TÍTULO ORIGINAL Giù il sipario
AÑO 1940
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS En italiano
DURACIÓN 74 min.
DIRECTOR Raffaello Matarazzo
GUIÓN Alessandro De Stefani, Raffaello Matarazzo (Obra: Franco Augusto Bon)
MÚSICA Alexandre Derevitsky
FOTOGRAFÍA Georges C. Stilly (B&W)
REPARTO Sergio Tofano, Lilia Silvi, Andrea Checchi, Rosetta Tofano, Armando Migliari
PRODUCTORA Astra Film
GÉNERO Comedia | Teatro
SINOPSIS Un joven de provincias, autor teatral, consigue que una compañía represente un trabajo suyo. Lo consigue tanto porque su tío es rico, como porque está enamorado de la hija del protagonista. Pero su tío, que quiere truncar sus aspiraciones cómicas, intentará arruinar la obra. (FILMAFFINITY)
Enlaces de descarga (Cortados con HJ Split)
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http://www.mediafire.com/?p8o5966jaspplou
http://www.mediafire.com/?1at1qmrm75b7pfv
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http://www.mediafire.com/?f9n9pdrbcifdjfs
http://www.mediafire.com/?bwmo1dw72e2da6e
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Subtítulos (En italiano)
http://www.mediafire.com/?4zjn1lgaf1j1c3h
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Raffaello Matarazzo (Roma, 17 agosto 1909 – Roma, 17 maggio 1966) è stato un regista italiano.
Orfano di padre, Matarazzo frequenta il liceo classico e si mantiene gli studi lavorando come fattorino. Si interessa di cinema sin da giovanissimo; nel 1929 entra nella redazione del quotidiano romano Il Tevere come critico cinematografico. Nel 1931 è revisore di soggetti cinematografici per la Cines.
Matarazzo esordisce nella regia di lungometraggi con la commedia dal ritmo serrato Treno popolare (1933), realizzato quasi completamente in esterni (fatto insolito per l'epoca) e ispirato alle opere di René Clair.
Passa poi a dirigere alcune commedie con Eduardo e Peppino De Filippo (Sono stato io!, 1937) e Vittorio De Sica (L'avventuriera del piano di sopra, 1941).
Dopo Lo sciopero dei milioni (1948), ancora di genere comico, il produttore Peppino Amato gli offre la regia di un melodramma a basso costo, Catene, con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. Imprevedibilmente, il film diviene campione di incassi facendo la fortuna della Titanus. Sull'onda del successo, Matarazzo si specializza nel melodrammone strappalacrime (definito in seguito Neorealismo d'appendice), rivitalizzando un genere già molto amato dal pubblico ai tempi del muto. Escono quindi Tormento (1950), I figli di nessuno (1951), Vortice, L'angelo bianco (1955) e Malinconico autunno (1955). Nel 1953 Matarazzo dirige anche una biografia di Giuseppe Verdi in chiave sentimental-drammatica e nel 1954 un melodramma erotico in costume, La nave delle donne maledette (che ottiene gli elogi del gruppo surrealista della redazione del periodico francese Positif).
Alla fine degli anni cinquanta il favore del pubblico, fino ad ora straordinario, sembra abbandonare il filone melodrammatico, e Matarazzo, dopo un paio di altri film di genere melò, ritorna alla commedia: Cerasella, 1959, con Claudia Mori e Terence Hill, e Adultero lui, adultera lei, 1963, con Marilù Tolo e Gino Bramieri. Il suo ultimo film è Amore mio, del 1964.
Il cinema di Matarazzo è stato per molti anni tanto amato dal pubblico quanto denigrato dalla critica cinematografica italiana, che lo associava, più che al cinema, al fotoromanzo filmato. Negli anni settanta alcuni giovani critici (tra gli altri Adriano Aprà, Alberto Farassino, Tatti Sanguineti, Aldo Grasso e Carlo Freccero) iniziarono a rivalutare l'opera di Matarazzo e il filone melodrammatico italiano: un celebre convegno tenuto nel gennaio 1976 a Savona dedicato a questo regista tanto a lungo disprezzato divise la critica italiana sul "Caso Matarazzo".
http://it.wikipedia.org/wiki/Raffaello_Matarazzo
Orfano di padre, Matarazzo frequenta il liceo classico e si mantiene gli studi lavorando come fattorino. Si interessa di cinema sin da giovanissimo; nel 1929 entra nella redazione del quotidiano romano Il Tevere come critico cinematografico. Nel 1931 è revisore di soggetti cinematografici per la Cines.
Matarazzo esordisce nella regia di lungometraggi con la commedia dal ritmo serrato Treno popolare (1933), realizzato quasi completamente in esterni (fatto insolito per l'epoca) e ispirato alle opere di René Clair.
Passa poi a dirigere alcune commedie con Eduardo e Peppino De Filippo (Sono stato io!, 1937) e Vittorio De Sica (L'avventuriera del piano di sopra, 1941).
Dopo Lo sciopero dei milioni (1948), ancora di genere comico, il produttore Peppino Amato gli offre la regia di un melodramma a basso costo, Catene, con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. Imprevedibilmente, il film diviene campione di incassi facendo la fortuna della Titanus. Sull'onda del successo, Matarazzo si specializza nel melodrammone strappalacrime (definito in seguito Neorealismo d'appendice), rivitalizzando un genere già molto amato dal pubblico ai tempi del muto. Escono quindi Tormento (1950), I figli di nessuno (1951), Vortice, L'angelo bianco (1955) e Malinconico autunno (1955). Nel 1953 Matarazzo dirige anche una biografia di Giuseppe Verdi in chiave sentimental-drammatica e nel 1954 un melodramma erotico in costume, La nave delle donne maledette (che ottiene gli elogi del gruppo surrealista della redazione del periodico francese Positif).
Alla fine degli anni cinquanta il favore del pubblico, fino ad ora straordinario, sembra abbandonare il filone melodrammatico, e Matarazzo, dopo un paio di altri film di genere melò, ritorna alla commedia: Cerasella, 1959, con Claudia Mori e Terence Hill, e Adultero lui, adultera lei, 1963, con Marilù Tolo e Gino Bramieri. Il suo ultimo film è Amore mio, del 1964.
Il cinema di Matarazzo è stato per molti anni tanto amato dal pubblico quanto denigrato dalla critica cinematografica italiana, che lo associava, più che al cinema, al fotoromanzo filmato. Negli anni settanta alcuni giovani critici (tra gli altri Adriano Aprà, Alberto Farassino, Tatti Sanguineti, Aldo Grasso e Carlo Freccero) iniziarono a rivalutare l'opera di Matarazzo e il filone melodrammatico italiano: un celebre convegno tenuto nel gennaio 1976 a Savona dedicato a questo regista tanto a lungo disprezzato divise la critica italiana sul "Caso Matarazzo".
http://it.wikipedia.org/wiki/Raffaello_Matarazzo
Pur nella cornice di un periodo di cinema non sempre felice, Matarazzo mette in scena un brillante film giocando sul ruolo degli attori e riuscendo a colpire giusto sulla tematica. Presa da un successo teatrale dell'epoca, il regista co-sceneggiando anche, riesce a costruire in maniera cinematograficamente valida la storia che arriva anche in odore di pochade. Certo la scelta del cast femminile, come sempre in questo momento storico del nostro cinema, non è delle migliori, sia figurativamente che come interpreti, ma quello maschile, pur non offrendo nomi di divi di primo piano, è decisamente efficace. L'ironia sui testi drammatici e sulle standardizzate interpretazioni degli attori teatrali è efficace ed divertente. Si capisce benissimo la critica che ci porta a rivalutare la commedia sempre considerata, anche al cinema, prodotto di serie B. Certo quello che salta agli occhi è la sottovalutazione di un regista come questo, che ha ripreso luce, posteriormente, solo nel suo secondo periodo e cioè nel cinema melodrammatico targato anni'50, che in che nel periodo precedente rimane schiacciato da nomi come Camerini e Blasetti, abbastanza inispiegabilmente.
emmepi8
http://www.film.tv.it/film/45050/giu-il-sipario/
emmepi8
http://www.film.tv.it/film/45050/giu-il-sipario/
Thanks for the movie. But Part 3 is broken.
ResponderEliminarPlease re-up.
Acabo de revisar los enlaces con JDownloader y están todos en línea.
EliminarHola AMICO Amarcord, he descargado 2 veces la pelicula y en ambas se corta avanzado el metraje, podria ser que algun enlace esté fallado, ruego por ser escuchado y gracias por anticipado.
ResponderEliminarEddelon
Caro amico Eddelon
EliminarVoy a ver que pasa y como puedo solucionarlo.
Un abrazo.
Caro Amarcord, he vuelto a descargar la pelicula por tercera vez y dejame decirte que ahora si esta todo ok. Disculpademe la molesttia amico, grache.
ResponderEliminarEddelon
Caro Eddelon
EliminarMe alegro mucho que hayas podido ver la película.
Realmente, no sabía que respuesta darte.
Gracias por avisarme, sino, era una de las tareas que quedaba inconclusa.
Un abrazo.
Amarcord:
ResponderEliminarA ver quando tuvieres tiempo si podrias resubir esta de Matarazzo.
Tienes La schiava del peccato?
Gracias.
samuel