TITULO I Grandi magazzini
AÑO 1939
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACION 86 min
DIRECCION Mario Camerini
GUION Ivo Perilli, Mario Pannunzio, Renato Castellini, Mario Camerini
FOTOGRAFIA Anchise Brizzi
ESCENOGRAFIA Andrej Andreev
VESTUARIO Marcello DiLaurino
MUSICA Alessandro Cicognini
MONTAJE Giovanna DelBosco
PRODUCCION Cines
PERSONAGGI E INTERPRETI
Bruno Zacchi: Vittorio DeSica
Lauretta Corelli: Assia Noris
Bertini: Enrico Glori
Anna: Milena Penovich
SINOPSIS Bruno è un uomo piacente. Ha appena trovato lavoro, come autista ai grandi magazzini. E proprio lì, conosce una ragazza di rara bellezza e onestà. Il suo nome è Lauretta. Anche lei è impiegata, come commessa, nello stesso posto. Si sa che l'uomo italiano è un grande amatore. O meglio, ama far credere di essere tale... E Bruno decide di far ingelosire la sua fidanzata, civettando con un'altra commmessa, Anna. Ma proprio mentre s'innesca questo gioco di coppia, la povera ragazza viene licenziata. Perché accusata di furto dal capo del personale. Lasciata da Bruno, Lauretta è innocente, sola e disperata. Come uscire da questo tremendo incubo? Sarà lo stesso Bruno a scagionarla e...ad amarla di nuovo. Seriamente
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Subtítulos (Español)
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Grandissimo successo commerciale dell'epoca I Grandi Magazzini ha rappresentato un ideale nel quale identificarsi per moltissimi spettatori, la storia in forma di commedia di amori, soprusi e giustizia finale conquistò il paese.
Scevro da qualsiasi allusione politica o condanna morale il film si fa portatore della classica visione dell'Italia come di un paese moderno e giusto, dove l'amore e i sani valori familiari trionfano non senza l'aiuto di un po' di scaltrezza individuale. La medesima visione di mondo che contemporaneamente proponeva hollywood, il mito dell'individualismo incastonato in una società che consente a chiunque lo voglia e ne sia capace di realizzare i propri sogni. Propaganda di regime sottilissima e rassicurante.
Ma al di là di tutto questo come sempre Camerini propone una visione di cinema modernissima e sperimentatrice, personale e piena di idee, dove le inquadrature non sono mai scontate e dove si fa un uso fisso delle carrellate.
Il grande magazzino è ripreso da mille diverse angolature per esaltarne la grandezza e l'architettura (impagabile la ripresa iniziale), bellissime le riprese particolarmente ravvicinate come quelle iniziali nell'ascensore o quelle in macchina o ancora quella della colluttazione finale.
In alcuni momenti sembra di assistere ad un film americano tanto è precisa la messa in scena di Camerini, in altri invece (come la sequenza muta del pensiero di suicidio) le soluzioni visive comunicano da sole senza bisogno di parole ricordando il miglior cinema europeo. Tutto però fatto con uno stile fortemente italiano (dell'epoca).
Solo vedendo questo cinema (di cui comunque i film di Camerini fin'ora sono gli unici veramente interessanti) si può capire a fondo la profonda rivoluzione portata dalla commedia all'italiana degli anni '50 (rivoluzione della quale portiamo ancora i segni perchè non abbiamo poi saputo andare oltre), quanto e come quei registi (e Monicelli in particolare) abbiano saputo staccarsi da un modo di fare cinema diametralmente opposto, fatto di una forte presenza della regia e di sceneggiature lontane da ogni campanilismo, da ogni regionalismo e da qualsiasi visione critica dell'italianità.
E poi mi è sempre sembrato altamente significativo che la grande star di questo cinema fosse proprio Vittorio De Sica, il ponte ideale di quei due mondi pre e post guerra. Un uomo che ha messo la sua firma in maniera decisiva sul cinema dei telefoni bianchi, sul cinema della liberazione, sulla commedia all'italiana, sul neorealismo rosa e infine anche sul cinema degli anni '70.
http://pellicolerovinate.blogosfere.it/2007/07/i-grandi-magazzini-1939-di-mario-camerini.html
Scevro da qualsiasi allusione politica o condanna morale il film si fa portatore della classica visione dell'Italia come di un paese moderno e giusto, dove l'amore e i sani valori familiari trionfano non senza l'aiuto di un po' di scaltrezza individuale. La medesima visione di mondo che contemporaneamente proponeva hollywood, il mito dell'individualismo incastonato in una società che consente a chiunque lo voglia e ne sia capace di realizzare i propri sogni. Propaganda di regime sottilissima e rassicurante.
Ma al di là di tutto questo come sempre Camerini propone una visione di cinema modernissima e sperimentatrice, personale e piena di idee, dove le inquadrature non sono mai scontate e dove si fa un uso fisso delle carrellate.
Il grande magazzino è ripreso da mille diverse angolature per esaltarne la grandezza e l'architettura (impagabile la ripresa iniziale), bellissime le riprese particolarmente ravvicinate come quelle iniziali nell'ascensore o quelle in macchina o ancora quella della colluttazione finale.
In alcuni momenti sembra di assistere ad un film americano tanto è precisa la messa in scena di Camerini, in altri invece (come la sequenza muta del pensiero di suicidio) le soluzioni visive comunicano da sole senza bisogno di parole ricordando il miglior cinema europeo. Tutto però fatto con uno stile fortemente italiano (dell'epoca).
Solo vedendo questo cinema (di cui comunque i film di Camerini fin'ora sono gli unici veramente interessanti) si può capire a fondo la profonda rivoluzione portata dalla commedia all'italiana degli anni '50 (rivoluzione della quale portiamo ancora i segni perchè non abbiamo poi saputo andare oltre), quanto e come quei registi (e Monicelli in particolare) abbiano saputo staccarsi da un modo di fare cinema diametralmente opposto, fatto di una forte presenza della regia e di sceneggiature lontane da ogni campanilismo, da ogni regionalismo e da qualsiasi visione critica dell'italianità.
E poi mi è sempre sembrato altamente significativo che la grande star di questo cinema fosse proprio Vittorio De Sica, il ponte ideale di quei due mondi pre e post guerra. Un uomo che ha messo la sua firma in maniera decisiva sul cinema dei telefoni bianchi, sul cinema della liberazione, sulla commedia all'italiana, sul neorealismo rosa e infine anche sul cinema degli anni '70.
http://pellicolerovinate.blogosfere.it/2007/07/i-grandi-magazzini-1939-di-mario-camerini.html
Bruno, giovane disoccupato, viene un giorno investito dal direttore generale di un grande magazzino che, piegato dal senso di colpa, lo assume come autista di furgoncini per la sua impresa. Il primo giorno di lavoro, Bruno conosce la graziosa commessa del reparto abiti sportivi, Lauretta, e subito se ne innamora. Dopo aver tentato di far breccia nel cuore della timida commessa , il ragazzo si lascia ingannare dai suoi modi introversi e si convince che Lauretta lo respinga. Nel frattempo Anna, un'altra commessa, gira intorno all'ingenuo autista intenzionata ad adescarlo, in modo ch'egli offra una ignara copertura ai disonesti traffici che la truffatrice conduce ai danni della ditta con il fratello, capo del personale. Intanto, Lauretta osserva sospettosa il comportamento di Anna e quando questa invita Bruno ad una gita in montagna decide di seguirli ad ogni costo, ma per farlo è costretta a sottrarre una tuta dal suo reparto. Alla stazione, Anna non si presenterà mai, venendo lei stessa beffata quando i due colleghi s'incontreranno quasi per caso. Bruno e Lauretta trascorrono insieme un vacanza che li avvicina e li coinvolge, ignari del fatto che, in loro assenza, nei grandi magazzini gli imbrogli vengono scoperti. Al loro ritorno, il subdolo capo del personale Bertini, infatuato di Lauretta, comincia a ricattarla per il furto del costume da sci e ne rivela la scelleratezza a Bruno, il quale, amareggiato, rinnega il suo amore per lei. Ma in una notte di servizio, l'autista smaschera Bertini nel pieno di una truffa e comprende l'innocenza di Lauretta. Passata la bufera, i due amanti si ricongiungono per sempre.
http://www.italica.rai.it/cinema/film/magazzini.htm
http://www.italica.rai.it/cinema/film/magazzini.htm
Después de "Gli uomini, che mascalzoni!" "Darò un milione" y "Il signor Max", necesito que actives ésta también.
ResponderEliminarGracias anticipadas. Sé que lo harás
Cambiados todos los enlaces.
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