TÍTULO Ratataplan
AÑO 1979
SUBTITULOS Si (Separados)
DURACIÓN 100 min.
DIRECTOR Maurizio Nichetti
GUIÓN Maurizio Nichetti
MÚSICA Detto Mariano
FOTOGRAFÍA Mario Battistoni
REPARTO Maurizio Nichetti, Angela Finocchiaro, Edy Angelillo, Lidia Biondi, Roland Topor, Enrico Grazioli
PRODUCTORA Vides Cinematografica
GÉNERO Comedia
SINOPSIS En esta comedia italiana en la que los personajes no hablan, un soñador crónico se da cuenta de que está demasiado controlado por su desbordante imaginación como para encontrar amor o trabajo. Para solucionar su problema, decide construir un robot que sea un doble de sí mismo... (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
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Ratataplan è il primo lungometraggio diretto da Maurizio Nichetti.
Il film, poetico e surreale, che l'autore considera paragonabile ad un film muto, fu girato in istrettezza di mezzi e con bassissimi costi (appena 100 milioni di lire; tuttavia ebbe un clamoroso successo di pubblico e giunse ad incassare più di sei miliardi di lire nel solo 1979. La quasi assenza di dialoghi in lingua italiana, sostituiti da una babele di lingue straniere o da puri suoni onomatopeici ed ambientali sulla scuola di Jacques Tati, rese pressoché superfluo il doppiaggio della pellicola. Anche grazie a ciò il film fu esportato letteralmente in tutto il mondo ed ebbe ovunque un eccellente riscontro di pubblico.
Il personaggio di Colombo, interpretato da Maurizio Nichetti, è un aperto omaggio ai comici classici: per circa un terzo della pellicola l'attore indossa il frac alla Charles Chaplin; inoltre la sua malinconica impassibilità di fronte alle sfortune della vita gli valse il titolo di piccolo Buster Keaton longobardo.
Trama
La vita non offre molte soddisfazioni al neolaureato ingegnere Colombo: ad un colloquio di lavoro in cui ai candidati viene chiesto di disegnare un albero, è l'unico a non essere assunto dall'azienda poiché il suo disegno, invece d'essere monocromatico e schematico come vorrebbero i dirigenti, è colorato e rigoglioso.
Colombo vive in uno scassato ma vivace palazzo di ringhiera; ha per vicini una donna perennemente incinta, i membri della cooperativa teatrale Quelli di Grock, una ragazza sempre intenta a trasportare mucchi di stracci (Angela Finocchiaro) ed una sgangherata scuola di ballo frequentata da un'allieva di cui è invaghito (Edi Angelillo), ma che non lo degna di uno sguardo.
Colombo è a suo modo un genio dell'elettronica e dell'automazione (si è costruito un marchingegno che gli prepara la colazione e gliela porta a letto, e che gli porge i vestiti per la giornata), tuttavia il suo impiego è quello di cameriere presso uno sperduto chiosco di bibite in cima alla Montagnetta di S.Siro. La proprietaria (Ione Greghi) è una megera grassa e beona che, unica cliente di se stessa, passa le giornate a farsi servire birre da Colombo.
La routine viene interrotta quando il manager di un vertice internazionale, il "boss" dei titoli di coda (Roland Topor) costretto su una sedia a rotelle, è colto da malore: uno dei presenti al vertice telefona ad un bar nei paraggi per far portare un bicchiere d'acqua, ma per errore compone il numero del chiosco. Colombo si ritrova a dover attraversare di corsa tutta Milano portando su un vassoio il bicchiere d'acqua, che durante il percorso subisce una sequenza di ridicoli incidenti: viene dapprima versato nell'elmetto di un vigile urbano, poi degli imbianchini vi intingono per sbaglio i pennelli, viene sporcato dallo scarico di un camion, dei piccioni vi mangiano del becchime ed infine vi cade dentro anche un insetto.
Il personaggio di Colombo, interpretato da Maurizio Nichetti, è un aperto omaggio ai comici classici: per circa un terzo della pellicola l'attore indossa il frac alla Charles Chaplin; inoltre la sua malinconica impassibilità di fronte alle sfortune della vita gli valse il titolo di piccolo Buster Keaton longobardo.
Trama
La vita non offre molte soddisfazioni al neolaureato ingegnere Colombo: ad un colloquio di lavoro in cui ai candidati viene chiesto di disegnare un albero, è l'unico a non essere assunto dall'azienda poiché il suo disegno, invece d'essere monocromatico e schematico come vorrebbero i dirigenti, è colorato e rigoglioso.
Colombo vive in uno scassato ma vivace palazzo di ringhiera; ha per vicini una donna perennemente incinta, i membri della cooperativa teatrale Quelli di Grock, una ragazza sempre intenta a trasportare mucchi di stracci (Angela Finocchiaro) ed una sgangherata scuola di ballo frequentata da un'allieva di cui è invaghito (Edi Angelillo), ma che non lo degna di uno sguardo.
Colombo è a suo modo un genio dell'elettronica e dell'automazione (si è costruito un marchingegno che gli prepara la colazione e gliela porta a letto, e che gli porge i vestiti per la giornata), tuttavia il suo impiego è quello di cameriere presso uno sperduto chiosco di bibite in cima alla Montagnetta di S.Siro. La proprietaria (Ione Greghi) è una megera grassa e beona che, unica cliente di se stessa, passa le giornate a farsi servire birre da Colombo.
La routine viene interrotta quando il manager di un vertice internazionale, il "boss" dei titoli di coda (Roland Topor) costretto su una sedia a rotelle, è colto da malore: uno dei presenti al vertice telefona ad un bar nei paraggi per far portare un bicchiere d'acqua, ma per errore compone il numero del chiosco. Colombo si ritrova a dover attraversare di corsa tutta Milano portando su un vassoio il bicchiere d'acqua, che durante il percorso subisce una sequenza di ridicoli incidenti: viene dapprima versato nell'elmetto di un vigile urbano, poi degli imbianchini vi intingono per sbaglio i pennelli, viene sporcato dallo scarico di un camion, dei piccioni vi mangiano del becchime ed infine vi cade dentro anche un insetto.
Giunto a destinazione, l'intruglio viene comunque fatto bere al boss ormai cianotico, il quale non solo si riprende, ma miracolosamente si alza dalla sedia a rotelle ridendo e saltellando. Parrebbe quindi che la vita di Colombo sia ad una svolta: al chiosco una lunga fila di paralitici è in coda per bere l'intruglio miracoloso, che Colombo prepara riproducendo sapientemente sul posto tutta la trafila di disavventure capitate in precedenza. Ma sul più bello giunge anche il boss, che compra a suon di milioni l'intero chiosco per trasformarlo in santuario. La megera, che già si dava arie da santona, è entusiasta del progetto mentre Colombo si trova repentinamente ridotto alla disoccupazione.
L'ingegnere, per sbarcare il lunario, s'improvvisa violinista per la squinternata cooperativa teatrale che ha sede presso il suo condominio. La sua vita però non migliora di molto: l'impresario (Enrico Grazioli), severo e arcigno, giunge in cortile per chiamare a raccolta gli attori e partire alla volta di uno spettacolo ma, non vedendoli arrivare, sale nel disordinato appartamento dove dormono ammassati e li sveglia a suon di tromba; costoro si precipitano a rigovernare i piatti, lanciandoseli da una parte all'altra della cucina in una sorta di esilarante catena di montaggio, e vengono infine caricati in malomodo sul furgoncino. Colombo, che si ritrova a dormire nel bidone dell'immondizia condominiale, è risvegliato a sua volta in modo assai brusco. Dopo grotteschi incidenti di percorso la compagnia giunge nel cortile di una località rurale dispersa nella nebbia, ove allestisce un patetico spettacolo (l'improbabile Magic Show) in mezzo a galline, oche e mucche. L'impresario nel frattempo non fa altro che divorare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, perfino i fiori che gli porgono dei bimbi del posto. Gli spettatori, dapprima solo perplessi di fronte all'insulsa messinscena del tutto priva di capo e di coda, imbracciano in seguito pale e forconi e costringono gli attori ad una lunga e rovinosa fuga a piedi.
Tornato a casa stremato, Colombo viene nuovamente snobbato dalla ballerina di cui è invaghito, che viceversa si precipita a soccorrere un vicino di casa. Egli decide quindi di passare all'azione ma, troppo timido per corteggiare la ragazza in prima persona, costruisce con mezzi di recupero un automa telecomandato fatto a propria immagine: vestitolo di tutto punto ed inviatolo sulla balconata, per suo tramite riesce finalmente ad attrarre l'attenzione dell'allieva della scuola di ballo. I due escono per andare in discoteca; Colombo, rimasto a casa a pilotare l'automa, segue su uno schermo l'evoluzione della serata, che sembra procedere bene fino a quando il sistema di controllo esplode: l'automa si incanta ed ordina in continuazione al cameriere "da bere per due", seduto di fianco alla ragazza ormai completamente ubriaca.
Allertata dal boato dell'esplosione, la ragazza che raccoglie continuamente stracci si precipita in casa di Colombo. Constatate le sue buone condizioni di salute, dapprima gli esprime la propria simpatia per la sua casa così allegra e stravagante, e poi lo invita a seguirla in un magazzino colmo di coloratissimi stracci. Lì i due giocano a turno a travestirsi ed a rotolarsi, trovando finalmente entrambi la felicità in modo del tutto inatteso.
Genesi dell'opera
I venti minuti centrali del lungometraggio, relativi all'improvvisato spettacolo teatrale tenuto presso una cascina rurale, sono tratti direttamente dal cortometraggio di Maurizio Nichetti Magic Show, risalente all'anno precedente. Curiosamente, Magic Show fu girato in estate, mentre la sezione centrale di Ratataplan fu girata negli stessi luoghi, con gli stessi attori e con identico copione ma in pieno inverno.
Gran aporte! Muchas gracias por esta iniciativa.
ResponderEliminarSaludos y AVANTI!
Penelope
ResponderEliminarGracias por el comentario... y por al aliento.
Vi esta película con 17 años, más o menos en el momento de su estreno. Llamó tanto mi atención que me prometí a mi misma que la volvería a ver aunque no sabía ni como ni cuando. Hoy pasados treinta años y gracias a este post maravilloso he cumplido mi promesa!!!
ResponderEliminarAsi que... de corazón, MUCHISIMAS GRACIAS!!!!!!!!
Estas cosas, como la que te ocurrió a vos, son las que hacen que uno se sienta útil al poder llevarle algo de alegría a alguién.
ResponderEliminarGracias por el comentario... y que puedas encontar, aquí o donde sea, esas "pequeñas cosas" (diría Serrat) que te dan fuerza para cumplir tus promesas.
Un beso enorme.
gracias muchas gracias me ha traido muchos recuerdos
ResponderEliminarHola , hay alguna manera de re subir esta pelicula? muchisimas gracias, enorme trabajo y generosidad infinita
ResponderEliminarEn unos dias estará.
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