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jueves, 15 de marzo de 2012

Mamma Ebe - Carlo Lizzani (1985)


TITULO ORIGINAL Mamma Ebe
AÑO 1985
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS No
DIRECCION Carlo Lizzani
GUION Gino Capone, Carlo Lizzani, Jaja Fiastri
REPARTO Berta Dominguez, Barbara De Rossi, Ida Di Benedetto, Stefania Sandrelli, Giuseppe Cederna, Maria Fiore, Alessandro Haber, Paolo Bonacelli, Laura Betti, Marco Maggioni, Carlo Monni, Francesco Ambrosoli, Francesco De Rosa, Federico Sangirardi, Massimo Sarchielli, Néstor Garay, Luigi Pistilli, Enzo Robutti
FOTOGRAFIA Romano Albani
MONTAJE Franco Fraticelli
MUSICA Franco Piersanti
PRODUCCION Giovanni Di Clemente per Clemi Cinematografica
GENERO Drama

SINOPSIS Rapporto su Ebe Giorgini, guaritrice e santona e sulla sua comunità religiosa. Condannata a dieci anni (poi ridotti a sei di arresti domiciliari) fu una truffatrice o una santa? Pur non mancando di momenti incisivi, è un film stilisticamente ibrido con qualche rozzezza nella miscela di sesso e misticismo. C. Lizzani non giudica: descrive. (Il Morandini)


TRAMA
La giovane Laura si è barricata nella sagrestia di una chiesa e minaccia di uccidersi dopo aver saputo che Ebe Giorgini, detta Mamma Ebe, la donna a cui si è affidata totalmente, è stata arrestata insieme ai suoi più stretti collaboratori e seguaci. Da qui inizia il processo alla donna creduta da alcuni, con scetticismo, un'esaltata, esibizionista ed astuta nel carpire la buona fede della gente; e da altri, con fanatismo più che religioso, una "santa" miracolosa dalle doti eccezionali, onesta sotto tutti i punti di vista. Al processo testimoniano varie persone: la stessa Laura, che all'inizio diffidava di Mamma Ebe, ma che dopo un incontro con lei diventa sua accesa seguace tanto da dimenticare completamente la sua famiglia (un padre, violinista di successo tutto preso dal lavoro, che tenta di tutto per liberarla da questa "ossessione" e la madre che ha preferito abbandonare la famiglia per unirsi ad un altro uomo). Dalla testimonianza di Laura viene fuori una realtà fatta di sane rinunce e di assoluto e disinteressato amore per il prossimo. Così pure le parole di don Paolo Monti e di un seminarista seguace di Mamma Ebe sostengono la tesi della bontà e della sincerità dell'imputata. Anche Sandra, una ex prostituta che pur ha molto sofferto a causa di Ebe, per paura non la denuncia ed anzi ne esalta la sensibilità. Ma la testimonianza della madre di un seminarista, di Maria Pia (ex suora di Mamma Ebe) e di un vescovo toscano fanno luce su una vicenda fatta di crudeli punizioni per i trasgressori (docce gelate, pomate urticanti, digiuni, mortificazioni), di microspie collocate dappertutto per controllare i sospetti, di storie infarcite di sesso e di psicofarmaci, di intimidazioni e minacce per i traditori, di soldi, lussi e pellicce. Mamma Ebe è una "santa", una guaritrice autentica, una benefattrice dell'umanità sofferente, incolpata ingiustamente? O è un'astuta mistificatrice avida e senza scrupoli che ha approfittato di gente fragile psicologicamente, fondamentalmente buona e debole che ha creduto in lei? Il film lascia aperta la discussione: lo spettatore è libero di credere ciò che vuole. La condanna a 10 anni (ridotta a 6 agli arresti domiciliari) è comunque troppo mite se Mamma Ebe fosse colpevole di tutti i misfatti di cui è accusata ed è troppo pesante se ella fosse davvero innocente.

CRITICA
"L'impaginazione è accorta, incisiva, talora approssimativa o rozza. Il regista dispone di scene insolite, spesso stuzzicanti, tese, strane: attacchi di isteria, riti feticisti, momenti religiosi, pratiche superstiziose, evasioni pruriginose, violenze, droga e così via. Le sa amministrare con collaudatissimo mestiere e abile misura per imbandire su questa triste vicenda un processo-spettacolo in cui giudici sono gli spettatori. Il film si struttura così sull'intelaiatura delle udienze del processo di Vercelli in cui si incastrano ritorni all'indietro e la caccia ai testimoni condotta dal padre di una delle suore, Laura. Una squadra affiatata di personaggi, efficacemente caratterizzati e interpretati, imprime densità emotiva al racconto. Anzitutto la presenza di Mamma Ebe, inquietante, lucida, dominatrice. Forse Berta Dominguez, l'attrice messicana che la interpreta e sembra le assomigli in modo impressionante, ne accentua oltre misura il lato torvo, statico. Laura (Barbara De Rossi) è una giovane insegnante, fedelissima della Mamma: viene miracolata davanti alla Corte, le ha versato 38 milioni ma in tutta libertà ed erano roba sua. Maria Pia (Ida De Benedetto) è una giovane e ricca vedova promossa vicaria generale dell'istituto: si ribella soprattutto alle menzogne di Ebe circa un'inesistente approvazione ecclesiastica, ed è la grande accusatrice delle immoralità e delle vessazioni perpetrate nella Pia Unione. Sandra è la prostituta di buon cuore fuggita dopo anni di servizio, umiliazioni e prestazioni avvilenti. ?? ancora talmente succube della Giorgini che, presentatasi al tribunale come teste a carico finisce per tesserne l'elogio. Infine Bruno (Giuseppe Cederna) il seminarista che non sa spiegare ciò che accade ma, come ripete a sua madre (Laura Betti) e al papà di Laura (Alessandro Haber), è felice: accanto a Ebe ha ritrovato una mamma e Dio. Tutto sommato, Mamma Ebe è un instant movie che dietro alla notizia si affaccia appena e finisce per giocare con vigore più sulle emozioni che sui fatti. Eppoi il lato religioso che in un caso del genere è tutto, è sbrigato via fra troppe reticenze e banalità." (Luigi Bini, 'Attualità Cinematografiche')
http://cinema.ilsole24ore.com/film/mamma-ebe/


Versione cinematografica della controversa vicenda, finita nelle aule giudiziarie, di Ebe Giorgini, la santona/guaritrice condannata poi in tribunale per aver sfruttato, secondo la sentenza, la credulità di alcune sue protette. Il film inizia con Laura, una giovane seguace di Mamma Ebe, che si rinchiude in una chiesa alla notizia che la donna è stata arrestata, e che minaccia il suicidio se la donna non verrà rilasciata.
Si apre così uno squarcio sulla vicenda, che mostra la Ebe in tribunale, accusata di vari reati, con la sfilata consueta di  testimoni della difesa; arrivano così, sulla sedia dei testimoni, la stessa Laura, che inizialmente dubitava della donna, ma che in seguito si dedicherà ad essa anima e corpo, arrivando per lei ad abbandonare la sua famiglia. Sfilano, tra i testimoni a favore, anche un sacerdote, Don Paolo, che ne esalta la figura; arriva anche una ex prostituta, Sandra, che ha subito varie violenze nella casa di Mamma Ebe, ma che per paura paradossalmente ne prenderà le difese.
Ma arrivano anche testimoni d’accusa, che denunciano il clima di violenza, di sopraffazione, di coercizione fisica e mentale subita dalla santona. E’ il caso di Maria Pia, ex suorina di mamma Ebe, madre di un giovane seminarista, che racconta una storia alternativa, fatta di punizioni corporali, di digiuni impossibili, di docce gelide e di farmaci ipnotici, di violenza sessuale e di intimidazioni e minacce. Chi è allora Mamma Ebe? Una donna denigrata ad arte oppure una squallida approfittatrice delle altrui debolezze? Una santona con doni di guaritrice oppure soltanto una mistificatrice? Il film lascia aperta ogni soluzione, limitandosi a ripercorrere gli avvenimenti e le deposizioni. Mostrando, quà e la, scene di sadismo e di sesso, di violenza morale, psicologica, fino alla decisione finale del tribunale, che condanna la donna a 10 anni di reclusione, poi ridotti ad alcuni da trascorrere agli arresti domiciliari.
Mamma Ebe, film di Carlo Lizzani girato nel 1985, non verrà di certo ricordato come il suo miglior film; i ritmi sono più quelli della fiction che quelli cinematografici, e l’insistere sulle scabrosità della storia non aggiunge nulla alle deposizioni, finendo per risultare quasi un maldestro tentativo di erotizzare la pellicola e quindi renderla appetibile ad un certo tipo di pubblco.
Il dubbio che l’operazione sia alla fine prettamente commerciale arriva proprio con la presenza in scena di una Stefania Sandrelli in pieno successo post La chiave, film che ne aveva rilanciato la carriera in chiave pruriginosa; a ciò si aggiungano le scene delle docce gelate, della stessa Sandrelli ripresa più volte nuda e di spalle. Il resto del cast vede protagonisti una giovane Barbara De Rossi, molto convincente, la Di Benedetto, Alessandro Haber e la bravissima Laura Betti. Un film non memorabile, che tuttavia può essere visto nell’ottica del doumento su una storia dell’Italia recente.
http://filmscoop.wordpress.com/2009/06/13/mamma-ebe/

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