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lunes, 26 de marzo de 2012

Il tempo si e fermato - Ermanno Olmi (1959)


TÍTULO ORIGINAL Il tempo si è fermato
AÑO 1959
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS En español e inglès (Separados)
DURACIÓN 83 min.
DIRECTOR Ermanno Olmi
GUIÓN Ermanno Olmi
MÚSICA Pier Emilio Bassi
FOTOGRAFÍA Carlo Bellero (B&W)
REPARTO Natale Rossi, Roberto Seveso, Paolo Guadrubbi
PRODUCTORA 22 Dicembre / Edisonvolta
GÉNERO Drama

SINOPSIS Un joven estudiante y un guarda mayor entablan una estrecha amistad durante la construcción de una presa de gran tamaño que se encuentra en la montaña... (FILMAFFINITY)

TRAMA
Durante l'inverno, presso una grande diga vicino all'Adamello sono rimasti soltanto due guardiani. Uno di loro scende a valle: lo dovrebbe sostituire un compagno che, improvvisamente, in seguito alla nascita di un figlio, è costretto a ritornare a casa. Il suo posto viene preso da Roberto, un giovane studente che ha accettato di andare lassù, dove avrà tutto il tempo di prepararsi per gli esami. I rapporti tra lo studente e il Natale, il rude montanaro di cui è divenuto il collega, sono sulle prime caratterizzati da un certo imbarazzo; ma a poco a poco l'atmosfera si sgela e Natale è felice di insegnare al giovane sprovveduto quello che lui ha imparato dall'esperienza della vita. Quando i disagi a cui Roberto non è abituato e la troppa solitudine gli provocano degli accessi di febbre, è proprio Natale a curarlo amorevolmente. Quella vita serena, a stretto contatto con la natura, lontano dalle raffinatezze e dal tumulto della civiltà, tra le candide distese nevose e così vicini alle cime delle montagne, in un silenzio assoluto, interrotto soltanto dalle loro voci: tutto questo dà veramente l'impressione che il tempo si sia fermato.

CRITICA
"Un'ottima fotografia inquadra l'esile vicenda; più che di fatti l'attenta regia si preoccupa degli stati d'animo, delle impressioni, delle sensazioni di due uomini isolati dal mondo, che sembrano vivere fuori dalla realtà. Nonostante qualche momento di esasperante lentezza, il film è pregevole, e i pochi attori non professionisti vi si muovono con naturalezza." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 47, 1960)

NOTE
- PRIMO LUNGOMETRAGGIO DI OLMI.- GONDOLA D'ORO ALLA X MOSTRA INTERNAZIONALE DEL FILM DOCUMENTARIO DI VENEZIA (1959). PREMIO SAN GIORGIO DELLA FONDAZIONE CINI. RODODENDRO D'ORO ALL'OTTAVO FESTIVAL DELLA MONTAGNA DEL TRENTO (1959). PREMIO SAN FEDELE.- PRESENTATO ALLA SEZIONE INFORMATIVA DELLA XX MOSTRA DI VENEZIA (1959).
fonte "RdC - Cinematografo.it"
http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=16837&film=Il-tempo-si-e-fermato
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TRACCIA TEMATICA
La distanza tra i due protagonisti ci appare totale, tutto li divide: il modo di fare, di lavorare, le letture e la musica. Il ghiacciato paesaggio invernale sembra farsi metafora di questa freddezza di rapporti.
La bufera che imperversa fuori del rifugio accentua il senso di fragile precarietà degli esseri umani di fronte allo scatenarsi della natura e attiva un canale di comunicazione fra le due persone che cancella ogni diffidenza. L'uomo assume un atteggiamento paterno nei confronti del ragazzo e questo si affida con filiale fiducia alle cure del maturo guardiano.
La solida chiesetta nella quale entrambi si rifugiano diventa simbolo dell'affermarsi di una dimensione umana nutrita di solidarietà e affetto, del recupero del senso più autentico e profondo del Cristianesimo.

VALUTAZIONE CRITICA
Nato come documentario commissionato al regista dalla Edison-Volta per illustrare il lavoro di vigilanza delle dighe, il film nelle mani di Olmi si trasforma nel suo primo lungometraggio a soggetto, esprimendo assai bene quell'intreccio tra aderenza alla realtà e invenzione artistica che sarà poi alla base del suo miglior Cinema.
Girato con attori non professionisti che praticamente interpretano se stessi, Il tempo si è fermato rivela la capacità di Olmi di riuscire senza fronzoli e compiacenze, attraverso uno stile di esemplare rigore e sobrietà, a far emergere con pochi essenziali tocchi e osservazioni la dimensione più umana delle persone e a trasmettere allo spettatore un messaggio di eticità e fratellanza.

RIFERIMENTI INTERDISCIPLINARI
Geografia       La catena dell'Adamello.
Costruzioni     L'edificazione di una diga in alta montagna.
http://www.pacioli.net/ftp/def/paciolicinemaecineteca/PacioliCinema/3-Film/framefilm138.htm


Commissionato come documentario dall’azienda Edison Volta per mostrare gli impianti idroelettrici della Val d’Avio, Il tempo si è fermato si trasforma via via nel primo lungometraggio a soggetto di Ermanno Olmi. Organizzato intorno al tema della completa diversità che si trasforma progressivamente, a contatto con la forza vigorosa della natura e sperimentando la perfetta solitudine, in solidarietà ed amicizia, Il tempo si è fermato illustra il percorso di formazione operato dai due protagonisti ed il loro graduale congiungersi. Natale è l’uomo che la montagna ha reso duro, dotato di una particolare ed inattaccabile scorza; Roberto è il ragazzo di città, inesperto ed educato. Natale si esprime preferibilmente in dialetto, non bada tanto ai convenevoli e si mostra particolarmente pragmatico; Roberto parla in italiano, veste bene e teme l’impatto che la forza della natura potrebbe avere sull’azione dell’uomo. Natale ama il buon vino anche come antidoto al freddo glaciale della montagna; Roberto è astemio. Natale bada al suo lavoro e vive la montagna come un luogo da rispettare ma da controllare e da dirigere a vantaggio dell’uomo; Roberto viene mostrato al pubblico come uno studentello in vacanza: si sveglia dopo il suo più anziano coinquilino, alza a tutto volume la radio che trasmette un rock ‘n’ roll di Celentano, si veste a va divertirsi nelle immense distese di neve. L’inizio del film si basa su un complesso quanto evidente elenco di antitesi marcate, che producono una profonda diffidenza tra i due personaggi, e tale divisione è ribadita sul piano stilistico da un proliferare congiunto di soggettive (cioè l’inquadratura che mostra al pubblico quello che un personaggio vede sulla scena, realizzata sostituendo l’origine dello sguardo del personaggio in questione con l’obiettivo della macchina da presa) e di piani di reazione (inquadrature che rappresentano la reazione di un personaggio ad un avvenimento o ad un’azione esterna alla sua persona) che illustrano il muro che i due protagonisti erigono all’interno della baracca che li ospita: Natale e Roberto si osservano reciprocamente, ognuno vede agire l’altro e lo considera con sospetto misto a curiosità, motivati non solo dalla profonda diversità caratteriale, ma anche dalla sostanziale differenza d’età (Natale è padre di tre figli, mentre Roberto è uno studente che si situa sulla soglia dell’ultimo periodo dell’adolescenza). Due sono i momenti in cui questa diffidenza trova la sua espressione più alta (e comica): nel primo, Natale attraversa la stanza da letto e si sporge ad osservare il giovane compagno, che fa altrettanto dal letto in cui si è sdraiato, causando un imbarazzante incrocio di sguardi subito sviati; nel secondo caso, l’inquadratura esterna alla baracca mostra Natale che, approfittando dell’uscita di Roberto per andare in bagno, guarda con avida e frettolosa curiosità i libri che il ragazzo ha riposto sul tavolo, come per cercare di carpire qualche elemento che fino a quel momento gli è sfuggito. Ma la solitudine del luogo, l’energia gagliarda ed incontrollabile della natura, la spontanea solidarietà che si genera tra gli esseri umani nelle contingenze portate al limite estremo operano quella inversione di tendenza che trascina i due personaggi verso un’amicizia che rasenta il tenero rapporto tra un padre e un figlio. Piccoli elementi, accenni, nient’altro che confessioni istintive: dapprima una partita a dama, poi l’incontro attraverso il libro ‘Cuore’, l’antonomasia dei buoni sentimenti; successivamente la bufera, la paura del ragazzo, il conforto del maturo operaio, la comunione realizzata grazie ad un emblematico cuscino sul quale ripongono la testa sia Natale sia Roberto, la veglia notturna per accudire Roberto febbricitante ed il susseguente mattutino trasbordo del ragazzo sulle spalle fino alla baracca, in mezzo all’immensità del paesaggio montano tornato sereno, fedele testimone della cristallizzazione di un’amicizia diventata profonda nel momento di massima tempesta, quasi fosse un simbolico specchio dei sentimenti.
Giampiero Frasca
http://159.213.63.12/cdm_webif/media/film/schede_critiche/il_tempo_si_e_fermato.htm

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