunos de sus instantes-. Sin embargo, preciso es reconocerlo, se hace evidente una en ocasiones torpe utilización de la banda sonora, y algunos abruptos cortes en sus imágenes, quizá debidos a acciones de la censura en nuestro país, y que se siguen manifestando en la copia que tuve ocasión de contemplar.
---
El cineasta italiano Valerio Zurlini, perteneció a la generación, que como Michelangelo Antonioni y Pier Paolo Pasolini, hicieron sus primeros trabajos bajo la influencia de las corrientes neorrealistas, pero sin dejar de lado las enseñanzas de De Sica, Zavattini, Rossellini y otros, pronto supo girar su estilo hacia una expresión mucho más personal.
Una de las muestras más claras de este cine personalista fue la película “La chica con la maleta”, escrita por el mismo Zurlini con la colaboración de varios amigos suyos entre los que tenemos que destacar a Leo Benvenuti, la trama del filme nos describe la intensa relación que llega a establecerse entre Aída (una esplendida Claudia Cardinale), una atractiva muchacha de clase modesta, que es engañada y abandonada por un joven de la alta burguesía, circunstancia que propiciará el acercamiento y la unión entre Lorenzo (magnífico Jacques Perrin) hermano menor del anterior y que cuenta solamente con 16 años. Estas circunstancias se desarrollarán en un marco casi rural, donde el peso y el atavismo del pasado serán predominantes en todo momento, la parte final del filme se trasladará hasta la costa, lugar del rápido y pleno boom italiano. En dicho marco es donde finalmente Lorenzo comprenderá, que su sueño jamás podría haber llegado a hacerse realidad.
Partiendo de esta sucinta y sencilla base argumental, y merced a la excelente fotografía en blanco y negro de Tino Santoni, que le permite plasmarnos unos marcos de fuertes tonos, por un lado melancólicos e irresistiblemente románticos, y por otra parte decadentes y tristes, “La chica con la maleta” supone una muestra de la sensibilidad de Valerio Zurlini, y que con el brillante trabajo de sus dos principales interpretes: Claudia Cardinale y Jacques Perrin, nos hace entrega de uno de los títulos más representativos del cine italiano de aquellos años.
Vfoul

2 comentarios: