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lunes, 13 de febrero de 2012

Il Segno Di Venere - Dino Risi (1955)

TÍTULO ORIGINAL 
Il segno di Venere
AÑO 
1955
IDIOMA 
Italiano/Español (Dual)
SUBTITULOS 
Español (Separados) 
DURACIÓN 
101 min. 
DIRECTOR 
Dino Risi
GUIÓN 
Dino Risi, Edoardo Anton, Luigi Comencini, Ennio Flaiano, Franca Valeri
MÚSICA 
Renzo Rossellini
FOTOGRAFÍA 
Carlo Montuori (B&W)
REPARTO 
Sophia Loren, Franca Valeri, Vittorio De Sica, Raf Vallone, Virgilio Riento, Tina Pica, Peppino De Filippo, Lina Gennari, Alberto Sordi
PRODUCTORA 
Titanus
GÉNERO 
Comedia. Drama 

Sinópsis
Cesira vive en casa de su prima Agnese. Agnese es hermosa, mientras que Cesira, soñadora y sentimental, es poco agraciada. Agnese atrae hacia sí todas las miradas, cesira, en cambio pasa siempre inadvertida. A pesar de ello, Cesira sueña con hallar un día al hombre de su vida, pues una adivina le ha dicho que está en el "signo de Venus". Un día, conoce a Romolo, un muchacho que vive de expedientes, y a Alessio, un hombre maduro que se considera poeta, y la conquista con su modo de ser indiferente y superior. Un accidente fortuito le permite conocer a Ignazio, un apuesto bombero, pero éste, cuando conoce a Agnese, le dedida toda su atención. Una noche todos sus amigos se encuentran casualmente reunidos... (FILMAFFINITY) 
 
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CRITICA:
"'Il segno di Venere' è, a breve distanza da quello di 'Peccato che sia una canaglia', un altro suggestivo album della spossante bellezza di Sofia (...). Voglio bene a Risi, al mio vecchio Dino, che ha diretto con somma diligenza 'Il segno di Venere'. Quando compilavo settimanali del rotocalco, a Milano, egli (Risi) era critico cinematografico di un quotidiano e discorrevamo in Galleria del buon cinema. Il tuo film, Dino, è quasi buon cinema". (Giuseppe Marotta, "L'Europeo", 27/3/1955)

 
Agnese e Cesira (Sophia Loren e Franca Valeri) sono due cugine che vivono insieme a Roma in casa del padre di Agnese (Virgilio  Riento) e con la zia napoletana Tina (Tina Pica). Agnese originaria del meridione è una bellezza procace di quelle che non passano certo inosservate, mentre Cesira milanese doc è proprio il contrario, decisamente meno appariscente della cugina vive costantemente al’ombra di quest’ultima, inconsapevole che Agnese in realtà la invidia per la libertà di cui dispone e per il lavoro che la rende indipendente.
Cesira all’apparenza così seriosa, perfettina e ligia al lavoro in realtà ha come tutto le donne un sogno romantico nel cassetto e si affida spesso all’astrologia pensando di ricevere finalmente la notizia di uno spasimante in  arrivo, così un bel giorno gli viene confidato da una chiromante che quello che sta per attraversare è il periodo migliore per trovare l’amore e di non lasciarsi scoraggiare da un eventuale disinteresse dell’uomo che incontrerà, perchè in realtà dietro si cela una passione inespressa.
Così Cesira, che non ha nessuno intenzione di lasciarsi scappare l’occasione di una vita, si impegna al massimo per scoprire chi sarà il suo misterioso Principe azzurro e naturalmente nella ricerca incontrerà ciarlatani, artisti falliti e piccoli cialtroni che approfitteranno senza vergogna della sua speranzosa ingenuità.
Dino Risi prende in mano la regia di questo progetto prodotto dalla Titanus, dopo la defezione di Luigi Comencini che ha visto rimaneggiato ripetutamente il copione originale allo scopo di inserirvi una sorta di carrellata sugli attori da commedia più amati in quegli anni, siamo nel 1955, così al cast che in origine vedeva al centro della narrazione solo Franca Valeri si aggiungono Sofia Loren, Vittorio De Sica e Tina Pica che quello stesso anno gireranno con Risi Pane, Amore e…, e anche Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Raf Vallone e Maurizio Arena.
Il segno di Venere nonostante mostri poca coesione nella sceneggiatura e palesi a più riprese una certa approssimazione nella sequenza degli eventi, sfoggia dialoghi davvero irresistibili, un cast da favola e una Franca Valeri strepitosa che raggiungerà il suo massimo sette anni più tardi, nel nostalgico Parigi o cara di Vittorio Caprioli.
Note di produzione: il 1955 è l’anno di Dino Risi, girando Pane, amore e… terzo capitolo della fortunata serie lanciata da Comencini e appunto Il segno di Venere con un cast stellare, il regista porrà le basi per essere considerato negli anni a venire, insieme ai colleghi Monicelli e Comencini, uno dei padri della commedia all’italiana, Due anni dopo Il segno di venere Risi sforna un’altro grande successo girando il classico Poveri, ma belli.
http://www.ilcinemaniaco.com/il-segno-di-venere-recensione/
 
 
La sceneggiatura di questo capolavoro del cinema mondiale non a caso è stata scritta da alcuni dei più grandi cineasti del Novecento come: Franca Valeri, Edoardo Anton, Luigi Comencini, Ennio Flaiano, Dino Risi e Cesare Zavattini. La stessa Valeri, assieme ad Anton e a Comencini, è l’autrice del soggetto.

Siamo nel mezzo degli anni Cinquanta e l’Italia si sta rialzando dalla macerie della Seconda Guerra Mondiale. Si respira aria nuova per le strade: sta esplodendo il famigerato Boom. Ma l’aria nuova, come accade da millenni, non è certo per le donne. O quantomeno le possibilità delle donne, rispetto a prima del conflitto in cui non avevano il diritto al voto e alle quali Mussolini con un Decreto Legge del 10 gennaio 1927 dimezzò il salario rispetto a quello degli uomini, sono da nulle a poco più che scarse.

Ne sono un esempio le cugine Cesira (una grandissima Franca Valeri) e Agnese (una prorompente Sophia Loren) che vivono a Roma in viale Libia, nel quartiere detto Africano. Cesira, che da Milano si è trasferita a Roma a casa dello zio (Virgilio Riento) dove vive anche l’altra zia (Tina Pica) e appunto la cugina ventenne, è una grande sognatrice con ambizioni da gran lady, ma che desidera più di ogni altro cosa il massimo a cui le donne possono aspirare in quegli anni: il matrimonio.

Lavora come dattilografa presso i Bagni Diurni della stazione Termini dove da tempo è timidamente corteggiata dal fotografo Mario (Peppino De Filippo). Per il suo aspetto però Cesira è poco considerata dagli uomini e anche Mario stenta a proporsi seriamente. Le cose peggiorano quando Cesira esce insieme ad Agnese che invece non riesce a tenere lontani gli uomini, proprio per il suo aspetto e le sue curve generose. Agnese, infatti, non può prendere un autobus senza essere palpata e molestata.

Con un cast stellare, fra i più completi di quegli anni, “Il segno di Venere” è una pietra miliare della commedia all’italiana, e non solo. Accanto alle due protagoniste ci sono grandissimi interpreti anche nei ruoli secondari come quello del poeta squattrinato Alessio Spano interpretato in maniera sublime dal grande Vittorio De Sica, o quello del goffo ladro di macchine mammone Romolo Proietti impersonato da Alberto Sordi ancora non completamente esploso come mostro sacro della commedia.

Questa immortale pellicola va rivista non solo per i suoi grandi interpreti, ma anche perché ci racconta in maniera amara e tagliente come una donna in Italia, in quegli anni, molto poco poteva scegliere o decidere. Che fosse una “intellettuale” o una “maggiorata”: erano sempre e comunque gli uomini a dettare le regole. Solo se sapeva giocare bene le sue carte avrebbe potuto raggiungere il famigerato altare, il massimo consentitole dalla società.

Sono passati sessantacinque anni da questa straordinaria pellicola e fortunatamente molte cose sono cambiate, ma non abbastanza. Siamo ancora il Paese del femminicidio, dove le vittime si contano come in un bollettino di guerra.

Attualissimo …purtroppo.
http://www.valeriotagliaferri.it/?tag=sophia-loren

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