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miércoles, 22 de junio de 2011

Ecce Bombo - Nanni Moretti (1978)


TÍTULO Ecce bombo
AÑO 1978 
IDIOMA Italiano
SUBTITULOS Español (Separados)
DURACIÓN 103 min.
DIRECTOR Nanni Moretti
GUIÓN Nanni Moretti
MÚSICA Franco Piersanti
FOTOGRAFÍA Giuseppe Pinori
REPARTO Nanni Moretti, Luisa Rossi, Lina Sastri, Piero Galletti, Susanna Javicoli, Cristina Manni, Lorenza Ralli, Maurizio Romoli, Carola Stagnaro
PRODUCTORA Filmalpha / Alphabeta
GÉNERO Comedia

SINOPSIS Narra la vida cotidiana de Michele, un estudiante universitario, sus relaciones con sus padres, su hermana Valentina, sus novias y sus amigos, que pasan el tiempo en interminables conversaciones en un bar. Michele intenta ligar con la novia de uno de sus amigos. A veces, el grupo toma autoconciencia y ayuda a Olga, ezquizofrénica, a superar su enfermedad. Llega el verano y Michele se encuentra solo y aburrido. Pero, cuando sus amigos vuelven de vacaciones, todo empieza de nuevo... (FILMAFFINITY)


Entre luces y sombras
Está amaneciendo en Ostia y un trapero pedalea arrastrando sus trastos gritando “Ecce Bombo”. Delante suyo, inmóviles, cuatro amigos le observan. Esperan a que salga el sol, pero se lo pierden por distracción. Este cuarteto es la cuadrilla de Michele Apicella. Michele es un estudiante universitario, su relación con sus padres es a veces crítica, otras desganada. Tiene una hermana, Valentina, que con sus compañeros de clase está a punto de ocupar el colegio, pero él la observa apático. Michele es un chico arisco, introvertido, de ideas fijas. Entre sus amigos están Mirko, perennemente atormentado por la preocupación por el futuro y su absoluta incapacidad de instaurar relaciones con los demás; Goffredo, estudiante universitario desganado e inepto; Vito, un empleado público que vive sin una meta. Las discusiones de los cuatro chicos parecen no tener fin, ni tampoco un objetivo: nunca se habla de política, se gira alrededor de cada tema, se evitan las respuestas claras y se banaliza. En el fondo, nadie se abre de verdad, nadie se comprende y el grupo arrastra su propia existencia, escucha indiferentemente ópera o las llamadas de los oyentes deprimidos de las “radios libres”. Mientras tanto, llegan los exámenes en una atmósfera irreal, se organizan sesiones colectivas de autoconsciencia y autoconfesión. Entonces el grupo se amplía con la llegada de Cesare y su mujer Flaminia. Michele se encapricha de ella, intenta enrollarse, pero enseguida se cansa de todas las chicas, Flaminia incluida, y de todos sus amigos. Después de esfumarse un tiempo, Michele cambia de idea, intenta reanudar las relaciones, llama a todo el mundo, pero no encuentra a nadie.
Al final los cuatro amigos deciden ir a visitar a Olga, una chica con trastornos psíquicos. A la cuadrilla se le unen otras personas. Sin embargo, durante el trayecto cada uno se distrae por razones baladíes y nadie, excepto Michele, llega a destino. Michele encuentra a Olga: están solos y se miran, inmóviles.
http://www.italica.rai.it/esp/cinema/peliculas/eccebombo.htm

''Cosa vuol dire 'Ecce Bombo'? Forse 'Ecco una bomba!', oppure 'ecco un uomo ingrassato e rimbecillito dal consumo delle mode'. La seconda ipotesi è più attendibile. Moretti non è un rivoluzionario né un violento, anche se come autore è nato nel circuito alternativo. Il suo primo film "Io sono un autarchico", girato in super 8, costato tre milioni e mezzo, dopo aver riportato un successo che non ha precedenti nel formato ridotto, è stato perfino trasmesso in TV. Come in "Io sono un autarchico", anche in "Ecce Bombo" Moretti fa una satira della generazione post - sessantottesca, coi suoi miti nevrotici e impolverati. Moretti stesso, col suo nuovo film, prodotto per il circuito commerciale e costato sui duecento milioni, è una testimonianza della morte del sessantottismo. Nel '68 si teorizzava l'uso del video - tape e dei super 8 per rivoluzionare l'informazione. Moretti lo ha usato per dare la scalata al cinema''.
Claudio Lazzaro 'L'Europeo'


''Ecce Bombo non doveva far ridere''
di Paolo D'Agostini (la Repubblica)
''Mi avevano raccontato di uno straccivendolo che andava in giro urlando così. Avevo un orribile titolo alternativo: Sono stanco delle uova al tegamino''. Ecco perché Ecce Bombo: ''Solamente un suono. Ma posso ripartire da prima?''.
Prego, Moretti.
''Dopo i primi tre corti avevo scritto la mia prima sceneggiatura, Militanza militanza.... Mi accorsi però che non solo era difficile farmela produrre ma anche solamente farla leggere. Dopo un po' di sale d'attesa capii che, anziché lamentarmi, avrei dovuto continuare a fare da solo. Ancora in superotto. Lasciai perdere questa storia di un gruppo della sinistra extraparlamentare che si avviava a diventare partitino. E scrissi un canovaccio, più semplice da realizzare in superotto, che era Io sono un autarchico. Alla fine del '76 esce al Filmstudio a Roma, diventa un caso e cominciano ad arrivarmi delle proposte. Avevo, già pronto, il solito Militanza militanza... A febbraio nasce il "movimento del '77" e io mi rendo conto che la mia sceneggiatura ha perso di attualità, perché il nuovo movimento è completamente diverso dalle vecchie organizzazioni di estrema sinistra. Scrivo allora tre soggettini: uno si chiamava Piccolo gruppo, sull'autocoscienza maschile, un altro Delirio d'agosto, sul mio personaggio e i suoi rapporti con la famiglia, le ragazze. Il terzo era una storia d'amore ambientata nell'università. Ecce Bombo nacque dalla fusione dei primi due. Ho girato il film a settembre-ottobre '77, non immaginando il successo che avrebbe avuto, né che stavo costruendo un personaggio che sarebbe poi tornato tante volte: Michele Apicella. Ero convinto di aver fatto un film doloroso, che raccontava una porzione di realtà molto circoscritta e poco rappresentativa della condizione giovanile italiana. Tutto mi aspettavo fuorché l'identificazione che poi c'è stata, anche da parte di persone lontanissime''.
Pensava di aver fatto un film drammatico e per pochissimi: fu subito percepito come un film comico e come specchio di una generazione intera, o quasi.
''Questa è la fortuna del cinema. E poi sarebbe ridicolo se il regista pretendesse di fare il censore, il controllore o il vigilante delle reazioni del pubblico. Dal momento in cui un film è proiettato su uno schermo il pubblico lo vede come vuole. Rivedendolo mi è saltata addosso la consapevolezza che quei personaggi oggi potrebbero essere miei figli: il mio, quelli di Fabio Traversa o di Paolo Zaccagnini. La stessa compagnia di amici di Io sono un autarchico''.
Come già in Io sono un autarchico e nei film successivi qui c'è anche suo padre che era professore universitario di epigrafia greca.
''Mio padre aveva molto talento come attore. C'era però un patto tra noi: non dovevo dare sue foto alla stampa, non dovevo metterlo nei titoli e neppure nei trailer. Ad ogni consiglio di facoltà i suoi colleghi lo prendevano in giro. Ma sono convinto che fosse invidia''.
È vero o no che voleva sentirsi ed essere identificato come discendente di Fellini e fratello di Bellocchio?
''Non mi aspettavo niente, e non mi proponevo di imitare o di essere erede di nessuno. (Tra l'altro angosciandomi molto durante le riprese, e non ho mai saputo cosa rispondere a tutti quelli che mi dicevano: "Una cosa si vede chiaramente: che vi siete divertiti un mondo!". No, per niente, nessuna allegria, nessuna felicità)''.
Insomma come si trova a rivedersi? Non arrossisce per la presunzione o l'ingenuità di quel Moretti?
''Io ho verso il film le stesse reazioni che avevo un anno dopo averlo fatto. Quello che mi emozionava mi emoziona oggi. Casomai ci vedo qualcosa in più. L'aver colto cose che mi apparivano ovvie, come l'emergere delle radio e delle tv "libere" (si diceva così, non sapevamo che sarebbero diventate tutt'altra cosa). E mi viene in mente un'altra cosa, che non c'entra col film: 30 anni fa c'era un'opinione pubblica che reagiva e si scandalizzava, oggi non esiste più. Si digerisce tutto e le due frasi più ricorrenti sono: "La coerenza è la virtù degli imbecilli", stupida e prepotente. E l'altra: "Io non voglio dare giudizi". E perché? Te lo ha vietato il dottore?''.
Non è tipo da aver fatto un'indagine di mercato: perché far riuscire Ecce Bombo a quasi trent'anni di distanza? Che cosa le fa credere che oggi possa incontrare un pubblico. E quale?
''Penso che possa raccontare quel periodo e anche qualcosa di come siamo ancora: i rapporti tra le persone, quelli familiari, il velleitarismo... Tra parentesi: io i film sugli anni '70 li ho fatti negli anni '70, come sugli anni '80 negli anni '80, e non dopo, quando sarebbe stato più facile. E poi non è che voglio "occupare il mercato", ce ne stiamo tranquilli al Nuovo Sacher e in una ventina di altre sale''.
Ogni iniziativa presa nella sua sala è sempre baciata dalla fortuna...
''Forse non è solo fortuna. E approfitto per ricordare che la sera, dopo l'ultimo spettacolo al Nuovo Sacher, reciterò il monologo Caro diario, dai quaderni che scrivevo durante la lavorazione di quel film''.
Ecce Bombo uscì a pochi giorni dal sequestro Moro.
"L'8 marzo '78. La settimana dopo i brigatisti uccisero cinque uomini della scorta e sequestrarono Moro. È un clima che ricordo ancora molto bene".
È più difficile oggi cominciare di quando ha cominciato lei?
''No. Oggi come ieri bisogna essere determinati, non bisogna fare del vittimismo, bisogna crederci al punto di chiudersi ogni altra via d'uscita o soluzione di riserva. Almeno: io ho fatto così''.
http://www.guidasicilia.it/ita/main/news/speciali.jsp?IDNews=24404

3 comentarios:

  1. Very hard to find movie, and all the links are dead ! Could we have a chance to reup it somewhere ? Thanks in advance

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    1. I wish you were a member of the blog.

      "Just be restored films requested by the members of the blog in the commentary for them. (Time and patience in waiting)"

      Anyway soon will be.

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